sabato 28 febbraio 2009

La centrale solare più grande d'Italia

Forse tra le ultime notizie, questa è la più logica secondo l'anno 2009 che corre davanti ai nostri occhi. Una visione storiografica lecita e corretta secondo le innovazioni tecnologiche che oggi sono in atto :
Zaratti: "A Montalto la centrale solare più grande d'Italia"

26/02/09 - E’ la centrale solare più grande d’Italia quella che sorge a Montalto di Castro, inaugurata oggi con l’avvio del cantiere dall’assessore all’Ambiente Filiberto Zaratti.

“Con la partenza del cantiere dell’impianto inauguriamo la centrale solare più grande d’Italia – ha detto l’assessore Zaratti. Non solo, ma in questa area dell’alto Lazio, che diventerà un polo di eccellenza per la produzione energetica da fonti rinnovabili, stiamo valutando molti progetti, sia eolici che fotovoltaici per centinaia di megawatt”.
“L’impianto che avviamo oggi – ha spiegato Zaratti - ha una potenza di 24 MWp, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di oltre 15.000 famiglie, evitando l’emissione di 22.000 tonnellate di CO2 l’anno.
Una delle cose più importanti è che questo impianto sarà operativo già a novembre, producendo energia pulita senza alcun costo aggiuntivo per i cittadini. L’esatto contrario delle centrali nucleari.
“Oggi nel Lazio – ha concluso Zaratti - sono in costruzione impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili per 150 MW e contiamo di arrivare entro il 2010 a 600 MW.
Un’ importante ricaduta occupazionale per la Regione e un decisivo impulso per le piccole e medie imprese, i veri attori di queste tecnologie pulite”.

Forse darà fastidio a qualcuno quello che sto per dire, ma è necessario farlo. Sicuramente questa è una delle soluzioni più giuste a livello ecologico e di rispetto dell'ambiente e della salute delle persone che vivono nell'ambiente, ma continuare a costruire non è la strada appropriata per quello che ci prospetta il futuro, così come lo abbiamo deciso e impostato noi fino ad ora.
Si, ok, le energie rinnovabili devono diventare il nostro nuovo futuro,
ma prima iniziamo ad attuare vere e concrete pratiche di
RISPARMIO ENERGETICO
, in modo tale che la richiesta di energia si abbassi e la necessità di produrne nuova svanisca, (forse) per...sempre!

Una nuova tendenza: L'autoproduzione, commento aperto sull'articolo

Pontinia, la nuova tendenza L’orto in casa per risparmiare
ANCHE a Pontinia si è diffusa la mania di tornare a coltivare il piccolo orto di casa per rispondere ai continui aumenti dei prezzi di frutta e verdura diventati insostenibili. Contro la crisi che falcidia pensioni e stipendi, la gente torna al «fai da te» dedicandosi a coltivare basilico, pomodori e insalata sul terrazzo o nel giardino quando non è possibile disporre di altro terreno. Si tratta di una mania sbarcata in Italia da oltreoceano dove gli orti casalinghi sono diventati un fenomeno popolare. Come rileva uno studio della Coldiretti, in Gran Bretagna 100mila persone sono in lista d'attesa per ottenere piccoli appezzamenti da coltivare spesso nel centro delle città.
Anche in Italia, è in atto un processo d'inversione rispetto ai grandi centri commerciali a favore dei piccoli negozi e della vendita diretta dei prodotti agricoli. Sempre secondo la Coldiretti, quattro italiani su dieci si dedicano alla cura dei frutti della terra da offrire a familiari e amici.
Un interesse che coinvolge anche i giovani tra i 25 e 35 anni ed aumenta con l'età fino a raggiungere quasi la metà degli over 65. Insomma l'orto-mania è un fenomeno positivo anche per la salute determinando, oltre al benessere psicofisico, un maggior consumo di prodotti indispensabili per una corretta dieta.

Questo articolo di A.Subiaco tratto dal quotidiano LatinaOggi del 26 Febbraio 2009 ci proietta nella dimensione di un tempo, dove il concetto di "autoproduzione" era all'ordine del giorno nelle case rurali che abitavano le campagne pontine.
Pontinia è un paese nato e cresciuto sotto un profilo strettamente agricolo, ha basato la sua economia sull'agricoltura e l'indotto che ne consegue.
Nell'animo di questa comunità c'è l'aspetto della cura dell'orto come fonte di autoproduzione dei beni alimentari.
Nell'articolo viene descritto questo atteggiamento come una mania, io non la vedo sotto questa ottica, ma bensì: un riconoscersi, un attuare un processo di Decrescita, contrastando il sistema espansivo - consumistico che in questi ultimi 50 anni ha prepotentemente influito su tutto, in stretta collaborazione con la pubblicità.
Sentire e vedere che ci sono questi atteggiamenti di contrasto, di cambiamento e di sopravvivenza autonoma mi rende felice; E così deve rendersi, un atteggiamento che parte dalla nostra coscienza, altrimenti non può esser vissuta come un innovazione, un qualcosa di nuovo con degli elementi del passato. Non è un azzerare tutto e tornare indietro, ma è un andare avanti con nuove innovazioni ma con principi base del passato. Riportando l'esempio che ci ha fornito Maurizio Pallante lo scorso giovedì a Roma nel CONVEGNO:

LA STRATEGIA DELLA LUMACA

..."Attualmente noi siamo soggetti ad affrontare questo periodo di Recessione come una Dieta obbligatoria"...
Dieta impostataci da fonti strettamente estranee alla nostra persona, voluta e ottenuta da quei ricconi, magnati del potere che agiscono sulle nostre coscienze come se stessero ordinando-archiviando un gigante database di numeri e codici.
Noi non dobbiamo essere Numeri e nemmeno essere codificati.
A differenza c'è una scelta consapevole (la decrescita di cui parlavamo) che se la dieta la organizzo con le mie capacità, pensando che devo mangiare nel giusto metro di misura, con una dovuta qualità da apportare elementi nutritivi giusti, io posso anche volere una dieta permanente che mi permetta di continuare a fare la mia vita, però con il valore aggiunto di non finire, terminare o eliminare quelle proprietà che ho usato.

Tornando all' articolo si parla di : ..."processo d'inversione rispetto ai grandi centri commerciali a favore dei piccoli negozi e della vendita diretta dei prodotti agricoli"... Bene mi fa piacere che un giornalista si sia dedicato alla ricerca di questi dati, in effetti da quello che ho recepito nel Convegno
(la strategia della Lumaca), i supermercati stanno concentrando nelle loro mani il potere di non permetterti più di scegliere, rendendoti sempre più distante dal contatto con la natura. Questi due principi integrandosi tra di loro ci portano ad una dipendenza sempre più difficile da gestire verso i prodotti intesi come Merci di vendita e non Beni di primaria necessità.
Al supermercato si compera: pacchetti, parcellizzazioni di patate o finocchi, zucche inscatolate in plastiche rigide, frutta ingabbiata in retine multimateriale, passate di Ex-pomodori superAdditivate. La differenza con la vendita a dettaglio diretta dal contadino che l'ha prodotta è grande. E' una pratica che bisogna riacquisire. Per questo mi chiedo il centro commerciale che vogliono a tutti i costi fare alla Ex-Miralanza, ma per chi lo fanno?

martedì 24 febbraio 2009

IL CAMBIAMENTO

Prima di iniziare a scrivere mi chiedo sempre, cosa sto facendo?
A cosa serve questo blog?
Qui a Pontinia chi affronta il problema della costruzione della centrale Turbogas e della centrale Biomasse sono: il Sindaco, la Rete dei cittadini di Pontinia con a capo Paolo Cima che fino a poco tempo fa portava avanti il blog con il suo nome e poi c'è Giorgio Libralato che lavora con il suo blog Pontinia ecologia e territorio, la quale penso sia anche un' associazione. Entrambi hanno capacità tecniche, giuridiche e scientifiche, quando parlano di Turbogas, biomasse e inceneritori sanno cosa dicono, perché alle spalle hanno uno studio approfondito su queste tematiche. Infatti possiamo ricordare i vari comunicati che si trovano sui quotidiani locali, le varie osservazioni-contestazioni ai progetti che hanno redatto e indirizzato agli enti pubblici che lavorano in materia, i vari atti "burocratici" che servono per entrare in contatto con questi ultimi e per rispondere nel modo più adatto, al fine di far valere le proprie idee, considerazioni e prese di posizione.

