sabato 28 aprile 2012

Rifiuti: brutte sorprese

giornale satirico francese Hara Kiri
Partiamo dal presupposto che quando la Sep era in funzione, il Comune di Pontinia pagava veramente una cifra irrisoria (16 € a tonnellata), per conferire l'umido, questo è deducibile dal fatto che il sito è nell''area industriale di Mazzocchio, ovvero l'area industriale di Pontinia. 

Gli amministratori che all'epoca hanno dato parere favorevole all'insediamento dell'industria di compostaggio, hanno anche contrattato un prezzo di favore. 
E' qui il problema sostanziale. Un favoritismo politico che dopo anni si è riversato sulla popolazione. In che modo? Nell'immobilismo di un processo, quello dei rifiuti, dove si dovrebbe cambiare, integrando il processo di operazioni che portano allo Zero. Che significa Zero? 

Zero produzione di Rifiuti. 
Non è utopia, ma un lungo processo di ingegno e programmazione. Quella che manca alla politica attuale, non solo per ignoranza anche per mancato obiettivo. Il desiderio di accumolo di ricchezza, diventa un accumolo di rifiuti.

A Pontinia quel che non và è l'astinenza da un pensiero costruttivo. Dovevano lanciare in quel periodo di "favore" il compostaggio domestico in modo sistematico e organizzato, avendo così un impatto diretto sui costi dell'amministrazione. 

Con il compostaggio domestico non c'è la "puzza", si risparmia e il consumatore si autoregola sullo spreco. L'autoregolazione è un passaggio importantissimo per arrivare a Rifiuti Zero. Solo se puoi conoscere i tuoi sprechi ( lo vedi bene quando fai la differenziata e il compostaggio domestico) puoi autoregolamentarti sulla produzione di rifiuti che poi significa acquistare con più accortezza.

Oggi con l'aumento delle tasse a livello nazionale, perchè il Governo Monti a deciso (da solo e con le banche) che la Crisi - frutto di speculazioni finanziarie fatte dai "boss" che appartengono a quel grande gruppo di affiliazione politica, economica, imprenditoriale - la paghiamo noi cittadini, il Comune di Pontinia ci chiede di pagare di più sulla tassa dei rifiuti (Tarsu). 

Mi sembra un azzardo, un harakiri sul ventre dei cittadini. Non possiamo permettere che per errori di amministrazione, paghiamo le conseguenze economiche e ambientali.

Articolo tratto da Latina Oggi 27 Aprle di A.Subiaco
Si prevedono altri aumenti di tasse e tariffe a livello comunale. 

Il servizio più colpito sarà quello della raccolta dei rifiuti organici che, fino allo scorso anno venivano smaltiti presso lo stabilimento Sep di Mazzocchio al costo di 16 euro a tonnellata. Dal settembre 2011, l'impianto è stato chiuso per lavori di adeguamento. Di conseguenza l'Amministrazione comunale si è rivolta alla Fatone srl di Latina Scalo che attualmente effettua lo smaltimento dei rifiuti presso uno stabilimento del Nord Italia al prezzo di 160 a tonnellata, dieci volte in più della Sep. Da qui la necessità di rivedere la Tarsu 2012 per far fronte all'aumento del costo del servizio, calcolato appunto in circa 80 mila euro. L'assessore all'Ambiente Valterino Battisti, assicura che manterrà gli aumenti al minimo possibile venendo incontro alle esigenze delle famiglie meno abbienti segnalate dal settore dei servizi sociali. Ieri l'Assessore ha compiuto un giro in tutto il territorio per verificare l'esistenza di discariche abusive in alcune zone di campagna. I casi più preoccupanti sono stati individuati alla Migliara 54, nei pressi della Scuola "Montiani", e lungo le parallele Migliare 51 e 53 che congiungono i comuni di Pontinia e Sabaudia. Battisti, a questo punto, ha incaricato il comando Vigili Urbani di attivare un servizio di controllo e di contravvenzionare gli eventuali trasgressori.

venerdì 27 aprile 2012

AMBIENTE E SALUTE, BENI COMUNI DA DIFENDERE INSIEME - sabato 28 aprile Borgo Sabotino - Latina

Legambiente, in collaborazione con l’Avis Lazio, il Terracina Social Forum e l’Osservatorio Nazionale Amianto organizza per sabato 28 aprile 2012, dalle ore 10.00 alle 16.00, presso il Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino (LT) il convegno “AMBIENTE E SALUTE, BENI COMUNI DA DIFENDERE INSIEME“, dove la parola “insieme” sta ad indicare non solo le correlazioni tra ambiente e salute umana, ma anche la volontà di collaborare delle associazioni coinvolte.

L’iniziativa ha come obiettivo quello di celebrare la Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, stabilita il 28 gennaio del 2005 a Porto Alegre (Brasile), durante il Forum Mondiale dell’Amianto e poi confermata alla Conferenza europea sull’amianto del 22-23 settembre 2005. Una celebrazione doverosa e un impegno comune che deve essere rinnovato, anche in considerazione dei circa 120.000 morti l’anno e delle 32 milioni di tonnellate di amianto che ancora si maneggiano senza precauzioni. Nella provincia di Latina ancora troppi capannoni, civili abitazioni, stalle e strutture pubbliche posseggono il pericoloso materiale. Ricordiamo a questo proposito l’importante sentenza pronunciata dal tribunale di Torino, contro i responsabili Stephan Schmidainy e Jean Marie de Cartier condannati a 16 anni e al risarcimento dei danni alle vittime in solido come responsabili civili per la produzione e diffusione sistematica del pericoloso materiale (eternit).
L’iniziativa è l’occasione per ricordare anche la tragedia di Chernobyl, accaduta il 26 aprile del 1986, quando l’unità numero 4 della centrale nucleare ucraina ha avuto il più grande incidente nucleare della storia. L’area contaminata ha riguardato una superficie tra 125 e 146.000 chilometri quadrati e parte dei territori di Ucraina, Bielorussia e Russia. Furono evacuate più di 130.000 persone in un raggio di 30 chilometri. Secondo stime credibili si contano diverse centinaia di migliaia di decessi tra morti dirette e indirette. Una tragedia mondiale da ricordare, anche per chiedere l’uscita definitiva dell’intera Europa dalla follia nucleare, per fortuna chiusasi in Italia con la vittoria di ben due referenda. Proprio il territorio pontino, con due centrali nucleari, è di quelli che hanno pagato il prezzo più elevato per una servitù di morte che deve essere liquidata quanto prima. La soluzione è l’organizzazione di un sistema diffuso e democratico di produzione elettrica da fonte rinnovabile.

Il programma:

Moderatore: Marco Villa – Avis Lazio e Terracina Social Forum
Interverranno:

Ore 10.00 Lello Turri – coordinatore provinciale di Libera
Avv. Ezio Bonanni – Osservatorio Nazionale Amianto
Stefania Divertito – giornalista e autrice dei libri “Amianto. Storia di un serial killer” e “Toghe verdi”
Lorenzo Parlati – presidente Legambiente Lazio
Al termine degli interventi della mattinata sarà proiettato il documentario “In noi tra noi. Amianto” di Marco Zarotti
Pranzo sociale a contributo

Modera: Alessandro Loreti – presidente circolo Arcobaleno Legambiente Latina

Ore 14.30 Tonino Mancino – Forum pontino dei Diritti e dei Beni Comuni
Proiezione di dieci minuti del nuovo documentario di Gianfranco Pannone “Scorie in libertà”
Dott. Silverio Guarino – Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Latina e rappresentante ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente
Roberto Lessio – giornalista de Il Caffè ed ex Presidente regionale AIAB – Associazione Italiana Agricoltura Biologica, ora giornalista de Il Caffè

Durante il convegno verranno vendute dai volontari le FARFALLE DELLA SOLIDARIETÀ della UILDM (Unione Italiana Lotta ala Distrofia Muscolare), a fronte di un contributo minimo di 5 euro l’una, assieme al materiale informativo sull’Associazione e sulle malattie neuromuscolari.

martedì 24 aprile 2012

Conferenza Agro-energie e produzione energetica da biomasse. Opportunità e rischi

Venerdì 27 Aprile 2012, ore 18:00 presso il Circolo culturale "La Rosa del Deserto" incontro dal titolo

"Agro-energie e produzione energetica da biomasse. Opportunità e rischi. Quali prospettive per il territorio Pontino?" 
a seguire cena organizzata in collaborazione con l'associazione Slow Food (costo € 20,00). Interverranno Giorgio Libralato (Ambientalista -del blog Ecologia e territorio), Lamberto Gravina e Salvatore La Valle (Esco Lazio - Agripower), Alessandro Corsini (Università La Sapienza

Inoltre:
Sabato 28 Aprile 2012, presso Villaggio della Legalità "Serafino Famà" giornata di approfondimento e dibattito su amianto e nucleare.

