martedì 29 dicembre 2009

ELEZIONI REGIONALI, LAZIO: NASCE LA LISTA CIVICA ''RETE DEI CITTADINI''



Elezioni 2010 Regione Lazio, Roma: arriva la lista civica "Rete dei Cittadini" per le regionali Lazio 2010 - RETE DEI CITTADINI nasce pochi mesi fa in modo assolutamente spontaneo proponendosi di unire le forze di singoli cittadini, comitati, associazioni e movimenti che abbiano a cuore la cosa pubblica e gli interessi dei cittadini e del paese. Nasce come 'proposta dal basso' con l'intenzione di presentarsi alle prossime elezioni 2010 della Regio Lazio come alternativa politica al mal governo ed alla pessima prassi di quei governanti che non intendono la politica come ‘servizio’ ma come 'privilegio'.

Alla RETE DEI CITTADINI possono aderire tutte quelle realtà che vogliono condividere i principi fondanti elencati sul suo manifesto.
In questi mesi ha proposto dibattiti, sia sul proprio forum che in luoghi fisici, su temi come Rifiuti Zero, Ambiente, Legalità, Economia alternativa, Acqua pubblica, Sanità e Medicina alternativa e, durante la giornata NO B DAY, ha lanciato l'iniziativa NO CASTA DAY, rivolgendo il proprio dissenso non soltanto al premier ma all’intera classe politica asservita al potere economico per salvaguardare i propri interessi piuttosto che favorire il benessere del paese e dei cittadini.

Sul forum delle RETE DEI CITTADINI è ancora in corso l'elaborazione del programma politico con il contributo di tutti gli aderenti al progetto.
La nuova lista civica RETE DEI CITTADINI si è costituita ufficialmente lo scorso Sabato 19 dicembre presso l'Hotel Golden Tulip di Roma.
All'inaspettato numero di partecipanti sono stati presentati il manifesto con i principi fondanti del progetto, le bozze dello statuto dell'associazione e del programma partecipato prima di lasciare la parola ad alcuni membri del gruppo per presentare le variegate realtà che stanno formando ed accrescendo un progetto fatto da cittadini per i cittadini. L'evento è stato anche un'occasione per conoscere le prime candidature proposte e per raccogliere impressioni da parte di alcuni ospiti presenti in sala.

Per approfondimenti:
Lista civica RETE DEI CITTADINI
Website: http://www.retedeicittadini.it

domenica 27 dicembre 2009

Le bugie del nucleare sicuro

La giostra del nucleare italiano ha riaperto. Il Consiglio dei ministri di martedì ha deliberato i criteri per selezionare i siti delle nuove centrali previste dal governo e i depositi per le scorie. Meno di sei mesi per identificare siti idonei a una lunga lista di requisiti: reperibilità di grandi quantità d’acqua (foci dei fiumi o mare), stabilità sismica, lontananza dai centri abitati, rilevanza tattica in caso di conflitto, facilità dei collegamenti su ferro e gomma, per citarne alcuni.

Saranno le aziende interessate alla costruzione dei nuovi impianti a proporre i siti. Se alla diffusa instabilità sismica tipica della nostra penisola si aggiunge l’enorme quantità di acqua necessaria al raffreddamento dei circuiti idraulici – prima causa di inattività delle centrali durante le calde estati che i cambiamenti climatici ci regalano – le aree possibili si contano sulle dita delle mani. Un sistema di incentivi indorerà la pillola ai comuni limitrofi, molti convinti che la vicinanza alle centrali francesi rappresenti già un rischio imminente, per cui non c’è differenza ad avere 4-5 centrali in più nel nostro Paese, tanto meglio se questo aiuta a sostenere il budget comunale. Peccato che le centinaia di piccoli incidenti e fuoriuscite minori abbiano reso la vita molto difficile agli abitanti delle zone limitrofe.

L’aumento delle neoplasie nella popolazione e delle mutazioni genetiche riscontrate nella fauna sono caratteristiche rilevate in molte aree circostanti centrali nucleari o siti di stoccaggio. Il guano dei gabbiani che volano intorno al centro di riprocessamento per scorie nucleari di Sellafield, in Gran Bretagna, ha presentato percentuali consistenti di isotopi radioattivi.

Ma in Italia sarà diverso. Un recente servizio della trasmissione Report ha raccontato la vita vicino alle centrali nucleari: acqua di falda compromessa, nuovi elettrodotti per la distribuzione, livelli di radioattività superiori alla norma. Questa volta, tuttavia, ci dicono che le centrali verranno costruite secondo i criteri più restrittivi. Quello che succede nei due unici cantieri al mondo dove viene utilizzata la stessa tecnologia prevista in Italia dimostra però come vi siano numerosi punti irrisolti sull’affidabilità degli impianti. I progetti delle due centrali in costruzione in Europa, ad opera di un consorzio di aziende che include Enel tra gli investitori, sono stati dichiarati non idonei sia per la mancanza delle simulazioni di impatto per velivoli di grande taglia, sia per gravi lacune strutturali nell’impostazione dei sistemi di sicurezza.

Enel, d’altro canto, preferisce inviare i suoi ingegneri a farsi le ossa sulle centrali di vecchia generazione in costruzione in Slovacchia. Ottima idea, se non fosse che la centrale di Mochovce, che l’azienda sta completando attraverso la controllata Slovenske Electrarne, è priva di guscio di contenimento. Un eventuale incidente aereo sulla centrale o la fuoriuscita di materiale fissile sarebbero una catastrofe. Enel spiega l’assenza di un guscio di contenimento in quanto la caduta di un aereo sulla centrale è un evento improbabile. L’impostazione strutturale di un impianto generativo nazionale basato su grandi centrali in grado di distribuire energia sulla lunga distanza è di vecchia concezione. L’energia dovrebbe essere generata il più possibile vicino all’utenza per ridurre le ingenti perdite da ritrasformazione e trasporto attraverso gli elettrodotti, i costi, l’inquinamento elettromagnetico. La cosiddetta generazione distribuita, pilastro del futuro energetico mondiale, è osteggiata sia dalla volontà politica di investire nella direzione opposta, sia dalla difficoltà strutturale di creare una nuova rete elettrica intelligente.

Il decreto del governo include anche l’identificazione del sito di stoccaggio definitivo. La Francia, paese a maggior concentrazione di nucleare civile al mondo, ha impiegato anni di studi e ancora oggi non possiede una soluzione definitiva per lo stoccaggio delle scorie. Gli Stati Uniti, dopo oltre 20 anni di studi nel centro di Yukka Mountain, in Nevada, hanno più volte interrotto gli scavi sin dal primo ritrovamento di plutonio in acqua di falda nel 1997, bloccato i lavori dopo la pubblicazione di un rapporto secretato che dimostrava l’inefficacia del guscio argilloso e ad oggi stanno ancora discutendo sull’eventuale scelta di mantenere i rifiuti in un centinaio di centri superficiali, invece che in un unico sito in profondità. Nel paese dove crollano le scuole nelle aree a basso rischio sismico, occorre veramente mettere alla prova questo paese con una tecnologia così pericolosa?
di Ascanio Vitale
Da Il Fatto Quotidiano del 24 dicembre

martedì 22 dicembre 2009

cambiamo il sistema, non il clima

L’insuccesso del Vertice sul Clima è la dimostrazione di un mondo governato dalla logica del profitto e della concorrenza. Ma nella capitale danese si è mostrata una consapevolezza nuova che poggia sull’azione collettiva e può far nascere una nuova dinamica di lotta...continua a leggere su italia.attac.org

Le manifestazioni contro il Cop 15, sono terminate con la mano dura della polizia. É proprio il caso di dire che c'è del marcio in Danimarca. Marcio è infatti l'impianto repressivo che ha messo in campo il governo Rasmussen. Arresti di massa, fermi preventivi di 6 ore ed anche qualche manganellata. In conferenza stampa i detenuti rilasciati dichiarano di aver subito torture dalla polizia ...continua leggere su ilmegafonoquotidiano.it

Luca Tornatore è un assegnista di ricerca al Dipartimento di fisica dell’Università di Trieste. E’ uno scienziato, uno di quelli che alla passione e alla voglia di cambiare il mondo uniscono, dunque, una riconosciuta competenza. Questi sono gli ingredienti che lo hanno spinto, assieme a centina di attivisti ambientalisti italiani, a recarsi a Copenhagen. Luca è nella capitale danese per pretendere giustizia climatica, per confrontarsi all’interno del Climate Forum. Luca Tornatore si trova oggi in stato di arresto, fermato assieme ad altre decine persone dopo aver partecipato ad un dibattito!! Per sottoscrivere l’appello

Un fantasma infesta le strade di Copenaghen e credo che questo fantasma vaga per questa sala in silenzio, gira in quest'aula, tra di noi, attraversa i corridoi, esce dal basso, sale, è un fantasma spaventoso che quasi nessuno vuole nominare: il capitalismo è il fantasma, quasi nessuno vuole nominarlo...Leggi il discorso di HUGO CHAVEZ al vertice climatico di Copenhagen su ladridimarmellate

lunedì 21 dicembre 2009

Libera Rete in libero Stato”

Tutti in piazza a Roma il 23 dicembre per la libertà di Internet
MicroMega aderisce a "Libera Rete in libero Stato" (qui il gruppo su Facebook), sit in di protesta contro le minacce alla libertà della Rete che si svolgerà mercoledì 23 dicembre a Roma, in Piazza del Popolo, dalle ore 17. Promuovono l'Istituto per le politiche dell’innovazione, Diritto alla Rete, Pippo Civati, Ale
ssandro Gilioli e gli organizzatori del No B. Day.

Internet è una piazza libera. Una sterminata piazza in cui milioni di persone si parlano, si confrontano e crescono.

