sabato 30 aprile 2011

Pontinia, turbogas nuovo attacco al territorio

Continua senza sosta l'attacco legale dei progetti dichiarati incompatibili con il territorio contro l'amministrazione comunale e i cittadini. E' arrivato nella Settimana Santa in comune l'ennesimo ricorso contro la delibera del comune di Pontinia in materia di rischi di incidenti rilevanti (la numero 9 del 4 marzo 2011) presentato al TAR di Latina dalla società GDF SUEZ ( prima AceaElectrabel Produzione spa) la società che vuole punire il territorio comunale con la centrale a turbogas. E il candidato sindaco della destra a Pontinia la vorrebbe insieme alla centrale a biomasse. Proprio Storace della destra aveva approvato il più contestato impianto di Pontinia, quello di compostaggio a Mazzocchio.

Fonte: Pontiniaecologia

sabato 23 aprile 2011

Una catena anti nucleare

Circa duemila persone al presidio di Borgo Sabotino: stop a nuove centrali

Legati tra di loro come anelli di un’unica catena, forti nella loro solidarietà, più di 2000 persone hanno circondato ieri mattina la centrale nucleare di Borgo Sabotino, stringendosi per dimostrare che il nucleare non è un ospite gradito, tanto a Latina, quanto in tutta la regione. Così si è svolto il «no nuke day», l’evento organizzato da Legambiente Lazio, dal Comitato pontino per i «Sì» e dal Comitato laziale «Vota Sì per fermare il nucleare». Attivisti provenienti da tutto il Lazio (alcuni anche da fuori) si sono incontrati alle 10 nel piazzale di Foceverde, dove hanno atteso l’arrivo dei ciclisti partecipanti al «criticalmass» partito da piazza del Popolo un’ora prima, anticipando così la vera manifestazione con un gesto molto significativo, sfidando il traffico urbano. Soddisfatti della massiccia affluenza il presidente di Legambiente Latina Alessandro Loreti e l’ex presidente Gustavo Giorgi, i quali hanno coordinato il corteo lungo l’intero tragitto che da Foce Verde, passando attraverso il centro di Borgo Sabotino, è giunto fino alla centrale nucleare, dove si è formata quella fila ordinata che, percorrendo il perimetro del complesso, ha riprodotto l’annuncita «catena umana». «E’ impensabile - dichiarano alcuni sostenitori dell’iniziativa provenienti dalle diverse città del Lazio - che dobbiamo aver paura di un mare così bello per i danni che la centrale causa all’ambiente, come è impensabile che nessuno fermi questo massacro». Tra i tanti politici che hanno aderito a questa iniziativa il candidato sindaco per la Sinistra per Latina, Sergio Sciaudone, ed alcuni esponenti del Partito Democratico tra cui Giorgio De Marchis, Mauro Visari, Carlo Marra, Diego Gilberti e Giuseppe Pannone. «La grande partecipazione alla catena umana - ha dichiarato il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati - dimostra che il nucleare si può battere. I cittadini hanno capito bene quanto è pericolosa l’ener - gia atomica e siamo pronti a vincere il referendum del 12 e 13 giugno». Forti sono anche le dichiarazioni di Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia e libertà in Regione, il quale sostiene, che una mobilitazione straordinaria in vista del referendum di giugno sia l’unico metodo per scongiurare ogni tentativo del Governo di riattivare la produzione energetica nucleare, soprattutto in questo periodo nel quale, ricordando il venticinquesimo anniversario dell’incidente di Chernobyl nonchè la recente catastrofe di Fukushima, «sarebbe semplicemente folle voler realizzare nuove centrali nucleari».

Articolo pubblicato sul quotidiano Latina Oggi di Lunedì 18 Aprile

Immagine: http://www.amicoqua.org/

Articoli nel web: http://www.borgosabotino.it
http://roma.corriere.it http://www.latina24ore.it http://retedellaconoscenza.it/

Le fotografie su http://roma.repubblica.it/

domenica 17 aprile 2011

Sviluppati all'incoerenza

Tre scelte, tre ideologie diverse? Tre persone diverse, ma un'unica parola: Sviluppo!

Bilotta Ernesto sarà il Sindaco di Pontinia eletto da ex socialisti e da PDeLlini convinti? I voti a destra sembrano smistarsi tra due liste. Ernesto o Luigi?...e Silvio? Molta più scelta per i cittadini di Pontinia, che in queste ore di fuoco e di campagna elettorale porta a porta, sono bombardati da informazioni continue sui cambi di squadra. Una vera calciopoli, personaggi che passano da una parte all'altra, prima con un partito poi con un altro, poi si esce dai partiti, poi ci si ritorna a far baldoria. Sono scelte apparenti, quelle che s’intravedono nel panorama politico pontiniano, perché il cittadino cosciente se dovesse scegliere, inizierebbe con la scelta più giusta: partecipare alla politica, invece di continuare a delegare ai soliti. Pontinia non ha mai avuto grandi pretese, ma almeno in coerenza ci siamo sempre fatti trasportare dal quel flusso sottile di superficialità e concretezza ritardata. Oggi nel totale marasma di scambi di "figurine panini" dei politici e da un mese dalle elezioni, non si sentono grandi voci su i programmi. Si usano parole per riempire giornali e spazi vuoti. Tre liste, tutte e tre promettono: Crescita, Sviluppo e Lavoro. Tre parole possono racchiudere tutto, o niente, tre parole dal senso diversificato risuonano subliminalmente: Cemento, Cemento, Cemento. Tre scelte, tre ideologie diverse? Tre persone diverse, ma un'unica parola: Sviluppo!

Un bambino quando è piccolo pensa al suo futuro con una parola sola: "Sviluppo", appunto, ma il bambino una volta diventato grande non pensa più allo sviluppo già avvenuto, ma a come mantenere quel che si è guadagnato con la crescita. Questo è ciò che dovrebbe accadere a Pontinia.

Condivido con voi i pensieri dei tre aspiranti Sindaci principalmente per il tema che riguarda la turbogas.

