mercoledì 21 dicembre 2011

PONTINIA, LA SEP RESTA CHIUSA

immagine da: www.questotrentino.it
Rifiuti «costosi», la grana

Il comune di Pontinia ha prolungato la convenzione con la Fatone srl fino al 31 dicembre. Per il conferimento dell’umido, quindi, l’amministrazione comunale è costretta a sborsare 160 euro a tonnellata a fronte dei 20 euro richiesti dalla Sep, tutt’ora chiusa per i lavori di ristrutturazione. Purtroppo l’assessore Valterino Battisti e la giunta Tombolillo, ad oggi, sono costretti a pagare otto volte di più per il conferimento dell’umido. Diciamo «costretti» perché tra i preventivi richiesti ad ottobre quello della Fatone risultava essere quello più conveniente. L’unica possibilità di risparmio poteva venire dall’impianto della Kyklos. Il Comune aveva quindi presentato richiesta ad ottobre poi respinta seguita da un’altra a metà novembre ma la risposta del rappresentate della Kyklos è stata quella di «aver esaurito le proprie capacità di ingresso e trattamento rifiuti». Dall’altra parte abbiamo la Provincia di Latina che tramite l’assessore all’ambiente Gerardo Stefanelli sembrava aprire ad un’ alternativa. Possibilità chiusa totalmente dalle sue dichiarazioni: «noi non possiamo indirizzare nessuno da nessuna parte - ha affermato l’assessore Stefanelli -. Siamo in un mercato libero e il comune decide autonomamente dove portare i propri rifiuti. La Provincia, in questo ambito, si è semplicemente impegnata a dare un sostegno economico alla realtà di Pontinia e ad altre che stanno vivendo il disagio della chiusura temporanea della Sep». Peccato che lo stesso assessore Stefanelli, a quasi tre mesi dalla chiusura della Sep, non sappia ancora quantizzare il possibile rimborso da dare al comune di Pontinia. Nel frattempo, il comune di Pontinia si sta muovendo per poter acquistare finalmente un automezzo per la raccolta differenziata in città. Nelle casse comunali ci sono già a disposizione circa 140 mila euro per poter soddisfare le richieste di Sebastiano Gobbo, amministratore Trasco, e per poter ampliare la raccolta differenziata in altre zone del erritorio comunale.
articolo di R.A.C. Latina Oggi

sabato 10 dicembre 2011

Centrale Turbogas tra Artena e Colleferro




Il giorno 1 Aprile 2011 si è tenuto un incontro a Colleferro in località IV Km per valutare l’opportunità di presentare un ricorso per la costruzione della centrale a turbogas nel sito industriale di Colleferro. Presenti cittadini sia del IV Km, ma anche di comuni limitrofi. I dettagli per il ricorso ci sono stati presentati dagli stessi avvocati che sono riusciti a fermare, attraverso una lunga battaglia giuridica e di mobilitazione popolare, la costruzione dell’inceneritore di Albano. L’intento è di aggregare la cittadinanza e le associazioni per presentare al presidente della Repubblica le rimostranze delle comunità che si trovano costrette a subire per l’ennesima volta il ripresentarsi di situazioni già vissute, che hanno portato alla drammatica situazione ambientale che tutti conosciamo. Il ricorso non ha costi legali e non ci sono possibilità di richieste di risarcimenti nel caso che lo stesso venga rigettato. L’unico impegno che si chiede è una fotocopia fronte-retro del documento di riconoscimento, un certificato storico anagrafico di persone residenti entro i quattro Km dal punto di localizzazione della centrale (per questo l’intera cittadinanza urbana di Colleferro e Artena rientrano nei limiti) e una firma per il conferimento degli avvocati a procedere. Tali intenzioni verranno accolte il giorno 8 Aprile 2011, data del prossimo incontro, sempre in località IV Km. 

giovedì 8 dicembre 2011

Pontinia: Sep, tra dubbi e diffide

La Fatone era subentrata alla Sep chiusa per lavori. La proroga con la ditta è scaduta non si sa a chi il Comune abbia riassegnato il servizio.
 