Internet è libertà: luogo aperto del futuro, della comunicazione orizzontale, della biodiversità culturale e dell’innovazione economica.

Noi non accettiamo che gli spazi di pluralismo e di libertà in Italia siano ristretti anziché allargati.

Non lo accettiamo perché crediamo che in una società libera l’apertura agli altri e alle opinioni di tutti sia un valore assoluto.

Non lo accettiamo perché siamo disposti a pagare per questo valore assoluto anche il prezzo delle opinioni più ripugnanti.

Non lo accettiamo perché un Paese governato da un tycoon della televisione ha più bisogno degli altri del contrappeso di una Rete libera e forte.

Non lo accettiamo perché Internet è un diritto umano.

Libera Rete in libero Stato.

Fonte: Micromega online
Leggi anche l'articolo di G. Scorza - Dopo il polverone sollevato con l'aggressione al Premier, il governo vorrebbe riscrivere la libertà di espressione dei cittadini online. Ma solo la magistratura dovrebbe poterla comprimere, e solo rispetto a un singolo contenuto : Libera Rete in Libero Stato da Punto Informatico
I Blogger della rete che scrivono sulla manifestazione:
Il Nichilista, ladri di marmellate, GuidoScorza.it

martedì 15 dicembre 2009

Energy and Environmental Science

Alcuni ricercatori dell'Università di Standford non hanno dubbi, tutta l'umanità entro il 2030 potrebbero attingere tutta l'energia di cui abbiamo bisogno per produrre elettricità e per muovere merci e persone grazie all'energia eolica, all'energia solare, all'energia geotermica e all'energia ricavata dalle onde e dalle maree.
La sintesi del loro studio è pubblicato sul numero di Dicembre delle Scienze, in edicola e merita una lettura.
Informazioni più interessanti vengono da un precedente studio dagli stessi autori, pubblicato nel 2009 su Energy and Environmental Science e scaricabile: PDF.
Questo studio boccia il nucleare, la cattura dell'anidride carbonica dalla combustione del carbone e il bioetanolo in quanto giudicate inefficaci a ridurre l'emissione di gas serra rispetto alle fonti di energia rinnovabile promosse.
In base agli studi dei ricercatori di Standford, il nucleare emette 25 volte più anidride carbonica dell'eolico se, come si deve fare, si considera il consumo di energia e l'inquinamento prodotto per la costruzione del reattore, la raffinazione, l'arricchimento e il trasporto dell'uranio; senza dimenticare i costi ambientali della dismissione e del trattamento e stoccaggio dei rifiuti radioattivi.
E la tecnologia di cattura e di sequestro del carbonio, riduce le emissioni di CO2 delle centrali a carbone ( il carbone pulito) ma aumenta l'inquinamento dell'aria e amplifica gli effetti nocivi della estrazione, trasporto, e lavorazione del carbone perchè se ne deve bruciare di più per alimentare le fasi di cattura e di stoccaggio dell'anidride carbonica.
Questa rivoluzione richiede, nei prossimi 20 anni la costruzione di 3,8 milioni di grandi turbine eoliche e 89.000 impianti solari fotovoltaici e a concentrazione da 300 megawatt ciascuno.
Potrebbe sembrare uno scenario impossibile, ma quest'idea è un pò meno folle se si pensa che ogni anno nel mondo si producono 73 milioni di autovetture e camion!

lunedì 14 dicembre 2009

ENERGIA SPORCA

Credo che l’Italia sia il paese europeo dove la conferenza di Copenhagen sul clima ha suscitato meno interesse. Nella pagina 150 del Televideo Rai la faccenda sopravvive al terzo posto, in calo. Il clima la peggiore catastrofe planetaria dai tempi dell’asteroide che liquidò i dinosauri, non frega gran che. Vuoi mettere con Spatuzza? Con gli insulti di Berlusconi alla Corte Costituzionale? Con “le palle” del presidente del consiglio? A Rosignano Solvay si vorrebbe costruire l’ennesimo rigassificatore italiano, il secondo della Toscana (l’altro è la bomba off shore di Livorno). Essendo l’Italia la peggiore in classifica nel rispetto del fu Protocollo di Kyoto, il delirio rigassificatore bipartisan – non so più se se ne vorrebbero fare tredici o quindici – è stravagante: è vero che il gas inquina di meno del petrolio, ma è pur sempre una fonte fossile. Eppure, ecco che a Rosignano Solvay, informa il gazzettino radiofonico regionale della Rai, quando la regione esprime un parere negativo la comunità insorge, i lavoratori e il sindacato pure, e “solo gli ambientalisti” sono contenti (cito la radio, chissà come stanno le cose), così la regione si affretta a precisare che il suo parere, richiesto dal Ministero, non è comunque vincolante. Nella finanziaria si tagliano, tra giornali e scuola, anche i famigerati CIP6, i contributi di Stato molto abbondanti alle “Energie alternative assimilate”, cioè a derivati del petrolio, rifiuti e altre schifezze. Peccato che assieme ai CIP6 si taglino gli spiccioli che andavano alle energie alternative effettive. In compenso, il Ministro di Genova 2001, Scajola, fa annuncio tromboneschi sulla costruzione prossima, dopodomani, anzi prima, di chissà quante centrali nucleari (e sono d’accordo anche il PD e il suo prossimo alleato Casini), delle quali il meno che si possa dire è che, se nel costo finale dell’energia si calcolassero anche gli esorbitanti costi di costruzione, della sicurezza, gli aiuti di Stato e lo smaltimento delle scorie probabilmente converrebbe ingaggiare qualche milione di persone perché pedalino e producano energia in questo modo. L’intero dibattito, chiamiamolo così, sull’argomento è semplicemente demenziale. Tutti sono in ginocchio davanti al Governo per chiedere che gli incentivi per l’acquisto di automobili vengano rinnovati anche per il 2010: misura ecologica, si dice, perché le nuove auto invece di 140 grammi al Km di Co2 ne produrranno 120, e mannaggia se il numero complessivo di auto continua ad aumentare, con effetti collaterali (oltre ai gas serra, cioè) piuttosto rilevanti, come ad esempio lo strangolamento delle città, quella cosa per cui il presidente lombardo e i suoi colleghi della provincia e del comune di Milano si prendono un avviso di garanzia per non aver fatto nulla in proposito, e quella faccia di bronzo di Formigoni, lo sventola in una conferenza stampa presentandolo come un complotto ai suoi danni: pesante, dice ai giornalisti, non sapendo cosa inventarsi contro di me, tirano fuori questa fesseria. E ha ragione: non un giornalista giudica una faccenda seria, quasi irrimediabile e drammatica per la salute cittadina i gas di scarico, la qualità dell’aria e i gas a effetto serra. Come nessun politico o quasi, e nessun giornale o quasi, si preoccupa, anzi a sentito parlare, della certificazione energetica degli edifici: in Italia consumiamo, per riscaldare le case, il doppio che in Germania. Proporzione inversa a quella dell’insolazione del terreno. Mi correggo: la regione Lazio per quel che ne so, ha inserito nel Piano Casa una clausola per cui, se si abbatte e si ricostruisce un edificio, bisogna farlo con criteri di risparmio energetico. Ma se il “premio” è di un 40% in più di cubatura, quanta energia consumerà il nuovo edificio in confronto a quello vecchio? Ecco, la questione energetica e il clima sono usati come una foglia di fico: una volta si diceva “e poi ci sono le donne, o i giovani…”, adesso “e poi c’è l’ambiente”. La Cgil sta ricoprendo il tetto della sua sede nazionale di pannelli fotovoltaici. Scelta ottima. Dice che vorrebbero farlo per tutte le sedi in giro per l’Italia. Ma perché il sindacato non pretende, magari facendoci uno sciopero, un Piano energetico che allo stesso tempo potrebbe abbattere i gas serra e, come appunto in Germania, produrre 350mila posti di lavoro?

Articolo di Pierluigi Sullo tratto dal Manifesto di sabato 12 Dicembre

domenica 13 dicembre 2009

Acqua bene comune

Al Consiglio di Stato la battaglia è vinta e ora il Comune di Bassiano mette in mora la società Acqualatina affinché restituisca le reti idriche acquisite e ripristini la gestione effettuata dall´amministrazione.
La sentenza datata 15 settembre 2009 dà ragione al Comune e cancella l´originario ricorso della Provincia e di Acqualatina contro le amministrazioni che decisero di non approvare la convenzione con il nuovo gestore, non partecipando neppure, come Bassiano, alla costituzione della stessa società. continua a leggere
Effetto-sentenza sui Comuni
I Comuni sono liberi di abbandonare il "carrozzone Acqualatina".
Lo ha stabilito la recente sentenza del Consiglio di Stato su Acqualatina e lo ricorda in una nota il comitato acqua pubblica insieme al consigliere provinciale Domenico Guidi che sul servizio idrico e la legittimità delle bollette conduce una battaglia strenua da anni. Continua a leggere
Pontinia post-acqualatina?
Questo è il terzo anno per l'amministrazione Tombolillo. Dopo il mini abbaglio Mochiano, Pontinia si è vista invadere di nuovi problemi. Penso che mai avremmo potuto immaginare di essere invasi da Acea electrabel, da Centrali Biomasse, presunti inceneritori e Acque requisite da una società che radicata in Francia si alimenta dai club della politica locale.
Ora che la situazione sembra - almeno sulla carta stampata - un pò più limpida, sul versante Turbogas, cosa farà l'amministrazione comunale per uscire da Acqualatina?
Nel programma elettorale votato da circa 8000 cittadini, la maggioranza di centro-sinistra programmò l'uscita da Aqualatina, e poi che cosa è successo?