Il Parlamento Europeo contro l'incenerimento

Dal Parlamento europeo indicazioni contro l'incenerimento dei rifiuti


Si tratta della relazione sulla revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma e di quella sulla ''Strategia europea per la biodiversità 2020'' che contengono il divieto di incenerimento dei rifiuti a vantaggio del riciclaggio e indicazioni a tutela della biodiversità
 
 
Passano al Parlamento europeo due importanti rapporti su ambiente e biodiversità: si tratta della relazione sulla revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma e di quella sulla ''Strategia europea per la biodiversità 2020'' che contengono il divieto di incenerimento dei rifiuti a vantaggio del riciclaggio e indicazioni a tutela della biodiversità.
Nel testo che detta le linee guida del Settimo programma sull'Ambiente si legge che la Commissione deve prevedere ''obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio più ambiziosi, tra cui una netta riduzione della produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati''. Per quanto riguarda invece il rapporto sulla biodiversità, con l'approvazione del rapporto dell'eurodeputato Alde Gerben-Jan Gebrandy si sottolinea il bisogno di un maggior impegno a livello europeo per fermare la perdita di biodiversità entro il 2020, compiendo passi quali il restauro degli ecosistemi danneggiati e il rafforzamento della protezione di specie animali e habitat minacciati.
Tra i provvedimenti più urgenti, un'attività di pesca e agricoltura sostenibili e lo stop allo sfruttamento indiscriminato di foreste e territorio. Si tratta di ''misure concrete per arrestarne la perdita", commenta il parlamentare europeo Andrea Zanoni (Italia dei Valori), sottolineando che "i rifiuti devono diventare una risorsa".
"Adesso la Commissione segua la linea indicata dal Parlamento e compia azioni concrete per salvaguardare la biodiversità, proteggere l'ambiente e chiudere una volta per tutte con pratiche obsolete e pericolose come l'incenerimento dei rifiuti'', aggiunge l'erodeputato commentando l'approvazione dei due rapporti da parte dell'Aula di Strasburgo.
"L'Europa può e deve giocare un ruolo chiave nella protezione della biodiversità e nella lotta ai fenomeni che minacciano anche la nostra salute come l'incenerimento dei rifiuti - aggiunge Zanoni - La nuova strategia di ripresa economica Ue presentata a Strasburgo va nella direzione giusta. Mi auguro che anche il governo italiano voglia seguirne le indicazioni, in merito a green economy, salute e nuove tecnologie, alla lettera''.

ACQUALATINA, RIDUZIONE del CDA

Comunicato stampa Comitato Cittadino Acqua Pubblica Aprilia 

ACQUALATINA, RIDUZIONE del CDA: UN POCO TARDI PER RAVVEDERSI . E NON BASTA! 

L’assemblea dei soci di Acqualatina spa lo scorso 16 aprile ha deciso di diminuire i membri del Consiglio d’Amministrazione dagli attuali 7 a 5. Adesso ci saranno quindi 3 membri di nomina pubblica e 2 di nomina privata. Sono state tanti e tali gli intrecci e le commistioni tra gli interessi del gestore e l’acqua politica inquinata che anche questa volta, a ben guardare, quello che sembra un atto di risparmio autonomo è di fatto un obbligo di legge. Con la recente normativa sono state introdotte severe norme d’incompatibilità tra ruoli pubblici e ruoli nelle società partecipate [1]. 

Pertanto l’attuale componente del CDA di Acqualatina, Sig. SIMEONE Giuseppe (detto Pino), già Capo di gabinetto del presidente della provincia Sig. CUSANI ed allo stesso tempo consigliere comunale a Formia, si sarebbe trovato ad essere doppiamente incompatibile. Da un lato come dirigente in provincia poiché tale ente svolge compiti di vigilanza sul gestore Acqualatina, attraverso la segreteria tecnica operativa, e dall’altro come amministratore di un Ente locale che ha compito di regolazione ed indirizzo sul servizio idrico attraverso l’ATO4. Ora dovendo “tagliare” per legge tale incompatibilità, e nello stesso tempo rispettare lo statuto di Acqualatina, che impone il numero di membri pubblici nel CDA superiore a quelli di nomina privata, si è pensato bene (…una volta tanto…) di tagliare la testa al toro ed eliminare anche un membro privato, portando il CDA da 7 a 5 membri. Anche perché sarebbe stato complicato trovare un referente politico di fiducia che, nel rispetto della nuova normativa [2], non avesse avuto cariche incompatibili nei tre anni precedenti. D’altronde finora si è assistito alle più eclatanti incompatibilità. Prima quella dell’ex presidente della Provincia Avv.to MARTELLA, che era al tempo stesso anche presidente di Acqualatina, … che avrebbe dovuto controllate, poi del Sen. FAZZONE già presidente del consiglio regionale, membro del CDA di Acqualatina dal 2002 e presidente della Società dal 2006 al 2010. Carica che ha abbandonata solo per non perdere il posto al senato, e proponendo alla presidenza della spa il suo avvocato di fiducia, l’attuale presidente Giuseppe ADDESSI di Fondi, uomo rispettabilissimo e stimato professionista, ma senza alcuna competenza pregressa di gestioni societarie complesse ed ancorché del settore idrico. 

Non resta adesso che rispettare la nuova normativa fino in fondo e far dimettere per incompatibilità [3] la Dott.ssa Anna CHINAPPI, membro supplente del collegio dei revisori di Acqualatina, e cognata del presidente provinciale CUSANI
Magari… dovrebbero essere rivisti anche i compensi dell’amministratore delegato, del presidente e del vice presidente, visto che si aggirano rispettivamente intorno ai 140mila, 45mila e 33mila euro l’anno. Compensi che la società non ha reso noti negli ultimi comunicati stampa anche se richiesti da noi pubblicamente. Di sicuro per adesso, con i dati in nostro possesso, possiamo informare i concittadini che dal 2003 al 2012 il CDA di Acqualatina ci costa la bellezza di 5milioni111mila367€ di cui 2milioni752mila€ per pagare i membri privati e 2milioni359mila364€ per pagare i membri pubblici. 
I maggiori compensi negli anni sono stati accumulati dal Senatore Claudio FAZZONE (2003-2010) per 462mila647€ e dal Sig. Pino SIMEONE (2003-12) per 345mila660€

La ciliegina sulla torta? … perché, se si era deciso di dimagrire i costi del CDA per portali a circa 271mila euro l’anno, lo scorso 11 novembre i sindaci “amici” … su indicazione del gestore… hanno messo nella tariffa 2012 spalmata sugli utenti la cifra di 827mila euro?
Una delle tante “riserve di spesa” pagate con le tariffe e poi dirottate per aumentare altre spese?

Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia 

 [1] commi 19,20,21 art.4 della Legge n. 148 14-9-2011 MANOVRA BIS 2011 Comma 19. 
Gli amministratori, i dirigenti e i responsabili degli uffici o dei servizi dell’ente locale, nonche’ degli altri organismi che espletano funzioni di stazione appaltante, di regolazione, di indirizzo e di controllo di servizi pubblici locali, non possono svolgere incarichi inerenti la gestione dei servizi affidati da parte dei medesimi soggetti. Il divieto si applica anche nel caso in cui le dette funzioni sono state svolte nei tre anni precedenti il conferimento dell’incarico inerente la gestione dei servizi pubblici locali. Alle societa’ quotate nei mercati regolamentati si applica la disciplina definita dagli organismi di controllo competenti. 

[2] commi 19,20,21 art.4 della Legge n. 148 14-9-2011 MANOVRA BIS 2011 Comma 21. 
Non possono essere nominati amministratori di societa’ partecipate da enti locali coloro che nei tre anni precedenti alla nomina hanno ricoperto la carica di amministratore, di cui all’articolo 77 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, negli enti locali che detengono quote di partecipazione al capitale della stessa societa’. 

[3] commi 19,20,21 art.4 della Legge n. 148 14-9-2011 MANOVRA BIS 2011 Comma 20. 
Il divieto di cui al comma 19 opera anche nei confronti del coniuge, dei parenti e degli affini entro il quarto grado dei soggetti indicati allo stesso comma, nonche’ nei confronti di coloro che prestano, o hanno prestato nel triennio precedente, a qualsiasi titolo attivita’ di consulenza o collaborazione in favore degli enti locali o dei soggetti che hanno affidato la gestione del servizio pubblico locale.

lunedì 23 aprile 2012

AMMINISTRATORI D’ORO

Da Latina Oggi del 20 aprile 2012

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI ACQUALATINA È COSTATO 5,1 MILIONI DI EURO TRA IL 2003 E OGGI

Ora che Acqualatina S.p.A. ha preso la buona decisione di tagliare i costi del suo consiglio di amministrazione si può dire quanto ci è costato fino ad oggi. E tirare un sospiro di sollievo perché poteva andare peggio. Volendo essere precisi si può fare il conto: tra il 2003 (primo anno vero di esercizio) e il 2011 il cda ha gravato sui costi aziendali (e quindi sulle bollette dell’acqua) per 5 milioni e 11mila euro. Il calcolo è stato fatto dal Comitato Provinciale Acqua Pubblica in una nota diffusa in questi giorni, ossia alla vigilia dell’approvazione del bilancio della società relativo all’anno 2011. In dettaglio per i compensi dei consiglieri espressione della componente privata sono stati spesi 2,7 milioni di euro mentre per i consiglieri di parte pubblica 2,3 milioni di euro. I compensi maggiori sono andati al senatore Claudio Fazzone, 462.000 euro, che ha svolto il ruolo di presidente del cda tra il 2003 e il 2010 e dal consigliere Giuseppe Simeone, 345.000 euro, membro dal 2003 al 2012. Quest’ultimo ha lasciato l’esecutivo di Acqualatina pochi giorni fa in considerazione della riduzione del numero dei componenti che ha comportato anche un taglio dei costi. In fondo era inevitabile e non solo per via della crisi economica internazionale e della stessa azienda di gestione dell’acqua, ma anche perché l’incompatibilità di Simeone era diventata ormai insuperabile viste le ultime disposizioni in materia di concorrenza nei servizi pubblici. Modifiche che vietano la partecipazione all’amministrazione di società che operano nei servizi pubblici da parte di soggetti che possano avere il doppio ruolo di controllore e controllato. Nel caso di specie Simeone è consigliere in un Comune che controlla Acqualatina, quello di Formia; in più è dirigente di un ente, la Provincia, a sua volta controllore della società che ha amministrato fino a ieri e la nuova legge estende le incompatibilità ai dirigenti oltre che ad ex amministratori pubblici e consiglieri (fino a tre anni precedenti). Per quanto Acqualatina sia stata abituata fin dalla nascita alla sovrapposizione tra i due ruoli (da Paride Martella a Claudio Fazzone) questa volta ha probabilmente dovuto cedere oltre che al prezzo della crisi anche alla legge che impone indipendenza alle società che operano nei settori pubblici. E così è andata.

