sabato 19 aprile 2014

Aiuto di Stato in favore di Biomasse Italia SpA

Negli spazi stretti del web, addentrandosi in canali di ricerca, si possono trovare questi dati: Aiuti di Stato a Biomasse Spa

Forse sono andato troppo avanti, ci sarebbe da approfondire i legami di queste società, di Biomasse Spa, non ne abbiamo ancora parlato, ma dai post precedenti abbiamo visto già gli intrecci con la nostra "carissima" Pontinia Rinnovabili!!!

Questo è parte di un documento (l'intero originale lo trovate al link: Aiuti di Stato a Biomasse Spa), risalente al 2001, dove la Commissione Europea, Direzione generale della Concorrenza, con a capo Mario Monti, ufficializzava la disposizione di un aiuto 17,5 milioni di € per conto di Biomasse Spa per la trasformazione e lavorazione della biomassa di origine agricola e legnosa. 

Ci sarebbe da indagare sulle varie vie dell'informazione, se è veramente stato realizzato questo impianto e se la produzione di biomassa viene realmente prodotta, come specifica il documento. E sui giornali e in Tv sparano a tutta voce che non ci sono più soldi per i nostri servizi, molti che ci spetterebbero di diritto, come sanità e istruzione. C
ome mai gli aiuti di Stato vanno sempre nelle direzioni opposte, rispetto a quei progetti che potrebbero nel futuro ridurre veramente il surriscaldamento globale e l'inquinamento?


A Procedimento 
 1.Con lettera del 26 giugno 2000, registrata il 29 giugno 2000 (A/35342), il governo italiano ha notificato un progetto di aiuto di Stato in favore di Biomasse Italia SpA per la lavorazione delle biomasse di origine agricola e legnosa in una regione ex articolo 87, paragrafo 3, lettera a). La Commissione ha chiesto ulteriori informazioni il 28 luglio 2000 (D/54080), il 22 dicembre 2000 (D/56375) e il 29 maggio 2001 (D/52174), cui le autorità italiane hanno risposto con lettere in data 31 ottobre 2000, registrata il 6 novembre 2001 (A/39031), 26 aprile 2001, riattribuita dalla DG Agricoltura alla DG Concorrenza e registrata il 7 maggio 2001 (A/33567), 28 settembre 2001, riattribuita dalla DG Agricoltura alla DG Concorrenza e registrata il 2 ottobre 2001 (A/37635) e 5 ottobre 2001, registrata il 23 ottobre (A/38299). 

Descrizione dettagliata della misura 
Il beneficiario 
2. Il beneficiario dell’aiuto è la società Biomasse Italia SpA, costituita di recente e appartenente per il 32% al gruppo Prisma, per il 24% ad ABB Europe e per il 24% alla holding Api. La società Sviluppo Italia SpA manterrà nella stessa, per 5 anni, una partecipazione di minoranza del 20% nel quadro del programma di aiuto. La Sviluppo Italia SpA è una società pubblica che acquista azioni di società per un periodo di tempo limitato, in base a condizioni specifiche, al fine di assicurare il miglioramento sia delle strutture che dei risultati nel settore della produzione agricola. La Biomasse Italia SpA costruirà uno stabilimento per la lavorazione delle biomasse di origine agricola e legnosa a Crotone, in Calabria, regione obiettivo I. Al gruppo Prisma fa capo una rete di centrali elettriche alimentate da biomasse e da altre fonti di energia rinnovabili, tutte rientranti nel programma “CIP 6”. 

3. La biomassa sarà trasformata da Biomasse Italia SpA in un biocombustibile, idoneo ad alimentare la rete di centrali termoelettriche del gruppo “Prisma” a Crotone, Strongoli e Gela, che rappresenta una produzione di 84 MW di elettricità. La produzione complessiva di Biomasse Italia SpA sarà assorbita dal gruppo Prisma. 

4. Il costo globale dell’investimento, equivalente al costo ammissibile, è di 24,9 milioni di € (48,331 miliardi di ITL), di cui 15 milioni sono destinati alla costruzione di un opificio per la lavorazione della biomassa e 9,9 milioni all’acquisto di unità mobili. 