Acqua: primo Sindaco sotto processo?
di Francesco Buda

Omissioni simili in quasi tutti i Comuni. Basta un esposto dei cittadini

Dei 38 Comuni dell´Ambito territoriale ottimale idrico numero 4, ben 29 non hanno mai approvato in Consiglio Comunale la Convenzione di Gestione, ossia il contratto, con Acqualatina Spa. Approvazione prevista dalla legge e ribadita dai massimi giudici in materia, il Consiglio di Stato.

Di questi Comuni senza contratto, 6 non solo non hanno mai approvato, ma hanno addirittura deliberato la "non ratifica" di quel contratto, bocciandolo espressamente. Poi però non si sono più mossi, né loro né i Sindaci. Sono Anzio, Aprilia, Pontinia, Cori, Amaseno e Bassiano. Perché non si dà seguito a quelle delibere riportando nelle mani comunali le reti idriche? In casi simili, gli amministratori comunali si assumono una grossa responsabilità, a cominciare dai Sindaci. Un esempio fresco fresco arriva da Aprilia: il 9 dicembre udienza preliminare per l´ex Sindaco Calogero Santangelo accusato dal Pubblico Ministero di omissione d´atti d´ufficio. Il "parlamentino" municipale aveva deliberato di costituire in giudizio il Comune, al fianco dei cittadini, per far dichiarare che Aprilia non è mai stato socio di Acqualatina e quindi per neutralizzare l´attuale gestione idrica illegittima.

Delibera arrivata dopo varie sollecitazioni con tanto di diffida popolare, oltre ad una petizione firmata da ben 5.109 persone. Santangelo, scrive il Pubblico Ministero Capasso, «rifiutava di dare esecuzione alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 30 del Consiglio Comunale». E dunque la Procura chiede di processarlo. A dicembre 2006 il Consiglio comunale aveva dato mandato a Santangelo «per la nomina immediata degli avvocati per costituirsi in giudizio» nella causa avviata dai cittadini che si erano presi la briga di studiare, affrontare e tutelare in giudizio gli interessi dell´Ente e della comunità. Si tratta dell´azione sostitutiva, ossia una causa proposta dai cittadini al posto dei poltronieri comunali ignavi e complici delle angherie idro-politiche, a tutela degli interessi della comunità.

Dopo l´iniziale muro di gomma, alcuni Consiglieri avevano scelto di portare il Comune in quella causa (assenti i Consiglieri di maggioranza, il Presidente dell´Assise Palumbo Vincenzino, più Colaiacovo, Longobardi, Saragoni e lo stesso Sindaco). Ricorda il Pm che il Sindaco Santangelo non ha adempiuto «nonostante la diffida presentata da parte dei cittadini».

Persino il capo del Servizio legale del Comune aveva chiesto al Sindaco di uscire dall´immobilità suggerendogli che si trattava di atto dovuto. Nulla di fatto, tutto imbalsamato. Tutankamon a confronto impallidisce.

Molte altre inadempienze simili a quelle che hanno portato in Tribunale il Sindaco di Aprilia si aggirano per la palude e il litorale dell´Ato4.

Il caso Pontinia è altrettanto esemplare: il Consiglio Comunale a gennaio 2008, oltre a rigettare espressamente il contratto con Acqualatina, ha deliberato pure "di richiedere ad Acqualatina la gestione degli impianti di proprietà comunale". E a differenza delle delibere di altri, non è nemmeno mai stata impugnata da Acqualatina né dalla Provincia o dall´Ato. Ma nessuno la concretizza, tutto sembra tacere. Se qualcuno informa l´Autorità giudiziaria, la Procura deve intervenire, trattandosi di reato perseguibile d´ufficio. Basta un semplice esposto.

Discorso simile per Anzio, Cori, Amaseno, Bassiano: lì i Consigli Comunali hanno espressamente bocciato il contratto con Acqualatina. Perché stanno fermi? E Latina, Nettuno, Terracina, Sermoneta, San Felice, Roccagorga, Priverno e gli altri 17 Comuni "fermi"? I rispettivi Consigli Comunali non hanno mai approvato - come vuole la legge - il contratto con Acqualatina. Cosa aspettano a deliberare? Perché lasciano Enti e popolazione in questo limbo? O dentro o fuori. Si decidano.

Per ora uno dei vari amministratori comunali inadempienti è finito in Tribunale. È stato difficile? «No, ci vuole solo molta pazienza e molta determinazione - spiegano dal Comitato Acqua Pubblica di Aprilia -, basta studiarsi gli atti e formalizzare le segnalazioni su inadempienze ed abusi. Ci costituiremo parte civile come parte offesa nel processo e chiederemo il risarcimento dei danni».

E un domani, se la Corte dei Conti interverrà perché queste situazioni ambigue hanno danneggiato le casse degli Enti, qualcuno potrebbe dover chiedere un mutuo personale alla Depfa per pagare i danni. E se Acqualatina e/o il suo socio privato chiedessero il risarcimento per lo stallo in cui li lasciano i Sindaci e Consiglieri?Una rete in cui a restare impigliati potrebbero essere i pesci piccoli locali. Squali permettendo.

Fonte: Il Caffè

Leggi : Pontinia cede le reti ad Acqualatina (ci sono anche i documenti) sul blog Pontinia ecologia e territorio

venerdì 11 dicembre 2009

IL NUCLEARE ITALIANO NON TRASLOCA

Trino, Caorso, Latina, Garigliano, Montalto nella mappa Top Secret dei nuovi reattori

Da Governo.it

Il nucleare italiano non trasloca Stesse zone del 1987. Ma Enel attende le direttive del governo in arrivo a inizio 2010 con l`avvio dell`Agenzia per la sicurezza.

DI ANGELA ZOPPO

Il dossier è rigorosamente top secret: chi ne è a conoscenza, come l`amministratore delegato dell`Enel, Fulvio Conti, afferma che non ne svelerebbe i contenuti «nemmeno sotto tortura».
A oggi, perciò, avere risposte ufficiali se si chiede dove sorgeranno le centrali nucleari italiane, è di fatto impossibile. Ma, ufficiosamente, il discorso è diverso.
Qualcosa trapela, e la mappa della rinascita nucleare nazionale può cominciare a prendere forma. Secondo quanto risulta a MF/Milano Finanza da fonti governative vicine al dossier, la nuova geografia dell'atomo ricalcherà quasi fedelmente la vecchia, con qualche new entry che tiene conto delle diverse esigenze dei reattori di allora e di quelli di nuova tecnologia che l'Enel grazie agli accordi con Edf, ovvero l`Epr che predilige le aree costiere o vicino ai grandi fiumi, purché scarsamente popolate e lontane da insediamenti industriali.
Le nuove centrali italiane, insomma, potranno sorgere in gran parte nelle immediate vicinanze dei siti che ospitano gli impianti chiusi dopo il referendum del 1987: Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano di Sessa Aurunca (Caserta).
Nella nuova lista rientra anche Montalto di Castro (Viterbo), già candidata a ospitare una centrale nucleare prima che l`Italia dicesse addio all'energia dell'atomo. Del resto, i criteri di base nella valutazione dei siti non sono cambiati, e le zone che andavano bene fino a 22 anni vanno bene oggi perché non presentano fattori di rischio geologico (terremoti, alluvioni e frane). A queste cinque aree d`elezione, se ne aggiungono altre, come Monfalcone (Gorizia), Termoli (Campobasso), Palma (Agrigento) e Oristano. L`elenco dei siti papabili supera di gran lunga il numero di Epr previsti dall'accordo Enel-Edf.
Gli impianti italo-francesi, infatti, saranno quattro, da 1.600 Megawatt ciascuno, per un totale di 6.400 Mw, debutto previsto nel 2020, ma tre siti sarebbero già sufficienti perché due reattori potrebbero sorgere affiancati. Come noto, italiani e francesi costituiranno altrettante joint-venture paritetiche e veicoli societari ad hoc per ownership ed esercizio degli impianti, a maggioranza Enel ma aperti a terzi.
L`ex monopoli sta ha già costituito con Edf la newcompany Sni, Sviluppo nucleare Italia, che è stata affidata a Francesco De Falco.
Prima di arrivare a una selezione definitiva delle aree bisognerà aspettare che il governo emani le direttive. Per questo, l`ad di Enel, pur ammettendo che «ai possibili siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia abbiamo già pensato», risponde sempre che «si aspettano i criteri del governo».
L` attesa non dovrebbe essere lunga. Lo stesso Conti è fiducioso.
«Ci sono stati dei ritardi», ha dichiarato nei giorni scorsi, «ma ormai la macchina è avviata. Sono convinto che questo governo, che ha preso l`indirizzo corretto di far tornare il nucleare, abbia gli strumenti per pronunciarsi tra febbraio e marzo 2010, fornendo tutti gli anelli mancanti sul versante legislativo per consentire agli operatori di partire».

Il prossimo passo è l`istituzione dell`Agenzia per la sicurezza nucleare. L`avvio dell`authority era previsto per novembre, ma il ministero dello Sviluppo di Claudio Scajola ha dato il suo ok allo statuto solo nei giorni scorsi. L' iter prevede che anche Economia e Funzione pubblica debbano dare a loro volta il via libera. Intanto, circolano già i nomi dei commissari.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza in corsa ci sarebbero l`oncologo Umberto Veronesi, l`ex presidente della Sogin, Carlo Jean, il docente di Impianti nucleari, Maurizio Cumo, e Guido Possa, vicinissimo al premier e già viceministro all'Istruzione, università e ricerca.
Leggi anche:
Scorie Nucleari Invisibili,
Greenpeace su debito Enel e Nucleare,
Mappe Nucleari, dubbi sostanziali

100 PIAZZE PER IL CLIMA

Il 12 dicembre 2009 - 100 Piazze per il Clima Manifestazioni in tutt'Italia

DA' UN TAGLIO ALLE EMISSIONI: PIU' INVESTIMENTI PER LA CICLABILITA' URBANA E PER L'INTERMOBILITA' BICI E TRENO

Anche la FIAB aderisce alla coalizione nazionale "In marcia per il clima" che, in occasione del summit di Copenaghen dal 7 al 12 dicembre prossimi, lancia l'appello "Fermiamo la febbre del pianeta". Più di 15milioni di persone chiedono al governo italiano impegni precisi per ridurre le emissioni di Co2. Firma anche tu la petizione online su www.100piazze.it .