INCOMPATIBILITÀ

Martella
L’ex presidente della Provincia è stato nei primi anni di vita della S.p.A. presidente del cda incarnando un tipico caso di incompatibilità. Si dimise alla vigilia della pronuncia dei giudici.
Fazzone
Il senatore Claudio Fazzone è stato il successore di Martella alla presidenza del cda e si è dimesso alla vigilia della pronuncia della Commissione parlamentare sul suo doppio ruolo.

domenica 22 aprile 2012

Pareggio di bilancio in Costituzione

- di Fabrizio Verde -

Con 235 sì, irrompe nella Costituzione italiana, accompagnato da uno strano silenzio dei media mainstream, il vincolo al pareggio di bilancio approvato in seconda lettura anche al Senato. Si completa così l’iter parlamentare del disegno di legge, molto contestato in sede extraparlamentare in quanto d’inconfutabile stampo neoliberista, che essendo stato approvato con una maggioranza qualificata dei due terzi, non dovrà neppure essere sottoposto al giudizio popolare attraverso il referendum confermativo. La grande coalizione-ammucchiata PD-PDL-UDC ha votato compatta, mentre si sono opposte Lega Nord ed Italia dei Valori.
A venire modificato è segnatamente l’articolo 81 della carta costituzionale nata dalla Resistenza, ma già ampiamente stravolta negli anni, che adesso recita: «Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali», quali «gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamità naturali».
Una modifica che risulta stridente rispetto all’impianto dato alla carta fondamentale dai padri costituenti, che all’articolo 3 recita: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Dunque, il ruolo dello stato nell’economia, pensato quasi come una sorta di guida dall’Assemblea Costituente, esce irrimediabilmente ridimensionato, quando in un periodo come questo di recessione piena, come insegna Keynes, la domanda, i consumi e l’occupazione potrebbero essere risollevati tramite un massiccio piano d’intervento statale.
Come beneficio, si avrebbe il calo del debito pubblico per effetto dell’aumento delle entrate fiscali. Al contrario, la strada imboccata – monetarista-liberista imposta dalla Germania – porterà con l’austerità un aumento della disoccupazione accompagnata ad una diminuzione delle entrate fiscali. Con relativo aumento del deficit pubblico come ciliegina, decisamente amara, sulla torta farcita con  lacrime e sangue dei lavoratori italiani.
La ratio della norma, sembra proprio improntata alla demolizione delle teorie elaborate dall’economista britannico, che nel dopoguerra – visto il successo della “rivoluzione keynesiana” -venne definito probabilmente in maniera frettolosa il distruttore di Marx. Anche se, come la storia ha mostrato, le contraddizioni del sistema capitalistico sono tante e tali, che l’attualità delle teorie elaborate dal filosofo di Treviri restano pressoché intatte.
Come spiegato in maniera chiara ed impeccabile dall’economista Vladimiro Giacché intervistato dal portale Today: «Il pareggio di bilancio, di fatto, sancisce l’illegalità del keynesismo. Secondo Jhon Maynard Keynes, nei periodi di recessione, con la ‘domanda aggregata’ insufficiente, era lo Stato, tramite il deficit spending, a far ripartire l’economia. Secondo questo principio, il deficit si sarebbe poi ripagato quando la crescita fosse ripresa. Ora, impedendo costituzionalmente il deficit di bilancio dello Stato – se non per casi eccezionali e comunque per periodi di tempo limitati – tutto ciò sarà impossibile. Da oggi il nostro paese abbraccia ufficialmente l’ideologia economica per la quale la priorità è evitare il deficit spending, ossia che lo Stato possa finanziare parte della domanda indebitandosi.
Questa cosa può sembrare apparentemente ragionevole per paesi indebitati come il nostro, ma in realtà è assolutamente folle. Così facendo si stanno replicando gli errori drammatici degli anni ’30: quando ci si trova alle prese con la recessione, oggi come ottanta anni fa, accade che i privati investono meno. Ed è qui che sarebbe fondamentale un deciso intervento pubblico, con investimenti che facciano in modo che la “domanda aggregata”, cioè l’insieme dell’economia, aumenti, per ripresa. Questi effetti benefici, poi, si riassorbirebbero negli anni a seguire con effetti positivi sui conti pubblici. Ad esempio, con un maggior introito di tasse, il governo avrebbe avuto un rientro maggiore. Da oggi, invece, questo non sarà più possibile».
Insomma, il Parlamento italiano, in combutta col governo dei tecnici invocato in modo taumaturgico per “salvare” l’Italia, stravolge la Costituzione italiana inserendovi una norma che si configura come una specie di estensione a livello continentale di una norma tedesca che regola il rapporto tra Stato centrale e Laender, che farà avviluppare ancor di più quello che una volta era il Belpaese e l’intero continente nella spirale perversa composta da austerità e recessione.

Acqua: Riduzione negata


Meno 7% sulla tariffa, ma se applicato saltano gli investimenti
Riduzione negata
Come e perché viene snobbato il referendum

Fonte: Latina Oggi

IN molti si sono chiesti in questi mesi perché non è stato applicato l’esito del referendum sull’acqua passato con un consenso bulgaro. Tra le altre cose i quesiti del referendum prevedevano una riduzione del 7% nelle bollette pari alla remunerazione del capitale che è tra le previsioni legislative precedentemente in vigore e abrogate col referendum. Acqualatina nella relazione all’ultimo bilancio spiega i motivi per quali il risultato del voto non avrà alcun seguito. La prima è una motivazione tecnica fatta risalire alla vacatio normativa circa la «remunerazione del capitale investito ed ai correlati oneri finanziari e inflattivi previsti nell’attuale struttura tariffaria». Secondo la società nel caso in cui questo deficit normativo non dovesse essere superato, in base all’articolo 30 bis della convenzione di gestione si potrebbe addirittura arrivare a sospendere l’esecuzione di tutti gli investimenti, compresi quelli già in essere, «senza incorrere in alcuna responsabilità per mancato adempimento degli obblighi». A questa situazione assurda si potrebbe arrivare grazie alla «gentile» concessione che la conferenza dei sindaci dell’Ato4 ha fatto ad Acqualatina spa quando ha approvato la clausola contrattuale in base a cui qualunque scelta è consentita pur di garantire l’equilibrio economico e finanziario dell’azienda, anche se, come in questo caso, è contrario a quanto stabilito con referendum popolare. Proprio la clausola sull’equilibrio a tutti i costi spalmabile sulle bollette c’è stata un lunghissima battaglia (per ora persa) tra il comitato acqua pubblica e la società, ma anche tra alcuni Comuni e il presidente dell’Ato4, che è anche il presidente della Provincia Armando Cusani. La stessa Regione Lazio al termine di una sua istruttoria amministrativa aveva inserito quella clausola tra gli aspetti vessatori del contratto che lega Acqualatina ai Comuni. Ciò nonostante l’articolo della convenzione è rimasto e ora è l’appiglio ufficiale per dribblare il referendum e con esso la decurtazione della tariffa della remunerazione del capitale che è esattamente l’elemento che contraddistingue una gestione privatistica delle risorse pubbliche da quella completamente pubblica che si voleva ottenere con il referendum. Una svolta cui sembrano rassegnati persino i promotori del referendum che a giugno avevano annunciato battaglia con iniziative plateali. In realtà era apparso sufficientemente chiaro da subito che la remunerazione del capitale non sarebbe stata toccata da nessuno. E questa relazione lo dimostra. Potrebbe succedere che i soci pubblici di Acqualatina decidano di cambiare qualcosa prima di approvare il bilancio ma è difficile. Comunque bisogna aspettare il 23 aprile.

