L’ OSSERVATORIO SUI DISSERVIZI IDRICI NEL LAZIO
Si è tenuta presso la sede
nazionale del Codici la conferenza stampa “Chiare, fresche e dolci
acque: l’osservatorio sui disservizi idrici nel Lazio”. La conferenza
rientra nel progetto “Chiare, fresche e dolci acque” realizzato con il
contributo del Programma Utenti e Consumatori 2010 della Regione Lazio.
Sono intervenuti: l’Assessore alla Tutela dei Consumatori della
Regione Lazio, Teodoro Buontempo; il Garante Regionale del Servizio
Idrico Integrato, Raffaele Di Stefano; il Segretario Nazionale del
Codici, Ivan Giacomelli; il Responsabile Rapporti Istituzionali Codici,
Luigi Gabriele.
Il Progetto “Chiare, fresche e dolci acque” è stato realizzato con
l’obiettivo di migliorare la condizione informativa dei consumatori e
degli utenti sul tema dell’acqua, sul funzionamento dei servizi e delle
strutture pubbliche e private che erogano il servizio idrico,
raccogliere le segnalazioni di disservizi ma anche lanciare proposte e
suggerimenti.
Grazie al progetto, sono, inoltre, state realizzate campagne
informative sul territorio per la restituzione del 7 per cento della
quota di remunerazione del capitale investito, abrogata con lo scorso
referendum.
Disservizi e criticità del SII che hanno investito e toccano tuttora
molti Comuni del Lazio sono stati, quindi, il focus della conferenza.
Tra le problematiche affrontate quella che coinvolge migliaia e
migliaia di utenti: la presenza dell’arsenico nell’acqua potabile.
L’allarme è stato lanciato nel 2010 e tra le Regioni interessate, in
testa c’era proprio il Lazio, con 91 Comuni delle Province di Roma,
Latina e Viterbo. Per quanto riguarda Roma e la sua Provincia erano 22 i
Comuni interessati per un totale di oltre 250 mila residenti, a Viterbo
60, per un totale di oltre 315mila residenti, 9 Comuni in Provincia di
Latina con oltre 283mila utenti.
Nonostante sia trascorso più di un anno, il “cessato allarme” stenta
ad arrivare, tant’è che lo stato di emergenza nel Lazio, per un totale
di oltre 300 mila abitanti coinvolti, è stato prorogato fino al 31
dicembre 2012. I Comuni sono 11 nella Provincia di Roma, 8 in Provincia
di Latina e 38 in Provincia di Viterbo.
Il Codici per affrontare l’emergenza arsenico ha lanciato la campagna
“Io pago quel che uso” per il giusto pagamento delle bollette
dell’acqua. Qualità del servizio prima di tutto, in assenza di questo
requisito il Codici reputa scorretto, oltre che vessatorio, che gli
utenti continuino a pagare bollette come se stessero usufruendo del
servizio al 100%.
Ma le criticità sono anche altre.
Mancata ricognizione dei Comuni ricadenti
nell’Ambito Territoriale Ottimale. A titolo esemplificativo per l’ATO 2
Lazio Centrale – Roma, su 112 Comuni ne sono stati acquisiti solamente
75.
Mancata individuazione del Gestore Unico: tra le
maggiori criticità rilevate, l’Ato 3 è l’unico ambito territoriale che
non ha ancora individuato un Gestore Unico. Dal 2006 ad oggi vige una
frammentarietà delle tariffe e una illegittimità gestionale nelle mani
dei singoli Comuni. Ad essere in una situazione poco definita anche
l’ATO 1, in cui la società Talete, in fallimento, non ha ancora
acquisito tutte le reti.
Problema della turnazione: la
Legge Galli prevede la
creazione di un sistema di distribuzione duale, un sistema atto cioè a
separare l’adduzione dell’acqua per uso alimentare da quella destinata
ad alti usi, come l’irrigazione. Ad oggi tali adeguamenti non hanno
avuto luogo.
Tariffa depurazione: sebbene molti Comuni non siano
serviti dal sistema della depurazione, continuano illegittimamente a
pagare ai Gestori tariffe comprendenti anche questo servizio. Numerosi
cittadini si sono infatti rivolti al CODICI per denunciare che, ad oggi,
non è loro pervenuto alcun rimborso delle somme pagate e non dovute e
questo nonostante la normativa vigente in materia di restituzione delle
somme della depurazione dell’acqua. Più precisamente, con decreto del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 30 settembre
2009, in attuazione della legge 27 febbraio 2009 n. 13, il Ministero ha
stabilito i criteri per la restituzione agli utenti della quota di
tariffa non dovuta, stabilendo anche l’obbligo di informare gli utenti
rispetto al diritto della restituzione. Il termine era di 120 giorni
dalla data in vigore della Legge.
Tra i gestori inadempienti troviamo Acqualatina ancora in debito con
gli utenti e ACEA ATO 2 in cui c’è una situazione poco chiara e a
macchia di leopardo. A tal proposito tra i Comuni interessati, Fonte
Nuova in Provincia di Roma. Tuttavia un passo in avanti per uscire
dall’impasse è stato compiuto nell’ATO 5 dove è stato accolto il ricorso
al TAR del Codici in merito alla restituzione delle somme.
Depuratori non funzionanti o assenti. A dichiarare lo stato di allarme il Garante del SII del Lazio. “Sul settore della depurazione – dichiara - mancano gli investimenti e c’è un ritardo da colmare”.
