martedì 17 marzo 2009

La rete ti libera non farti imprigionare

Il “pacchetto sicurezza” mette seriamente in pericolo la libertà d’ognuno di noi. Nel pacchetto sicurezza vi è una norma che colpisce esplicitamente la libertà d’espressione in rete. L’emendamento del Sen. Giacomo D’Alia dell’UDC è stato pensato per imbavagliare quanti usano internet per costruire momenti di comunicazione critica e non omologata. La norma è inutile e dannosa. Inutile perché viene introdotta in nome della lotta contro i reati di istigazione a delinquere via internet quando esistono già numerose misure giuridiche atte a perseguire eventuali abusi e reati commessi tramite internet.

La norma è pericolosa perché prevede di perseguire chi “invita a disobbedire alle leggi”, una formulazione così vaga da consentire di colpire qualunque espressione critica, qualunque informazione che possa “disturbare il manovratore”, qualunque linguaggio non in sintonia con quello del potere dominante e del pensiero unico.

E’ necessario avviare subito una campagna di sensibilizzazione, dentro e fuori il web, che metta in guardia contro i seri pericoli di incursione dell’esecutivo nei confronti della libertà di espressione in internet. Giornali on line, siti di comunicazione orizzontale, blog, tutti saranno tenuti sotto stretta sorveglianza e minacciati. Si vuole demandare il controllo e il filtraggio preventivo ai fornitori di connessione con il pericolo che, a fronte di “rischio eventuale” vengano sospesi interi siti e link, il tutto a discrezione del Ministero dell’Interno e non della magistratura.

Il provvedimento mira a colpire la libertà di espressione e introduce una vera e propria “censura preventiva”. Esso si inquadra perfettamente nella filosofia del “pacchetto sicurezza” che limita fortemente la libertà di stampa (vedi la vicenda delle ‘intercettazioni’), introduce zone grigie nella separazione dei poteri dello Stato come nel caso delle “ronde”. E’ facile immaginare “ronde telematiche” dove presunti “vigilantes” denunceranno il pericolo di “reati possibili” chiedendo al governo di oscurare interi siti.

Serve una larga mobilitazione, dentro la rete e nella società, per far conoscere e respingere questo ennesimo attacco alla libertà di espressione e informazione. Serve una mobilitazione che chieda l’immediato ritiro della norma (ex emendamento D’Alia) che consente la censura preventiva in internet.

Fonte: La Rete ti Libera

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