5. In particolare il progetto prevede la realizzazione delle seguenti attività: 

 · costruzione di un opificio per la produzione, stoccaggio e distribuzione di biomassa, cippato di legno, da utilizzarsi come combustibile a scopo energetico. L’intero impianto si estenderà su una superficie di circa 20 ettari; 
· Costituzione di unità mobili atte alla trasformazione diretta sul luogo di raccolta delle biomasse di origine agricola o derivanti da apposite coltivazioni intensive(colture arboree a crescita rapida) con caratteristiche tali da essere utilizzate come fonte energetica. Le unità mobili sono create al fine di provvedere alla prelavorazione (prima fase di macinazione del materiale grezzo). Tale materiale grezzo sarà quindi trasportato presso l’impianto fisso per seguire le ulteriori lavorazioni (essiccamento, miscelazione, cippatura finale).

Obiettivo dell’aiuto 
6. Il progetto in esame può essere considerato un prototipo replicabile a livello nazionale soprattutto come soluzioni operative e gestionali (logistica) individuate. Al termine del programma d’investimento, la società Biomasse Italia SpA sarà in grado di trasformare circa 630000 t/anno di biomassa di origine arborea per la produzione di cippato di legno, per un fatturato previsto pari a 16,3 milioni di € (31,5 miliardi di ITL). 

7. Il gruppo Prisma ristrutturerà le aree di pertinenza dello stabilimento ex Cellulosa Calabra per fondarvi un polo industriale per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di combustibile da biomassa. 

8. Il principale fornitore di materia prima sarà Cellulosa Calabra, i cui azionisti sono Prisma 2000 SpA e Api Holding SpA, che detengono ciascuno il 50% delle azioni. Cellulosa Calabra si occuperà della raccolta dei necessari cascami delle attività agricole e forestali. A tal fine ha concluso contratti con la regione Calabria per ottenere una concessione decennale per la gestione dei cicli di diradamento e manutenzione delle risorse boschive per la regione “AFOR Sila”. Inoltre dispone di 3000 ettari di aree incolte e marginali per l’attivazione di coltivazioni specifiche destinate ad uso energetico e infine acquisterà i cascami di origine agricola e forestale dei coltivatori e operatori locali. 

9. Inoltre il progetto comprende la costituzione di unità mobili atte alla trasformazione diretta sul luogo di raccolta dei cascami di origine agricola o forestale in biomassa. 

10. Le autorità italiane sottolineano che il progetto consentirà al gruppo Prisma di risolvere i problemi di approvvigionamento del combustibile destinato ad alimentare le centrali a biomassa (Il gruppo Prisma possiede 6 centrali termoelettriche alimentate a biomassa: Crotone, Strongoli,Gela, Bando d´Argentaro, Voghera, Foglizzo, che dispongono della capacità di 140 MW), contribuendo pertanto al piano energetico nazionale. Inoltre sostengono che il progetto avrà impatti ambientali estremamente positivi sotto il profilo delle attività agricole e forestali conseguenti la valorizzazione e l’utilizzazione produttiva dei cascami delle attività stesse. Infine affermano che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è a basso impatto ambientale, coerentemente con quanto disposto dagli accordi di Kyoto. 

11. Secondo il governo italiano il progetto dovrebbe generare una maggiore occupazione diretta pari a 40 unità nonché una maggiore occupazione indotta stimata pari a 250 unità. 

 Il mercato 
12. A giudizio del governo italiano attualmente non esiste alcun mercato per la biomassa destinata alla produzione di combustibile energetico. La biomassa viene infatti destinata esclusivamente all’uso interno come materia prima per pannelli di fibre. Quanto al basso valore della materia prima e ai costi piuttosto elevati di trasporto, il mercato geografico rilevante si limita alle aree adiacenti le fonti e la coltivazione di legname. Pertanto il mercato geografico rilevante è l’Italia. Si prevede che in Italia le capacità di produzione di energia a base di biomassa come materia prima aumentino dal 5% nel 2000 al 15% nel 2003. 