Ernesto Bilotta: sulla turbogas, nonostante la contrarietà espressa già in mille occasioni, lascia un piccolo spiraglio ad eventuali «offerte irrifiutabili». Tratto dal quotidiano La Provincia del 9 Aprile 2011

Eligio Tombolillo: ribadisce il forte dissenso verso le centrali a turbogas e a biomasse mentre resteremo favorevoli all'energia alternativa fornita dagli impianti fotovoltaici da realizzare sugli edifici pubblici. Tratto da Latina Oggi del 29 Marzo 2011

Luigi Subiaco: sul controverso problema della costruzione di centrali elettriche a turbogas e a biomasse sul territorio comunale, proponeva il ricorso ad un referendum popolare per fare decidere i cittadini sulla fattibilità dei progetti presentati. tratto da Latina Oggi del 29 Marzo 2011

Immagini tratte da http://theblogaftertherain.blogspot.com/ e http://classicoanarchismodasalotto.blogspot.com


Articolo pubblicato sul Settimanale di Latina il 16 Aprile 2011

sabato 16 aprile 2011

Il nucleare impossibile

Domani catena umana attorno alla centrale di Sabotino


L’INIZIATIVA DI LEGAMBIENTE A VENTICINQUE ANNI DAL DISASTRO DI CHERNOBYL IN VISTA DEL REFERENDUM




Immagine da : http://solleviamoci.wordpress.com

UNA catena umana attorno alla centrale spenta di Sabotino, per dire no al nucleare e per ricordare il disastro di Chernobyl. L’iniziativa è di Legambiente e si terrà domani mattina nell’ambito dell’annuale giornata indetta per ricordare l’incidente nucleare del 1986. Quest’anno il Comitato pontino per i «Sì» contro il nucleare e per l’acqua pubblica (i due quesiti del prossimo referendum) ha organizzato, per oggi e domani, due giornate all’insegna della sensibilizzazione e, soprattutto, sull’informazione sui due temi. Il comitato, che si presenta come una sorta di snodo dove affluiscono tutte le diverse associazioni locali attive contro il nucleare e in favore dell’acqua pubblica, ha previsto per oggi pomeriggio un dibattito proprio sul nucleare presso il Circolo Cittadino, a partire dalle 17, mentre l’appuntamento di domani si terrà alle 9 sempre in piazza del Popolo; proprio da lì partirà un «Criticalmass», formalmente conosciuto come un raduno di ciclisti che, sfruttando la forza del numero, invadono le strade normalmente usate dal traffico, quasi una sfida all’automobile. L’arrivo, previsto alle 10 nel piazzale di Foceverde di Borgo Sabotino, darà il via ad una manifestazione che, oltre ad essere un’occasione per ricordare il disastro di Cernobyl, dispiegherà i partecipanti in una «catena umana» intorno alla centrale nucleare. «Latina - ci dice Alessandro Loreti, presidente di Legambiente Latina - è l’emblema della disutilità del nucleare, soprattutto per la gestione delle scorie». Infatti, in contrasto con quelle che furono le promesse di un completo smantellamento della centrale pontina, il reattore contiene ancora 2 mila tonnellate di grafite altamente radioattiva. In aggiunta, è «atteso» per il 2025 il rientro dalla Scozia di circa 18 metri cubi di scorie di «terza categoria» intese come quei rifiuti che, nella catalogazione di trattamento e stoccaggio delle scorie nucleari, sono caratterizzati dal maggior tempo di decadimento (centinaia di migliaia di anni). «Non esiste democrazia senza trasparenza, e il nucleare è l’occulto per eccellenza». Queste sono le parole dell’ex presidente di Legambiente Gustavo Giorgi che, nella conferenza stampa di ieri mattina, ha focalizzato l’importanza che deve assumere l’informazione in questo campo. Difficilmente si viene informati infatti, che dal 2005 molti impianti fotovoltaici riescono a produrre circa 3 gigawatt di energia pulita, circa il doppio di quella che produce una centrale nucleare, ed è prevista una crescita esponenziale di questa entro i prossimi 9 anni, fino a raggiungere gli 8 gigawatt. Indipendentemente dal referendum di giugno, la battaglia di Legambiente continuerà soprattutto in termini di legalità, informazione e su un maggior controllo dei siti.

Articolo tratto da http://www.latina-oggi.it/

L’Acqua, la vita e la conoscenza verso il cambiamento.


Appuntamenti e iniziative pubbliche per informarsi su i referendum.

L’incontro di sabato 2 Aprile al Teatro Fellini di Pontinia, organizzato dall’associazione culturale Cantiere Creativo, ha animato il cuore dei presenti in sala, lasciando nell’aria un’emozione di riscossa, verso il pessimismo cosmico che in questo periodo storico, avvolge i nostri pensieri. Il film di Irena Salina ha tracciato gli aspetti base per affrontare il dibattito, voluto dall’associazione e da Giorgio Libralato, promotore del comitato referendario a Pontinia. Ad aprire il dibattito è stato Alberto De Monaco, del comitato provinciale “Acqua bene comune” e leader nelle battaglie contro la S.p.A Acqualatina. Il documentario della regista è destinato a rivoluzionare la scaletta delle priorità su i problemi più importanti nel prossimo futuro. L’Acqua potrebbe diventare “l’Oro Blu” del domani. Quale attinenza si può trovare tra il film e i referendum del 12 Giugno? Così Alberto De Monaco apre il suo intervento affermando l’importanza delle scelte nella vita di ognuno. Sono le scelte a cambiare la realtà, cambiando anche l’approccio che abbiamo con il passato e con il domani. Il film allarga la visione, descrivendo un mondo controllato da gruppi affaristici, che fanno profitto speculando sulle risorse del pianeta. L’Acqua, appunto, un bene assai più raro di quanto crediamo. Vitale per l’uomo. I referendum sono una scelta, l’esito cambierà assolutamente il mondo di domani. Le immagini del film scorrono e ti conducono inesorabilmente a non sentirti più solo di fronte a “Golia”, ma insieme a tanti altri “Davide”, riacquisti la forza per sconfiggere il temuto colosso. Le quattro o forse poco più Multinazionali che detengono il mercato dell’acqua, sono i colossi che decidono per miliardi di persone. Suez, Veolià, Vivendi e Nestlè le multinazionali interessate al controllo del futuro “Oro Blu”. L’Acqua significa vita e la conoscenza è il primo passo verso il cambiamento. De Monaco pone l’accento sulla conoscenza, che appartiene a chi gestisce e fa profitto con le risorse, perché siamo troppo avidi per condividere le conoscenze per il bene comune. A Marsiglia nel 2012, si terrà il World Water Forum, approfittiamo dell’evento per far sentire la nostra voce e condividere le nostre conoscenze, senza farci ingannare dalle parole. Dobbiamo smettere di centellinare dati e informazioni come stessimo in un match televisivo. Il nostro impegno è di avvicinarci ai nostri vicini di casa e iniziare a diffondere quest’emozione che il film ci ha lasciato. In questo periodo s’intensificano le iniziative pubbliche, a ricordarcelo è: Giorgio Libralato. Molte le attività in programma oggi 16 Aprile. Il coordinamento dell’IDV Cisterna di Latina presso il Teatro Tres Tabernae in Piazza XIX Marzo, organizza dalle 17.30 un incontro informativo su i referendum. A Latina presso il Circolo cittadino della città dalle 17.00 il comitato pontino per i SI, organizza un dibattito sul nucleare e un “No nuke party” in piazza del popolo dalle 19.00. Domani 17 Aprile per il 25° anniversario del disastro di Chernobyl, dalle ore 10.00 è prevista una manifestazione in ricordo di Chernobyl. L’appuntamento è per le 9.00 in piazza del popolo per la Critical Mass e alle 10.00 al piazzale dei Navigatori a Foce Verde per costruire insieme la catena umana contro il Nucleare.