Io che faccio? Non ho mai scritto un comunicato, non ho mai preso posizione con una lettera verso chi di dovere per i suddetti casi delle centrali, non ho un base tecnica scientifica e nemmeno giuridica alle spalle che mi permette di capire tutti i vari passaggi dell'iter della costruzione delle centrali. Non mi sono mai interfacciato con enti pubblici per contrastare questi progetti.
Si potrebbe pensare che fino ad oggi non abbia fatto assolutamente nulla.
Allora qual'è stato il mio lavoro? Qual'è il mio obiettivo?
Abbiamo visto che i problemi si superano soprattutto con un'unione di fondo, che sia sociale, di contatto fisico o di idee, deve esserci una volontà comune allo scopo di vivere "bene" tutti insieme in una comunità che è prima di tutto il letto, la casa e il lavoro delle nostre coscienze.
Poi le problematiche si affrontano con il mezzo più appropriato, allora possiamo dire che il lavoro fatto fino ad oggi dalle due associazioni è stato indispensabile e necessario. Ci sono stati molti vantaggi a nostro favore, oltre al fatto che il Sindaco a sposato la causa fino in fondo, ci sono stati dei tempi di sospensione dei progetti, un modo per guadagnare tempo, ci sono state delle assemblee e delle conferenze e dei tavoli tecnici.
Il mio obiettivo è più vasto, diciamo che potrebbe essere un esperimento a tutti gli effetti. A lungo termine. Cerco di arricchire la conoscenza di tematiche ambientali, ecologiche, di sviluppo sostenibile, di ecologia e di decrescita perché queste sono le letture vitali per affrontare questa causa tutti insieme. Non si può non volere una turbogas, un inceneritore o una biomasse e poi continuare a vivere sempre con lo stesso stile di vita che rappresenta la sintesi del sistema consumistico in cui siamo imprigionati. Una centrale produce energia elettrica, questa viene usata per un'infinita serie di cose, nella quale ci siamo dentro soprattutto noi con i nostri consumi. Ecco non volere una centrale significa anche cercare di risparmiare energia elettrica, attuando una serie di scelte, crearla da soli con le energie rinnovabili. Non volere un inceneritore significa non produrre quantità enormi di rifiuti, cercando di abolire dalla nostra spesa quei prodotti che non possono riciclarsi, i quali sono un difetto di fabbricazione.

Il mio obiettivo è quello di informare, di creare un aggregazione di persone che usino un nuovo linguaggio, diffondendolo allo scopo di rendere consapevolezza. Dobbiamo capire che per non volere delle cose che riteniamo sbagliate o pericolose dobbiamo affrontare un cambiamento. Un compromesso è alla base di ogni volontà. Non ci sarà vittoria in questa battaglia se non tutti insieme facciamo un passo avanti verso l'apertura a questo cambiamento! Questo è possibile solo se si crea una certa cultura di fondo, che porta a vedere, sentire e percepire le problematiche e di ingegnarsi nell' affrontarle e superarle quotidianamente. Siamo all'inizio di una nuova era. Il cambiamento che sta arrivando, galoppa ormai da tempo. Dobbiamo acquisirlo, conoscerlo, farlo nostro, divulgarlo, e metterlo in pratica. Non possiamo continuare a vivere con questo modello consumistico da usa&getta, non possiamo eliminare i problemi senza affrontarli e risolverli a monte della causa. Spero di riuscire in questa impresa. Se volte contribuire a questo blog, con notizie utili, descrizioni di cambiamenti in atto o informazioni di ogni tipo sulle tematiche trattate fino ad ora, scrivetemi a giamp.bass @ libero.it
Grazie a tutti per l'attenzione e per la futura collaborazione.
Gianpaolo

LA STRATEGIA DELLA LUMACA

Per una società della misura: idee e pratiche di un altro sapere ed un altro saper fare

Convegno Giovedì 26 Febbraio 2009
ore 9.30 - 19.00
Palazzo Valentini, Via IV Novembre 119A

Il convegno presenterà le elaborazioni teoriche e il microcosmo delle sperimentazioni che si sono prodotte in questi ultimi anni riconducibili alla teoria della decrescita che di per sé come sostiene il Prof. Latouche nel suo “Breve trattato sulla decrescita serena” è semplicemente ‘una bandiera dietro la quale si raggruppano quelli che hanno fatto una critica radicale dello sviluppo e vogliono delineare i contorni di un progetto alternativo per una politica del doposviluppo. Il suo obiettivo è una società nella quale si vivrà meglio lavorando e consumando di meno. Si tratta di una proposta necessaria per ridare spazio all’inventiva e alla creatività dell’immaginario bloccato dal totalitarismo economicista, sviluppista e progressista’. Di fatto dunque, rientrano nel concetto di decrescita esperienze già in essere in molti campi che hanno come denominatore comune la ricerca della sobrietà e l’adozione di nuovi stili di vita compatibili con l’ambiente e l’equità sociale. Per portare un valido contributo teorico al convegno abbiamo invitato alcuni tra i più eminenti esperti della materia: Serge Latouche, Professore emerito dell’Università XI Paris-sud, teorico di riferimento del pensiero della decrescita; il Prof. Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, esperto di storia dell’ambiente e delle culture rurali; Maurizio Pallante, ispiratore del movimento italiano per la decrescita felice, saggista, già esperto di energia e di tecnologie ambientali; Francesco Gesualdi del Centro per un nuovo modello di sviluppo di Vecchiano, già allievo di Don Milani alla scuola di Barbiana. Le esperienze pratiche che si intrecceranno alle esposizioni teoriche riguardano realtà (associazioni ed Enti pubblici) che hanno già realizzato o che hanno in corso d’opera progetti che testimoniano interessanti tentativi di cambio di rotta. Tra queste: la “Cooperativa MAG Roma”, microcredito per una finanza autogestita e solidale; “La città dell’altra economia”, spazio di aggregazione di esperienze varie, dal commercio equosolidale alla ristorazione bio, al riuso e riciclo; “Palocco per Kyoto”, associazione di residenti per un borgo sostenibile; Equorete: network di organizzazioni e soggetti orientati all'ecologia sociale; Ente Parco regionale dei Monti Lucretili con esperienze su campi della decrescita; ed infine L'associazione casa del cibo che opera nel campo dei rapporti tra agricoltura, città e cibo.

(...)In questa situazione, sarebbe urgente riscoprire la saggezza della lumaca. Infatti la lumaca non solo ci insegna la necessaria lentezza, ma ci impartisce una lezione ancora più indispensabile
"la lumaca- ci spiega Ivan Illich - costituisce la delicata architettura del suo guscio aggiungendo una dopo l'altra delle spire sempre più larghe, poi smette bruscamente e comincia a creare delle circonvoluzioni stavolta decrescenti. Una sola spira più larga darebbe al guscio una dimensione sedici volte più grande. Invece di contribuire al benessere dell'animale, lo graverebbe di un peso eccessivo. A quel punto, qualsiasi aumento della sua produttività servirebbe unicamente a rimediare alle difficoltà create da una dimensione del guscio superiore ai limiti fissati dalla sua finalità. superato il punto limite dell'ingrandimento delle spire, i problemi della crescita eccessiva si moltiplicano in progressione geometrica, mentre la capacità biologica della lumaca può seguire soltanto, nel migliore dei casi, una progressione aritmetica". Questo divorzio della lumaca dalla ragione geometrica, che per un periodo aveva anche lei sposato, ci mostra le vie per pensare una società della decrescita, possibilmente serena e conviviale.