 Le misure 
13. Il governo italiano intende concedere un aiuto sotto forma di prestito partecipativo, per 5 anni, di 0,5 milioni di € (1 miliardo di ITL) il cui valore nominale non è superiore al valore contabile del patrimonio netto e di un prestito di 17 milioni di € (33 miliardi di ITL) per la durata di 15 anni con un periodo di preammortamento di 5 anni nell’ambito del regime di aiuto già approvato Sviluppo Italia SpA (Decisione della Commissione del 28.2.2001). Al termine del periodo di partecipazione al capitale, Sviluppo Italia SpA cederà la propria quota per un importo equivalente al valore del patrimonio netto della società. 

14. Il tasso d’interesse agevolato, durante il primo quinquennio, è pari al 15% del tasso di riferimento relativo a un credito di 18 mesi, come stabilito per decreto del Ministero delle Finanze (6,6%), ossia è pari a 0,99%. Per la durata restante del prestito, il tasso agevolato equivale al 60% del tasso di riferimento, ossia al 3,96%. La misura sarà assistita da un'ipoteca di primo grado sul terreno e sugli edifici. Poiché il regime in questione si applica unicamente ai prodotti di cui all’allegato I, il governo italiano ha notificato individualmente le misure proposte. Secondo il governo italiano l’intensità di aiuto complessiva scontata al valore attuale ammonta al 18.43% lordo.

D Decisione
25. La Commissione ha quindi deciso di considerare compatibile con il trattato CE l’aiuto di 17,5 milioni di € destinato alla produzione di biomassa concessa a Biomasse Italia SpA per la costruzione di uno stabilimento di produzione di biomassa a Crotone (Calabria).

Bruxelles, 28.11.2001
Per la Commissione europea
Direzione generale della Concorrenza
Mario Monti
Membro della Commissione

giovedì 10 aprile 2014

PSEG ITALIA/PRISMA 2000/CARLO GAVAZZI GREEN POWER


Pseg Italia B.V. (di seguito PSEG) è una società appartenente all’omonimo gruppo di diritto statunitense Public Service Enterprise Group Incorporated, attivo, a livello mondiale, prevalentemente nel settore della produzione di energia elettrica. In Italia, PSEG è presente nella generazione di energia elettrica esclusivamente tramite la società Prisma 2000 S.p.A., di cui detiene il controllo congiunto e che è oggetto della presente operazione. 

A livello mondiale, il gruppo Public Service Enterprise Group Incorporated ha realizzato un fatturato, nel 2004, di circa 9 miliardi di euro, di cui 221 milioni nell’Unione Europea. Mentre, con riguardo al fatturato consolidato realizzato in Italia da PSEG nello stesso periodo, questo è da ricondursi esclusivamente al fatturato della società controllata Prisma 2000 S.p.A. per la quota di sua competenza (50% del capitale sociale). 

Prisma 2000 S.p.A. (di seguito PRISMA) è la società holding di un gruppo attivo in prevalenza nella generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. PRISMA è controllata congiuntamente da PSEG e da Carlo Gavazzi Green Power S.p.A. (di seguito, CGGP). 

Il fatturato consolidato di PRISMA nel 2004 è stato di circa 71 milioni di euro, interamente realizzato in Italia. 


Il caso “Carlo Gavazzi Green Power”, le multinazionali ed il ruolo delle piccole società

articolo di Antonio Bavusi e Pietro Dommarco pubblicato dal sito: http://www.olambientalista.it/centrali-a-biomasse/ dal titolo originale: 

Biomasse, green o black economy?