È tempo di agire. Tutti possono fare qualcosa, rivedendo i propri stili di vita. Come? "Per esempio - spiega Antonio Dalla Venezia, presidente nazionale FIAB - non acquistando i SUV (a cosa servono in città?) oppure lasciando parcheggiata l'auto sotto casa per andare in ufficio in bicicletta specie se si abita in una città pianeggiante e se il luogo di lavoro dista 3-5 Km dall'abitazione. Oppure chiedendo alle scuole e all'Amministrazione comunale di organizzare i "bicibus" e collaborando per accompagnare a turno i propri figli e quegli degli altri in bicicletta, invece che in auto. Oppure, ancora, usando la formula treno+bici per spostarsi ogni giorno nei tragitti pendolari o il fine settimana per escursioni e gite, chiedendo a Trenitalia di organizzarsi meglio per favorire - e non scoraggiare - il trasporto integrato bici e treno, e alle Regioni - sull'esempio positivo di Puglia, Campania e Marche - di introdurre il trasporto gratuito della bici al seguito, facendo rientrare gli oneri tra i costi dei contratti di servizio sottoscritti con le Amministrazioni regionali, in sede di rinnovo".

Il 12 dicembre, in coincidenza con il Summit internazionale ONU sul clima che si terrà dal 7 al 18 dicembre a Copenhagen, le oltre 50 associazioni di "In marcia per il clima", organizzeranno dibattiti, spettacoli, manifestazioni in bicicletta, proiezioni di film e documentari sull'ambiente, mostre tematiche e incontri gastronomici, per sensibilizzare i cittadini sul tema della lotta ai cambiamenti climatici. Anche la FIAB con le proprie associazioni locali, organizza iniziative a favore della mobilità sostenibile e non motorizzata.

Sottoscrivendo la petizione online (www.100piazze.it) si chiede al Governo Italiano di promuovere un'iniziativa politica forte a Copenaghen che porti ad un accordo mondiale equo, solidale e vincolante per la riduzione dei gas serra e quindi di intraprendere iniziative precise e concrete nel nostro Paese per eliminare gli sprechi e migliorare l'efficienza energetica; ridurre i consumi legati ai trasporti favorendo la mobilità sostenibile, promuovere le rinnovabili e adoperarsi per fermare la deforestazione e le emissioni associate a livello globale entro il 2020 e nelle aree critiche entro il 2015.

Il clima sta cambiando, qui e ora. Aumentano i temporali violenti, le frane, le alluvioni, le ondate di calore, la diffusione di malattie cui non eravamo abituati, lo scioglimento dei ghiacciai che alza il livello dei mari, la desertificazione di zone sempre più vaste della Terra.

Tutti gli italiani responsabile e consapevoli sono invitati a partecipare alle inziative organizzate nelle rispettive città. Tramite il sito www.100piazze.it sarà possibile conoscere dove e cosa sarà organizzato il 12 dicembre.

Climate kitchen

Oggi è una giornata particolare alla Conferenza, si attende la grande manifestazione che partirà domani alle 12 di fronte al Parlamento danese, si parla degli attivisti arrestati oggi in città (ho visto poliziotti ovunque, in barca nei canali, nella metro, in strada…) e si aspettano i ministri. Molti, tra cui quello italiano, arriveranno proprio domani. Greenpeace continua a sensibilizzare i delegati con la mostra “Consequences”, una carrellata di foto sui rifugiati ambientali, scattate dai migliori fotografi.

Basta uscire da Bella Center (ribattezzato dai romani Tor Bella Center, dice Zatterin della Stampa) e andare alla “Climate rescue station”. Più affollata è però la “Climate kitchen”, la mensa che dovrebbe servire cibo il più possibile bio e a chilometri zero. Non so se è così ma di sicuro, i piatti sono di carta e non di plastica e molti prodotti sono del commercio equo e solidale. Piatto del giorno? Chilli con carne. Quello vegetariano, tristissimo, rape e patate. E poi dicono perché mangiamo tutta questa carne? La cucina vegetariana può essere gustosa e concorrenziale anche per le papille gustative ma che gli chef si impegnino!

Fonte: Greenpeace - networkedblogs.com

giovedì 10 dicembre 2009

Nascono i giovani pensieri a Pontinia


Un pensiero è giovane quando ha la capacità intellettuale di fermare il tempo e di viverlo, vivisezionarlo e cambiarlo affinché continui a vivere nel normale decorso della sua esistenza.

Domenica 13 Dicembre 2009 è previsto nel comune di Pontinia la votazione per tutti i giovani dai 15 ai 25 anni(non compiuti). Si vota per il consiglio dei giovani, un ottimo strumento per integrare i giovani nella politica del comune.

Si presentano 4 liste di cui 3 sono collegate ai partiti mentre i "Giovani Pensieri" sono slegati da ogni partito. Hanno la volontà di creare l'alternativa che una città giovane come Pontinia meriterebbe e che da troppo tempo sta aspettando. Sono al passo coi tempi, hanno capito che per lavorare e migliorare la situazione nel nostro piccolo comune non c'è bisogno di schierarsi, ma solo di attivarsi. Sabato scorso hanno fatto campagna elettorale con un aperitivo Attivo, spiegandoci quali sono i loro punti di forza.

Questi sono i punti da cui vogliamo partire per costruire una Pontinia più interattiva e più attenta alle nostre esigenze...

CITTADELLA DELLE ARTI.
Una struttura dotata di sala di incisione cinematografica, di un laboratorio teatrale, di una scuola struttura e altro dovei ragazzi possano seguire e migliorare i loro interessi.

GIOVANI STAY TUNED!
La creazione di un ufficio dedicato ai giovani dove sarà possibile trovare informazioni e aggiornamenti sul mondo della scuola, dell’università, del lavoro per quanto riguarda borse di studio, scambi internazionali, corsi di lingua, ecc.

NON SIAMO SOLI.
Creare dei gemellaggi con i ragazzi di altri paesi italiani e stranieri per scambiarsi esperienze, punti di vista e tradizioni.

MANGIARE SANO.
Creare un punto vendita diretta di prodotti agricoli (Km0) del comune di Pontinia e dintorni aiutando cosi giovani all’inserimento nel mondo agricolo.

NON SOLO LIBRI.
Creare una postazione multimediale all’interno dei locali della biblioteca comunale con un vari computer, stampanti e l’accesso ad internet.

LIBERTA’ DI MOVIMENTO.
Potenziamento dei collegamenti tra il centro urbano e la periferia, miglioramento di quelli per le scuole superiori della provincia e per la stazione ferroviaria.

LIBERTA’ DI ESPRESSIONE.
Offrire la possibilità di usare le attrezzature tipografiche della scuola di Quartaccio ai ragazzi per progetti editoriali.

FREE INTERNET.
L’installazioni di postazioni wireless per navigare all’aperto in internet in modo gratuito negli spazi principali del territorio come le piazze, le parrocchie e i parchi.


Ma non solo. Il nostro obiettivo è tenerci informati sulle opportunità che ci vengono offerte dalla Regione Lazio e dall'Unione Europea, condividere novità e creare appuntamenti stimolanti e interessanti.
Le idee non mancano e la voglia è tanta...

Firmato : Giovani Pensieri


P.S: Stanno già lavorando per un evento fondamentale per il nostro territorio, con
la Rete dei cittadini di Pontinia e il Cantiere Creativo. Rimanete collegati e ne scoprirete delle belle!

La soglia di Pericolo. I 10 ppm che ci separano dalla linea di confine

La soglia di Pericolo, così un mini articolo di Alias di sabato 5 Dicembre 2009, intitolava il quadro allarmante che l'IPCC (Intergovernmental_Panel_on_Climate_Change) raccoglie da centinaia di climatologi di tutto il mondo.
Stima che alla fine di questo secolo, nel 2100, la temperatura sul pianeta sarà aumentata tra 1,1 e 6,4 gradi celsius rispetto alla media del periodo 1980-99. Sta a noi determinare se sarà il limite più alto o più basso dell'oscillazione: se il ritmo delle emissioni continuerà come oggi, la temperatura salirà tra i 4 e 6 gradi. Con quali effetti? Il IPCC indica diversi punti di "soglia" oltre le quali l'effetto sugli ecosistemi sarà irreversabile: lo scioglimento del permafrost nelle terre artiche, lo scioglimento della piattaforma di ghiaccio della Groenlandia, e cosi via.
Nell'insieme, l'ultima stima dell'IPCC, è che la soglia di disastro per il genere umano sta a 2 gradi centigradi. E per contenere l'aumento della temperatura entro questa soglia, sarà necessario tagliare le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra tra l'80 e il 90 % entro il 2050 rispetto all'anno di riferimento, il 1990.

La fusione artica è molto, molto più rapida del previsto, visto che i modelli prevedono il raggiungimento di 4-5 milioni di km² solo tra il 2040 e il 2050, mentre ci siamo già arrivati. La discordanza tra dati e modelli non riguarda solo il periodo post 2006-2007 (data del 4° report IPCC) , ma risale grosso modo agli anni '60.
Leggi tutto su Eco alfabeta

Quindi stiamo giocando con la nostra esistenza, giochiamo lungo la linea di confine che ci separa dal taglio di una visione oscura della nostra esistenza.
Cosa possiamo fare?
Innanzitutto acquisire informazioni, potrebbe esser scontato, ma in questo momento inizia a esser difficile, fermarci a riflettere su che cosa siamo e cosa facciamo, anche questo potrebbe rivelarsi banale, ma risulta assai complicato districarsi dalla frenesia esistenziale e poi infine agire cambiando i nostri stili di vita! Iniziamolo a rispettare questo pianeta, impariamo ad amarlo subito come lui fa con noi.