CIFRE


Bollette reali
Gli incassi da consumi rilevati effettivamente sono pari a oltre 66 milioni di euro per l’anno 2011 come da relazione di bilancio.
2,9 Consumi stimati
Poco meno di tre milioni di euro è l’ammontare delle bollette emesse per i cosiddetti consumi stimati perché non è stato possibile fare le letture.
9 Dispersioni
IL credito vantato da Acqualatina verso l’Ato4 è superiore a 9 milioni di euro e viene chiesto ai soci di approvare un piano di recupero quinquennale.
12 Consorzi
Il nodo più grosso del bilancio è il contenzioso con i consorzi di bonifica che complessivamente supera i 12 milioni di euro.

sabato 21 aprile 2012

Vicino agli inceneritori, aumenta la mortalità per tumore

noinceneritorepadova.it
da  Terra Nuova

Uno studio riguardante i due inceneritori di Forlì ha evidenziato un'associazione tra esposizione ai fumi e cancro al colon retto negli uomini e aumento di mortalità per tumore tra le donne. Il lavoro, condotto da Arpa Emilia Romagna e ricercatori del Lazio, ha valutato l'esposizione sulla base della caratterizzazione geografica per mezzo di modelli di dispersione degli inquinanti. Le informazioni sugli eventi sanitari sono state raccolte all'interno di uno studio che ha seguito la storia passata di ciascun individuo coinvolto. I due inceneritori oggetto dell’indagine si trovano nel comune di Forlì, a circa 3 km dalla città e a circa 200 metri l'uno dall'altro. Si tratta di un inceneritore di rifiuti solidi urbani (RSU), che ha iniziato ad operare nel 1976, e di un inceneritore di rifiuti ospedalieri, il cui inizio dell’attività risale al 1991. Al di là degli adeguamenti tecnologici effettuati, la posizione e la struttura dei due impianti è rimasta sostanzialmente la stessa nel tempo di osservazione, con l'unica consistente modifica dell'altezza del camino dell’inceneritore di rifiuti speciali, passato da 39 a 49 metri. L’area di studio è stata definita come il cerchio di raggio di 3,5 km intorno ai due inceneritori (il punto centrale è stato definito come equidistante tra di due camini). L’area è ad uso prevalentemente agricolo, il restante territorio sono occupati da tre piccole aree industriali da un centro abitato e dal confine dell'area urbana. Oltre agli inceneritori, le altre fonti principali di inquinamento atmosferico sono il traffico (urbano e autostradale) e il riscaldamento per il periodo invernale. Per la definizione dei traccianti ambientali degli inceneritori e degli altri fattori di pressione presenti nell’area, sono stati considerati i risultati di uno studio ambientale condotto nel periodo 1997-2000. In base a considerazioni sui punti di massima e minima ricaduta degli inceneritori e di tutte le altre fonti e di monitoraggi effettuati in questi punti, è stato deciso di considerare i metalli pesanti come traccianti dell’esposizione ad inceneritori, mentre per tutte le altre sorgenti è stato utilizzato come tracciante il biossido di azoto. Sono stati coinvolti i soggetti che risiedevano nell'area di studio al 1 gennaio 1990 o che sono entrati successivamente nell’area di studio fino al 31 dicembre 2003. Per questi ultimi, è stato calcolato un minimo di cinque anni di residenza precedenti al periodo di follow-up. Il follow-up è stato effettuato tramite record linkage con la banca dati di mortalità regionale (dal 1990 al 2003), la banca dati del Registro Tumori Romagnolo (dal 1990 al 2003) e il database delle Schede di Dimissione Ospedaliera (dal 1999 al 2003). Le analisi interne hanno mostrato associazioni con il cancro al colon retto negli uomini. L'esposizione agli inceneritori è risultata associata con la mortalità per tumore tra le donne, in particolare per tutte le sedi tumorali e per stomaco, colon, fegato e cancro al seno. I risultati, non omogenei tra i sessi e fra i tipi di outcome indagati (mortalità e incidenza), aprono ulteriori domande riguardo alle possibili relazioni causali, offrendo comunque alcuni segnali di interesse da tenere in considerazione per ulteriori studi. 

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 13 aprile 2012

Arrivano i controllori

Com'è possibile che le regolari basi di convivenza civile non vengono rispettate? E' assurdo che un segretario di partito, per giunta il partito di maggioranza nell'amministrazione di Pontinia, debba richiedere tramite la stampa locale, controlli per migliorare la raccolta differenziata. Forse non c'è molta comunicazione con l'assessorato all'ambiente? Non c'è chiarezza. La soluzione ipotizzata dal segretario è drastica e fuori luogo. Prima di tutto richiede un servizio che i vigili urbani dovrebbero già dare, poi si ritorna sempre sul solito punto di vista: cittadini non educati che non rispettano le regole, bisogna controllarli. E' qui il punto fermo che blocca quella parte di politica "alla vecchia maniera". L'innovazione sta anche nella comunicazione, nella sensibilizzazione e nell'informazione. Si sono mai chiesti, quali dei tre precedentemente esplicitati hanno mai approfondito, questi amministratori di Pontinia?



Controlli sulla raccolta dei rifiuti
Il Pd di Pontinia chiede più rigore nella raccolta differenziata.
Anche al centro di Pontinia è molto diffusa la brutta abitudine di gettare rifiuti d'ogni sorta dove capita con il risultato di trasformare strade e piazze in discariche a cielo aperto. Lo sostiene il segretario del Pd Antonio Magnarelli. Magnarelli chiede al Comune di far rispettare le regole stabilite per migliorare la raccolta differenziata istituendo un servizio di vigilanza affidato alla polizia municipale perché vengano individuati e perseguiti i trasgressori sia al centro urbano che nelle periferie.

articolo di A.S.
Latina Oggi 16 aprile 2012

Differenziata: Pontinia discorsi Periferici

Un altro articolo a firma di A.S sulle pagine di Latina Oggi, sabato scorso 14 aprile, che sottolinea l'apparenza di un servizio di raccolta differenziata, almeno sulla carta. Ma nella realtà, questa differenziata così come è stata concepita funziona bene? Queste domande dovrebbero almeno sfiorare la mente di chi amministra una volta ogni tanto. Avranno mai guardato come la gente di Pontinia differenzia i rifiuti? Per non parlare di cassonetti vecchi o assenti in precise aree del territorio. E poi le solite carezze giornalistiche di chi fa politica solo sulla carta. Questo articolo è la dimostrazione dello scollamento dei politici dai cittadini. Ancora una volta si punta il dito sui cittadini e la mancanza di collaborazione. Ma loro - i grandi politologi - non sono anch'essi dei cittadini? E le regole che hanno messo in atto, sono veramente utili al fine? Forse c'è qualche cittadino che ne sa di più di loro. 

Pontinia, differenziata nelle periferie
Emiliano Musocco, membro del direttivo Pdl, esprime soddisfazione per l'acquisto di un nuovo autocompattatore da parte del Comune da adibire alla raccolta differenziata dei rifiuti nelle campagne e nei borghi di Cotarda e Quartaccio finora rimasti esclusi da simile servizio. Musocco ringrazia l'assessore all'Ambiente Valterino Battisti per l'impegno dimostrato in questi mesi per migliorare l'ambiente e l'igiene di queste zone dove vivono centinaia di famiglie, ancora prive di servizi essenziali come l'acqua potabile e la rete del gas metano. Servizi, sottolinea Musocco che l'Amministrazione Tombolillo, aveva iscritto nel proprio programma elettorale, ma dei quali, oggi, nessun amministratore di maggioranza si ricorda, forse lo farà alle prossime elezioni. Musocco si augura che adesso la differenziata parta sul piede giusto, cioè con la piena collaborazione dei cittadini chiamati a rispettare le regole impartite dalla società Trasco circa la raccolta e consegna dei rifiuti onde evitare il sistema fai da te.

Pontinia, un nuovo compattatore per i rifiuti

L'Assessorato all'ambiente di Pontinia con i dirigenti della società Tra.Sco investono 130 mila Euro per un camion. Una scelta senza dubbio funzionale agli obiettivi che si sono prefissati di raggiungere con questo metodo di raccolta differenziata, ma lontano dalle novità di oggi. Una programmazione che andrebbe rinnovata con pratiche ecosostenibili. Si poteva benissimo evitare di acquistare un nuovo camion a combustibile, e magari destinare la somma per applicare un porta a porta spinto con raccolta sistematica calendarizzata attraverso un mini camioncino elettrico. Se si intensificasse la raccolta porta a porta con la separazione massima di tutti i materiali, non servirebbe acquistare un camion da 18 metri cubi che ti porta l'indifferenziato in discarica. Ancora una volta l'amministrazione sbaglia strategia.
Qui di seguito potete leggere l'articolo scritto da A.S uscito sulle pagine di Latina Oggi, giovedì 12 aprile.


Rifiuti, un nuovo camion
Il comune ha acquistato un nuovo automezzo per incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Come ha spiegato l'assessore all'ambiente Valterino Battisti, il nuovo compattatore, ieri è stato collaudato e funziona perfettamente per cui sarà subito destinato alle zone di campagna e dei borghi dove la differenziata sta procedendo lentamente proprio a causa della carenza di un apposito mezzo di raccolta. Questa, prosegue l'assessore, grazie al nuovo compattatore, potrà procedere più efficacemente come da anni avviene nel centro urbano. L'automezzo ha la portata di 18 metri cubi ed è costato oltre 130mila euro e sarà utilizzato dai dipendenti Trasco, la società partecipata dotata di altri automezzi adibiti raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.

venerdì 20 aprile 2012

Zero Waste Lazio: Firma Day, il 21 aprile





http://www.zerowastelazio.it/

FIRMA-DAY in tutta ROMA ci saranno molti tavoli di raccolta firme, spettacoli, convegni, musica a ROMA per:
Sabato 21 aprile: Natale di Roma
la Rinascita ambientale arriva con la raccolta differenziata:
raccogliamo le firme per fare la differenza!