Ancora la Sep e il problema del conferimento dell’umido al centro delle cronache cittadine. L’impianto di compostaggio di Mazzocchio, nonostante sia chiuso da inizio ottobre per una profonda ristrutturazione, continua ad essere sotto l’occhio del ciclone della Provincia di Latina e delle associazione ambientaliste di Pontinia. In questa situazione in cui chi può controllare mette in atto le proprie forze e le proprie competenze, l’amministrazione comunale si impegna a cercare soluzioni alternative per il conferimento momentaneo dell’umido senza prendere nemmeno in considerazione una vera e propria alternativa , per il futuro, alla Sep. Gli amministratori potrebbero dire: «ma perché rinunciare a conferire alla Sep quando questa ci offre un servizio ad un costo otto volte più basso rispetto alla concorrenza?». La risposta può venire direttamente da un ente superiore, la Provincia, che ha protocollato, il 22 novembre scorso, una diffida nei confronti della Sep stessa. Nel documento ufficiale, a firma del Dirigente del Settore Ecologia e Ambiente, Nicoletta Valle, si legge: «la Provincia di Latina diffida la ditta Sep a mantenere sospesa la ricezione dei rifiuti in entrata e a presentare a questa Provincia, entro 15 giorni, un aggiornamento del programma di gestione della fase transitoria discussa a settembre». Oltre a ciò si invita la Sep a presentare, sempre entro il 12 dicembre, «una perizia tecnica giurata che descriva le attività svolte per il ripristino delle condizioni di legalità d’esercizio dell’attività di compostaggio dei rifiuti». Mentre la Sep è a lavoro per rispondere alle richieste dalla Provincia, Giorgio Libralato, di Ecologia e Territorio, pone qualche interrogativo all’amministrazione comunale. «Mentre la Sep è Chiusa e la proroga alla Fatone è scaduta a fine novembre il comune di Pontinia dove sta portando i propri rifiuti? – si domanda Libralato -. Dalla prossima decisione si capirà da che parte sono i nostri amministratori, se dalla parte della Sep o dalla parte del Comitato di Mazzocchio, se dalla parte di un progetto a breve termine e instabile o dalla parte del risparmio e di un progetto a lunga scadenza». Per la Sep rimane una settimana esatta per dare delle risposte convincenti alla Provincia di Latina mentre al Comune di Pontinia resta poco meno di un mese per capire cosa fare dell’umido di Pontinia nel nuovo anno che sta per arrivare. 
Articolo di Riccardo A. Colabattista - Latina oggi 6 dicembre 2011

mercoledì 7 dicembre 2011

Aprilia Acqua Pubblica: Vincono i Cittadini Attivi

ANCORA UNA VOLTA VINCONO I CITTADINI ATTIVI!

Nonostante i soprusi, le illegittimità ed i vari "taroccamenti" intervenuti negli anni nella gestione del servizio idrico nell'ATO4, I CITTADINI ATTIVI VINCONO ANCORA al banco di prova dei tribunali.

La sentenza n. 2972 del 18/11/2011 del Tribunale di Latina, con la quale il giudice ha confermato i rilievi sulle clausole vessatorie del contratto utente-Acqualatina spa, fa onere all'associazione Cittadinanzattiva Lazio, all'ex coordinatore della sezione di Aprilia, Sig. Giambattista TRENTA e all'avv.to Lucia DE GUIDI, per aver saputo ascoltare, dare voce e portare a compimento l'azione civica promossa da anni dai cittadini attivi di Aprilia.

Ancora una volta il giudice, come precedentemente già accolto nelle fasi preliminari del procedimento, ha affermato il significativo squilibrio tra Gestore ed utente dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto rilevando la vessatorietà delle clausole: n.10-negando all'utente la possibilità di somministrazioni plurime, n.14- per incongruità della penale, di importo eccessivo, che viene posto a carico dell'utente che non comunichi il subentro nell'utenza, a prescindere dalle ragioni della mancata comunicazione, n.16- in quanto prevede, in caso di mancato pagamento di due fatture, la sospensione delle somministrazione e l'addebito al cliente delle spese di sospensione e di riattivazione, nonché di una penale, prescindendo anche in questo caso dai motivi del mancato pagamento, non necessariamente imputabili al cliente, n.17- in quanto prevede in favore del gestore una clausola risolutiva espressa, escludendo il diritto del consumatore di opporre l'eccezione di inadempimento, in contrasto con l'art.33 del codice del consumo, n.27 e n.28 -in quanto escludono la possibilità d'intervento del consumatore sulla scelta di collocazione dell'apparecchio di misura .... stabilendo inoltre, in caso di manomissione, una serie di gravi conseguenze a carico del consumatore medesimo, tra le quali la sospensione della fornitura, a prescindere dalla imputabilità del fatto allo stesso consumatore.