Da : breve trattato sulla decrescita serena di S. Latouche
neworldproject

lunedì 23 febbraio 2009

LA STORIA DELLE COSE



RIFIUTI ZERO: WE CAN, PAROLA DI OBAMA
Adesso "Rifiuti Zero" non è più il "sogno idealistico" di qualche visionario ma è nel PROGRAMMA DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI

dal blog di Barack Obama:
"Ridurre quantità e tossicità dei rifiuti che produciamo. Riusare contenitori e prodotti; Riparare ciò che si è rotto o donarlo a qualcuno che sia in grado di ripararlo. Riciclare il più possibile, includendo l'acquisto di beni prodotti con materiali riciclati. Io penso che, come nazione, dobbiamo approvare norme federali, con scadenze reali, che impongano a tutti gli stati di riciclare plastica, alluminio, carta, ecc. lavorando ad un processo incrementale che ci porti al traguardo rifiuti zero. Avanti! Tutti gli animali eccetto l'uomo lo fanno ogni giorno. Non pensiamo noi di essere la specie più evoluta?"
Tratto da un comunicato del gruppo Yahoo:
RETE NOINC - NAZIONALE RIFIUTI ZERO

domenica 22 febbraio 2009

Davide Vs Golia, La battaglia sul bene comune

Nella battaglia sul servizio idrico le piccole amministrazioni lepine sconfiggono i «giganti»
«Stop» a Cusani e Acqualatina Il Tar boccia i ricorsi e
ridà un ruolo di centralità ai Comuni


Davide torna a sconfiggere Golia. I piccoli Comuni lepini, Bassiano in testa, hanno portato il Tar a «bacchettare» sia Acqualatina che l'amministrazione provinciale, togliendo all'ente guidato dal presidente Armando Cusani il ruolo di difensore del gestore idrico e ridando centralità alle decisioni delle amministrazioni comunali sulla gestione dell'acqua.
Su cinque ricorsi ben quattro hanno visto soccombere i «grandi». Il caso era nato dal mancato conferimento di reti e impianti da parte di Bassiano e dalle deliberazioni, nel 2005-2006, dei Comuni di Bassiano, Cori e, in provincia di Frosinone, Amaseno, con cui non hanno approvato la convenzione di gestione con Acqualatina e le successive modifiche. Le delibere in questione erano state anche impugnate dalla Provincia, a cui però subito i giudici avevano specificato di non avere titolo a intervenire, dovendo eventualmente muoversi l'Ato. La stessa amministrazione Cusani aveva poi diffidato la Regione a intervenire contro i Comuni ribelli, ma per tutta risposta la giunta Marrazzo, nel 2007, aveva ritenuto idoneo l'atteggiamento delle amministrazioni comunali, Aprilia compresa, e l'assessore all'ambiente deciso l'avvio di un'indagine sul servizio nell'Ato4. Acqualatina, supportata da via Costa, ha quindi fatto ricorso contro ladelibera regionale ma il Tar di Latina ha respinto ora il ricorso, ritenendolo infondato e specificando che, per determinati atti, i Comuni possono approvare o non approvare, non limitarsi al ruolo di semplici comparse per decisioni prese altrove. Il Tar ha inoltre ribadito alla Provincia, che in un altro ricorso aveva avuto anche l'appoggio delle amministrazioni di Fondi, Sperlonga e Minturno, che non ha ruolo nella vicenda. Accolto solo un ricorso del gestore idrico contro Bassiano, che con propria delibera aveva deciso di gestire autonomamente l'acqua: «Eccesso di potere». Mai stravincere. Articolo di Clemente Pistilli tratto da Il Tempo


TERRACINA - Il giudice di pace: Acqualatina non può emettere cartelle esattoriali senza il decreto del Giudice- inviati atti alla Procura per presunto abuso d'uffico

IL SOLARE NON FA' MAI MALE

PONTINIA, IL PROGETTO DEL COMUNE
Fotovoltaico, risparmi record
Il Comune di Pontinia ha deciso di dotare tutti gli edifici di sua proprietà di impianti fotovoltaici allo scopo di ridurre il costo della bolletta dell’energia elettrica che, secondo calcoli attendibili, si aggira attorno ai centomila euro all'anno. Si tratta di realizzare 16 impianti da posizionare su altrettanti edifici, dal municipio, alla Casa della Cultura, dalle scuole fino al campo sportivo dotato di un moderno e costoso impianto di illuminazione. Per attuare il relativo progetto, elaborato dall'ingegnere Guido De Renzi,
che prevede un investimento di un milione e trecentomila euro, il Comune ha preso contatto con una società specializzata, la Agatos- Energia con sede a Milano. Ieri un suo rappresentante, ingegnere Raniero Masci, si è incontrato in Comune con l'Assessore all'Ambiente Valterino Battisti accompagnato dal consigliere delegato del Sindaco Paolo Sellacci, presenti il capo settore tecnologico ingegnere Corrado Corradi e il progettista ingegnere De Renzi. Masci ha illustrato le varie ipotesi percorribili per realizzare i 16 impianti a costo zero per il Comune utlizzando un «leasing» qundicennale pagabile con gli incentivi dello Stato. La ditta appaltante i lavori, oltre a costruire i 16 impianti ne curerà il funzionamento e la manutenzione. Dopo 15 anni gli impianti diventano proprietà del Comune che se ne assumerà la manutenzione e lo smaltimento dei pennelli garantiti per 30 anni.
Il tecnico, a mò di esempio, ha dichiarato che per fornire i 15.000 Kw all'anno alla scuola Media Giovanni Verga, è sufficiente un impianto di 11 Kw. Con i 16 impianti in funzione il comune risparmierebbe l'intero costo della bolletta. L'assessore Battisti ha preso l'impegno di accelerare il più possibile la procedura necessaria.
Scritto da Antonella Subiaco sul quotidiano LatinaOggi

SOLARE, DALL'AUSTRALIA CELLE FOTOVOLTAICHE
STAMPATE COME BANCONOTE

Sistema in fase di sperimentazione assicurerà abbattimento costi
Roma, 20 feb. (Apcom) - Stampare celle fotovoltaiche come banconote.
Questa la nuova frontiera del solare, un'industria che anela novità e ritrovati tecnologici ad un ritmo impressionante. A lanciare il progetto è l'australiana Victorian Organic SolarCell Consortium (VICOSC) che fa capo alla Csiro, l'ente nazionale di ricerca australiano, che ha avviato una prima fase sperimentale.
Le celle solari prodotte saranno in plastica e molto flessibili, tali da poter essere stampate su pellicole. Una tecnica che se supererà i test preliminari assicurerà una maggiore facilità nell'installazione e nell'abbattimento dei costi.Articolo tratto da : notizie.it.msn

COSA SONO LE CELLE SOLARI FOTOVOLTAICHE ORGANICHE
Le Celle solari dye-sensitized (DSC), realizzate per la prima volta dal chimico svizzero Michael Grätzel nel 1991, sono celle fotoelettrochimiche arricchite di un colorante che ne aumenta l’assorbimento della luce solare. Queste celle costituiscono un’alternativa tecnicamente ed economicamente credibile alle convenzionali celle fotovoltaiche in silicio: la realizzazione di tali celle infatti non necessita del grande dispendio economico ed energetico tipico delle industrie dei semiconduttori. Inoltre, il fenomenale sviluppo che negli ultimi anni ha caratterizzato i settori dell’elettronica molecolare e delle nanotecnologie, ha reso possibile il raggiungimento di livelli di efficienza quanto meno confrontabili con quelli delle normali celle al silicio amorfo a costi decisamente inferiori.
Tratto dal blog pontinia ecologia e territorio

venerdì 20 febbraio 2009

COMUNI A - (MENO) CINQUE STELLE

Oggi voglio proporvi la lettura di questa lettera, che proviene da un cittadino di Roccagorga e che anche lui come tanti italiani ogni giorno indirizzano alla "Rete del Grillo" ora una comunicazione, ora una lettera, un modo per esternare problematiche e farle arrivare a migliaia di utenti, un modo per farsi ascoltare, visto il lassismo delle amministrazioni e le orecchie tappate, per non parlare poi degli occhi!
Scrivete anche voi le vostre opinioni su Pontinia, secondo voi è un comune a 5 Stelle? E se non lo è, a quante stelle arriva? O -(meno) Stelle arriva?



Lettere dalla Rete

COMUNE A - (MENO) 5 STELLE

di A. B.

Roccagorga piccolo comune di 3500 abitanti in provincia di Latina da anni riceve finanziamenti dalla Regione Lazio. Uno degli ultimi finanziamenti (novecentomilaeuro) riguarda la costruzione di una strada e di un parcheggio multipiano per "migliorare la qualità dell'aria" sostengono gli amministratori del paese. Peccato però che a Roccagorga l'acqua potabile scorre ancora nei serbatoi di eternit, che il depuratore non ha mai funzionato e che i giovani per studiare o andare al cinema debbano arrivare fino a Latina (circa 40 Km). Forse sarebbe il caso di utilizzare meglio il denaro pubblico invece di costruire parcheggi.

giovedì 19 febbraio 2009

COMUNI A CINQUE STELLE



Pontinia sarà mai un Comune a cinque stelle?
Si dicono a cinque stelle quei comuni efficienti in queste cinque aree: Acqua, Energia, Sviluppo, Ambiente e Trasporti, quindi riconosciuti come Virtuosi perché applicando una strategia basata sullo sviluppo sostenibile hanno avuto un guadagno dal punto di vista della salute, dell'economia, dell'ambiente. Fortificando quei parametri che indicano la buona vivibilità del territorio.
Perché i comuni virtuosi fanno tutto questo?
Hanno saputo riconoscere con i loro interventi, che migliorare la qualità della vita è possibile e tale opportunità la vogliono vivere concretamente non più come uno slogan, consapevoli che la sfida di oggi è rappresentata dal passaggio dalla enunciazione di principi alla prassi quotidiana.