Immagine tratta dal sito: http://climate-connections.org/

Articolo di Danieli Gianpaolo in uscita sabato 16 Aprile sul Settimanale di Latina

giovedì 14 aprile 2011

Comunicato stampa Manifestazione Contro il Nucleare

Chernobyl – Fukushima: venticinque anni dopo la storia si ripete. Mai più nucleare!

Una manifestazione per sostenere il “SI” ai referendum del 12 e 13 giugno

Domenica 17 aprile si svolgerà a Borgo Sabotino una manifestazione a carattere nazionale contro il nucleare. La manifestazione è indetta dalle organizzazioni riunitesi in queste settimane nel Comitato pontino per i SI e si inserisce nel solco della mobilitazione nazionale “Vota SI per fermare il nucleare” a sostegno del referendum che si terrà il 12 e 13 giugno prossimi.

L'iniziativa è stata indetta in occasione del venticinquesimo anniversario del disastro di Chernobyl, in questi giorni drammaticamente attuale alla luce dell'incidente nella centrale nucleare di Fukushima in Giappone, la cui gravità è stata proprio in questi giorni elevata al grado 7, il massimo, della scala internazionale INES, raggiunto fino ad oggi solo dall'incidente della centrale della ex Unione Sovietica.

Il programma della manifestazione prevede la partenza alle ore 9 di una biciclettata da Piazza del Popolo che raggiungerà il grosso dei partecipanti presso il piazzale di Foce Verde, sul Lido di Latina ove alle ore 10 è previsto l'appuntamento per il corteo. Nel caso in cui il numero di partecipanti lo consentirà, è intenzione degli organizzatori di costituire una catena umana che cercherà di circondare il sito nucleare di B.go Sabotino.

L'obiettivo della manifestazione è di creare attenzione nella popolazione sia sulla scadenza referendaria di giugno sia sulla questione della costruzione del deposito nucleare, del futuro rientro del materiale fissile dalla Scozia e sull'inevitabile allungamento dei tempi di chiusura ed aggravamento della procedura di decommissioning della centrale, il cui termine si profila sempre più un'incognita con cui anche le future generazioni di cittadini di Latina dovranno fare i conti.

La manifestazione di domenica sarà preceduta, il giorno sabato 16, da un incontro a partire dalle ore 17 presso la sala conferenze del Circolo Cittadino in Piazza del Popolo in cui verranno proiettati materiali audiovisivi in ricordo di Chernobyl e sul tema del nucleare con la partecipazione, anche, di Maurizio Gubiotti di Legambiente. All'incontro seguirà un party con musica e specialità gastronomiche offerti dalle organizzazioni aderenti al Comitato.

Il Comitato pontino per i SI


Organizzazioni aderenti

Autonomia, Aifo Latina Onlus, Ass. A SUD,ACU Ass. Consumatori Utenti Onlus, Ass. Cantiere Creativo (Pontinia) , Ass. Falco Pellegrino, Ass. Miche Mancino, Ass. cult. MICROMacro, Ass. Murales (Fondi), Ass. Nuova Urbs,Ass. Scalo Culturale, Casa dei Diritti Sociali di Latina, Comitato LiberaEnergia, Comitato provinciale difesa acqua pubblica, Comitato cittadino difesa acqua pubblica di Aprilia, Coordinamento Genitori democratici, Coordinamento provinciale dei circoli di Legambiente, Critical Mass Latina, Meetup "I Grilli e le Cicale di Latina", Meetup "Terracina a 5 Stelle", Mutamenti Onlus, No al Nucleare a Latina (Gruppo Facebook), Latina Sostenibile, Lipu Latina, Portale Q4Q5, Rigas- Rete Italiana Giustizia Ambientale e Sociale, Rinascita civile, Sempreverde/Pro-Natura, Unione degli Studenti, Unione Sindacale di Base di Latina.

Organizzazioni politiche sostenitrici:

Lista Civica "Movimento 5 Stelle Latina", Sinistra ecologia libertà, PD Provinciale, Sinistra per Latina, Giovani Comunisti, Comunisti Italiani, Verdi Provinciale – Costituente Ecologista, Lista “SI per Latina”

martedì 12 aprile 2011

Un film già visto 25 anni fa

L’incidente, gli errori, la mancata informazione, la contaminazione ambientale e alimentare, le patologie causate dalla radioattività. "Un film già visto. A 25 anni di distanza, le stesse scene, le stesse conseguenze di Chernobyl" commenta Legambiente e aggiunge: "Tutto l’Occidente frena sul nucleare. L’Italia approfitti del vantaggio acquisito col referendum del 1987".