Nonostante le recenti minacce di querela del Presidente di Acqualatina, Avv.to ADDESSI, i cittadini continueranno non piegare il capo e proseguiranno nella loro azione civica di denuncia. Azione legittima e determinata, mai violenta, rispettosa del lavoro degli operatori di Acqualatina che rispettano le prerogative dei cittadini-utenti.

Al presidente ADDESSI chiediamo:

Perché nel piano tariffario per il 2012 è presente un aumento della tariffa media d'ambito di circa il 9% rispetto al 2011?

Perché i costi di gestione invece di diminuire sono aumentati del 16%?

Perché con le tariffe esose ed illegittime imposte ... dall'ATO4 (.. si fa per dire...), bisogna continuare a pagare il consiglio d'amministrazione della società per oltre 827mila euro all'anno?

Comunicato del Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia

La Turbogas di Aprilia preleva acqua potabile

http://differenziati.wordpress.com/

Le autobotti trasportano acqua dal centro a Campo di Carne.

Collaudi alla centrale Turbogas di Campo di Carne ad Aprilia: l'acqua prelevata dalle falde acquifere non basterebbe a far funzionare la centrale termoelettrica. Alcuni cittadini, infatti, segnalano che da giorni delle autobotti della  fanno la spola dall'acquedotto di via Carducci all'impianto di Campo di Carne, per trapostare acqua alla centrale.  La società proprietaria della turbogas, la Sorgenia, dispone già di un'autorizzazione, rilasciata dalla Provincia di Latina, che gli consente di prelevare 8 litri di acqua al secondo da quattro pozzi. Ed ora, la notizia di questi "misteriosi" viaggi delle autobotti, pone nuovi preoccupanti interrogativi. Al momento, dall'Amministrazione Comunale, non arriva alcuna notizia.

martedì 6 dicembre 2011

Turbogas di Aprilia: farà più morti che posti di lavoro

 La Rete NO Turbogas di Aprilia spiega: "Una volta in funzione la turbogas di Sorgenia darà meno posti di lavoro di quante morti causerà ogni anno. Sarà un'enorme danno all'economia locale per il solo profitto privato della famiglia De Benedetti e degli azionisti".

La Rete cittadini contro la turbogas di Aprilia rende noto di concordare pienamente con le posizioni espresse dall'Ordine dei Medici di Latina, che qualche settimana fa ha ribadito che "mettere in funzione una centrale turbogas, che bruciando gas naturale produce particolato fine ed ultrafine, in un territorio già gravemente compromesso dall'inquinamento atmosferico, sarebbe causa certa dell'aumento di patologie respiratorie, tumorali e cardiache, specie negli anziani e nei bambini". Inoltre la Rete cittadini contro la turbogas di Aprilia (che si sta battendo da anni contro la messa in funzione della centrale) ricorda come anche secondo l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, "il particolato fine ed ultrafine è un inquinante micidiale per il quale non esiste una soglia minima di pericolosità" sottolineando che la turbogas che stanno costruendo a Campo di Carne "ne produce ogni anno circa 250 tonnellate". "La turbogas è una macchina di morte" spiega seccamente ma risolutamente la Rete cittadini contro la turbogas di Aprilia ricordando che oltretutto sarebbe "morte beffarda e inutile, visto che nel Lazio si produce il 20% in più dell'energia elettrica che si consuma oggi e con gli impianti già in funzione sarà così fino al 2020, senza la turbogas di Aprilia". "Una volta in funzione la turbogas di Sorgenia darà meno posti di lavoro di quante morti causerà ogni anno - continua il comunicato - Sarà un'enorme danno all'economia locale per il solo profitto privato della famiglia De Benedetti e degli azionisti della società. Sorgenia produce meno del 3% della propria energia elettrica da fonti veramente rinnovabili, uno specchietto per le allodole dietro il quale c'è il restante 97% prodotto con centrali come quella che stanno costruendo ad Aprilia". La Rete cittadini contro la turbogas spiega inoltre che "la messa in esercizio della turbogas di Aprilia farà crollare di oltre il 30% il valore degli immobili nel raggio di molti chilometri, affossando inoltre l'agricoltura, settore produttivo davvero significativo nel territorio apriliano, con la perdita dei marchi di qualità e l'impossibilità di coltivare biologico a causa dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo". Per questo motivo "la Rete continuerà a lottare per scongiurare l'entrata in funzione della centrale che si trova in pieno centro abitato, a ridosso della linea ferroviaria e della Nettunense, a meno di un chilometro da un asilo e una scuola elementare, con 200.000 presone che abitano nel raggio di circa 15 chilometri, ovvero nell'area considerata ad alto rischio contaminazione per le emissioni di particolato fine ed ultrafine, che la turbogas, se messa in funzione, sfornerà a tonnellate" convocando per questo tutta "la cittadinanza a prendere parte alla prossima assemblea pubblica No Turbogas mercoledì 22 dicembre alle 21 presso il centro Sada (ex-CRAL) in via delle Margherite ad Aprilia".