Fino a qualche anno fa la società milanese “Carlo Gavazzi” era considerata leader nazionale nella produzione di elettricità da biomassa. Oggi ha ceduto il controllo delle centrali agli americani del PSEG (Public Service Enterprise Group Incorporated), un gruppo attivo a livello mondiale prevalentemente nel settore della produzione di energia elettrica che controlla in Italia l’85% del capitale azionario della società Prisma 2000 S.p.A. – in cui la Carlo Gavazzi Green Power S.p.A. possiede una quota del 15% – con una quota nella società Biomasse Italia S.p.A. [cfr Provvedimento n.15248 dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del 8 marzo 2006]
Nel 2001 il governo italiano chiese ed ottenne dalla Commissione Europea l’autorizzazione ad erogare 17,5 milioni di euro alla società Biomasse Italia S.p.A. – costituita oltre che dal 32% della Prisma 2000 S.p.A., anche dal 24% di ABB Europe, dal 25% della holding petrolifera API(Anonima Petroli Italiana) e dal 20% di Sviluppo Italia S.p.A. – intenzionata a produrre energia elettrica da biomassa nello stabilimento di Crotone in Calabria, inclusa – a differenza della Basilicata – nelle regioni dell’Obiettivo 1 dell’Unione Europea [cfr Commissione Europea, aiuto di Stato n.400/2000 – Italia/ Bruxelles 28 novembre 2001]. Appare evidente, dunque, che la convenienza all’uso delle biomasse dipende dagli aiuti di Stato e dagli incentivi pubblici già a partire dalla fase progettuale, essendo inesistente un mercato regionale e locale del legno tale da alimentare grandi centrali a biomassa, specialmente nel Sud Italia, pur in presenza di estesi boschi. La Biomasse Italia S.p.A. costruirà due stabilimenti a Crotone e Strongoli (Crotone). Inizialmente – secondo il responsabile della Carlo Gavazzi Green Power S.p.A., Giancarlo Cicerone, le centrali “utilizzano legno che arriva un po’ dappertutto” [Leggi la fonte] : dal Sud America, dal Canada e dall’Europa con un commercio mondiale che avviene via mare e su strada, con grande spreco di energia e notevole inquinamento, senza considerare le questioni ambientali e sociali dei Paesi di origine devastati dalla deforestazione. In questo modo ogni kilowattora prodotto da fonti rinnovabili finisce per costare il triplo, rispetto a quanto pagato per le fonti tradizionali.
Le dimensioni della centrali a biomasse richiedono una proporzionale quantità di biomassa da bruciare per produrre calore ed azionare gli alternatori. La logica del profitto d’impresa mira a compensare l’investimento tecnologico iniziale nel più breve tempo possibile. Le centrali di Cutro (Crotone) della Fuelco Uno partecipata totalmente dalla Euro Energy Group S.r.l., del Gruppo Marcegaglia, assieme a quella ancora inattiva ad Oriolo ed a quella prevista dall’Enel nella Valle del Mercure, prevedono di utilizzare biomassa forestale pari a circa 1 milione di tonnellate all’anno. Quantitativi enormi, impossibili da reperire in loco in tempi rapidi, pena la distruzione del patrimonio forestale calabro-lucano, dei parchi della Sila e del Pollino, dai quali già traggono la materia prima. Le grandi centrali a biomasse per i proponenti sono convenienti perché incentivate dallo Stato e dalle Regioni [cfr intervento di Teresa Liguori, consigliere Nazionale di Italia Nostra, Convegno dibattito “centrali a biomasse: inquinamento ambientali ed effetti sulla salute umana”Strongoli, 10 febbraio 2010]. Emblematica risulta in proposito l’affermazione di Roberto Garavaglia, amministratore delegato di Euro Energy Group S.r.l. che afferma come “le tariffe CIP6 ci permettono di incassare 20 milioni di euro all’anno che vanno a coprire esclusivamente il costo molto alto delle biomasse. La centrale di Cutro (20MW) costerebbe 50 milioni di euro. Senza i contributi statali non sarebbe conveniente realizzarla […] ora andiamo avanti altri 5 anni con gli incentivi, poi si vedrà”. L’amministratore unico pensa evidentemente di fare in