I Comuni sono i mattoni sui quali è costruito il tessuto sociale, politico e culturale del Paese. Il motore di ogni piccola idea, il laboratorio dove si sperimentano nuove conoscenze. Pontinia, oggi più di ieri ha bisogno di cambiare atteggiamento, di regolarizzare comportamenti sociali verso un pensiero di sviluppo sostenibile, di adeguare i consumi, di tessere una trama di contenuti che danno vita ad un corpo attivo, dove la cultura diventa parte integrante e non accessorio. Sentirsi uniti e trovare anche momentaneamente un appoggio, un'identità che ci permetta di realizzare e rendendo concrete le idee, senza lasciarle sfuggire nel vento.

Un Comune a cinque stelle è un'idea che sta portando avanti Beppe Grillo con i vari Meetup d'Italia, infatti per l'8 Marzo 2009 ci sarà un incontro Nazionale a FIRENZE per discutere e partecipare insieme alla stesura del programma basandosi sul percorso delle 5 Stelle.
I requisiti per chi vuole costituire una lista sono:
- all'atto della sua candidatura e nel corso dell’intero mandato elettorale, ogni candidato non dovrà essere iscritto ad alcun partito o movimento politico
- ogni candidato non dovrà avere riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive
- ogni candidato non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura
- ogni candidato dovrà risiedere nella circoscrizione del Comune per il quale intende avanzare la propria candidatura
- per le elezioni comunali dei capoluoghi di provincia, i candidati potranno risiedere in uno dei comuni appartenenti a quella provincia
- ci potrà essere una sola Lista Civica a Cinque Stelle per Comune
- le Liste Civiche potranno unirsi per la gestione del Comune ad altre liste o raggruppamenti politici in cui non siano presenti dei condannati.

Questo post è tratto da : Beppe Grillo & ComuniVirtuosi

Maurizio Pallante: la decrescita felice



Intervista a Maurizio Pallante durante il festival di Terrafutura 2008
a Firenze




Interviste del blog beppegrillo.it: Maurizio Pallante Ci spiega i vantaggi economici e ambientali della raccolta differenziata e gli svantaggi degli inceneritori.



Incontro con Maurizio Pallante
Il paradigma della crescita e la scelta della decrescita.




Decrescita e Economia del dono, lo scrittore Maurizio Pallante parla di Decrescita, scambi non monetari e economia del dono.

mercoledì 18 febbraio 2009

Dalla Protesta alla Proposta

La Catena di 56 blog che chiedeva al Governo di rivedere la sua posizione di rinviare l'obbligo di risorse rinnovabili per i nuovi edifici ha fallito con la decisione di porre la fiducia(e quindi zero cambiamenti).

L'articolo 29, comma 1-octies, del disegno di legge di conversione del DL n. 207 del 30 dicembre 2008 Milleproroghe, oggi all'esame della Camera, differisce al 1° gennaio 2010 la scadenza del 1° gennaio 2009 entro la quale i regolamenti edilizi comunali avrebbero dovuto vincolare il rilascio del permesso di costruire, per gli edifici di nuova costruzione, all'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

I blog non devono fermarsi, l'impegno che chiedo è quella di passare dalla protesta alla proposta e allora di confrontarci e tirare fuori le idee, quei piccoli miglioramenti che devono essere adottati per salvare l'ambiente.

Qui: trovate le prime proposte

FONTE : IlKuda

LA REALE VERITA'

Potrebbero essere le nostre ultime avventure sulla rete, prima che l'emendamento D'Alia venga approvato anche dalla Camera. In questo periodo della nostra era, dove la tecnologia applicata alla coscienza delle persone ci porta sulla linea di confine, scegliere tra andare avanti o indietreggiare. Gli omini del Parlamento hanno deciso per tutti. Indietreggiamo tutti. Diciamo addio all'art.21 della Costituzione.
Una situazione allucinante, noi internet-nauti, sempre pronti alla ricerca e alla diffusione dell'Informazione priva di Regime, ci dobbiamo allineare alle fattucchiere, casalinghe, lobotomizzate della Tv Italiana. E' incredibile quello che sta succedendo, presto saremo ancora più vicini alle vicende di Censura di Cina e Birmania. Leggi : La Censura in Cina? Ora si misura a punti - Prova la censura cinese. Clicca qui.

In Italia la guerra dell'informazione ha due schieramenti: il duopolio RaiSet, governato dal PDL-PDmenoElle voluto da Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica, e la Rete.
Negli USA l'80% della popolazione è online. Quasi la metà degli americani tra 12 e i 40 anni legge un blog, e in rete si informa perfino un quarto dei settantenni. Sto dicendo che un quarto dei nonni americani legge un blog!

Percentuale degli americani online per età anagrafica

Negli states l'informazione indipendente in rete viene letta da un americano su tre. Ecco perché Obama ha vinto. Da noi c'è ancora troppo squilibrio.
In Italia, i navigatori sono poco meno di 28 milioni, ovvero il 58,5% della popolazione (dati audiweb), solo il 12% legge un blog (fonte eurostat): parliamo del 7% degli italiani, 3.360.000 persone.
Tu che stai leggendo sei la nostra speranza. La strada della libertà è lunga, ma possibile. Partecipa al Concorso : Scopri l'assessore che vuole la Turbogas! Di cosa hai bisogno? Una telecamera, un bravo intervistatore
(se vuoi essere professionale, usa anche un microfono), un'account su youtube per caricare i video.
Come funziona? Intervista gli assessori dell'amministrazione comunale di Pontinia, chiedigli se hanno sottoscritto le delibere contro la costruzione delle centrali, se sono favorevoli alle centrali e il motivo per cui lo sono! Carica i video su Youtube e poi contatta Giampsycho su youtube, (clicca sul mio nome per accedere all'account). I video verranno inseriti nel post creato ad arte per far conoscere la Reale verità che aleggia nello stabile di Piazza Indipendenza a Pontinia. Buon Lavoro a tutti.

«Noi creeremo una civiltà della Mente nel Ciberspazio.
Possa essa essere più umana e onesta del mondo che
i vostri governi hanno prodotto in precedenza»


Tratto da : Una Dichiarazione di Indipendenza del CiberSpazio
La civiltà della Mente - Il Sen. D'Alia tutta la rete si porta via! - Il "Merda Wall" di D'Alia contro Internet - Il Discepolo 1816 - La civiltà della Mente di Claudio Messora

Ho integrato il post, con l'aiuto dei seguenti blog: Informazione senza Filtro - Beppe Grillo - Il blog di Messora Claudio_Byoblu.

martedì 17 febbraio 2009

Don’t panic!!! Insieme possiamo tutto

Insieme possiamo tutto. E’ l’invito, sostegno a continuare in ciò che facciamo avendo fiducia e a rifiutare la paura che ci viene versata addosso, in ogni contesto. Come suggerisce la Guida galattica per gli autostoppisti : Don't Panic!

Così apre il post Germano Caputo, uno degli autori di articoli del Movimento Decrescita Felice. Cos'è questo movimento?
Questo movimento si basa sulla differenza che esiste tra un "bene" e una "merce". E' fatto da cittadini che osservano i consumi della società e i parametri della crescita economica su cui si fonda, nonché il rapporto che abbiamo quotidianamente con il PIL (Prodotto Interno Lordo) ormai in Decrescita. Questo movimento ha intrapreso la strada di vivere la vita in "Decrescita felice", con mille accorgimenti e nuove soluzioni per vivere sostenibile, senza l'ausilio dei combustibili fossili e senza necessariamente imprigionare la quotidianità nel PIL. Puoi approfondire il discorso leggendo il libro di Maurizio Pallante La decrescita felice.

Questa crisi è la fine di un’era di travolgente e incontrollata crescita materiale a cui non ha corrisposto un eguale sviluppo sociale: abbiamo tecnologie da Star Trek ma siamo ingabbiati in una sorta di medioevo culturale.
La domanda da farsi non è più: - Come possiamo risolvere i grandi problemi dell’umanità? - Ma: - Perché ancora non lo stiamo facendo?