Articolo di Tommaso Cicconi

lunedì 5 dicembre 2011

STOP INCENERITORI - L'ALTERNATIVA C'E'!




Video lezione realizzata dal giornalista Matteo Incerti sul ciclo integrato alternativo ad inceneritori e mega discariche: riduzione, raccolta porta a porta, compostaggio, trattamento meccanico biologico "a freddo", strategia Rifiuti Zero.


Dr Balestreri su danni alla salute da inceneritori

Il dottor Federico Balestreri dell'Associazione Internazionale dei Medici per l'Ambiente (ISDE) spiega i danni alla salute provocati dalle emissioni degli inceneritori (prima parte). 20 aprile 2009, Convegno a Bovisio Masciago (MB) sul nuovo inceneritore di Desio (MB).










Dott.ssa Gentilini - "Gli inceneritori sono un pacco!"





Paul Connett a Torino al V 2 day



Intervista a Paul Connett 

 

domenica 4 dicembre 2011

Roma: Sporchi da morire - anteprima del film





ROMA, 12 DICEMBRE 2011 - ORE 18.00
Nuovo Cinema Aquila - Via L’Aquila, 68
Presentazione e Conferenza Stampa alla presenza del regista e dei protagonisti del film

Proiezione del film
Seguirà dibattito con la stampa ed il pubblico
INGRESSO LIBERO

Il film, Sporchi da morire nasce da alcune domande: è vero che gli inceneritori fanno male? Perché in Italia si continuano a costruire questi impianti mentre nel resto del mondo si stanno smantellando? Quali sono i rischi concreti per la salute? Quali sono i danni provocati dalle nano-particelle emesse dagli inceneritori? Quali sono le possibili alternative? Con queste domande in testa comincia la ricerca di Carlo A. Martigli,  scrittore e giornalista impegnato da sempre in inchieste scottanti. Il film documenta le sue ricerche su internet che come in un romanzo, improvvisamente diventano reali:
interviste, filmati, esclusivi reportage in giro per il mondo, tra l’Italia, gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra e l’Austria che faranno riflettere su un problema indicato da molti esperti come “invisibile inquinamento del nuovo millennio” che riguarderà i nostri figli e le future generazioni. 
Sporchi da morire è un progetto italiano molto ambizioso e di ampio respiro internazionale grazie al coinvolgimento di esperti mondiali: il ProfessorPaul Connett,  teorico della strategia "Zero Rifiuti",il dott. Stefano Montanarie la dott.ssa Antonietta Gatti, esperti e scopritori delle nano-particelle; la Dott.ssa Patrizia Gentilini, oncologa e membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente, il biologo Prof.Gianni Tamino , Dott.Valerio Gennaro medico oncologo epidemiologo ISDE Italia, il dott. Federico Valerio Responsabile Chimica Ambientale IST di Genova, i sindaci delle città virtuose della Silicon Valley, Palo Alto, Barkeley,
il sindaco di San Franciso Gavin Newson, il responsabile del Dipartimento Ambiente di San Franciso Jared Blumenfeld, i rappresentanti dell’INVS Francese -  Dr. Calut e Dr. Laffont che sono i firmatari della più importante ricerca mondiale sul tema della pericolosità dell’incenerimento dei rifiuti, il prof. Dick Van Steenis che ha mappato la ricaduta dell’inquinamento sui bambini inglesi e bloccato 16 progetti in costruzione,il dr.Luft,l’Associazione Rescue Workers Detoxification e la 911 Police Aid Foundation  che si occupano delle persone ammalatesi per le inalazioni di nano-polveri dopo il crollo delle torri gemelle (circa 170.000 casi già accertati), i rappresentanti dei comitati nazionali ed internazionali, Padre Alex Zanotelli, Maurizio Pallante del Movimento Decrescita Felice, Greenpeace Italia, e tanti altri. Un film-progetto al quale hanno già aderito migliaia di persone in tutto il mondo tanto da certificarlo come
il film con i titoli di coda più lunghi del mondo i quali saranno presenti, grazie ad un piccolo contatore grafico fin dai primi minuti del film.
 