Calabria quello che già fa a Massafra (TA). Infatti, ottiene nel 2004 l’autorizzazione dal Commissario Straordinario per i Rifiuti in Calabria all’utilizzo del CDR (Combustibile Derivato da Rifiuto) nell’impianto a biomassa di Cutro. Stessa cosa per gli stabilimenti di Crotone dellaCarlo Gavazzi Green Power S.p.A. che si avviano a diventare inceneritori. La “Carlo Gavazzi”, assieme al Gruppo Marcegaglia, gestisce in Italia il business delle biomasse. La famiglia Marcegaglia gestisce, oltre agli impianti in Calabria, due impianti di incenerimento per “combustibile da rifiuti” (CDR) in fase di realizzazione (Manfredonia, Modugno) che si aggiunge a quello già attivo a Massafra (Taranto). Il Gruppo Marcegaglia si è aggiudicato, inoltre, l’affidamento del pubblico servizio di gestione del sistema impiantistico di recupero energetico a servizio dei bacini di utenza Lecce 1, 2 e 3 ” e gestisce anche la “Filiera Rifiuti Speciali Oikothen” di Augusta, con autorizzazione peraltro sospesa da Regione Sicilia e Comune di Augusta.
Dalle centrali a biomasse agli inceneritori e ai ricorsi al Tar. La normativa, ancora una volta, corre in soccorso alla carenza degli incentivi offrendo la possibilità di assimilare i rifiuti alla biomassa. Un’occasione a cui gli industriali non rinunciano, a livello nazionale e a livello locale. In Basilicata le vicende legate alla centrale a biomassa Enel S.p.A. di Laino, nella valle del Mercure – per la quale la relazione redatta da Felice Casson e Paolo Rabitti evidenzia l’impossibilità di reperire in loco la biomassa, pena la distruzione delle foreste del Parco Nazionale del Pollino [Leggi la fonte], quelle in Val Basento e a San Nicola di Melfi funzionanti ad olio di palma, quelle a Tricarico e Ferrandina, mostrano con chiarezza la deriva del meccanismo degli incentivi pubblici, ma sono anche il preludio ad una strategia che punta ad un sistema di gestione dei rifiuti incentrato sulle discariche e sugli inceneritori camuffati da biomassa favoriti da pubbliche amministrazioni locali e regionali. In poche parole, gli incentivi pubblici possono tradursi in profitto aggiuntivo sostituendo semplicemente il combustibile impiegato inizialmente. Alcuni esempi in proposito risultano emblematici. La società Prisma 2000 S.p.A. tenta l’utilizzo dei fondi della Sovvenzione Globale in Calabria firmando con Crotone Sviluppo, un accordo da oltre 17 miliardi di vecchie lire. Un’operazione che porterà l’Autorità Giudiziaria ad emettere avvisi di garanzia conducendo al crack dell’industria della Cellulosa Calabra a cui la società era interessata [Leggi la fonte]. Medesima sorte tocca – nel dicembre del 2006 – a Marcelo Emilio Figueira, Martino Pasti e Lanfranco Graziani, all’epoca dei fatti rappresentanti della San Marco Bioenergie S.p.A. Il progetto di centrale elettrica alimentata a biomassa incriminato, e poi sequestrato, è quello ricadente nel comune di Bando d’Argenta, nel ferrarese. L’ipotesi di reato notificata fu di falsificazione di registri, nonchè violazione delle prescrizioni per le emissioni in atmosfera, per quei “fumi densi emessi dai camini e quei miasmi sgradevoli”. Il sospetto nasce dalla “natura delle biomasse”. Un rilascio in atmosfera smisurato di monossido di carbonio, causato dall’aver bruciato non solo legno vegetale, come da autorizzazione, ma anche legno trattato. La San Marco Bioenergie, prima S.r.l., poi S.p.A., negli anni si rende protagonista di vari ricorsi ai Tribunali Amministrativi. Il primo presentato al TAR del Veneto contro la decisione del Comune di San Martino di Venezze (Rovigo) che con delibera n.9 del 2 marzo 1998 approvò il “divieto di installazione centrale termoelettrica nel territorio comunale di San Martino di Venezze”, per “incompatibilità ambientale”. Il secondo, invece, presentato al TAR della Lombardia contro la paventata decisione dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, di revocare alla