A un mese dal disastro di Fukushima il quadro dell’incidente nucleare ricorda vividamente la situazione post Chernobyl in Ucraina. A distanza di 25 anni, a distanza di migliaia di chilometri e in due contesti culturalmente e tecnologicamente quanto mai diversi, la situazione sanitaria e ambientale sembra essere proprio la stessa, come pure le modalità di intervento.

L’allarme e l’evacuazione della popolazione

A Chernobyl dopo l'incidente il governo ucraino fece evacuare un'area di 30 km intorno al reattore, mentre i danni ingenti si sono registrati in un perimetro assai maggiore che si è esteso in gran parte dell'Europa e in realtà, i 30 km di perimetro rappresentavano solamente un ottavo dell'area totale affetta da contaminazioni.

La popolazione dell'ex Unione sovietica non è stata adeguatamente informata dei forti rischi legati alla contaminazione radioattiva e per questo motivo molti cittadini ignari del pericolo atomico stanno pagando con la propria salute gli effetti della radioattività. Tutto questo, naturalmente, perché si è voluto tenere all’oscuro la popolazione per paura di dover gestire una situazione senza via d’uscita.

In Giappone, nonostante la tecnologia d’avanguardia e l’alto livello d'informazione del paese, troviamo stesse situazioni e stesse procedure. Il governo ha allertato solo la popolazione residente fino a 30 km dalla centrale, mentre le radiazioni sono arrivate fino a Tokyo (la capitale che conta oltre 13 milioni d'abitanti e che dista circa 240 km), contaminando in parte acqua e cibo.

Anche a Fukushima la gestione del disastro è stata segnata da reticenze e disinformazioni, con una responsabilità diretta sia del Governo che della Tepco: la compagnia giapponese che controlla la centrale nucleare di Fukushima e che non solo non ha fornito informazioni chiare e dettagliate, ma ha anche cercato di minimizzare le conseguenze dell'incidente nei primi giorni, contraddicendosi poi più volte fino a esprimere in modo chiaro, nelle ultime settimane, la sua incapacità di controllo negli interventi.

“È semplicemente agghiacciante ripercorrere le tappe e gli eventi che si sono succeduti 25 anni fa con l'esplosione nella centrale di Chernobyl attraverso ciò che è successo nella centrale di Fukushima solo un mese fa – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Ci sono moltissime similitudini che ci fanno capire quanto sia tecnicamente e scientificamente insufficiente, ancora oggi, la capacità d'intervento in caso d'incidente nucleare. La situazione attuale di Chernobyl e gli eventi che sono succeduti in quei territori fino ad ora ci fanno guardare all'incidente giapponese con timore e rassegnazione.

Le previsioni sul futuro di Fukushima sono parecchio desolanti: a distanza di un quarto di secolo e in un contesto totalmente differente - dal punto di vista politico, sociale, culturale e soprattutto tecnologico – si ripete la stessa storia: il territorio gravemente contaminato, una dieta zeppa di radionuclidi, l’abbandono totale della ricerca e degli aiuti per le popolazioni vittime del disastro, una crescita esponenziale delle patologie legate alla contaminazione, che aumenteranno sempre più col passare dei decenni”.

La contaminazione

Il disastro provocato dall'esplosione del reattore di Chernobyl non ha causato solamente morte e distruzione in maniera diretta, nell'immediato, ma ha fatto danni anche e soprattutto a distanza di 25 anni. Sono ancora più di 7 milioni le persone esposte al rischio della contaminazione e costrette a mangiare cibo radioattivo e a bere acqua radioattiva, con un significativo abbassamento delle difese immunitarie e conseguente moltiplicazione di numerose patologie, prime tra tutte quelle legate ai tumori tiroidei. Il pericolo maggiore arriva dal cibo prodotto in loco, nel quale si registrano alte quantità di Cesio 137 e le vittime principali di questa tragedia sono i bambini, condannati, secondo le previsioni della letteratura medica, ai picchi esponenziali delle patologie che saliranno fortemente nei prossimi decenni.

Anche a Fukushima c'è stata una contaminazione molto significativa delle derrate alimentari, che ha provocato un allarme diffuso in assenza di informazioni dettagliate e sicure fornite alla popolazione coinvolta. È evidente, ad oggi, l'incapacità di un controllo preciso e accurato da parte delle autorità governative sia della contaminazione delle derrate alimentari e della falda acquifera, che per quella, assai significativa, dell'ecosistema marino.

Gli incidenti e le soluzioni messe in campo

Nel reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, del tipo Rbmk, divampò un incendio che provocò il cedimento del tetto superiore costituito da ben 2.700 tonnellate di cemento armato. Il reattore si trasformò in un violento vulcano in esplosione per l'effetto camino creato dalla spaccatura del tetto afflosciato su se stesso che scoperchiò il nocciolo in attività.

Anche a Fukushima come per Chernobyl sono stati utilizzati tecnici e persone di 'buona volontà'

Nel disastro di Fukushima la gravità dell'incidente rasenta quella di Chernobyl (livello 7) con conseguenze che ancora oggi non si riescono a prevedere, in una situazione che è in continua evoluzione. Oggi come allora, in Giappone come in Ucraina, si pensa di chiudere l'erogazione di energia per la centrale senza prevedere soluzioni per il contenimento dell'emergenza radioattiva se non con la realizzazione di un sarcofago in cemento armato. Soluzione che in Ucraina doveva essere solo temporanea e che oggi invece rappresenta un triste monumento, altamente a rischio per le crepe causate dal tempo, all’impossibilità di risolvere il disastro nucleare.

Anche a Fukushima come per Chernobyl sono stati utilizzati tecnici e persone di 'buona volontà' (i cosiddetti liquidatori) per cercare di arrestare i processi attivati all'interno del reattore, con conseguenze gravissime (diciamo pure letali) per la salute delle persone che sono state direttamente coinvolte. Oggi come allora si è cercato di utilizzare mezzi di fortuna, come elicotteri o cannoni spara acqua, per arginare un incidente di altissima gravità al quale non si è in grado di dare risposte se non in modo precario e artigianale. Anche in questo caso, in prima linea i pompieri e i più affidabili tecnici della centrale che con turni brevi di lavoro si cerca di salvaguardare dalla fortissima contaminazione radioattiva.