SCHEDA FILM:
Sporchi da Morire - FIlthy to the core
DURATA: 93 MINUTI circa
REGIA: MARCO CARLUCCI
con: Paul Connett - Stefano Montanari - Carlo A. Martigli
WEB: www.sporchidamorire.com  - FACEBOOK
email: info@primafilm.it
USCITA: MARZO 2012

venerdì 25 novembre 2011

convocato il secondo incontro degli aderenti al Forum Pontino dei Diritti e dei Beni Comuni


Vi comunichiamo che è convocato il secondo incontro degli aderenti al Forum Pontino dei Diritti e dei Beni Comuni per lunedì 28 novembre alle ore 21.00 presso la sede del Centro Servizi per il Volontariato (LatinaFiori - Torre 5).

L'incontro è aperto a tutte le associazioni e cittadini che si riconoscono nella battaglia per i beni comuni e la difesa dei diritti individuali e collettivi.

Si discuterà insieme dell'organizzazione operativa in seguito alla nostra adesione alla campagna nazionale Obbedienza Civile a partire dall'organizzazione dell'assistenza legale e tecnica per la decurtazione del 7 x 1000 dalle bollette dell'acqua ai cittadini, della campagna di comunicazione e dei relativi strumenti di cui dovremmo dotarci e di alcune possibili iniziative da organizzare nel territorio.

Si prega la puntualità e di allargare il presente invito a quanti riteniate possano offrire il loro contributo.

Ecovillaggi in Italia. I venti nuovi progetti


BIOEDILIZIA. Lungo tutto lo Stivale stanno germogliando tanti piccoli semi comunitari di età, formazione ed estrazione sociale diversa, che desiderano mettere radici, condividere l’avventura e restituire al mondo la loro esperienza. Per farlo, basta solo scegliere quello più adatto alle proprie esigenze o nella zona preferita. Incredibile ma vero: anche la nostra cara vecchia Italia, con un carattere non spiccatamente propenso alle novità, culla fra le sue braccia un piccolo popolo variegato di ecovillaggi. No, non stiamo parlando di villaggi turistici a sfondo ambientalista, ma di proprietà suddivise in piccoli nuclei abitativi, in cui gruppi di persone decidono intenzionalmente di condividere la propria vita. L’ecovillaggio, nipote delle Comuni, cugino del cohousing e figlio dell’era della comunicazione e della tecnologia, è un luogo in cui le relazioni sono considerate una fonte di ricchezza di cui avere costantemente cura, e in cui si recupera un rapporto diretto con la natura. Lungo lo Stivale, più di venti ecovillaggi, composti da una media di quindici persone, risparmiano e minimizzano il loro impatto ambientale grazie alla condivisione e ad una serie di buone pratiche. Stiamo parlando di una famiglia intergenerazionale e internazionale collegata ai grandi cambiamenti globali. Un laboratorio di vita che richiede partecipazione, che si traduce in un cambiamento concreto per se stessi e per la Terra. Ogni estate, la Rete Italiana Villaggi Ecologici (Rive) si riunisce quattro giorni per scambiare esperienze, conoscenze, e fare proposte. Quest’anno sono stati presentati ben venti nuovi progetti. Andiamo a conoscerli.
Per informazioni dettagliate sul resoconto del raduno e le specifiche dei progetti, è possibile consultare il sito: www.mappaecovillaggi.it