Ti presento il tuo pianeta

Una breve riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta, attraverso gli occhi di mio figlio e i ricordi del mio passato cileno. Fonte Arcoiris

mercoledì 9 dicembre 2009

Il Mondo vuole un vero accordo concreto sul clima!

Nelle prossime due settimane, i nostri leader negozieranno il più importante accordo del nostro tempo – quello che deve fermare una catastrofe climatica.

Ma mireranno in alto soltanto nella misura in cui noi domandiamo. Ecco perché sabato 12 dicembre ci riuniremo in migliaia di veglie per il clima in ogni angolo del pianeta per mandare un messaggio chiaro:
Il Mondo Vuole un Vero Accordo Concreto!


In basso puoi trovare un sito dove puoi vedere se c’è un evento vicino a te, oppure, perché non ospitarne uno? – sono semplicissimi da organizzare:

http://www.avaaz.org/it/real_deal_map

Attualmente ce ne sono solo 4 programmati nelle nostre vicinanze e sono tutti a Roma...ne vogliamo organizzare uno noi? Che ne dite?

Proposte nei commenti: avanti march!!!

[COP 15]

È cominciata il 7 dicembre 2009 la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici a Copenaghen, nel corso della quale i Paesi industrializzati dovrebbero presentare impegni concreti per la riduzione delle emissioni dei gas serra per limitare l’aumento della temperatura del mondo a due gradi centigradi.
Negli ultimi 800mila anni - secondo le ricostruzioni degli studiosi - il clima terrestre ha sempre alternato epoche di glaciazione e di surriscaldamento. L'impatto dell'uomo ha alterato l'equilibrio naturale. Nel 2009, ad esempio, siamo arrivati ad una concentrazione di CO2 parti a quasi 390 ppm (particelle per milione) contro un livello massimo naturale di 290 ppm.
La soglia critica oltre la quale assisteremo a dei rilevanti cambiamenti climatici è a 400 ppm che secondo le previsioni, raggiungeremo nei prossimi 10 anni.
Ecco perché con il trattato di Kyoto del 1997 i principali paesi del mondo avevano adottato un protocollo per le riduzioni di gas serra del 5,2% entro il 2012 (il famoso accordo 20_20_20).
Dal 1750 il diossido di carbonio nell'atmosfera e' aumentato del 38% contribuendo all'effetto serra per il 63,5%.
Avevano protocollato un accordo dove diminuzione di gas serra, Forestazione, incentivazione e produzione di energie rinnovabili erano la giusta formula per intervenire sui gravi errori che l'uomo sta commettendo dalla Rivoluzione Industriale ad oggi.
Ma siamo al secondo giorno di conferenza e il risultato è:
il Presidente della Commissione Europea José Barroso annuncia che la conferenza non porterà alla firma di un trattato, che non è stato preparato, ma si spera nella raggiunta di "un accordo sulla riduzione delle emissioni dei gas nocivi". La firma di un trattato "non è possibile, non è stato preparato, ci sono alcuni dei nostri partner che non sono preparati", avverte, riferendosi soprattutto a Stati Uniti e Cina, le cui aperture avevano suscitato numerosi entusiasmi.
I 192 Paesi che partecipano alla Conferenza Onu hanno molto da fare fino alla giornata conclusiva, il 18 dicembre, alla quale parteciperà anche il Presidente statunitense; non rimane che sperare che dai vari negoziati vengano fuori impegni concreti da parte di tutti i Paesi, per garantire la buona riuscita di questo vertice che si svolge a Copenaghen (ribattezzata per l’occasione Hopenaghen, da hope, speranza).

FOTO di : tempifrufru
Fonte del post: INFORMAZIONE LIBERA, il Fatto Quotidiano pag 10-11 del 8/12/2009

Vedi i post precedenti: Post kyoto - pre-Copenhagen, Manda Silvio a Copenhagen

venerdì 20 novembre 2009

Sgomberiamoli

Un anno fa iniziavo a scrivere su questo blog in seguito ai fatti di Aprilia. In piena notte del 18 Novembre 2008, un bliz di stampo militare sgomberava il presidio Noturbogas di Campo di Carne. A distanza di un anno i cittadini della Rete contro la Turbogas di Aprilia, organizzano un incontro dal nome: “Sgomberiamo Sorgenia!”

Questa iniziativa vedrà ancora una volta la Rete impegnata ad informare la cittadinanza sia sui progressi del percorso legale volto a scongiurare la costruzione di questo insensato e nocivo impianto industriale, sia sui danni per la salute (cancri, leucemie, scompensi tiroidei) che l’emissioni di polveri sottili e ultra-sottili della centrale inasprirà nel raggio di 30 chilometri, sia al danno economico derivante dall’eventuale entrata in funzione della centrale turbogas per l’agricoltura locale (perdita dei marchi di qualità per i prodotti locali) e per le proprietà immobiliari, che vedranno drasticamente ridursi il proprio valore.

Ad Aprilia, Sorgenia ha iniziato la cantierizzazione dell'impianto con le carte non in regola. La Rete dei cittadini contro la Turbogas si costituirà di fronte al TAR Lazio al fianco del Comune di Aprilia. Intanto sabato 21 Novembre 2009 dalle 17 alle 20 in piazza Roma, La Rete dei cittadini contro la turbogas invita a partecipare a: "Sgomberiamo Sorgenia!”

A Pontinia ancora ricorsi, il comune è contro l'ok del Ministero. La battaglia si fa infinita.
SI è tenuta ieri mattina l'ultima udienza davanti ai giudici del Tribunale Amministrativi di Latina del ricorso presentato dall'Acea contro il comune di Pontinia per il progetto della turbogas.
Ancora una volta è stato uno scontro tra avvocati e tecnici corredato da una mole di documenti per evitare al Comune un risarcimento milionario e l'installazione di un'altra servitù sul proprio territorio. L'azienda contesta il parere negativo di incompatibilità ambientale espresso dal sindaco Eligio Tombolilo e il documento di programmazione urbanistica che censisce sul territorio le imprese a rischio rilevante, ovvero che trattano materiali pericolosi e che pertanto non possono avere vicino altre industrie pericolose, come nel caso della centrale elettrica che brucerà gas naturale. «Il comune di Pontinia, - spiega il consulente Giorgio Libralato - grazie all’ottimo lavoro dei legali Carlo Bassoli e Luciano Falcone ha difeso a testa alta e con argomenti validi l’operato del sindaco, del consiglio comunale e del tavolo tecnico che ha fronteggiato alla pari procedure complesse. Con la massima serenità aspettiamo l’attesa sentenza, l’ennesima in difesa del territorio, della salute, e dell’autodeterminazione locale, sapendo che anche questo capitolo non sarà l’ultimo qualunque sia l’esito». Infatti c'è in ballo anche il ricorso al Capo dello Stato, avanzato dal Comune, contro l'approvazione dell'Aia, l'autorizzazione integrale ambientale rilasciata dal ministero dell'Ambiente nel maggio del 2009. «Dai discorsi non ufficiali – conclude Libralato - sembra che tale ricorsi saranno fissati tra breve proprio nella sede del Tar di Latina che potrebbe assistere ad un nuovo interessante argomento».
Fonte dell'articolo : Latina Oggi , blog pontinia ecologia e territorio , No turbogas Aprilia gruppo facebook

sabato 26 settembre 2009

Eppur si muove!

Dall'ultima riunione che ho potuto seguire in consiglio comunale, quella famosa dove era presente anche il presidente del Parco Nazionale del Circeo dottor Gaetano Benedetto, qualcosa inizia a muoversi e ne siamo consapevoli, visto che l'ottimo operato della Rete dei cittadini che ha presentato delle osservazioni tecniche al Ministero dell'ambiente, per spiegare con dati tecnici scientifici ambientali, il motivo della nostra contrarietà.
La Regione Lazio nella figura di Giuseppe Parroncini, il neo assessore all’energia:
dice "no" alla turbogas di Pontinia. Le elezioni si avvicinano...

l'articolo sorto sul portale di studio93 ci spiega che in vista delle elezioni Regionali per il prossimo Marzo 2010 e in seguito della visita romana del nostro primo cittadino Tombolillo presso il Consiglio Regionale; La Regione Lazio ha espresso un giudizio negativo alla realizzazione della centrale considerando l’impianto una servitù sul territorio che non trova alcuna giustificazione.
Le valutazioni e le obiezioni di carattere ambientale, sociale ed economico, rappresentate dal Comune di Pontina, sono state del tutto condivise.