“La tragedia di Fukushima - ha concluso Cogliati Dezza – ha costretto i governi dell’Occidente a rivedere i piani energetici, a frenare l’aumento delle centrali nucleari e a cercare, anzi, altre vie per produrre energia. Da questo punto di vista, molti Paesi dovranno affrontare disagi e spese straordinarie per dismettere gli impianti, smaltire le scorie, convertire gli occupati. L’Italia invece, grazie al referendum vinto nel 1987, potrà giocare un ruolo d’avanguardia e far valere positivamente il suo vantaggio tecnologico e occupazionale a tutto vantaggio delle fonti rinnovabili. Il voto referendario del 12 e 13 giugno sarà l’occasione per confermare questo vantaggio”.

VAI AL DOSSIER SUL TERREMOTO GIAPPONESE E GLI INCIDENTI NUCLEARI

Leggi anche : Fukushima: i retroscena, la corruzione ed altre connessioni sul sito http://informarexresistere.fr/ Allarme livello 7

Galleria immagini: http://www.fukushimafew.com/ http://www.gliitaliani.it http://www.timestars.org

Fonte articolo di Legambiente - 12 Aprile 2011 : http://www.ilcambiamento.it/

lunedì 11 aprile 2011

Fukushima a un mese dalla catastrofe

Dal sito di Greenpeace

La nostra attenzione su Fukushima non si è abbassata: due squadre di esperti in radiazioni hanno presentato oggi a Tokyo gli ultimi risultati del loro monitoraggio nelle aree al di fuori della zona di evacuazione.

Gli esperti di Greenpeace misurano il livello di contaminazione nell'area metropolitana di Fukushima.

I livelli di radiazione riscontrati sono sufficienti per esporre le persone nel giro di poche settimane alla dose massima consentita in un anno: 4 microSievert per ora (µS/h) in un parco giochi della città di Fukushima e 2,8 (µS/h) in un santuario della città di Koriyama. Oltre l'80% delle radiazioni in queste aree, come dimostrato dalle analisi del suolo fatte dall'Università di Kyoto, è causata dal Cesio, un materiale nocivo che persiste nell'ambiente per molti anni.

Le nostre squadre di esperti hanno inoltre rilevato livelli di radiazione sopra i limiti ufficiali nelle verdure raccolte nei campi intorno alle città di Fukushima, Koriyama e Minamisoma, e acquistate in un supermercato di Fukushima. Almeno uno dei campioni di verdura potrebbe essere classificato come rifiuto radioattivo.

In seguito alla richiesta di Greenpeace di sgomberare totalmente alcune aree di Iitate e Namie, dove una delle squadre aveva rilevato una diffusa contaminazione da Cesio radioattivo, è arrivato da parte del governo giapponese l’impegno allo sgombero entro un mese delle due città e di parte di Minamisoma. Insieme, anche l’annuncio di allargare la zona di evacuazione a 30 chilometri dalla centrale di Fukushima.

Ma noi chiediamo di più, bisogna estendere i controlli e gli interventi anche ad altre aree fortemente popolate e dove il rischio è la contaminazione a lungo termine. La prossima mossa del governo - annuncia Rianne Teule, esperto di radiazioni di Greenpeace - dovrà essere quella di proteggere più di un milione di persone che vivono nella zona metropolitana di Fukushima e nell’area di Koriyama, dichiarando ufficialmente la zona sotto stato di protezione.

Centrali elettriche: caos e incoerenza


Pontinia, pianificazione caotica e incoerente

Il pericolo rappresentato dai progetti per gli impianti energetici a Pontinia ed il futuro della città pontina più fortemente legata all'agricoltura sono stati nei giorni scorsi oggetto di un'interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata dalla senatrice dell'Idv Patrizia Bugnano ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico. Ad aver sollevato l'interesse della senatrice dell'Idv nei confronti di Pontinia proprio un articolo apparso lo scorso 30 marzo sul quotidiano «Terra», a firma di Giorgio Libralato, dove si faceva riferimento allo sfruttamento dei terreni per attività diverse da quelle agricole. «Dal 2002 ad oggi sono 30 le proposte passate per enti pubblici, Regione, Provincia e Comune, - si legge nell'interrogazione parlamentare della Bugnano - finalizzate alla realizzazione di centrali. Nel 2002 è stato avanzato il progetto della centrale a turbogas da 400 MW. Nel 2004 è stato presentato il progetto della prima centrale a biomasse di 20 MW, nel 2010 altre due centrali a biomasse. Solo nel 2011, sono 3 i progetti per cui è stata chiesta la valutazione di impatto ambientale (VIA), come si evince dallo stesso sito della Regione Lazio. Si tratta di centrali fotovoltaiche per cui sono state individuate aree specifiche. I progetti, ovviamente, sono ancora in attesa di valutazione. L'amministrazione comunale ha inoltre destinato più di 200 ettari di terreni agricoli agli impianti fotovoltaici a terra (da 4 a 10 ettari). Secondo quanto si apprende dall'articolo citato, l'amministrazione comunale di Pontinia dal 2006 si oppone alle centrali elettriche a turbogas e a biomasse. Le motivazioni sono legate all'aumento di emissioni in atmosfera, all'immissione di diossina e al dato non trascurabile che il Lazio produce oggi il doppio dell'energia che consuma. La Regione Lazio, già nel 2008, decise, infatti, che il settore termoelettrico laziale disponeva di una potenza sufficiente a sostenere i consumi prevedibili al 2020, per cui non sembrava necessario aumentare la potenza attualmente installata. Il territorio pontino è già gravemente compromesso dalla realizzazione nel Comune di Aprilia di un'ulteriore centrale turbogas la cui entrata in funzione è prevista per il secondo semestre 2011, nonché dalla presenza delle scorie radioattive di Borgo Sabotino che continuano a stazionare in loco. Da tale quadro - prosegue la senatrice - emerge chiaramente che ci si trova dinanzi ad una pianificazione caotica e poco coerente di progetti concernenti impianti di produzione di energia elettrica. L'impianto turbogas di Pontinia, che interessa un'area di quattro ettari, comprende la realizzazione di un elettrodotto di 6,5 chilometri e di un metanodotto di 7,3 chilometri ed oltre all'emissione di gas combusti e sostanze chimiche comporterà anche il prelievo ed il consumo di ingenti quantitativi di acqua dagli acquedotti e dalle falde, incidendo quindi sull'equilibrio idrogeologico di una zona a vocazione agricola. Si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle questioni inerenti ai progetti per impianti energetici relativi al territorio di Pontinia e quali misure, nell'ambito delle proprie competenze, intendano adottare al fine di evitare che l'area continui ad essere sfruttata ai fini della realizzazione di impianti energetici di ogni tipologia».