Perché questa società materialistica ci ha spinto oltre il livello di comprensione delle dinamiche sociali e ambientali che contraddistinguono l'essere umano, ormai sempre più dissociato e spinto verso un consumismo che distacca le coscienze dell'uomo da quella che è la propria spiritualità, quindi l'amore verso se stessi e verso gli altri. Ogni giorno che passa si perdono nel vento frammenti della nostra sensibilità. Bisogna tornare a forme di convivenza basate sulla fiducia e forme di vita più semplici, proprio come il Movimento Decrescita Felice ci insegna.
L'autore del post afferma, con una sua analisi impostata tutto sul concetto, che: "La Terra è un’entità vivente e noi siamo una delle sue infinite anime, una delle sue manifestazioni più evolute e per questo più potenti e instabili". Continua dicendo: "I principi che regolano adesso la società: gerarchia di potere, competizione, uso della forza; il considerarsi individui separati dal resto e trattare esseri viventi, natura e ambiente alla stregua di oggetti sono frutto di una visione dominatrice, autoritaria, androcentrica, che ci sta portando verso la distruzione della vita, alla morte del pianeta. Ecco perché la priorità in questo momento storico diventa lo sviluppo delle potenzialità umane e la crescita interiore di ogni individuo, secondo principi di amore, libertà, rispetto, cooperazione, solidarietà; queste basi garantiranno la Vita".

Leggi tutto l'articolo : Insieme possiamo tutto

domenica 15 febbraio 2009

A macchia di leopardo

Problematiche forti ci toccheranno sempre più da vicino. Ora come stanno i fatti, noi di Pontinia siamo ancora concentrati sulle battaglie contro la Turbogas e un presunto Inceneritore-Biomassa. Ma presto saremo coinvolti in problemi ancora più gravi. Oggi Beppe Grillo scrive un post:"Tremorti e il Nuovo Ordine Mondiale" che presagisce il prossimo futuro, e siccome ha sempre promulgato tesi e fatti che poi si sono manifestati, IO CI CREDO!
Riporto uno stralcio del suo discorso:"Le isole di disoccupazione sono ancora a macchia di leopardo, ma entro giugno si salderanno tra loro. I celerini non basteranno, bisognerà chiedere aiuto ai caschi blu. A inizio gennaio il PIL per quest’anno era -1%, dopo poche settimane siamo arrivati a previsioni di -3%. Il gettito fiscale diminuirà per l’effetto combinato di chiusura delle fabbriche e della caduta dei consumi".
Se Beppe Grillo parla di isole di disoccupazione, io vorrei parlarvi invece delle macchie di leopardo dell'inquinamento e dei CRIMINI AMBIENTALI che si stanno avvicinando sempre più al nostro territorio in diverse forme, che vanno ad aggiungersi a quelle forme di inciviltà presenti ormai da troppo tempo e che nessuno si è impegnato ad espugnare per il bene comune.
L'ultima notizia è quella che riguarda l'inchiesta dei rifiuti pericolosi che dalla Campania sarebbero finiti in maniera illegale nei due termovalorizzatori di Colleferro con gravi rischi per l’ambiente. Potete leggere tutto l'articolo al seguente link: Colleferro, rifiuti pericolosi dalla Campania.
Collefero, non è così lontano dal nostro territorio, polvere sottili e nanoparticelle vaganti possono raggiungere attraverso i venti molto facilmente i nostri polmoni. Senza poi tralasciare tutto il discorso del commercio alimentare che proviene dalle aree territoriali adiacenti alla nostra. Così come le aree del casertano che ormai sono diventate delle vere e proprie "Terre dei fuochi". Seguendo il discorso che fa Grillo, queste problematiche a macchia di leopardo potranno unirsi alle nostre creando sempre più un pesante e gravissimo problema sulla nostra sopravvivenza e su quella delle generazioni future.

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Gaia, sospeso il lavoratore rivoltosi ai CC

venerdì 13 febbraio 2009

SALVA IL SOLARE

Duro colpo alle Rinnovabili nel "milleproroghe"

E' incredibile non si capisce con quale logica il Governo Berlusconi tenti colpi continui contro l'industria delle energie rinnovabili, dopo il tentativo, fallito, di affossare le detrazioni per l'efficienza energetica, oggi, nascosto nel decreto milleproroghe viene tolto l'obbligo per i nuovo edifici di avere, almeno in parte, energia prodotta da fonti rinnovabili.
Leggi l'articolo sul Sole 24Ore.
Nella finanziaria del 2008 il Governo Prodi aveva introdotto, a decorrere dal 10 gennaio 2009, l'obbligo per gli edifici di nuova costruzione, ai fini del rilascio del permesso di costruire, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento.

Il governo italiano persiste con questo atteggiamento miope, arretrato e irragionevole e non perde occasione per portare avanti una malcelata battaglia contro la difesa ambientale. Fortunatamente alcuni comuni hanno già introdotto l'obbligo, ma le sostanze nocive non si fermano ai confini comunali. Chiediamo a gran voce che l'obbligo venga re-introdotto alla Camera.

Qui parte una nuova catena di blog perché
LE RINNOVABILI NON SONO PIU' UN'ALTERNATIVA, SONO UN OBBLIGO!

PARTECIPA ALLA CATENA DEI BLOG:
ilKuda, CernuscoTV, Osservatorio sul Razzismo in Italia, Zadig, Follonica, Marcella Zappaterra, Alessandro Ronchi, Verdi Forlì-Cesena, Verdi Emilia Romagna, BaseVerde, Blog del Giorno, Letizia Palmisano, LETIZIA'S BLOG, Fiore Blog, Verdi di Ferrara, il Derviscio, Ciwati, PD Cogliate, Sale del mondo, Informazione senza filtro, Ladri di marmellate, Resistenza civile, Life in Italy, Ma'pe iabbu, Maurizio Baruffi, Dea Maltea, Eco, Sciura Pina, SpreadRSS, Tau2 Zero.

Metti nel tuo blog un post sull'argomento, e il linkalo al blog di ilKuda

Caro Professore...

E' di qualche giorno fa il post su Umberto Veronesi e gli inceneritori, non poteva mancare qui sul nostro blog, la lettera che Stefano Montanari scrive al Professore...nonché Senatore!

Caro professor senator Veronesi,

È molto malvolentieri che le scrivo.

Da giorni sono tempestato da mail e da telefonate di persone che mi chiedono un’opinione su quelle che qualcuno definisce irrispettosamente comparsate e devo, pur riluttante, rispondere. A dare occasione a tutto questo è un breve video pubblicato da Piero Ricca nel quale lei si rende protagonista di una parte che, mi permetta, vista da fuori non suona propriamente dignitosa. Si guardi: trova tutto all’indirizzo sul blog di Piero Ricca.

Il motivo per il quale scrivo malvolentieri è il rispetto che mi è stato insegnato nei confronti della vecchiaia, per arzilla e a piedi caldi, come nel suo caso, che questa sia. E a ciò si aggiunge l’umana pietà che provo verso una persona certo sofferente in cuor suo per ciò che è costretto a mettere in scena e per l’inevitabile imbarazzo che una persona intelligente deve per forza sentire quando qualcuno gli fa sbattere il naso contro sue contraddizioni e non trova altra via d’uscita se non quella d’arrampicarsi goffamente su specchi sempre più scivolosi.

Molti ricordano la trasmissione televisiva (da alcuni aggettivata Faziosa) in cui lei sparò quell'ormai troppo famoso “zero” riguardante la nocività degl’inceneritori e in cui favoleggiò delle ricerche e dei “libri e libri” che, stando a lei, dimostrerebbero, venendo al sodo, come tutta la fisica, la chimica e la tossicologia che si trova da anni e anni su milioni di libri e libri crollino al cospetto del giuramento dei suoi “esperti”. Chi siano questi esperti e quali siano le loro credenziali non è dato sapere né è dato sapere quali siano quelli che lei definisce “i nostri studi”. Che studi ha condotto lei, professore, se di polveri, per sua stessa ammissione, non capisce nulla? “Io non mi occupo di questa materia,” dice. Dunque, in base a che, se non ne sa nulla, se di questa materia non si occupa, può affermare pubblicamente che non sono in aumento i cancri intorno agl’inceneritori quando le ricerche epidemiologiche addirittura italiane la smentiscono? E che ne dice delle malattie cardiovascolari che incidono ben di più di quelle tumorali? E ha mai sentito parlare delle polveri come “endocrine disruptors” e, dunque, responsabili, ad esempio, di tiroiditi e di diabete? E della “burning semen disease” che ne dice? E delle malattie neurologiche come Parkinson e Alzheimer? E della stanchezza cronica?
E del passaggio delle polveri da madre a feto con conseguenti aborti e malformazioni? Devo continuare? O ha voglia di dare un’occhiata a ciò che hanno fatto i suoi colleghi francesi?