lunedì 7 settembre 2009

Entro ottobre il parere definitivo sulla turbogas

Parco nazionale e pericoli geologici,
gli assi nella manica contro la centrale


ENTRO una settimana il Comune di Pontinia dovrà formalizzare nero su bianco obiezioni
e pareri contro il progetto della centrale turbogas di Pontinia. È quanto emerso nel corso
della seduta della commissione ministeriale per la Valutazione ambientale durante la quale l’amministrazione comunale (rappresentata dal sindaco Eligio Tombolillo, dal geologo Alessandro Alessandro Carlomagno e da Giorgio Libralato) ha è espresso soltanto verbalmente le proprie posizione.
Anche la Provincia entro lo stesso termine dovrà formalizzare i propri pareri in merito ai progetti delle centrali a turbogas e a biomasse. Il tutto per arrivare entro 30 giorni al parere definitivo. Il Ministero dello sviluppo economico attende l'esito di tale valutazione per riprendere la conferenza unificata che, dopo la riunione del 9 aprile, non è più stata riconvocata, proprio per l'incertezza ambientale. Grande assente, ancora una volta la Regione Lazio. Dal canto suo invece la società che ha proposto il progetto ha ribadito la propria posizione e le approvazioni di Via
e Aia del progetto.
«La posizione del comune di Pontinia - scrive Giorgio Libralato nel suo blog Pontinia Ecologia e Territorio - è uscita notevolmente rafforzata dall'intervento opportuno e preciso del presidente del Parco nazionale del Circeo, dottor Gaetano Benedetto che ha evidenziato gli errori, le mancanze, le infrazioni alle procedure commesse nella redazione di Via a proposito dello stesso
parco nazionale del Circeo, a cominciare proprio dalla distanza del Parco dalla centrale ». Altrettanto decisiva potrebbero rivelarsi le relazioni, gli studi e le ricerche del geologo Alessandro Carlomagno.
Uno di questi studi, dell'università Roma 3, riporta le immagini fotografiche dell'apertura del
terreno di circa 50 centimetri di larghezza per una lunghezza di qualche centinaio di metri che
attraversa proprio il terreno circostante i Gricilli, cioè dove dovrebbero essere ubicati elettrodotto e metanodotto. «Lo stesso tipo di frattura terrestre - spiega Libralato - ha originato
il disastro di aprile con il terremoto de L'Aquila. Il relatore della commissione VIA, si è reso conto della probabilità che un'eventuale frattura in corrispondenza delle fondazioni potrebbe far inclinare e crollare fondazioni e pali dell'elettrodotto.
Del metanodotto nonostante le ripetute e richieste del comune di Pontinia circa le osservazioni nessuna risposta.
Come se il problema è stato sottovalutato o addirittura non studiato».
Fonte : Latina Oggi: autore dell'articolo: D. R.

Aggiornamenti Turbogas

Dal blog Pontinia Ecologia gli ultimi aggiornamenti sulla situazione Turbogas a Pontinia:

Turbogas aggiornamento alla prossima settimana

il Parco del Circeo chiede revisione VIA turbogas

martedì 1 settembre 2009

PM10 ti tengo d´occhio

Le polveri sottili in atmosfera sono importanti inquinanti che causano gravi effetti sulla salute, per questo è importante tenerlo sotto controllo. Ed è per questo che dal 1 gennaio 2006 Legambiente stila, con la campagna di monitoraggio "PM10 ti tengo d´occhio", la classifica dei principali capoluoghi italiani con il più alto livello concentrazioni delle polveri sottili, stilata in base ai dati raccolti attraverso la consultazione dei siti internet di Comuni, Province, Regioni e Arpa.
Nella mappa interattiva, elaborata in collaborazione con il portale lamiaaria.it, è possibile vedere, a dettaglio regionale, i risultati dei superamenti dei limiti di legge nelle città per le quali sono disponibili dati su internet.
Di seguito, la classifica dei capoluoghi di provincia più inquinati da PM10.

domenica 30 agosto 2009

Transition town senza petrolio ecco gli eco-sognatori italiani

Il movimento, di origine britannica, prende piede nel nostro Paese.
Monteveglio (Bologna), è la prima realtà riconosciuta dalla rete internazionale.
Gruppi di acquisto energetico, cibi a chilometro zero, orti pigri e monete locali
di STEFANIA PARMEGGIANI

ROMA
- Chiudete gli occhi e immaginate un mondo senza petrolio, dove l'energia è pulita, gli orti producono tutta la verdura di cui si ha bisogno e i supermercati vendono solo cibi a zero chilometri (cioè, prodotti in zona). Poi riapriteli e guardate meglio: un mondo del genere esiste già, è ancora piccolo e imperfetto, ma sta muovendo i primi passi.

Monteveglio, cinquemila anime in provincia di Bologna, è la prima città italiana di transizione.
I suoi abitanti si stanno facendo contagiare da un gruppo di eco-sognatori che hanno aderito a "Transition town", movimento nato in Irlanda nel 2005 e definito dal Guardian "un esperimento sociale su vasta scala". Oggi in Europa, Giappone, Usa, Canada, Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda vivono persone che perseguono lo stesso obiettivo: convertire i centri abitati a un'esistenza ecologica che possa fare a meno del petrolio e dei suoi derivati.
Tengono il conto dei barili di greggio estratti, sono certi che la decrescita economica ed energetica sia inevitabile, ma la vedono come un'opportunità. Non alzano la voce e non organizzano azioni dimostrative. Svuotano il mare con un secchiello.

A Monteveglio si praticano quei piccoli accorgimenti che possono migliorare la qualità della vita rispettando l'ambiente: orti in condivisione tra chi ha la terra e chi solo un terrazzo, patate in sacchi di juta per chi non ha spazio, giardini archeologici per specie ormai dimenticate. Chi non ha tempo o voglia di zappare sceglie l'agricoltura sinergica, suda all'inizio e poi guarda crescere, quasi da solo, il suo "orto pigro".

Sono decine le famiglie che aspirando all'autosufficienza alimentare riescono ad evitare i supermercati almeno per frutta e verdura. Altre si uniscono in gruppi di acquisto energetico e installano pannelli solari o impianti fotovoltaici. La vecchia tazza sbeccata, invece di essere buttata, viene affidata al mercatino del riuso che mette in contatto chi cerca e chi offre. L'euro esiste ancora, ma non sarà il solo denaro a circolare: presto potrebbe arrivare anche una moneta locale.

Cristiano Bottone, rappresentante del movimento, spiega che il contagio ecologista, partendo dal basso ha finito con il bussare in municipio:
"Gli amministratori stanno lavorando a un piano di riorganizzazione energetica dell'intero paese. Stanno raccogliendo dati per capire quali sono i giorni, le ore e le strade in cui la dispersione è maggiore. Partiranno da lì per ridurre i consumi".

Tra i contagiati una fattoria biologica:
"Il proprietario sta pensando di trasformarla in una realtà libera dai combustibili fossili".

Lentamente, passo dopo passo, in paese si sta diffondendo l'idea che si può vivere in un mondo più pulito. Basta darsi da fare.

Gli eco-sognatori di Monteveglio si sono innamorati di una filosofia nata a Kinsale in Irlanda dove insegnava Rob Hopkins, docente universitario e fondatore del movimento.
Da qui l'idea di zone franche, sempre più oil free, è migrata gettando i semi al di là dell'Oceano.


Ad esempio a Sandpoint, cittadina dell'Idaho che ha dato i natali a Sarah Palin, la ex candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Mentre lei, in Alaska, faceva infuriare gli animalisti con una foto in cui la si vedeva accanto a un'alce abbattuta, i suoi
concittadini coltivavano l'orto in cooperativa e si garantivano un'autosufficienza vegetale e biologica. A Bell, in Australia, i residenti si sono messi in testa di acquistare forni a legna e dicono che a guadagnarci non è solo l'ambiente, ma anche il sapore del pane. A Totnes, cittadina inglese nota negli anni '60 come meta hippy, abitano ancora oggi diverse comunità alternative che, insieme a cittadini più tradizionalisti ma comunque ecologisti, cercano di vivere senza combustibili fossili. Hanno cominciato con l'installare su ogni tetto dei pannelli solari e sono arrivati a introdurre una moneta, la Totnes Pound, che serve per acquistare prodotti rigorosamente locali.

"Totnes è diventata la mia seconda città - spiega Ellen Bermann, presidente del movimento in Italia -, ma anche da noi la transizione sta prendendo piede. Abbiamo meno di un anno, ma in questi mesi siamo cresciuti: sempre più persone visitano il nostro sito, partecipano agli incontri, s'inventano nuove pratiche oppure promuovono quelle avviate da realtà diverse, ma con i medesimi obiettivi".

Molti dei transition townies - così si chiamano gli aderenti al movimento - sono iscritti ai Gas, gruppi di acquisto solidale, alle Banche del tempo e ad altre iniziative che considerano in sintonia con il proprio modo di vivere il presente e progettare il futuro. Tra di loro anche Jacopo Fo che, nella sua libera università di Alcatraz, ha ospitato uno dei primi incontri
di transizione .
D'altronde il padre Nobel si era già immaginato nel libro "L'apocalisse rimandata - ovvero benvenuta catastrofe" una società orfana del petrolio. Lo scambio d'informazioni - sono attivissimi su Internet con un sito wiki, cioè collaborativo - è infatti il primo passo per cambiare le comunità in cui si vive.

Per ora l'unica realtà italiana riconosciuta dalla rete internazionale è Monteveglio, ma gruppi guida sono nati a Granarolo, L'Aquila, Lucca e, ultimo in ordine di fondazione, Carimate in provincia di Bolzano.
Altri si stanno organizzando in decine di comuni italiani tra cui Ferrara, Firenze, Mantova, Perugia, Reggio Emilia, Bologna, Bari e anche Palermo, Torino e Roma perché la "Transition town" non è una filosofia adatta solo a piccoli centri. Un esempio? Il quartiere di
Brixton a Londra e l'intera città di Bristol.

sabato 29 agosto 2009

Premio nazionale dei Comuni a 5 stelle 2009

COMUNICATO STAMPA dell’Associazione dei Comuni Virtuosi

Con la presente comunicazione è ufficialmente aperto il bando per la terza edizione del Premio nazionale dei Comuni a 5 stelle, promosso dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, in collaborazione con il Movimento per la Decrescita Felice e Città del Bio, e il patrocinio di diverse reti di enti locali.