I maggiori problemi si riscontrano in estate nelle località di mare.
Capita infatti di frequente che i depuratori vadano in tilt per il
sovraccarico di lavoro a cui sono costretti. Molti impianti poi sono
obsoleti e inadatti a servire il numero di utenze ad essi allacciati.
La provincia di Frosinone e Latina sono quelle che nel Lazio patiscono,
più di altre province, questa carenza. Riprendendo, infatti, l’ultimo
Rapporto del Garante del SII, le utenze non allacciate alla fognatura
sono addirittura il 32%.
Gli esempi di depuratori non funzionanti non mancano. Miasmi a Colli
Aniene, Ponte Mammolo, Rebibbia, Casal de’ Pazzi, a Roma. Il depuratore
Roma- Est, nonostante i proclamati interventi, continua, infatti, a
spandere cattivi odori.
Altra situazione che rischia il collasso è legata agli impianti di
depurazione del lago di Bolsena, nel viterbese. Il lago, già inquinato, è
ulteriormente danneggiato dagli impianti di depurazione non
funzionanti.
Il caso Civitavecchia, l’acqua non può essere messa in vendita a privati.
Il Comune di Civitavecchia invece di consegnare le reti e gli impianti
al gestore del SII, come previsto legalmente, aveva costituito una
società dove far confluire tali reti ed impianti, disattendendo la legge
Galli e la legge regionale del Lazio.
ATO 2 e ACEA ATO 2 non avevano adottato nessun provvedimento per impedire l’arbitrario provvedimento.
Codici aveva segnalato la situazione al Garante Regionale del
Servizio Idrico, l’associazione si era anche rivolta alla Regione Lazio,
al Prefetto di Roma e alla STO ATO 2, senza, in questi casi, ricevere
risposta. Il Tar si è recentemente pronunciato sulla dibattuta
questione della privatizzazione del servizio idrico di Civitavecchia,
confermando che l’acqua non può assolutamente essere venduta a privati.
Sarà la prossima amministrazione a provvedere alla consegna delle reti.
Aumenti in bolletta del 40% che arriveranno puntuali
a Frosinone a partire dalla prossima bolletta. Ed inoltre, si
evidenziano nell’ATO5, depuratori assenti o non funzionanti, condutture
dell’acqua obsolete, mancati investimenti nella rete idrica, conguagli
superiori al periodo richiesto, rete idrica “colabrodo” per l’80%.
ACEA ATO 2 Lazio Centrale- Roma. I cittadini
lamentano problemi legati alla fatturazione e alla lettura dei
contatori,difficoltà a mettersi in contatto con il Call-Center,
operatori poco qualificati. Le Associazioni dei Consumatori, invece,
segnalano: difficoltà ad interloquire con il Gestore, mancato
coinvolgimento delle Associazioni nella stesura della Carta dei Servizi
sebbene previsto per Legge, nel controllo e nella verifica della qualità
dei servizi offerti; mancata utilizzazione dello strumento della
conciliazione, nonostante il protocollo sia stato firmato ormai da
cinque anni.
In Provincia di Latina è ancora aperta la questione
della restituzione dei soldi recepiti in questi anni, e precisamente dal
2003, da alcuni Comuni. Aprilia, ad esempio, ha solo da poco concesso
le reti idriche ad Acqualatina. I soldi versati dai cittadini dovrebbero
pertanto essere restituiti agli stessi. E’ ancora da capire quale sarà
la formula di restituzione. Si parla comunque di diversi milioni di
euro.
Mancato superamento del Minimo Impegnato: nonostante
sia entrato in vigore dal 1 gennaio 2012 in tutti i Comuni ricadenti
nell’ATO 2, il metodo normalizzato con la tariffa unica stenta a
partire. Acea ATO 2 infatti, continua illegittimamente a emettere le
fatture attraverso il “minimo impegnato” sulla tariffa base.
La mancata restituzione della quota di remunerazione del capitale investito:
quasi un anno fa, gli italiani avevano detto “sì” all’abrogazione del
comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del
Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia
ambientale”, limitatamente all’espressione: “dell’adeguatezza della
remunerazione del capitale investito”. A questo sarebbe quindi dovuta
seguire la restituzione da parte degli A.A.T.O. delle somme
indebitamente versate, pari al 7%; un profitto uguale alla stima degli
investimenti da fare sulla rete idrica a prescindere dall’effettiva
realizzazione degli stessi. Ad oggi non c’è ancora stata nessuna
restituzione, le autorità competenti non hanno infatti avviato nessun
provvedimento disattendendo così l’esito del referendum e l’espressa
previsione che l’abrogazione avesse effetto a decorrere dal giorno
successivo a quello della pubblicazione nella GURI, ossia a partire dal
21 luglio 2011. Codici ha lanciato la petizione per la restituzione
della quota di remunerazione del capitale investito.
La Regione Lazio attraverso il progetto “chiare fresche e dolci
acque” ha manifestato la propria sensibilità sull’argomento affidando
all’associazione Codici il compito di verificare attraverso le
segnalazioni dei cittadini lo stato del SII nella Regione Lazio. Alla
Regione spetta la funzione di controllo, indirizzo e vigilanza e la
presenza dell’Assessore e del Garante rappresenta un impegno di Giunta
affinché la questione del servizio idrico diventi una priorità.
Roma, 13 aprile 2012
Dipartimento Comunicazione Codici
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