“Io mi occupo di salute,” dice lei nell’intervista. In che senso lo faccia non ce lo rivela. “Ci deve credere,” continua poi, un po’ comicamente dopo aver confessato con tenero candore la sua incompetenza, quando la gentile intervistatrice le fa notare che c’è chi si fa bovinamente ipnotizzare dal professore in formato catodico che pontifica su tutto e che manco sa di che sta parlando per sua stessa ammissione. Ma qui, forse io sono ingenuo: lei conosce molto meglio di me il potere che i media assicurano sulle menti umane e di questo fa un pilastro della sua fortuna e di quella dei suoi numerosi sponsor milionari.

Caro professor senator Veronesi, lei si è sempre sottratto a qualsiasi confronto pubblico e, sollecitato dall’intervistatrice, non si è smentito nemmeno questa volta. “Io non vado a fare confronti,” mormora con tono paternalistico. Ma, professore, se lei avesse qualche consuetudine con la ricerca e, soprattutto, se alla ricerca riservasse un qualunque grado d’interesse che non fosse il suo ormai famoso zero, saprebbe che è proprio confrontandosi che ci si chiariscono le idee, che idee nuove sbocciano, che si mettono in evidenza i proprio errori… Senza confronto si rischia di diventare come lei, dei signori Lei-non-sa-chi-sono-io che si aggrappano grottescamente a quell’ipse dixit, morto solo ufficialmente ma ben vivo nella psicologia della massa, con cui la filosofia aristotelica fu deformata per secoli e che diede qualche grattacapo, tra gli altri, a tale Galilei da Pisa.

Un secolo e mezzo fa Rudolf Virchow, un suo collega tedesco di cui lei certo non ignora i meriti, dava del cialtrone a un tale chiamato Louis Pasteur, un chimico che, usando un microscopio, fondò una disciplina chiamata Microbiologia. Bene, Virchow, come non pochi suoi coevi, si vantava di non aver mai accostato l’occhio ad uno strumento così ridicolo come un microscopio e si faceva beffe di quel provincialotto francese che si trastullava a guardare insignificanti animaletti che si muovevano sul vetrino.

Leggi la lettera sul blog di Stefano Montanari - Caro Professore...

giovedì 12 febbraio 2009

PASSARE ALLE ENERGIE RINNOVABILI


Piano B 3.0 non sarebbe uscito in Italia se il desidero di diffondere le attuali tematiche dell'eco-economia, non mi avesse spinto a scrivere a Lester Brown dopo aver letto una sua lettera su BeppeGrillo.it. L' Earth Policy Institute e la casa editrice Edizioni Ambiente hanno acconsentito affinchè formassi e coordinassi un gruppo di volontari del “Meetup Amici di Beppe Grillo di Roma”. Insieme lo abbiamo tradotto gratuitamente per rendere possibile l'edizione cartacea italiana e per metterlo online a disposizione della collettività.

L'umanità forse ha ancora una speranza...
Dario Tamburrano

Indimenticabili quindi tutti coloro che hanno preso parte al gruppo traduzione dei Grilliromani, comuni cittadini di generazioni e competenze differenti, uniti in questo fantastico progetto: Il gruppo di traduzione della versione ITALIANA di Piano B 3.0

Qui di seguito un estratto del capitolo su le energie rinnovabili:

..."Come il carbone è stato la fonte di energia per eccellenza del XIX secolo, e il petrolio per il XX, così il sole, il vento e la geotermia saranno quelle del nostro secolo. Nel 2006 in Europa l’incremento della capacità generativa di elettricità da fonti di energia rinnovabile ha superato quello da fonti tradizionali, facendola diventare il primo continente della nuova era dell’energia. Nello stesso anno, negli Stati Uniti il parco eolico installato è aumentato del 27%, parallelamente a una lieve decrescita dello sfruttamento del carbone.
È possibile constatare come in molte zone si sta affermando un’economia energetica sul modello di quella delineata dal Piano B"...

Continua a leggere il libro su i "GrilliRomani" o clicca sull'immagine per saperne di più su anobii.
Immagine di Piano B 3.0

mercoledì 11 febbraio 2009

Rompiamo il silenzio

“Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità… La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.
Norberto Bobbio

Rompiamo il silenzio
Mai come ora è giustificato l’allarme. Assistiamo a segni inequivocabili di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti.
Quando i legami sociali sono messi a rischio, non stupiscono le idee secessioniste, le pulsioni razziste e xenofobe, la volgarità, l’arroganza e la violenza nei rapporti tra gli individui e i gruppi. Preoccupa soprattutto l’accettazione passiva che penetra nella cultura. Una nuova incipiente legittimità è all’opera per avvilire quella costituzionale. Non sono difetti o deviazioni occasionali, ma segni premonitori su cui si cerca di stendere un velo di silenzio, un velo che forse un giorno sarà sollevato e mostrerà che cosa nasconde, ma sarà troppo tardi.

Non vedere è non voler vedere. Non conosciamo gli esiti, ma avvertiamo che la democrazia è in bilico.


Pochi Paesi al mondo affrontano l’attuale crisi economica e sociale in un decadimento etico e istituzionale così esteso e avanzato, con regole deboli e contestate, punti di riferimento comuni cancellati e gruppi dirigenti inadeguati.
La democrazia non si è mai giovata di crisi come quella attuale. Questa può sì essere occasione di riflessione e rinnovamento, ma può anche essere facilmente il terreno di coltura della demagogia, ciò da cui il nostro Paese, particolarmente, non è immune.

La demagogia è il rovesciamento del rapporto democratico tra governanti e governati.
La sua massima è: il potere scende dall’alto e il consenso si fa salire dal basso. ll primo suo segnale è la caduta di rappresentatività del Parlamento. Regole elettorali artificiose, pensate più nell’interesse dei partiti che dei cittadini, l’assenza di strumenti di scelta delle candidature (elezioni primarie) e dei candidati (preferenze) capovolgono la rappresentanza. L’investitura da parte di monarchie o oligarchie di partito si mette al posto dell’elezione. La selezione della classe politica diventa una cooptazione chiusa. L’esautoramento del Parlamento da parte del governo, dove siedono monarchi e oligarchi di partito, è una conseguenza, di cui i decreti-legge e le questioni di fiducia a ripetizione sono a loro volta conseguenza.

La separazione dei poteri è fondamento di ogni regime che teme il dispotismo, ma la demagogia le è nemica, perché per essa il potere deve scorrere senza limiti dall’alto al basso. Così, l’autonomia della funzione giudiziaria è minacciata; così il presidenzialismo all’italiana, cioè senza contrappesi e controlli, è oggetto di desiderio.

Ci sono però altre separazioni, anche più importanti, che sono travolte: tra politica, economia, cultura, e informazione; tra pubblico e privato; tra Stato e Chiesa. L’intreccio tra questi fattori della vita collettiva, da cui nascono collusioni e concentrazioni di potere, spesso invisibili e sempre inconfessabili, è la vera, grande anomalia del nostro Paese. Economia, politica, informazione, cultura, religione si alimentano reciprocamente: crescono, si compromettono e si corrompono l’una con l’altra. I grandi temi delle incompatibilità, dei conflitti d’interesse, dell’etica pubblica, della laicità riguardano queste separazioni di potere e sono tanto meno presenti nell’agenda politica quanto più se ne parla a vanvera.

Soprattutto, il risultato che ci sta dinnanzi spaventoso è un regime chiuso di oligarchie rapaci, che succhia dall’alto, impone disuguaglianza, vuole avere a che fare con clienti-consumatori ignari o imboniti, respinge chi, per difendere la propria dignità, non vuole asservirsi, mortifica le energie fresche e allontana i migliori. È materia di giustizia, ma anche di declino del nostro Paese, tutto intero.

Guardiamo la realtà, per quanto preoccupante sia. Rivendichiamo i nostri diritti di cittadini. Consideriamo ogni giorno un punto d’inizio, invece che un punto d’arrivo. Cioè: sconfiggiamo la rassegnazione e cerchiamo di dare esiti allo sdegno.

* * *

Che cosa possiamo fare dunque noi, soci e amici di Libertà e Giustizia? Possiamo far crescere le nostre forze per unirle alle intelligenze, alle culture e alle energie di coloro che rendono vivo il nostro Paese e, per amor di sé e dei propri figli, non si rassegnano al suo declino. Con questi obiettivi primari.