Giovedì 10 settembre (ore 11.00) si terrà presso la sede del settimanale “CARTA”, la presentazione alla stampa Premio.
Lavorare alla nascita di un premio sulle buone prassi amministrative che valorizzi gli enti locali impegnati nella riduzione complessiva della propria impronta ecologica, è l’obiettivo che muove fin dalla nascita gli amministratori dei Comuni Virtuosi, quale punto di riferimento per la diffusione di politiche e scelte quotidiane orientate a diminuire l’impatto ambientale delle pubbliche amministrazioni e, più in generale, delle comunità locali.

Al premio, giunto quest’anno alla sua terza edizione, possono concorrere tutti gli enti locali che abbiano avviato politiche (azioni, iniziative, progetti caratterizzati da concretezza ed una verificabile diminuzione dell’impronta ecologica) di sensibilizzazione e di sostegno alle “buone pratiche locali” con particolare riferimento alle seguenti categorie:
  • - gestione del territorio (Opzione cementificazione zero, recupero aree dismesse, progettazione partecipata, bioedilizia, ecc.);
  • - impronta ecologica della “macchina comunale” (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, ecc.);
  • - rifiuti (raccolta differenziata porta a porta spinta, progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso);
  • - mobilità sostenibile (car-sharing, car-pooling, traporto pubblico integrato, piedibus, biocombustibili, ecc.);
  • - nuovi stili di vita (progetti per stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili, quali: filiera orta, disimballo dei territori;
  • - diffusione commercio equo e solidale, autoproduzione, finanza etica, ecc.).

Una giuria composta da tecnici e personalità del mondo universitario e scientifico, stilerà una graduatoria finale indicando le progettualità ed esperienze più significative. Il termine per la presentazione dei progetti è fissato per il 25 ottobre. La cerimonia di premiazione avverrà presso il Comune di Camigliano (CE) sabato 21 novembre. Il Comune vincitore riceverà una consulenza gratuita per l’attivazione di un progetto pilota a livello nazionale di mobilità dolce. Un modo concreto per favorire una riduzione dell’inquinamento atmosferico e una maggiore qualità della vita della comunità locale.

Saranno presenti alla conferenza stampa:
Gianluca Fioretti - Sindaco di Monsano (AN) e Presidente Associazione dei Comuni Virtuosi
Marco Boschini – Assessore di Colorno (PR) e Coordinatore Comuni Virtuosi
Ignazio Garau – Città del Bio


La segreteria organizzativa
Associazione dei Comuni Virtuosi
P.zza Matteotti, 17 – 60030 Monsano (AN)
Tel. 3346535965 – info@comunivirtuosi.org
www.comunivirtuosi.org

venerdì 28 agosto 2009

Scorie nucleari invisibili

Scorie nucleari spostate da Scanzano a a Borgo Sabotino

Il sito dove sono state collocate le scorie, secondo la denuncia riportata dopo il salto, è quello della ex- centrale nucleare di Sabotino, in provincia di Latina, il cui reattore fu spento circa 22 anni fa. Da allora, però, come denuncia Greenpeace, i problemi non sono finiti, perché, sebbene il carburante nucleare sia stato allontanato, sono però restati altri agenti inquinanti come la grafite o i fanghi della piscina di raffreddamento ancora contaminati.

Più volte su ecoblog hanno affrontato il problema delle scorie nucleari e hanno anche detto che se il Governo si è dato sei mesi di tempo per individuare i siti dove costruire le prossime centrali nucleari non ha però reso noto dove saranno poi depositate le scorie.

I primi cittadini a reagire sono stati quelli di Terracina:

Scorie nucelari da Scanzano a Sabotino senza informare la gente I cittadini di Terracina sono delusi e amareggiati: qualcuno ha deciso che sul loro territorio devono essere conservate le scorie nucleari che arrivano da Scanzano. Per ora non c’è un comitato di cittadini ma solo un gruppo di persone che è venuto a conoscenza della presenza delle scorie in maniera accidentale in quanto nessun organo di stampa, ne gli amministratori e gli enti locali, li hanno informati, così come non sono stati informati se è necessario prendere precauzioni e di che genere, a tutela della salute pubblica.


RICHARD HEINBERG: " LA CRESCITA MONDIALE HA RAGGIUNTO IL LIMITE"

Un anno dopo il picco petrolifero. Intervista a Richard Heinberg

Un anno fa, il barile di petrolio raggiungeva il prezzo record di 147 dollari. Il mondo intero si volse allora verso l'Arabia Saudita – tradizionale produttore supplementare – chiedendole di aumentare la produzione per rispondere alla domanda, stabilizzando i prezzi. Ma il regno non ne fu capace, dato che i suoi pozzi si prosciugano. Questo fatto segna la fine di un'epoca. Come in una spirale drammatica, la presa di coscienza che la crescita economica sarebbe ormai limitata a causa della scarsità dell'energia fossile, ha fatto crollare gli investimenti, la domanda di petrolio e il suo prezzo.
Richard Heinberg, autore affermato per i suoi lavori sulla diminuzione delle risorse, esamina questo fatto storico, le sue conseguenze per l'attività umana e le prospettive per il futuro, in un'intervista esclusiva concessa al Réseau Voltaire.


Réseau Voltaire: Secondo la maggior parte dei media bisogna cercare l'origine della crisi finanziaria all'interno del sistema finanziario. Questa spiegazione vi soddisfa, oppure, come avete suggerito in modo premonitore in La festa è finita, anche la mancanza di fiducia nella ripresa della crescita, basandosi quest'ultima su una produzione di petrolio a buon mercato, sarebbe un fattore essenziale?

Richard Heinberg: Nel 2008 abbiamo avuto la più importante impennata dei prezzi dell'energia mai conosciuta. Storicamente, le impennate del prezzo dell'energia hanno sempre portato a una recessione. Da quel momento, era sensato prevedere una grave recessione per il primo trimestre del 2008. In realtà, la recessione è cominciata prima e si è rivelata essere più profonda e persistente di qualsiasi altra recessione degli ultimi decenni. Questo deriva dal fatto che un crac finanziario era diventato più o meno inevitabile per via della miriade di bolle nell'immobiliare e nei mercati finanziari.

L'impatto della crisi sull'industria aeronautica e sui costruttori di automobili e mezzi pesanti, è ampiamente dovuta ai prezzi dell'energia. Il crollo dei valori immobiliari e l'aumento del numero di ipoteche non sono poi così legati al petrolio.

Tuttavia, a un livello di analisi avanzato, l'aspirazione della nostra società a una crescita economica perpetua si basa sull'ipotesi che avremo sempre a disposizione quantità crescenti d'energia a basso costo per alimentare le macchine di produzione e distribuzione. Quest'aspirazione alla crescita si è istituzionalizzata attraverso livelli di debito e supervalutazione crescenti. Ecco come, quando le quantità d'energia disponibili hanno cominciato a stagnare o a declinare, il castello di carta del mondo finanziario è completamente crollato.

Purtroppo i dirigenti di tutto il mondo continuano a non capire la crisi. Sostengono che ha un'origine solo economica; sostengono anche che è transitoria. Credono che, se sosteniamo sufficientemente le banche, la crescita economica tornerà positiva e tutto andrà bene. In realtà, non si può far funzionare il sistema finanziario moderno in un mondo in cui le risorse energetiche diminuiscono. Abbiamo bisogno di un'economia che possa provvedere ai bisogni primari dell'umanità senza aumentare il ritmo della consumazione delle risorse. Per fare tutto ciò sarà necessaria la creazione di sistemi monetari e istituzioni finanziarie basate su cose diverse dal debito, gli interessi e la cartolarizzazione.

Réseau Voltaire: Pensa che la speculazione sui mercati dell'energia accelererà nonostante l'episodio dello scorso anno? E se così fosse, quale sarebbe secondo lei la migliore soluzione affinché il serpente non si morda più la coda?

Richard Heinberg: In tempi di combustibili fossili a basso costo, la speculazione dei contratti a termine dell'energia, è inefficace nello sforzo collettivo di adattamento ai cali caotici dei mercati. Senza la creazione di controlli dei contratti a termine, non eviteremo le differenze sempre più grandi tra i costi degli idrocarburi: l'abbiamo visto negli ultimi diciotto mesi. Quando il prezzo degli idrocarburi vola alle stelle, l'economia è duramente colpita. Quando il prezzo crolla, gli investimenti nella produzione d'energia vengono trascurati.

L'OPEC si è sforzata di aiutare ad ammortizzare le differenze di prezzo aumentando o diminuendo la produzione e di mantenere così il prezzo del barile più stabile di quanto non sarebbe stato senza il suo intervento. Ma l'OPEC sta perdendo la capacità, già limitata, di agire in questo modo, poiché tutte le nazioni che riunisce vedono la propria produzione diminuire e hanno una minima o nessuna capacità di produzione supplementare. L'Arabia Saudita è l'unico produttore supplementare importante, e da solo, uno Stato non può più equilibrare i tassi di tutto il mondo ancora a lungo.

L'unica soluzione valida è quella di un accordo internazionale per il razionamento della produzione e della consumazione, come ho proposto nel mio The Oil Depletion Protocol.

Réseau Voltaire: Che ne pensa del numero crescente di scienziati che rimettono in discussione la responsabilità dell'Uomo nel cambiamento climatico? All'interno dell'ASPO (Associazione per lo studio del picco del petrolio, del gas e delle materie prime) qualcuno, come Jean Laherre, è abbastanza scettico...