Sabato 21 aprile sarà possibile firmare in tutta la città per la Deliberazione di iniziativa popolare “Roma verso Rifiuti Zero” (per sapere dove firmare leggete l’elenco sul retro).
La delibera è frutto del lavoro condiviso di associazioni, comitati e coordinamenti espressione di tutti i Municipi di Roma per chiedere che anche nella capitale d’Italia si faccia la raccolta differenziata: per proteggere il paesaggio, tutelare l’ambiente, salvaguardare la salute dei nostri figli e anche delle nostre tasche.
Firma Day, il 21 aprile raccolta firme in tutta Roma !! - Rete Zero Waste Lazio
La città di Roma produce ogni giorno 5.000 tonnellate di rifiuti

Di questi solo il 15-20% viene differenziato e trattato, il resto finisce nelle megadiscariche, come Malagrotta, anche se la legge prevede che i rifiuti urbani debbano essere trattati in impianti adeguati.

Risultato:

- si recupera e si ricicla pochissimo sprecando materie prime (in un Paese che non ne ha), come la carta e la plastica,

- si continua a devastare ed avvelenare il territorio mettendo in serio pericolo la salute delle persone e dell’ambiente con discariche di mondezza ed incenerendo plastica e carta,

- si pagano alla UE le sanzioni (che gravano come onere fiscale sui cittadini) perché si continua a conferire i rifiuti non trattati in megadiscariche, pur avendo recepito la normativa europea che vieta tale pratica (alla fine dell’anno in corso ROMA deve raggiungere il 65% di differenziata , ma siamo ancora fermi al 25%).

L’alternativa c’è ed è già stata adottata in grandi città: è il percorso verso Rifiuti Zero, ovvero il percorso verso la chiusura del ciclo dei rifiuti senza inceneritori e con piccole discariche temporanee per le sole frazioni residue non riciclabili. Il primo passo è avviare subito in tutta la città di ROMA l’estensione della raccolta differenziata porta a porta, che già funziona in alcuni quartieri, la massimizzazione del riciclo/recupero di rifiuti con impianti di riciclo degli imballaggi e di compostaggio dell’organico. Impianti ad impatto zero che costano 20 volte meno degli inceneritori e delle discariche.

La raccolta differenziata a regime consentirà in futuro di risparmiare grazie alla riduzione della Tariffa comunale per coloro che produrranno meno rifiuti, premiando i comportamenti virtuosi in base la principio “che meno inquina, meno paga”.

Stiamo raccogliendo le firme perché Roma scelga questo percorso: chiediamo che il Sindaco e la Giunta Capitolina, consapevoli del ruolo nazionale in materia di rispetto dell’ambiente e di tutela della salute dei cittadini, assumano l’impegno di intraprendere il percorso verso “Rifiuti Zero” al 2020 stabilendo il raggiungimento del livello minimo del 65% di raccolta differenziata entro il 31/12/2012 come previsto dalla legge vigente.

Scarica il programma:
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Acqua, Cori: Il mio voto va rispettato!

Comunicato stampa Comune di Cori

Il mio voto va rispettato! L’amministrazione comunale aderise alla campagna nazionale per eliminare il profitto dall’acqua

Cori, 14 aprile 2012
“Il popolo italiano, e quello corese con il quorum più elevato della Provincia, ha votato a favore dei referendum per l’acqua pubblica, ma le istituzioni e i gestori continuano a non obbedire alla volontà popolare.
Dopo gli appelli inascoltati in Conferenza dei Sindaci e le richieste formali all’ATO4 di adeguamento delle tariffe idriche, il Sindaco di Cori Tommaso Conti torna a chiedere pubblicamente l’eliminazione della remunerazione del capitale investito dalla bolletta dell’acqua, come sancito dal decreto presidenziale dello scorso luglio in seguito alla schiacciante vittoria referendaria. Una lunga e faticosa battaglia quella condotta dal primo cittadino corese e da pochissimi altri colleghi, che ha portato anche alla modifica dello Statuto comunale con l’inserimento del principio che il Servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, e come tale deve garantire a tutti l’accesso all’acqua in quanto diritto umano universale, indivisibile e inalienabile. Ma l’Amministrazione comunale intende continuare la sua battaglia aderendo alla campagna nazionale di obbedienza civile “Il mio voto va rispettato”, l’iniziativa del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che punta ad eliminare i profitti dall’acqua coinvolgendo i cittadini-utenti nel ricalcolo della propria bolletta idrica per spingere i gestori ad “obbedire” all’esito referendario.
Dopo averlo cancellato con il referendum è ora di eliminare realmente il profitto dalle bollette” – dice il Sindaco Conti – “e visto che i gestori sembrano non voler capire che c’è una legge da rispettare, e nemmeno le istituzioni preposte a far rispettare l’esito referendario, dobbiamo essere noi a farci sentire per poter pagare un bolletta più giusta.” Sul territorio comunale i promotori stanno già raccogliendo le firme per la lettera di reclamo e diffida indirizzata al gestore idrico: il reclamo riguarda le somme indebitamente riscosse dal 21/07/2011 (giorno di pubblicazione degli esiti referendari sulla Gazzetta Ufficiale) come remunerazione del capitale investito; la diffida, invece, chiede l’eliminazione dalla successiva bolletta della cifra corrispondente alla remunerazione del capitale, con riserva di agire in giudizio, in caso di inadempienza, al fine di richiedere la restituzione di quanto dovuto.

I conti senza l'oste, sull'acqua domina la Depfa Bank

Comunicato stampa Comitato Cittadino Acqua Pubblica Aprilia

PER LA BANCA LA CONVENZIONE NON SI FIRMA!

Le carte del bilancio 2011 che il gestore Acqualatina spa si appresta a far approvare dai soci privati e pubblici (i comuni) il prossimo 23 aprile svelano quello che abbiamo sempre sostenuto:
SULLA GESTIONE DELL’ACQUA DOMINA LA DEPFA BANK.
Infatti si scopre che il gestore [1] ha dovuto chiedere l’assenso della Depfa bank prima di poter firmare la terza modifica (... taroccata) della convenzione di gestione. Tale modifica era stata votata in conferenza dei sindaci lo scorso 11 novembre dai sindaci amici dell’acquapoliticapontina. L’ATO ed Acqualatina infatti erano dovuti correre ai ripari, poiché il Consiglio di stato [2] aveva giudica illegittima l’attuale convenzione, perché “taroccata” rispetto a quella prevista dalla legge, sbilanciata a favore del gestore e tra l’altro mai approvata dai consigli comunali.
Le modifiche, nonostante siano un ulteriore “taroccamento” del contratto tipo, poiché superano solo surrettiziamente alcune censure dell’Alto giudice amministrativo, non sono però piaciute alla DEPFA bank, che non ha dato l’assenso.
Ciò, nonostante il gestore abbia spiegato che le modifiche sono utili e necessarie “... per assicurare alla Società la continuazione del servizio a favore di tutti i Comuni”.
Acqualatina sa bene infatti che sul contratto in essere pende la spada di Damocle del ricorso, in via di conclusione, attivato dal comune di Aprilia presso il tribunale di Latina per far dichiarare nullo il contratto illegittimo e “taroccato” oggi operante [3].
La banca però ritiene che già con queste prime e parziali modifiche si paventa “ ... un incremento dei profili di rischio e una conseguente riduzione del merito creditizio del Progetto”.
Tradotto ... la banca teme che aumentino i rischi di insolvibilità per il prestito di 144,5milioni concesso ad Acqualatina nel 2006 per assicurare la continuità della società e egli investimenti sulle opere idriche.
Adesso banca, gestore ed ATO4 si dovranno incontrare a breve perché DEPFA vuole..avviare una fase di negoziazione volta a valutare congiuntamente le Modifiche della Convenzione e i possibili rimedi da adottare nell’ottica di mantenere la bancabilità del Progetto.
Tradotto ... meno garanzie interessi sul prestito più alti ... leggi della finanza!
E pensare che per adesso del pericoloso prestito collegato a prodotti derivati tipo “swap interest”, Acqualatina ha utilizzati 95 milioni, che per ora solo d’interessi, swap derivati e consulenze tecnico-finanziarie ci sono costati la bellezza di oltre 26,6 milioni!! Che affarone ... per la banca!
Resta da vedere se Armando CUSANI, presidente dell’ATO4, per contrattare con la banca abuserà ancora una volta del suo ruolo. Sottoscriverà accordi con banca e gestore senza consultare i sindaci, come già fatto il 24 luglio 2007 con la cessione dei crediti dell’ATO4 in garanzia alla Depfa bank?

Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia

[1] Pagina 29 della relazione di bilancio.
[2] Consiglio di Stato con sentenza 4902-2011.
[3] TRIBUNALE CIVILE LT - RG 7282-2010 NULLITA’ CONVENZIONE e RESTITUZIONE IMPIANTI- prossima udienza prevista per il 17 maggio p.v., salvo ulteriore sciopero dei legali di Acqualatina come avvenuto nell’udienza di rinvio dello scorso 22 marzo

Chiare, fresche e dolci acque, richiesta di correzione dal comitato Acqua Pubblica Aprilia

Comunicato stampa Comitato Cittadino Acqua Pubblica Aprilia
Egregia abbiamo avuto modo di leggere il Vostro comunicato stampa qui di seguito.
Tralasciando le nostre relative posizioni sempre distanti sulla gestione Acqualatina nell’ATO4, che abbiamo sempre rimarcato anche rispetto all’operato dell’OTUC e della consulta consumatori provinciale presieduta dal vostro presidente, Dott. Giacomelli, Vi chiediamo di rettificare il Vostro comunicato di seguito nella parte in cui sostenete che: "In Provincia di Latina è ancora aperta la questione della restituzione dei soldi recepiti in questi anni, e precisamente dal 2003, da alcuni Comuni. Aprilia, ad esempio, ha solo da poco concesso le reti idriche ad Acqualatina. I soldi versati dai cittadini dovrebbero pertanto essere restituiti agli stessi. E’ ancora da capire quale sarà la formula di restituzione. Si parla comunque di diversi milioni di euro."
Voi asserite, relativamente al comune di Aprilia che " ... ha da poco concesse le reti ad Acqualatina" l’affermazione è inesatta.
Le reti furono concesse illegittimamente in concessione d’uso dal 1 luglio 2004, sulla base di una convenzione di gestione mai approvata dal consiglio comunale, come previsto dalla legge e come confermato dal Consiglio di Stato con sentenza 4902-2011. Sentenza che tra l’altro ha confermato la bontà della decisione del Comune di non approvare la convenzione illegittima perché differente da quella tipo previsto dalla legge regionale di riferimento e comunque sbilanciata a favore del gestore.
Inoltre Voi sostenete che in seguito a questa concessione "I soldi versati dai cittadini dovrebbero pertanto essere restituiti agli stessi.". Anche qui siete, come spesso accade, male informati.
Infatti Acqualatina ha già promosso due azioni giudiziarie per ottenere tali somme dal comune. La prima (TRIB CIV LT - RG 2804-2010 ACCERTAMENTO TECNICO PREVENTIVO su ACCONTI IDRICI) è già stata respinta dal tribunale, mentre per la seconda (TRIB CIV LT - RG 1538-2011 RICORSO per DECRETO INGIUNTIVO ACCONTI IDRICI) il giudice HA RESPINTO la provvisoria esecutività, rimettendo la causa al merito.
Pertanto, per adesso nessun acconto idrico transiterà dal Comune al gestore senza la volontà dei cittadini interessati.
Inoltre Vi segnaliamo come l’attuale convenzione di gestione (contratto di servizio) sia sub judice poiché il Comune di Aprilia né ha chiesta la nullità, l’annullamento, la disapplicazione con relativo effetto di restituzione degli impianti al Comune. La prossima discussione in tribunale è prevista per il 17 maggio p.v., salvo ulteriore sciopero dei legali di Acqualatina come avvenuto nell’udienza di rinvio dello scorso 22 marzo.
Pur non volendo qui commentare tutto il Vostro comunicato stampa, ci sembra importante rilevare come erroneamente dite che "... la presenza dell’arsenico nell’acqua potabile. L’allarme è stato lanciato nel 2010".
La presenza di arsenico nella acque dell’ATO4 è nota al gestore fin dal 2004, e nonostante da quel dì abbia continuato a distribuire acqua con concentrazioni di arsenico finanche vicino ai 50 microgrammi/litri, solo "sfruttando" il regime di deroghe, ancora oggi siamo in deroga per alcune fonti fino a valori di 20 microgrammi/litri per tutto il 2012. La situazione iniziale, nonostante le deroghe concesse fino ad oggi, è divenuta così emergenziale ed oggi si interviene anche con soldi pubblici della regione per sanare le incapacità delle gestioni in concessione. Vorremmo anche ricordare che siamo stati per primi a sollevare più volte tale importante compromissione per la salute umana legata all’alimento acqua. Giusta la decurtazione della tariffa per acqua non a norma, ma la salute non ha prezzo!
Per concludere, teniamo a concentrare la Vostra attenzione sulla tariffa retroattivamente applicata all’utenza per gli aumenti tariffari applicati per gli anni 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008, dei quali non avete fatto alcun cenno nel comunicato stampa.
Ci sarebbe piaciuto anche trovare una nota sul metodo vessatorio utilizzato dal gestore Acqualatina, che per "stroncare" la resistenza degli utenti di Aprilia che difendono le loro ragioni, per tutto il periodo 2008-2011 ha utilizzato illegittimamente la procedura della cartella esattoriale affidata alla Gerit, con l’invio di migliaia di cartelle che i cittadini sono stati costretti ad impugnare davanti al giudice competente, vincendo chiaramente migliaia e migliaia di ricorsi, fino in cassazione! Peccato che al nostro fianco nell’occasione non abbiamo avuto un’associazione tanto importante ed accorta come la Vostra.
Comitato cittadino acqua pubblica Aprilia.

Chiare, fresche e dolci acque

Comunicato stampa Co. Di. Ci.