Innanzitutto, contrastare le proposte di stravolgimento della Costituzione, come il presidenzialismo e l’attrazione della giurisdizione nella sfera d’influenza dell’esecutivo. Nelle condizioni politiche attuali del nostro Paese, esse sarebbero non strumenti di efficienza della democrazia ma espressione e consolidamento di oligarchie demagogiche.

Difendere la legalità contro il lassismo e la corruzione, chiedendo ai partiti che aspirano a rappresentarci di non tollerare al proprio interno faccendieri e corrotti, ancorché portatori di voti.
Non usare le candidature nelle elezioni come risorse improprie per risolvere problemi interni, per ripescare personaggi, per pagare conti, per cedere a ricatti. Promuovere, anche così, l’obbligatorio ricambio della classe dirigente.

Non lasciar morire il tema delle incompatibilità e dei conflitti d’interesse, un tema cruciale, che non si può ridurre ad argomento della polemica politica contingente, un tema che destra e sinistra hanno lasciato cadere. Riaffermare la linea di confine, cioè la laicità senza aggettivi, nel rapporto tra lo Stato e la Chiesa cattolica, indipendenti e sovrani “ciascuno nel proprio ordine”, non appartenendo la legislazione civile, se non negli stati teocratici, all’ordine della Chiesa.

Promuovere la cultura politica, il pensiero critico, una rete di relazioni tra persone ugualmente interessate alla convivenza civile e all’attività politica, nel segno dei valori costituzionali.
Sono obiettivi ambiziosi ma non irrealistici se la voce collettiva di Libertà e Giustizia potrà pesare e farsi ascoltare.
Per questo chiediamo la tua adesione.

Primi firmatari:

Gustavo Zagrebelsky
Gae Aulenti
Giovanni Bachelet
Sandra Bonsanti
Umberto Eco
Giunio Luzzatto

Claudio Magris
Simona Peverelli
Guido Rossi
Elisabetta Rubini
Salvatore Veca


- ADERISCI -

martedì 10 febbraio 2009

VERTENZA CONTRO I CIP6

La vertenza non è ancora entrata nel vivo è già l'ENEL attraverso un articolo comparso sulla "Stampa" mette le mani avanti dicendo che le responsabilità della "truffa" non sono proprie ma del GSE e del Parlamento. Non male come inizio per l'associazione DIRITTO AL FUTURO che vede confermati i propri argomenti e la propria indignazione per una truffa che ha fatto "virare" nelle tasche dell'industria sporca italiana miliardi di euro sottratti alle energie rinnovabili e al riciclo/compostaggio.

ORA SIAMO PARTITI CON LA RACCOLTA DELLE DELEGHE PER LA RICHIESTA DI RIMBORSO DEL MALTOLTO ED CHIUNQUE PUO' COLLABORARE.


Per farlo (in moltissimi stanno dando la loro disponibilità) occorre procurarsi un "avvocato amico" che sovrintenda alle operazioni di firma della "modulistica" e richiedere ( vedi dirittoalfuturo - ambientefuturo )
i moduli in questione che verranno immediatamente inviati.
Utile per l'organizzazione locale delle iniziative anche IL VADEMECUM che indica in modo semplice le operazioni da svolgere. Nel caso di iniziative programmate a sostegno della vertenza si prega di dare tempestiva comunicazione all'indirizzo e-mail che trovate sul sito : Dirittoalfuturo

lunedì 9 febbraio 2009

M'illumino di meno

Per il quinto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2 in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il
13 febbraio 2009 M'illumino di meno, una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico


Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il
13 febbraio 2008 dalle ore 18.

Nelle precedenti edizioni M'illumino di meno ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università, commercianti e artigiani hanno aderito, ciascuno a proprio modo, alla Giornata del Risparmio. Lo scorso anno il “silenzio energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in Italia e in Europa: a Roma il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a Bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala ma anche Parigi, Londra, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Palma de Mallorca, Lubiana si sono “illuminate di meno”, come altre decine di città in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in Romania.

Molte città italiane si sono mobilitate per coinvolgere i comuni gemellati all'estero: un passaparola virtuoso che, anche tramite il coinvolgimento delle ambasciate, ha consentito di spegnere luci davvero in ogni parte del mondo. Dopo il successo europeo dell'edizione 2008, per il 2009 vorremmo dar spazio non solo alle istituzioni ma soprattutto ai cittadini d'Europa, invitando tutti, insegnanti, sportivi, professionisti, associazioni, a creare gemellaggi inediti tra categorie o tra singoli individui diffondendo la campagna di sensibilizzazione oltre confine.

La campagna di M'illumino di meno 2009 inizierà il 7 gennaio e si protrarrà fino al 13 febbraio, dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi. Sul sito internet del programma Caterpillar - M'ILLUMINO DI MENO, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte.

Guarda chi ha aderito a M'Illumino di Meno 2009


Fonte : ECO DALLE CITTA'

domenica 8 febbraio 2009

Non bruciamoci il futuro

La Campagna pubblica "Non bruciamoci il futuro" ha iniziato l'anno con una serie di iniziative propositive in collaborazione con il Centro Riciclo Vedelago e Carla Poli in particolare, sulla base di quanto emerso al convegno del 13 dicembre a Palazzo Valentini.

Riteniamo oggi di iniziare un percorso di promozione sul territorio laziale di una sana imprenditoria ambientale, che inverta la tendenza in atto da parte della lobby "alla vaccinara", mettendoli in comunicazione con le Amministrazioni locali che oggi hanno il diritto-dovere di preservare il bene ambientale e la salute pubblica oltre che di migliorare i bilanci e l'occupazione locale.

A tale proposito come sapete nel Lazio è stato completato il primo Centro di Riciclo a Colleferro, su consulenza diretta del Centro di Vedelago, ma una serie di complicazioni ed intralci burocratici sembrava quasi impedisse l'entrata in esercizio dell'impianto con un ultimo intervento di stop da parte del sindaco di Colleferro forse male informato sui benefici derivati.

LA BELLA NOTIZIA DI OGGI E' CHE IL GIORNO 11 FEBBRAIO, IL CENTRO RICICLO DI COLLEFERRO ENTRA FINALMENTE IN ESERCIZIO.
NONOSTANTE IL PARERE CONTRARIO, MA NON MOTIVATO, DEL SINDACO DI COLLEFERRO LA PROVINCIA DI ROMA HA RITENUTO COMUNQUE DI EMETTERE IL DECRETO DI ESERCIZIO FINALE.

Fonte: Non Bruciamoci il futuro

sabato 7 febbraio 2009

“Second Life” per i sacchetti di carta

La biodegradabilità degli shopping bag dà una mano alla raccolta differenziata

Sacchetti di carta biodegradabili e compostabili? Da oggi questa è una verità scientifica. La Stazione Sperimentale Carta e il Consorzio Italiano Compostatori hanno compiuto per conto di Comieco - Consorzio Italiano Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – una sperimentazione per confermare la biodegradabilità e la compostabilità degli oltre 850 milioni di shopping bags di carta che ogni anno vengono prodotti in Italia. I riscontri alla sperimentazione (eseguita in collaborazione con Assografici - Gruppo ShoppingBags) sono decisamente positivi e aprono adesso nuovi scenari. La verifica sperimentale della biodegradabilità degli shopper (secondo la norma EN 13432-2000) rende il riciclo di carta e cartone ancora più efficace: fino ad ora infatti solo imballaggi cellulosici ‘puliti’ hanno avuto cittadinanza nei cassonetti per la raccolta differenziata. Gli imballaggi cartacei sporchi di cibo possono ora essere conferiti nella raccolta differenziata nell’umido in piena sicurezza per la salute dei cittadini e senza rischi per l’ambiente. E’ però necessario incentivare anche questo tipo di raccolta dell’umido per chiudere il ciclo del riciclo. Alcuni grandi Comuni come Milano stanno avviando la sperimentazione, sull’esempio di piccole comunità.Gli shopper non puliti inoltre possono essere utilizzati come ammendante. I test hanno infatti dimostrato che i sacchetti di carta possono diventare un eccellente compost: Tutti i pollici verdi hanno a disposizione un ingrediente in più.
“Grazie a queste verifiche la carta si conferma un materiale ecocompatibile a 360 gradi: riciclabile, biodegradabile e compostabile. - Afferma Carlo Montalbetti Direttore Generale Comieco - nel 2008 abbiamo avviato al riciclo il 70 % degli imballaggi. Grazie a queste nuove opportunità potremo gestire in modo compatibile con l’ambiente anche il fine vita dei sacchetti sporchi”. Un articolo di Sergio Capelli, Fonte: ecodallecitta

Col pacchetto sicurezza il governo imbavaglia la Rete

E' successo di nuovo. I politici mettono mano a Internet per regolarla, e fanno danni perchè lo fanno in fretta e furia senza chiedere pareri agli addetti ai lavori e trattando la Rete come se fosse un qualsiasi mezzo di comunicazione: ma ormai dovrebbe essere chiaro che la materia è delicata e richiede competenza... Bastava sentire un giurista esperto della materia come Stefano Rodotá, o Giuseppe Corasaniti, o Guido Scorza, o Daniele Minotti... I politici, con gran parte dei media tradizionali silenti, indifferenti, ignari o peggio ancora compiacenti, ci stanno scrivendo le regole per comunicare nel digitale, e noi Netizens se non ci svegliamo e non ci mobilitiamo per tempo rischiamo di arrivare troppo tardi e di diventare dei fuori-legge.