Bioenergie – per mancata “esibizione delle autorizzazioni indispensabili” – di ogni incentivo CIP6 per la realizzazione delle centrale a biomassa ricadente nel comune di Capracotta (Isernia). In entrambi i contenziosi, sia il TAR del Veneto sia il TAR della Lombardia e poi il Consiglio di Stato, danno ragione alla San Marco Bioenergie S.p.A., della quale sono soci ancora la PSEG e la Carlo Gavazzi Green Power S.p.A., così come per la Prisma 2000 S.p.A. Ma la “Carlo Gavazzi” – che nel 2003 riceve il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente, organizzato dalla Legambiente, perfettamente in linea con il sistema Symbola – è coinvolta a Pontinia (Latina), relativamente alla realizzazione di una centrale a biomassa della Pontinia Rinnovabili S.r.l., di cui la società milanese è socia. Anche in questo caso due Enti, il Comune di Pontinia e la Provincia di Latina, si sono opposti al progetto che a parere della conferenza di servizi dell’amministrazione provinciale presenta “dati sbagliati e incompleti in merito alla procedura AIA ma, sopratutto, non dà le garanzie richieste dal protocollo di Kyoto e dalla comunità Europea in merito alla riduzione delle emissioni”.
Fuochi di paglia ad Acinello, aspettando i rifiuti. L’intervento dell’ing. Gino Dipierri dellaCarlo Gavazzi Green Power S.p.A., a conclusione della giornata di Venosa del 16 aprile [Guarda il video], pone interrogativi sulla perseguibilità delle tesi sostenute circa l’utilizzo della paglia che costituirebbe l’80% del combustibile impiegato. “40-60 aggregatori” di filiera corta, alias produttori locali di paglia, ovvero agricoltori locali riconvertiti in braccianti meccanizzati, grazie alla centrale, produrrebbero la biomassa da incenerire in un impianto della potenza elettrica di oltre 35 MW. Si apprende, inoltre, che la centrale a biomassa di località Acinello di Stigliano-Aliano (MT) costa – sempre secondo il rappresentante della società – 100 milioni di euro, e richiede un investimento annuo in biomassa pari a 15-18 milioni di euro. Il numero degli addetti previsti presso la centrale è pari a 50 unità. 10 addetti per ogni megawatts installato (per Acinello mancano però all’appello 15 addetti). 25 sono i milioni disponibili per i subappalti. Se dovesse mancare la paglia, l’azienda si rivolgerebbe al cippato vergine che – fa sapere sempre l’ing. Dipierri – verrebbe acquistato grazie a convenzioni con ditte specializzate nel settore forestale ed in parte prelevato dalla pulizia dei corsi d’acqua. Con Delibera n.53 del 6 maggio 2009, l’Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas ha accolto – ai sensi dell’art.15, comma 2, del Decreto Legislativo n.79/99, come modificato dall’art.34 della Legge n.273/02 – l’istanza della Carlo Gavazzi Green Power S.p.A., titolare del progetto per la realizzazione della centrale a biomasse di contrada Acinello di Stigliano (Matera). La multinazionale milanese aveva ottenuto la sospensiva dal TAR Basilicata di una Delibera Regionale che limitava la potenza dell’impianto a 13 MW, che attualmente è invece pari a 35 MW. Per non rinunciare agli incentivi di cui all’art.3, comma 7, della Legge n.481/95 – è quanto si legge nella delibera dell’AEG – la “Carlo Gavazzi”, in data 20 marzo 2009, ha presentato all’Autorità per l’Energia ed il Gas, anche sulla scorta di una sentenza favorevole del TAR Lombardia, “la richiesta unitamente all’autorizzazione necessaria alla costruzione dell’impianto non ancora in esercizio, pena la decadenza da ogni diritto alle incentivazioni medesime”.

lunedì 7 aprile 2014

Incontro organizzativo: lotta contro la Biomasse di Mazzocchio

Stasera ci vediamo presso il Pub Dryland di Pontinia (via Cesare Battisti), con il Meetup di Pontinia (M5S), per organizzare le azioni d'informazione a sostegno della lotta contro la costruzione della centrale a biomasse (inceneritore) di Mazzocchio. Ore 21.15 - 21.30.
L'incontro è aperto a tutti!