L’ OSSERVATORIO SUI DISSERVIZI IDRICI NEL LAZIO

Si è tenuta presso la sede nazionale del Codici la conferenza stampa “Chiare, fresche e dolci acque: l’osservatorio sui disservizi idrici nel Lazio”. La conferenza rientra nel progetto “Chiare, fresche e dolci acque” realizzato con il contributo del Programma Utenti e Consumatori 2010 della Regione Lazio.
Sono intervenuti: l’Assessore alla Tutela dei Consumatori della Regione Lazio, Teodoro Buontempo; il Garante Regionale del Servizio Idrico Integrato, Raffaele Di Stefano; il Segretario Nazionale del Codici, Ivan Giacomelli; il Responsabile Rapporti Istituzionali Codici, Luigi Gabriele.
Il Progetto “Chiare, fresche e dolci acque” è stato realizzato con l’obiettivo di migliorare la condizione informativa dei consumatori e degli utenti sul tema dell’acqua, sul funzionamento dei servizi e delle strutture pubbliche e private che erogano il servizio idrico, raccogliere le segnalazioni di disservizi ma anche lanciare proposte e suggerimenti.
Grazie al progetto, sono, inoltre, state realizzate campagne informative sul territorio per la restituzione del 7 per cento della quota di remunerazione del capitale investito, abrogata con lo scorso referendum.
Disservizi e criticità del SII che hanno investito e toccano tuttora molti Comuni del Lazio sono stati, quindi, il focus della conferenza.
Tra le problematiche affrontate quella che coinvolge migliaia e migliaia di utenti: la presenza dell’arsenico nell’acqua potabile. L’allarme è stato lanciato nel 2010 e tra le Regioni interessate, in testa c’era proprio il Lazio, con 91 Comuni delle Province di Roma, Latina e Viterbo. Per quanto riguarda Roma e la sua Provincia erano 22 i Comuni interessati per un totale di oltre 250 mila residenti, a Viterbo 60, per un totale di oltre 315mila residenti, 9 Comuni in Provincia di Latina con oltre 283mila utenti.
Nonostante sia trascorso più di un anno, il “cessato allarme” stenta ad arrivare, tant’è che lo stato di emergenza nel Lazio, per un totale di oltre 300 mila abitanti coinvolti, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2012. I Comuni sono 11 nella Provincia di Roma, 8 in Provincia di Latina e 38 in Provincia di Viterbo.
Il Codici per affrontare l’emergenza arsenico ha lanciato la campagna “Io pago quel che uso” per il giusto pagamento delle bollette dell’acqua. Qualità del servizio prima di tutto, in assenza di questo requisito il Codici reputa scorretto, oltre che vessatorio, che gli utenti continuino a pagare bollette come se stessero usufruendo del servizio al 100%.
Ma le criticità sono anche altre.
Mancata ricognizione dei Comuni ricadenti nell’Ambito Territoriale Ottimale. A titolo esemplificativo per l’ATO 2 Lazio Centrale – Roma, su 112 Comuni ne sono stati acquisiti solamente 75.
Mancata individuazione del Gestore Unico: tra le maggiori criticità rilevate, l’Ato 3 è l’unico ambito territoriale che non ha ancora individuato un Gestore Unico. Dal 2006 ad oggi vige una frammentarietà delle tariffe e una illegittimità gestionale nelle mani dei singoli Comuni. Ad essere in una situazione poco definita anche l’ATO 1, in cui la società Talete, in fallimento, non ha ancora acquisito tutte le reti.
Problema della turnazione: la Legge Galli prevede la creazione di un sistema di distribuzione duale, un sistema atto cioè a separare l’adduzione dell’acqua per uso alimentare da quella destinata ad alti usi, come l’irrigazione. Ad oggi tali adeguamenti non hanno avuto luogo.
Tariffa depurazione: sebbene molti Comuni non siano serviti dal sistema della depurazione, continuano illegittimamente a pagare ai Gestori tariffe comprendenti anche questo servizio. Numerosi cittadini si sono infatti rivolti al CODICI per denunciare che, ad oggi, non è loro pervenuto alcun rimborso delle somme pagate e non dovute e questo nonostante la normativa vigente in materia di restituzione delle somme della depurazione dell’acqua. Più precisamente, con decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 30 settembre 2009, in attuazione della legge 27 febbraio 2009 n. 13, il Ministero ha stabilito i criteri per la restituzione agli utenti della quota di tariffa non dovuta, stabilendo anche l’obbligo di informare gli utenti rispetto al diritto della restituzione. Il termine era di 120 giorni dalla data in vigore della Legge.
Tra i gestori inadempienti troviamo Acqualatina ancora in debito con gli utenti e ACEA ATO 2 in cui c’è una situazione poco chiara e a macchia di leopardo. A tal proposito tra i Comuni interessati, Fonte Nuova in Provincia di Roma. Tuttavia un passo in avanti per uscire dall’impasse è stato compiuto nell’ATO 5 dove è stato accolto il ricorso al TAR del Codici in merito alla restituzione delle somme.
Depuratori non funzionanti o assenti. A dichiarare lo stato di allarme il Garante del SII del Lazio. “Sul settore della depurazione – dichiara - mancano gli investimenti e c’è un ritardo da colmare”. I maggiori problemi si riscontrano in estate nelle località di mare. Capita infatti di frequente che i depuratori vadano in tilt per il sovraccarico di lavoro a cui sono costretti. Molti impianti poi sono obsoleti e inadatti a servire il numero di utenze ad essi allacciati. La provincia di Frosinone e Latina sono quelle che nel Lazio patiscono, più di altre province, questa carenza. Riprendendo, infatti, l’ultimo Rapporto del Garante del SII, le utenze non allacciate alla fognatura sono addirittura il 32%. Gli esempi di depuratori non funzionanti non mancano. Miasmi a Colli Aniene, Ponte Mammolo, Rebibbia, Casal de’ Pazzi, a Roma. Il depuratore Roma- Est, nonostante i proclamati interventi, continua, infatti, a spandere cattivi odori. Altra situazione che rischia il collasso è legata agli impianti di depurazione del lago di Bolsena, nel viterbese. Il lago, già inquinato, è ulteriormente danneggiato dagli impianti di depurazione non funzionanti.
Il caso Civitavecchia, l’acqua non può essere messa in vendita a privati. Il Comune di Civitavecchia invece di consegnare le reti e gli impianti al gestore del SII, come previsto legalmente, aveva costituito una società dove far confluire tali reti ed impianti, disattendendo la legge Galli e la legge regionale del Lazio.
ATO 2 e ACEA ATO 2 non avevano adottato nessun provvedimento per impedire l’arbitrario provvedimento.
Codici aveva segnalato la situazione al Garante Regionale del Servizio Idrico, l’associazione si era anche rivolta alla Regione Lazio, al Prefetto di Roma e alla STO ATO 2, senza, in questi casi, ricevere risposta. Il Tar si è recentemente pronunciato sulla dibattuta questione della privatizzazione del servizio idrico di Civitavecchia, confermando che l’acqua non può assolutamente essere venduta a privati. Sarà la prossima amministrazione a provvedere alla consegna delle reti.
Aumenti in bolletta del 40% che arriveranno puntuali a Frosinone a partire dalla prossima bolletta. Ed inoltre, si evidenziano nell’ATO5, depuratori assenti o non funzionanti, condutture dell’acqua obsolete, mancati investimenti nella rete idrica, conguagli superiori al periodo richiesto, rete idrica “colabrodo” per l’80%.
ACEA ATO 2 Lazio Centrale- Roma. I cittadini lamentano problemi legati alla fatturazione e alla lettura dei contatori,difficoltà a mettersi in contatto con il Call-Center, operatori poco qualificati. Le Associazioni dei Consumatori, invece, segnalano: difficoltà ad interloquire con il Gestore, mancato coinvolgimento delle Associazioni nella stesura della Carta dei Servizi sebbene previsto per Legge, nel controllo e nella verifica della qualità dei servizi offerti; mancata utilizzazione dello strumento della conciliazione, nonostante il protocollo sia stato firmato ormai da cinque anni.
In Provincia di Latina è ancora aperta la questione della restituzione dei soldi recepiti in questi anni, e precisamente dal 2003, da alcuni Comuni. Aprilia, ad esempio, ha solo da poco concesso le reti idriche ad Acqualatina. I soldi versati dai cittadini dovrebbero pertanto essere restituiti agli stessi. E’ ancora da capire quale sarà la formula di restituzione. Si parla comunque di diversi milioni di euro.
Mancato superamento del Minimo Impegnato: nonostante sia entrato in vigore dal 1 gennaio 2012 in tutti i Comuni ricadenti nell’ATO 2, il metodo normalizzato con la tariffa unica stenta a partire. Acea ATO 2 infatti, continua illegittimamente a emettere le fatture attraverso il “minimo impegnato” sulla tariffa base.
La mancata restituzione della quota di remunerazione del capitale investito: quasi un anno fa, gli italiani avevano detto “sì” all’abrogazione del comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente all’espressione: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. A questo sarebbe quindi dovuta seguire la restituzione da parte degli A.A.T.O. delle somme indebitamente versate, pari al 7%; un profitto uguale alla stima degli investimenti da fare sulla rete idrica a prescindere dall’effettiva realizzazione degli stessi. Ad oggi non c’è ancora stata nessuna restituzione, le autorità competenti non hanno infatti avviato nessun provvedimento disattendendo così l’esito del referendum e l’espressa previsione che l’abrogazione avesse effetto a decorrere dal giorno successivo a quello della pubblicazione nella GURI, ossia a partire dal 21 luglio 2011. Codici ha lanciato la petizione per la restituzione della quota di remunerazione del capitale investito.
La Regione Lazio attraverso il progetto “chiare fresche e dolci acque” ha manifestato la propria sensibilità sull’argomento affidando all’associazione Codici il compito di verificare attraverso le segnalazioni dei cittadini lo stato del SII nella Regione Lazio. Alla Regione spetta la funzione di controllo, indirizzo e vigilanza e la presenza dell’Assessore e del Garante rappresenta un impegno di Giunta affinché la questione del servizio idrico diventi una priorità.

Roma, 13 aprile 2012

Dipartimento Comunicazione Codici
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ufficio_stampa@codici.org

Aprilia la città che non si arrende

foto da: www.promoambiente.it
Lombardi: «Manterremo alta la guardia su prescrizioni e controlli»

«DAGLI STUDI e dalle simulazioni che abbiamo realizzato il raggio delle emissioni prodotte dalla Turbogas, in condizioni climatiche normali, è di circa tre chilometri e mezzo dalla centrale. Noi dell’Arpa Lazio, ma anche il Comune di Aprilia, sappiamo quali sono le zone più a rischio. Esistono delle cartine che evidenziano le aree maggiormente interessate dall’impianto di Campo di Carne». Il commissario straordinario di Arpa Lazio Corrado Carrubba, ieri pomeriggio (Venerdì 13 aprile), presso l'aula consiliare di piazza Roma, durante l’incontro tecnico con i rappresentanti dell’amministrazione comunale e la cittadinanza, ha spiegato e chiarito doveri e competenze dell’agenzia che si occupa del monitoraggio della qualità dell’aria su tutto il territorio regionale. «Verificheremo che le due centraline realizzate ed allocate da Sorgenia – spiega l’avvocato Carruba – funzionino secondo le prescrizioni di legge. In questi mesi abbiamo già elaborato dati e modelli che sono a disposizione di tutti. Le nostre competenze riguardano esclusivamente il controllo della qualità dell’aria. Ciò lo stabilisce anche la legge regionale di risanamento che obbliga l’Arpa Lazio a monitorare l’intero territorio regionale ed informare gli amministratori su eventuali situazioni potenzialmente critiche. Chi, invece, verifica la regolarità della struttura e, soprattutto che il livello delle emissioni non oltrepassi il limite previsto dalla legge è l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un ente nazionale che avrà il compito di eseguire controlli ordinari e straordinari presso la Turbogas di Campo di Carne. Solitamente, le ispezioni all’interno di queste centrali, sono due all’anno». Il messaggio dell’amministrazione alla cittadinanza che ha partecipato alla seduta pubblica è stato chiaro. Il Comune di Aprilia continuerà ad impegnarsi attivamente, cercando di obbligare Sorgenia a seguire tutte le prescrizioni dettate dalla legge. Non solo, con l’ingresso in una nuova fase, quella della produzione di energia della Turbogas, l’ente di piazza Roma non si farà cogliere impreparato quando sarà convocato al tavolo dell’Aia. «L’incontro di oggi – afferma l’assessore all’Ambiente Alessandra Lombardi - è un segnale di trasparenza importante nei confronti dell’intera comunità apriliana. Continueremo a fare tutti i controlli del caso. Conosciamo a memoria tutte le prescrizioni che Sorgenia deve rispettare. Inoltre, dopo aver incontrato i cittadini, le associazioni ed i comitati di quartiere, realizzeremo una delibera in cui stabiliremo come spendere le compensazioni che ci spettano per legge». «Credo che questo non basti – risponde il consigliere del Pd Vincenzo Giovannini – perché a mio avviso l’amministrazione dovrebbe affidarsi ad una struttura interna, ad uno staff di tecnici e professionisti, che già in passato hanno lavorato proficuamente per l’ente comunale, in grado di garantire il comune di Aprilia e la tutela ambientale della città».