Da "La Provincia" domenica 10 aprile 2011

immagine:http://2012ladistruzione.blogspot.com

sabato 9 aprile 2011

Pontinia sul quotidiano Terra

Pontinia è uno dei pochi comuni (l'unico secondo il Ministero dello sviluppo economico) che è riuscito a bloccare il progetto della centrale a turbogas (AceaElectrabel Produzione spa). Bloccare per modo di dire perchè ha ottenuto la valutazione di impatto ambientale (VIA) il 5/12/2005 (che quindi sarebbe scaduta dopo 5 anni), il 30/5/2009 è stata pubblicata l’autorizzazione integrata ambientale (AIA). Diverse sono le motivazioni che spingono alla contrarietà alla centrale a turbogas: la produzione di polveri sottili (ossidi di azoto, monossido di carbonio, CO2), innalzamento della temperatura (2-3° nel raggio di 5-6 km), con notevoli danni malattie polmonari, infarti, leucemie e tumori, sofferenze fisiche per le persone, per gli animali, per l'ambiente circostante e per l'agricoltura. Ingente consumo di risorse d'acqua prosciugamento delle falde naturali nel periodo estivo a danno del fabbisogno familiare e agricolo. Produzione di piogge acide ricaduta pioggia acida su terreni coltivati e inevitabile inquinamento di frutta, verdura e animali da pascolo. Queste motivazioni non sono sufficienti per contrastare i progetti nocivi. Come non bastano i piani energetici della Regione Lazio (con deliberazione G.R. Lazio n° 4556 del 6/8/1999, ha adottato lo schema di accordo volontario territoriale, poi la G.R., con deliberazione n°1839/99, gli elaborati dello studio propedeutico finalizzato alla predisposizione del Piano Energetico Regionale, quindi emanato con D.C.R. del 14/2/2001 n. 45) e della provincia di Latina (approvato con delibera di Consiglio provinciale n° 63/2008) che escludono la realizzazione della centrale a turbogas di Pontinia. Allo stesso modo non sono sufficienti le delibere contrarie alla realizzazione di tutti i comuni limitrofi (Sabaudia, Terracina, Sonnino, Priverno, Roccasecca, Roccagorga, Sezze, Bassiano, Sermoneta), della provincia di Latina, del parere contrario della Regione Lazio del 3/10/09, il parere contrario del Parco Nazionale del Circeo del 2/9/09 indicando infrazioni alle direttive europee in relazione all’art.6 della direttiva Habitat, in assenza di valutazione di incidenza o con valutazione di incidenza non corrispondente a quanto richiesto dall’allegato G alla direttiva Habitat. Per una persona normale o per un ente che tutela (o che dovrebbe) la salute pubblica, il bene comune ce ne sarebbero fin troppi di motivi per respingere un simile impianto nocivo. Oltre ad una serie di errori, di dati sbagliati, superati storicamente già segnalati sia dal comune di Pontinia che dalla Provincia di Latina e dal Parco del Circeo in merito all'AIA e alla VIA che non sono serviti a fermare il progetto. Elettrodotto e metanodotto (le opere connesse alla centrale) sono stati progettati con forte impatto sulle zone SIC e ZPS (laghi Gricilli) ma nemmeno questo è sufficiente. Le difficoltà per la realizzazione del progetto sono proprio le opere connesse alla centrale e il rischio di incidente rilevante in base alla Direttiva Seveso.

L'elettrodotto e il metanodotto secondo il progetto dell'AceaElectrabel Produzione spa dovrebbero raggiungere la centrale a turbogas nell'area industriale di Mazzocchio – Pontinia attraversando l'area dei Laghi del Vescovo (Gricilli). Questo luogo SIC-ZPS è anche geologicamente instabile e inadatta a qualsiasi costruzione quindi ci potrebbe essere il crollo dei tralicci e la rottura del metanodotto con rischio di incidente sia in fase di realizzazione che dopo. Nella zona vi sono diverse faglie lunghe centinaia di metri della larghezza superiore ad un metro. L'area in gran parte è di proprietà della Regione Lazio e viene gestita dal Consorzio di Bonifica che rinuncia a realizzare anche semplici opere di contenimento idraulico con terreno perchè la natura riprende inesorabile il suo corso. L'area, secondo il servizio geologico della Regione Lazio, è inedificabile per qualsiasi costruzione anche modesta. Non bisogna essere esperti per capire che questa area non può ospitare né tralicci e né piloni che rischiano di sprofondare (come ha ammesso Terna) o di ruotare. Se qualche risposta è stata data sull'elettrodotto (dalla società Terna) nessuna spiegazione è stata data sui rischi del metanodotto (ricordiamo gli incidenti ricorrenti nel Texas, di Middletown, di Sora, di Viareggio). Questo aumenta il timore che l'aspetto sicurezza sia stato sottovalutato. Non può essere tollerato il rischio di incidenti sul lavoro che si potrebbe verificare, né per le persone che per qualsiasi titolo potrebbero essere presenti nel raggio di azione dell'incidente. L'esperienza insegna che il danno può avere un raggio di diversi km, coinvolgendo strade, la ferrovia, abitazioni, attività. Contro il progetto delle opere connesse sono state presentate le osservazioni dei comuni interessati dall'esproprio (Pontinia e Sezze), da decine di proprietari, dalle associazioni di categoria del mondo agricolo, da cittadini e associazioni locali. Dopo una prima riunione del 9/4/2009 presso il Ministero dello Sviluppo Economico dove sono state ribadite tutte queste osservazioni non si hanno notizie. La turbogas è un impianto a rischio di incidente rilevante ed è situata in un'area dove già insistono 2 attività soggette a rischio di incidente rilevante (RIR) in base alla Direttiva Seveso entrambe nel settore del gas che quindi aumenta il rischio intrinseco della centrale a turbogas e del metanodotto. In osservanza alla Direttiva Seveso (D.Lgs. 334/99) il comune di Pontinia ha approvato la variante urbanistica cui sono obbligati i comuni dove insistono impianti soggetti a R.I.R. Per tutelare le attività, le infrastrutture e le persone soprattutto. Tale variante esclude solamente la realizzazione di impianti nucleari e ammette altri impianti a rischio di incidente rilevante a condizione che il progetto dimostri che non ci possa essere un aumento di rischio. La società proponente la centrale a turbogas non lo ha mai dimostrato, motivi che hanno indotto il comune di Pontinia ad esprimere parere contrario alla compatibilità ambientale e territoriale su cui oggi si gioca la partita per realizzare la temuta centrale a turbogas.