Richard Heinberg: Non penso che il numero degli scienziati che rimettono in questione la responsabilità umana nel riscaldamento climatico aumenti; anzi, secondo me succede proprio il contrario. Sì, lo so che Jean Laherre, che stimo molto, ha sollevato molte questioni in proposito. Come geologo, la sua riflessione si snoda in milioni di anni, e effettivamente, il clima della Terra è assai variabile su scale di tempo di questo tipo. Ecco perché posso capire che possa chiedersi se, ciò che constatiamo oggi, sia dovuto o meno a processi climatici che derivano da modificazioni delle radiazioni solari, dall'eccentricità dell'orbita terrestre (i famosi parametri di Milankovitch) e delle correnti oceaniche. Tuttavia, i climatologi sono andati ancora più lontani sugli effetti possibili di cause diverse dal carbone e sono giunti alla conclusione che non potevano, da soli, spiegare l'attuale riscaldamento climatico.

In sostanza, mi schiero con la maggior parte dei climatologi, che sostengono che noi umani esercitiamo una pressione su un sistema instabile per natura (l'atmosfera, il clima) e che lo spingiamo al punto di rottura gettandovi ulteriori enormi quantità di gas effetto serra.

Réseau Voltaire: Cosa vi ispira quest'ipotesi: il progetto internazionale della borsa del carbonio non sarebbe altro che un modo, per l'élite finanziaria, di tenersi a galla, e per i paesi ricchi finanziariamente ma poveri in risorse naturali quello di arrogarsi il diritto di consumare le riserve ancora disponibili di combustibili fossili in cambio di denaro, privando nel frattempo gli Stati poveri finanziariamente ma ricchi di risorse del loro diritto allo sviluppo. In altri termini, il problema di fondo non è “Consumeremo le ultime riserve di idrocarburi?” (senza dubbio questo avverrà, a meno di non affidarsi più alla crescita economica), ma bensì “Chi le consumerà?”.

Richard Heinberg: Per quanto riguarda i programmi internazionali di borsa del carbonio, sono diffidente per diversi motivi, tra cui il fatto che produrranno la creazione di un enorme mercato di contratti derivati che avrà bisogno di una dura regolamentazione, se vogliamo evitare le bolle e i crac finanziari di grandi dimensioni. Mettere un limite alle emissioni di carbonio è necessario, ma forse esistono modi migliori per instaurare queste limitazioni, invece di creare nuovi tipi di prodotti derivati. Ciò che potrebbe funzionare è, per esempio, un sistema di razionamento che riguardi tutti i cittadini, come le percentuali di emissioni di carbonio (TEQ, Tradeable Energy Quotas).

Una volta arrivata la fine degli idrocarburi, questi saranno usati solo da chi potrà comprarli. A volte, questo succede indirettamente: per produrre e esportare le proprie merci a basso costo, la Cina brucia il carbone per conto dell'America del Nord e dell'Europa.

In ogni caso, lo sviluppo basato sulla consumazione di combustibili fossili non è più una strada verso la ricchezza e la sicurezza, come fu all'inizio del ventesimo secolo. Oggi è diventato una trappola. Crea solo una dipendenza da risorse sempre più rare e costose. L'economia dei paesi poveri andrà molto meglio, se riusciranno a tenersi lontani da questo tranello.

Mi rendo conto che è più facile dire la sua per un giornalista che per un capo di Stato i cui cittadini si vedono rifiutati i profitti dell'era moderna. Eppure, è una delle dure realtà di questo secolo ancora giovane.

Réseau Voltaire: Quale dovrebbe essere la priorità di una decisione ufficiale? Prepararsi alla crisi energetica o al cambiamento climatico?

Richard Heinberg: Sotto diversi aspetti, le soluzioni ai due problemi sono le stesse: ridurre la dipendenza dalle energie fossili e aumentare la produzione di energie alternative.

Nonostante tutto, alcune proposte per risolvere la crisi climatica sono assurde rispetto ai limiti di approvvigionamento in combustibili fossili. Prendiamo l'esempio del recupero e dello stoccaggio del carbonio emesso dalle centrali termoelettriche che funzionano a carbone. È un progetto che avrà bisogno di investimenti enormi e di alcuni decenni per essere sviluppato; nel frattempo, il prezzo del carbone salirà alle stelle; è un aspetto del problema che non è stato molto preso in considerazione nei preventivi di questo “carbone pulito”. A priori, mancano solo una ventina d'anni al picco della produzione mondiale di carbone, come spiego nel mio ultimo libro, Blackout. Sarebbe quindi più sensato investire capitali più moderati per sviluppare la produzione di energie rinnovabili, invece di creare un'infrastruttura ampia e costosa desinata a mantenere una consumazione ininterrotta di un combustibile sempre più limitato, con un costo sempre più alto e che emette grandi quantità di carbonio.

Réseau Voltaire: Prevede un aumento del numero dei conflitti intorno alle risorse energetiche? E se sì, come lo spiega?

Richard Heinberg: C'è da aspettarselo. Gli uomini si sono sempre battuti per le risorse essenziali. Oggi, mentre le risorse energetiche di idrocarburi che hanno sostenuto la società moderna diventano rare e costose, si può prevedere che il numero di conflitti per queste risorse aumenti. Sapendo ciò, i leader politici a livello nazionale devono prevedere i luoghi dove potrebbero scoppiare questi conflitti e cercare di evitarli. Innanzitutto, il solo modo per riuscirci è di evitare la competizione per l'accesso a queste risorse, diminuendo la dipendenza laddove è possibile (alcune risorse, come l'acqua, sono indispensabili) e perfezionando gli accordi sulla limitazione della produzione e della consumazione di energie fossili con l'aiuto di protocolli concordati di gestione della scarsità di materie.

Certo, per fare ciò sarà necessario un cambiamento radicale delle posizioni dei capi di Stato. Al momento si interessano solo alla questione del vantaggio della competitività; insomma, cercano soprattutto a uscire vittoriosi dai conflitti energetici, invece di evitarli. Questo modo di pensare diventa sempre più pericoloso man mano che la popolazione cresce e le risorse diminuiscono.

Réseau Voltaire: Secondo lei, che ruolo gioca l'aumento dei prezzi delle energie fossili, dei fertilizzanti e dei pesticidi nella crisi alimentare attuale?

Richard Heinebrg: A prima vista, alcuni aspetti della crisi alimentare non sembrano direttamente legati alla dipendenza dalle energie fossili. Ad esempio, le carenze d'acqua si moltiplicano per via dell'irrigazione; eppure, la maggior parte delle volte, sono la conseguenza del cambiamento climatico, a sua volta dovuto alle emissioni di carbonio derivate dai combustibili fossili. C'è poi l'erosione del suolo, molto spesso causata dai metodi moderni di produzione agricola intensiva, che implicano l'uso di trattori e altri macchinari agricoli che funzionano a gasolio. L'uniformità genetica dei semi costituisce un altro fattore: le piante diventano sempre più vulnerabili ai parassiti, e hanno quindi bisogno di molti più pesticidi contenenti idrocarburi. Se seguiamo le catene della causalità che portano a queste diverse minacce al nostro sistema alimentare, hanno quasi tutte la stessa origine.

In generale, il nostro sistema alimentare moderno, basato sulla consumazione di energie fossili, soffre di una grave vulnerabilità a diversi livelli, e l'origine di questa vulnerabilità si trova innanzitutto nella nostra dipendenza da queste energie. L'inevitabile riduzione del rifornimento di carburante per i trattori sarà nefasto per gli agricoltori; inoltre, i composti chimici usati per l'agricoltura saranno sempre più cari. Gli alti costi del petrolio renderanno sempre più oneroso lo scambio a grande distanza di prodotti alimentari. Il cambiamento climatico e la siccità diminuiranno le capacità di rendimento delle semenze.

Ci troviamo di fronte a una crisi alimentare completamente prevedibile, le cui cause sono evidenti: dobbiamo cominciare la riforma di TUTTO il nostro sistema alimentare, in modo da ridurre la nostra dipendenza dalle energie fossili.

Réseau Voltaire: Potrebbe spiegarci in poche parole quali sono gli obiettivi del lavoro che voi e i vostri colleghi state facendo al Post Carbon Institute (Istituto del Dopo Carbonio) e che impatto ha avuto fino ad oggi?

Richard Heinberg: Al momento riuniamo un gruppo cospicuo di ricercatori che condividono la stessa visione della crisi mondiale e che mostrano un interesse nel lavorare in collaborazione con i programmi di educazione. Pensiamo di star vivendo un momento storico che impone di ripensare i nostri postulati in merito alla crescita economica, la consumazione di energia, il sistema alimentare, il cambiamento climatico e la demografia; questioni che si intrecciano ma che vengono raramente trattate dai leader politici.

Allo stesso tempo, il Post Carbon Institute lavora in stretta collaborazione con le Iniziative di Transizione (Transition Initiatives, transitiontowns.org) : una rete di comunità cittadine che promuove l'economia del post-petrolio. Finché le riforme politiche necessarie non saranno immaginate, adottate, sperimentate e promosse dagli individui e le comunità, i capi di Stato continueranno a trascinare i piedi.

Pensiamo che la crisi economica attuale costituisca una svolta fondamentale nella nostra storia. L'economia mondiale ha incontestabilmente raggiunto i suoi limiti di crescita. Adesso tutto dipende dalla nostra volontà a collaborare e ad adattarci a questi limiti.

Condividiamo l'idea che in definitiva è possibile una vita migliore senza energie fossili e senza crescita continua a livello demografico e di consumazione. Ma la transizione tra il paradigma attuale di una crescita basata sui combustibili fossili, e quello di una società stabile basata sulle energie alternative, ha buone possibilità di essere una parentesi difficile. L'umanità ci riuscirà, in un modo o nell'altro: la diminuzione delle risorse ne è la garanzia. Ciò che speriamo è semplicemente di rendere questa transizione più facile, equa e sopportabile per tutti coloro che ne saranno toccati.

Fonte: www.voltairenet.org

Traduzione a cura di MARINA GERENZANI per www.comedonchisciotte.org