Articolo di Alessandro Piazzolla
Latina Oggi 14 aprile 2012

Aprilia: Centrale, vertice in Comune

L’amministrazione chiama a raccolta i rappresentanti della società civile

PER DISCUTERE di centrale termoelettrica, di emissioni in atmosfera, di controlli sulla sicurezza e soprattutto dello scottante tema delle cosiddette compensazioni (l’importo è di 800 mila euro all’anno per 7 anni per un totale di 5 milioni e seicento mila euro), l’amministrazione comunale ha convocato per venerdì prossimo (13 Aprile) in aula consiliare una seconda assemblea pubblica. Come già annunciato durante la recente assemblea pubblica sulla turbogas presso l’aula magna della scuola media Menotti Garibaldi, l’amministrazione comunale ha promosso un nuovo incontro pubblico questa volta con il commissario di Arpa Lazio, avvocato Corrado Carrubba, i tecnici del settore e l’intera società civile apriliana. L’invito è stato girato a tutte le categorie, ai rappresentanti delle associazioni culturali, di volontariato, di protezione ambientale, sportive, a quelli rappresentanti dei comitati di quartiere, ai rappresentanti del Consiglio comunale dei Giovani, e i rappresentanti delle forze dell'ordine e della protezione civile. «Gli autorevoli rappresentanti di Arpa Lazio - fanno sapere gli esponenti della maggioranza di governo - risponderanno alle domande dei cittadini e dei rappresentanti dell’amministrazione sui controlli attualmente in atto e su quelli previsti o eventualmente da prevedere a tutela della salute pubblica». Al termine dell’assemblea, verso le 18.30, avrà luogo il primo incontro del tavolo tecnico promosso dall’amministrazione per discutere insieme alle società civile sulle compensazioni previste dalla legge, argomento del resto già discusso  durante l’assemblea pubblica della scuola Menotti Garibaldi. Nel corso dell’incontro introduttivo del prossimo 13 aprile saranno stabiliti modalità e calendario degli incontri successivi, nonché definiti gli obiettivi del tavolo tecnico, il cui esito poi sarà discusso e sottoposto al voto del Consiglio comunale, al fine di impegnare anche gli amministratori futuri a rispettare la volontà popolare espressa dal tavolo.
M. D. L.  Latina Oggi 11 Aprile 2012

martedì 10 aprile 2012

La Rivoluzione Verde di Venaus, inizia a "coltivare il futuro"

La Val di Susa? È il posto giusto per cambiare vita. Il Comune di Venaus, simbolo della 'resistenza' No-Tav, ha iniziato a 'coltivare il futuro'. Danilo, ideatore di questa piccola rivoluzione verde partita nel 2005, guida adesso una cooperativa di compaesani, tutti felicemente tornati alla terra.

di Giorgio Cattaneo - 23 Marzo 2012

Danilo, ideatore di una piccola rivoluzione verde, ora guida una cooperativa di compaesani, tutti tornati alla terra
We could be heroes, just for one day. Si fa presto a dire 'eroi': definizione attribuita quasi sempre a sproposito, magari in mezzo a qualche battaglia con morti e feriti. Per fortuna non ci furono morti, nel 2005, in quel lembo di terra miracolosamente piana che s’insinua a ridosso della Francia, all’ombra di montagne alte più di tremila metri.
I feriti invece non mancarono: finirono all’ospedale, travolti in piena notte dalla furia dei manganelli. Seguirono due giorni di quasi-insurrezione popolare, con in testa i sindaci in fascia tricolore, e il governo fu costretto ad accantonare il progetto.
Doveva essere la prima area di cantiere per la Torino-Lione, e venne sbaraccata. “Il Comune ce l’ha assegnata in comodato d’uso, e adesso quei terreni li abbiamo seminati a grano”. Il Comune è quello di Venaus, luogo simbolo della 'resistenza' No-Tav, che ora si è trasferita a Chiomonte. Scampato il pericolo, Venaus ha cominciato a coltivare il futuro.
Danilo, leader di una piccola rivoluzione verde, ora guida una cooperativa di compaesani, tutti tornati alla terra: “Ero operaio al cotonificio di Susa, persi il lavoro e mi misi in proprio come artigiano edile. Funzionava, ero contento, ma poi ci arrivò addosso il terremoto-Tav”. Una mattina, lui e il fratello scoprono che il loro villaggio è completamente militarizzato. “Faceva effetto: i nostri genitori, padre e madre, erano stati entrambi partigiani”.

Si vuole tuttora imporre alla valle di Susa una maxi-opera senza però mai fornire spiegazioni sulla sua presunta utilità
Per la prima volta, bisognava fare i conti col fantasma dell’eco-mostro, la maxi-opera che si vuole tuttora imporre alla valle di Susa senza però mai fornire spiegazioni sulla sua presunta utilità. In vallata, la battaglia civile ha svegliato anticorpi che dormivano: “Prima non mi ero mai occupato granché della questione-Tav – dice Danilo – e poi, quando il cantiere si è allontanato da Venaus, mi sono detto che per dimostrare la serietà delle nostre ragioni non basta dire 'no', bisogna anche mettere in pratica uno stile di vita diverso”.
Detto fatto: è bastata una ricognizione ai campicelli di famiglia, frazionati nel dedalo di orti e terreni che costellano la ripida campagna alle spalle del paese. “Proprio il frazionamento delle proprietà è il problema numero uno dell’agricoltura alpina: ci sono lotti così piccoli che non ci puoi neppure entrare col trattore”. Il risultato storico? L’abbandono.
Ma a Venaus la storia hanno cominciato a riscriverla dal 2005, a partire dalla terra: “Abbiamo bussato a tutte le porte, e ci hanno aperto: chi aveva un pezzo di terra non più coltivato ce l’ha concesso in cambio di una parte del raccolto. Ora abbiamo messo insieme 7 ettari, cercando di aggregare lotti per disporre di terreni lavorabili”. Agricoltura biologica, secondo tradizione: “Niente chimica, ma non abbiamo neppure chiesto la certificazione “bio”, perché non ci andava di compilare scartoffie. Oltretutto non ci serve: i nostri clienti sanno benissimo chi siamo e come lavoriamo: i nostri prodotti sono naturali”.
Ci sono le pannocchie del 'pignoletto rosso', antica varietà regionale recuperata dall’Associazione Antichi Mais creata dal Crab, il centro per l’agricoltura biologica del Piemonte, e ci sono le prelibate patate di montagna, tonnellate di prodotto che ogni anno va letteralmente a ruba perché è gustoso e non necessita di trattamenti. “A seconda della stagione abbiamo un po’ di tutto: ortaggi, frutta, erbe aromatiche”. Persino l’aglio, i frutti di bosco, i prelibati marroni.
“Certo, non mancano le spese: qui in montagna ogni campo va recintato, altrimenti il raccolto se lo mangiano i cinghiali. E quello che non piace ai cinghiali finisce in pasto ai cervi e ai caprioli”. In compenso, ci sono i vantaggi di un paese che ospita una storica centrale idroelettrica dell’Enel: “Abbiamo condutture idriche ad alta pressione, che consentono di ottimizzare l’irrigazione”. Il resto è duro lavoro: “Abbiano iniziato a recuperare muretti a secco e terrazzamenti, ripristinando il paesaggio di una volta”.

Il Comune di Venaus è il simbolo della 'resistenza' no Tav
All’inizio, Danilo era solo. Adesso lavora con Monica, Silvana, Adriano, Guido, Serafino, Tonino e Valter. Tutti facevano altri mestieri, e tutti hanno scelto di tornare all’agricoltura. Una scelta consapevole, anti-crisi: qualità della vita, in un mondo avvelenato e vicino al collasso dell’economia industriale. Insieme hanno costituito la cooperativa Dalla terra nativa. Parole da cui si ricava la promessa di un traguardo necessario: 'alternativa'. “La lotta popolare contro la Torino-Lione ci ha aiutato a capire che il nostro modo di vivere non era proprio felice”.
Sono scattate attenzioni e disponibilità: dal sindaco, Nilo Durbiano, ai proprietari degli appezzamenti ceduti volentieri in comodato. Idem i clienti: acquistano i prodotti nei mercati della zona o direttamente all’azienda agricola, che confeziona anche 'cestini' da consegnare a domicilio. E poi ci sono i Gas, i gruppi d’acquisto solidale di Torino che si riforniscono a Venaus. “Ci comprano le patate di montagna ad un euro al chilo: se le cedessimo alla grande distribuzione, le dovremmo praticamente regalare”.
Valle di Susa, Italia: il posto giusto per iniziare a cambiare vita. “Non è stato semplicissimo, c’è voluto impegno. E anche denaro, perché all’inizio devi pur procurarti qualche attrezzatura per lavorare la terra. Ma adesso cominciamo a vedere i primi risultati: ed è un bella soddisfazione”. Danilo ormai parla come un esperto di decrescita: “Ho venduto l’auto, non mi serviva più. Mi basta quella di mia moglie, che fa l’infermiera. Ho meno spese e – a conti fatti – in tasca mi restano gli stessi soldi di prima”, quando in fabbrica c’era lo stipendio sicuro e sui cantieri edili il lavoro non mancava: “Ma alla fine ero costretto a lavorare come un matto, sempre di più, per riuscire a pagare le tasse. Che vita era?”. Danilo sorride: “Non c’è paragone, davvero: oggi ho più tempo per stare con mia figlia. E poi le mie giornate sono all’aria aperta, dal mattino alla sera. Credetemi: non tornerei indietro”.