Dal blog Pontinia Ecologia e Territorio

venerdì 8 aprile 2011

Il Venerdì al mercato dei voti elettorali

Ogni venerdì a Pontinia c'è il mercato cittadino, il paese la mattina si ripopola, le strade si riempiono, il traffico aumenta, la piazza esplode di compravendite, i bar diventano centri di comunicazione calcistica e politica, le edicole vendono informazioni. Proprio dall'edicola parte la nostra storia. Circa due settimane fa, il vice-Sindaco Subiaco si dimette e si propone per le elezioni di maggio, come aspirante Sindaco del PDL, passando quindi dall'altra parte del fossato. La settimana scorsa si annunciava su i giornali, un'uscita di scena dalla politica pontiniana, di un politicante riconosciuto come pro inceneritori, pro turbogas, pro megacentrale a biomasse, pro cementifici e forse anche pro nucleare. Subiaco lascia il PDL. Spesso ci siamo chiesti negli anni passati, durante il periodo più acceso di lotta contro la turbogas, cosa ci faceva questo "personaggio politico" all'interno della maggioranza di centro sinistra?
Riproponiamo qui di seguito un articolo di Graziano Lanzidei dove si auspicava ad una risoluzione:

Problema risolto con l’uscita di scena di Subiaco dalle elezioni
L’ex vice sindaco aveva riaperto la questione energetica già decisa dalla politica cittadina

Uno dei punti nodali della prossima campagna elettorale, sarà la questione legata all’energia e all’ambiente. La contrapposizione tra Luigi Subiaco ed Eligio Tombolillo sembrava essere evidente già da quando erano alleati e s’era ancor di più evidenziata quando erano diventati antagonisti. Con l’uscita di scena dell’ex vicesindaco, sembra che la questione si sia chiarita.
Perché la contrarietà a progetti come Turbogas e biomasse non è più rimessa in discussione da nessuno. Sia Belli che Tombolillo, infatti, così come Torelli, Donnarumma, Di Trapano e Ramati e tutt i consiglieri di centrosinistra, hanno votato la delibera che dichiarava ufficialmente la contrarietà del Comune ai progetti di Acea Electrabel Produzione Spa e alla Pontinia Rinnovabili. Gli attriti maggiori sembrano esserci tra le forze di centrodestra: perché Belli e Torelli rimangono favorevoli al centro commerciale, mentre Bilotta e Novelli confermano con sempre più forza la loro contrarietà. Senza contare, invece, che i 200 ettari di terreno coltivabile – se non già coltivato – destinati ai grandi impianti fotovoltaici, fino ad ora, hanno ottenuto soltanto qualche contrasto, tiepido ed isolato. Soprattutto da parte di Novelli, l’unico a
battersi in consiglio comunale. E se, solo una settimana fa, sembrava essersi aperta una battaglia
epocale per lo sviluppo di Pontinia, adesso le cose sembrano essere tornate alla normalità. Tutti d’accordo: contro la turbogas e la biomasse e per il fotovoltaico, e quasi tutti favorevoli al centro commerciale. I Clash dicevano che ‘the future is unwritten’, ma Pontinia sembra voler contraddire l’espressione, almeno per il momento.

Articolo di Graziano Lanzidei sul quotidiano La provincia di Venerdì 1 Aprile 2001

...Oggi era un altro venerdì da mercato, intorno alla piazza il solito movimento, in edicola si è venduta l'informazione e noi ne riportiamo un articolo che misteriosamente fa riapparire lo spettro della Turbogas nelle vesti di Luigi Subiaco.

Chissà cosa deve aver pensato...
Chissà cosa devono aver pensato le associazioni - ‘Pontinia a chi ama Pontinia' su tutte - che hanno dovuto prendere atto della sua rinuncia. Chissà cosa deve aver pensato Giuseppe Belli, candidato in pectore dei ribelli per la poltrona di sindaco. Chissà cosa deve aver pensato lui stesso, Luigi Subiaco, quando ha richiamato tutti, dopo lo sciogliete le righe della settimana scorsa, per coinvolgerli in questa nuova avventura. Perché, almeno così sembra, si creerà una terza lista a Pontinia, con tutti i fuoriusciti dai partiti, guidata proprio dall'ex vicesindaco di Tombolillo. E a partecipare a questa avventura dovrebbe essere La Destra, oggi assente alla presentazione di Bilotta, così come ‘Pontinia a chi ama Pontinia' e altri esponenti della società civile e della classe imprenditoriale. Subiaco vuole essere affiancato da una lista con componenti giovani e preparati, per questo potrebbero fare il loro ingresso anche esponenti del consiglio dei giovani o altri giovani sotto i 40 anni. A dare forfeit, ma solo per la candidatura e senza far mancare il suo sostegno, dovrebbe essere Umberto Sciscione, vicino ad ambienti Pdl ma legato da profonda amicizia con Subiaco stesso. A impegnarsi in prima linea, invece, Giuseppe Belli, con un importante ruolo nella lista e sempre più fuori dal movimento La Destra per contrasti con la segreteria e il gruppo dirigente. Paolo Torelli, che pure era stato di Subiaco uno degli sponsor maggiori all'interno del Pdl, non farebbe parte della partita. Sarà candidato nella lista concorrente facente capo ad Ernesto Bilotta. Alessandro Marson, invece, presidente dell'associazione ‘Orme Pontine' dovrebbe saltare ancora un giro, e sperare che, alle prossime amministrative, il quadro sia più chiaro.