L'articolo 50-bis del disegno di legge 733, noto come il "pacchetto sicurezza", passato ieri al Senato e che deve essere adesso sottoposto alla Camera, costringe gli Internet provider a... filtrare i contenuti a caccia di istigazioni a delinquere e apologie di reato, e Facebook in Italia rischia di non poter più proseguire la sua avventura.

L'emendamento, introdotto dal senatore dell'Udc Gianpiero D'Alia, riguarda la "Repressione di attivitá di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet", che al comma 1 recita:

"Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attivitá di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete Internet, il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autoritá giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attivitá indicata, ordinando ai fornitori di connettivitá alla Rete Internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine".

Una volta emesso il decreto, gli Internet provider dovranno innescare "appositi strumenti di filtraggio" (le cui caratteristiche tecniche devono ancora essere tracciate dal ministro dell'Interno, da quello dello Sviluppo economico e quello della Pubblica amministrazione e innovazione) e isolare la pagina incriminata entro 24 ore, pena una multa da 50 mia a 250 mila euro, e l'accusa di concorso di "apologia o di istigazione in via telematica sulla rete Internet", un'imputazione punita con il carcere (articolo 414 e 414 c.cp.): da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Ma secondo i giuristi esperti della materia, i reati d'opinione potrebbero sovrapporsi con la manifestazione del pensiero dell'individuo: diritto tutelato dall'articolo 21 della Costituzione. Con i fornitori di Internet costretti a setacciare la libera espressione.

Non solo: secondo gli esperti non è tecnicamente possibile filtrare Internet: la natura della Rete rende impossibile la censura!!!

Leggi tutto su :
PRESSANTE
BEPPE GRILLO
PUNTO INFORMATICO
INFORMAZIONE.IT
Internet, lucchetti in arrivo? di Dario Bonacina

giovedì 5 febbraio 2009

Stefano Montanari Roma ...domani...

Domani alle 17, Stefano Montanari sarà a Roma, alla Sala della Protomoteca del Campidoglio insieme con la moglie, la dott.ssa Antonietta Gatti, con il dott. Giovanni Ghirga e con il prof. Paul Connett. In un convegno moderato dal giornalista David Gramiccioli parleremo d’inquinamento, d’inceneritori, di discariche e di uranio impoverito. Nel corso del pomeriggio, il regista Marco Carlucci presenterà il film Sporchi da Morire.

Umberto Veronesi e gli inceneritori

Dal blog di Piero Ricca:



Il senatore Umberto Veronesi non ha dubbi: gli inceneritori non procurano danni “importanti” alla salute. Lo disse con sicurezza (e senza contraddittorio) davanti a milioni di spettatori nel programma tv di Fabio Fazio. Ce lo ha ripetuto ieri sera in una libreria di Milano, dove assisteva alla presentazione di un libretto sul futurismo scritto dal suo amico Giacomo Properzj, vecchia gloria di Tangentopoli. In verità, con Fanny e Nicola eravamo lì per Claudio Petruccioli, annunciato tra i relatori, ma il presidente della Rai non si è presentato. E allora abbiamo puntato su Veronesi, il quale ha ammesso di non intendersi molto del problema inceneritori. “I suoi esperti” tuttavia gli hanno giurato che non fanno male. E così lui, che è un “esperto di salute”, lo va a dire in tv nell’ora del massimo ascolto. Incalzato da Fanny, ha aggiunto che non intende accettare alcun confronto pubblico con gli studiosi che da anni denunciano gli effetti devastanti degli inceneritori: “la gente fa bene a fidarsi di me”. Il fatto che tra gli sponsor della sua fondazione ci siano società coinvolte nel business degli inceneritori per lui non è un motivo di imbarazzo ma “una balla che non esiste, un’invenzione”. A questo punto - protetto da alcune signore dall’aspetto salottiero - il senatore Veronesi ci ha girato le spalle e si è allontanato verso il buffet, lasciando insoddisfatta l’ultima curiosità: andrebbe ad abitare vicino a un inceneritore?

mercoledì 4 febbraio 2009

Informazione nel web

Negli Usa Obama viene eletto da internet. E in Italia che si fa? Si censura la rete

Questa iniziativa, di cui sono ancora nebulosi sia gli autori che i contorni mi sembra un atto di arretratezza culturale e di prepotenza politica”. Così il professore Stefano Rodotà commenta la notizia rivelata dall’associazione “Altroconsumo” di una Proposta di legge che, combattendo la pirateria digitale, spingerebbe di fatto verso una censura del web. “Nel momento in cui si parla di Obama come il presidente eletto da internet e si sottolinea l'importanza determinante che ha avuto il web per la sua campagna elettorale e per la creazione di una nuova rete di relazioni politiche e sociali in Italia non siamo capaci di andare oltre la vecchia logica della censura… E poi c’è un lampante conflitto di interessi da parte del premier…” continua a leggere su articolo21.info



Beppe Grillo ci ringrazia perché la rivista Forbes ci ha classificati settimi al mondo nel web.Continua dicendo:
"L'Italia, tra le ultime nazioni per connettività, per diffusione della cultura della Rete. Un Paese di vecchi dentro, senza informazione libera, senza diffusione della banda larga, senza servizi in Rete. Un Paese che ha saputo esprimere il portale Italia.it (Plis visit our counttri di Rutelli) progettato dal capo magazziniere Stanca e rilanciato dalla Brambilla. Un Paese con con il ditalino terrestre, fondato sulla pubblicità delle reti televisive dello psiconano. Un Paese così che entra nella classifica mondiale di Forbes al settimo posto per il web ha ancora qualche speranza".

martedì 3 febbraio 2009

Sempre per colpa del GAS!

L’invasione israeliana ed i giacimenti di gas al largo di Gaza

’invasione militare della striscia di Gaza da parte delle Forze israeliane ha una relazione diretta con il controllo e con la proprietà di strategici giacimenti di gas al largo. Questa è una guerra di conquista. Scoperti nel 2000, vi sono estesi giacimenti di gas al largo delle coste di Gaza.
British Gas (BG Group) ed il suo partner, Consolidated Contractors International Company (CCC), con sede ad Atene e di proprietà delle famiglie libanesi Sabbagh e Koury, ottennero i diritti di esplorazione per il gas e per il petrolio grazie ad un accordo di durata venticinquennale firmato nel novembre 1999 con l’Autorità Palestinese.

I diritti sui giacimenti di gas al largo spettano rispettivamente a British Gas (per il 60 percento); alla Consolidated Contractors (CCC) (per il 30 percento); ed al Fondo d’Investimento dell’Autorità palestinese (Investment Fund of the Palestinian Authority) (per il 10 percento) (Haaretz, 21 Ottobre 2007).

l’Accordo tra British Gas, Consolidated Contractors International Company e l’Autorità Palestinese prevede anche lo sviluppo dei giacimenti e la costruzione di un gasdotto (Middle East Economic Digest, 5 gennaio 2001).

La licenza della British Gas copre l’intera area marina prospiciente le coste di Gaza, contigua a diversi impianti di gas al largo di Israele (Vedi mappa sotto). E’ necessario precisare che il 60% dei giacimenti di gas lungo la linea costiera Gaza – Israele appartengono alla Palestina.

Il Gruppo British Gas ha scavato due pozzi nel 2000: Gaza Marine-1 e Gaza Marine-2. Le riserve sono stimate da British Gas nell’ordine di 1.400 miliardi di piedi cubi, valutati approssimativamente quattro miliardi di dollari. Questi sono i dati resi pubblici da British Gas. La dimensione delle riserve di gas palestinesi potrebbe essere di molto superiore.





A chi appartengono i giacimenti di gas

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