Articolo di Graziano Lanzidei sul quotidiano La provincia di Venerdì 8 Aprile 2001

Fonte immagine: http://solleviamoci.wordpress.com

sabato 2 aprile 2011

Pontinia torniamo all’acqua pubblica

L’appuntamento d’oggi al Fellini per le ore 18.00.

E’ iniziata domenica scorsa nella piazza principale del paese, la campagna d’informazione su i referendum del 12 e 13 Giugno, in particolare sul ritorno della gestione pubblica dell’acqua e contro la costruzione di nuovi impianti nucleari. Dalla manifestazione di Roma del giorno prima (26 Marzo), presenti circa trecento mila persone, alla Piazza Indipendenza di Pontinia, la differenza di persone era notevole, però nell’aria si sentiva la stessa sensazione. In molti sono intervenuti al banchetto informativo, consolidando la percezione di voler cambiare. Adesso spetta a noi cittadini esprimere il nostro interesse, quell’appunto di tornare alla gestione pubblica dell’acqua. L’amministrazione comunale, ha pensato bene di farlo nei tempi giusti già nel lontano 20 dicembre 2007, con la delibera n. 76, inviando due lettere per informare i presidenti di Acqualatina S.p.A, della Provincia di Latina e dell’Ato4, l’avvio del procedimento di uscire dall’attuale gestione del ciclo dell’acqua. Successivamente nel gennaio 2008, l’amministrazione ha deliberato di respingere le modifiche alla Convenzione di cooperazione Ato4 e l’approvazione dell’atto costitutivo e dello statuto della società mista Acqualatina S.p.A. Un percorso lungo e un impegno costante ha portato per dieci anni il forum dell’acqua a raggiungere l’obiettivo, ovvero l’istituzione dei due quesiti referendari. Il primo chiede l’abrogazione dell’art. 23 bis del cosiddetto Decreto Ronchi, con cui l’acqua è stata definita un servizio pubblico di rilevanza economica, in pratica una merce, il secondo riguarda l’abrogazione della “remunerazione del capitale investito”, ovvero l’eliminazione della possibilità di realizzare profitti sulla gestione degli acquedotti.

Sono pronti i cittadini al voto di Giugno? Se lo stanno chiedendo i comitati che si sono formati, in particolare il “Comitato per i Si” fondato venerdì 4 Marzo presso la sede di Legambiente Latina, al quale hanno già aderito più di trenta associazioni e comitati provinciali, nonché partiti politici a sostegno. Adesso spetta a noi, informare e comunicare. Con scrupolo e determinazione ci pensa l’associazione culturale Cantiere Creativo, la quale per oggi al Fellini dalle ore 18.00 proietta il film “Flow. Per amore dell’acqua” della regista francese Irena Salina. Il film documentario ci trasporterà dal Sud America all’India, dall’Africa alla porta di casa nostra, facendoci rendere conto che stiamo seriamente sottovalutando l’importanza vitale di poter usufruire d’acqua pura; il nostro stile di vita, l’agricoltura moderna, l’industria e le grandi opere come le dighe, possono ulteriormente peggiorare la situazione. Al termine del film, il consueto dibattito con gli spettatori, ospiti di rilievo saranno Alberto De Monaco, referente del comitato provinciale “Acqua Pubblica”, Giorgio Libralato, promotore del comitato referendario di Pontinia, Roberto Lessio, giornalista e scrittore per “il Caffè di Latina" e il “Comitato per i Si”.

Articolo di Danieli Gianpaolo pubblicato sabato 2 Aprile 2011 su Il Settimanale di Latina
Immagine da : http://anagnicaputmundi.blogspot.com

venerdì 1 aprile 2011

La Banda del Nucleare

Ferma la banda nucleare che affossa le rinnovabili!


LA BUONA - STEFANIA PRESTIGIACOMO
"È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate"
La “buona” vuol mollare l’atomo. Per questioni di salvaguardia ambientale e sanitaria? Ma no... per questioni elettorali!

IL BRUTTO - GIULIO TREMONTI
"C'è il debito pubblico, c'è il debito privato, ma c'è anche il debito atomico"
Il brutto (non ce ne voglia!) ha scoperto a 64 anni, e dopo lunga militanza pro-nuke, che lo smantellamento delle centrali costa caro: 300 milioni di euro l’anno sulle bollette degli italiani.

IL CATTIVO - PAOLO ROMANI
"Bisogna interrompere un meccanismo (gli incentivi alle rinnovabili) che è costato agli italiani 20 miliardi tra il 2009 e il 2010"
Il cattivo, con un decreto scellerato, ha affossato l’intero settore delle rinnovabili, mettendo a rischio 140.000 posti di lavoro. È per giunta un gran bugiardo: gli incentivi, tra 2009 e 2010, assommano a 6,3 miliardi di euro (dati AEEG), non a 20. Neppure il costo di un solo reattore EPR!

Attento! Il loro “western atomico” sembra più una commedia degli equivoci. Ma la partita sul nucleare e sulle rinnovabili è in mano loro. O in mano tua: il 12 e il 13 giugno 2011 puoi fermarli votando “si” al referendum sul nucleare.

Ora, puoi chiedergli di non ostacolare il voto degli italiani, di smetterla di sostenere il nucleare e di cancellare immediatamente i provvedimenti disastrosi adottati contro le rinnovabili.

Vai sul sito di Greenpeace e scrivi ai tre ministri, pretendi un futuro rinnovabile e senza nucleare!