Coop agricola Il Vignale
Siamo 12 adulti e 3 bambini (ci piacerebbe essere di più). Siamo proprietari di una porzione di casale e 5 ettari di seminativo. Pratichiamo il metodo del consenso e la comunicazione nonviolenta, a cui teniamo molto. Sogniamo un villaggio ecologico autosufficiente, caratterizzato da una dimensione sociale aperta, in grado di interagire col territorio circostante attraverso l’accoglienza e varie altre attività: filiera corta, percorsi didattici sulla sostenibilità, attività motorie e arti circensi.
Civitella Cesi, Blera (Vt), tel 389 5864091 – ilvignale@gmail.com
Il Tornale
Siamo 2 donne con 2 bambini e alcuni simpatizzanti in fase decisionale. A breve firmeremo la proposta di acquisto di un terreno edificabile di 9 ettari, a 70 km da Roma. Abbiamo propensione verso costruzioni tipo earthship e stiamo cercando un bioarchitetto con esperienza in questo campo che ci suggerisca valide soluzioni. Puntiamo all’autonomia in tutti i sensi. Parallelamente lavoriamo a un progetto di scuola libertaria di orientamento montessoriano.
Vejano (Vt), tel 339 4581200 – iltornale@yahoo.it
Vi.E – Villaggio evolutivo
Siamo 13 adulti e 5 bambini. Il Villaggio comprende 2 casali e 22 ettari di terreno. Abbiamo spazi comuni e privati, poiché riteniamo importante l’equilibrio tra singolo e gruppo. Siamo vegetariani e carnivori, filosofi e pragmatici, di tutte le età, di tutte le regioni, provenienti da multiformi esperienze spirituali. Abbiamo intrapreso un percorso di autoformazione. Accogliamo anche nuovi «naviganti».
Via di Corneto, loc. Il Podere- Canino (Vt), tel 393 9418283 – marina.francesconi@gmail.com
Le Conche
Siamo 11 adulti e 9 bambini. Il nostro progetto consiste nell’acquisto collettivo a breve di 4 ettari di terreno con 300 ulivi da coltivare biologicamente, una casa da ampliare e altri alloggi. Intendiamo autoprodurre generi di prima necessità. La ricerca sociale e politica sono la nostra ispirazione: prevediamo la realizzazione di attività culturali, pedagogiche e legate alla salute e all’arte. La proprietà è collettiva e seguiamo il metodo del consenso. Ospitiamo gruppi e persone che vogliano conoscerci e sostenerci.
Miglionico (Matera), tel 329 7992401 – emmagando@gmail.com
Vivere in campagna!
Siamo una coppia e vorremmo realizzare una piccola comunità di famiglie simile alle case coloniche di un tempo. Con una sostanziale differenza: l’assemblea dei proprietari, il cui incarico è gestire i beni e le parti comuni, guidati dai principi di solidarietà, rispetto reciproco e attenzione verso l’ambiente, contando sull’autoproduzione e sull’utilizzo esclusivo di energia rinnovabile. Concetti, questi, espressi nei libri La Decrescita Felice di Maurizio Pallante e La Città del Sole, di Stefano Apuzzo e Nicolò Spinicchia, a cui ci ispiriamo.
Luogo da definire tra Marche e Alto Lazio, tel 347 1477072 – nicolo.spinicchia@fastwebnet.it – www.vieniavivereincampagna.it
Naturare
Siamo 4 adulti e 3 bambini. Operiamo attraverso tre organismi distinti ma correlati fra loro: l’associazione culturale Naturare (2010) gestisce il giardino d’infanzia, attivo dal 2009, oltre a corsi, conferenze, convegni e feste. Il Germoglio (1999) gestisce l’agri-asilo e attività sociali d’ispirazione steineriana. Ci dedichiamo all’autosussistenza, al rifornimento dei gruppi d’acquisto e vendiamo prodotti da forno. Naturare è nel cuore del Salento, immersa in un uliveto secolare.
Copertino, Monteroni (Le), tel 339 5418663 – info@naturare.com – www.naturare.com
Il Giardino della gioia
Da marzo di quest’anno stiamo lavorando per poterci insediare in un uliveto messoci a disposizione da alcuni membri del gruppo. Siamo in 17, di cui 14 residenti. Attualmente abbiamo ultimato l’orto sinergico, il compost toilet, la doccia, un riparo/cucina e due yurte. Il nostro incontro si deve alla ricerca ecologica, spirituale e di autosussistenza. Prevediamo di occuparci di permacultura, arte e teatro, scuola, artigianato e cura del benessere psico-fisico.
Contrada Torre Mileto, San Nicandro (Fg), tel 380 2061667 – giardinodellegioie@libero.it
Accettiamo nuovi membri
Rays a Sud ha come scopo quello di insediarsi, seguendo i principi della permacultura, in un castagneto situato ai piedi dell’altopiano della Sila, dove si trovano un rudere, una sorgente e alberi da frutto. Attualmente ci dedichiamo a un piccolo orto sinergico e a La bottega delle arti e dei mestieri, che promuove lavorazioni antiche (uncinetto, telaio, ceramica) e la musica tradizionale, oltre alla cultura ecologica. Al momento siamo in tre… aperti ad accogliervi.
Rays a Sud – Montestella, Via pandette 46, Serra Pedace (Cs), tel 347 3150779 – montestella2011@yahoo.it
Kairos
Siamo 6 adulti e 2 bambini. Partendo dai principi della sobrietà e del rispetto per Madre Natura, vorremmo che ognuno di noi scegliesse, secondo propria inclinazione, il proprio lavoro. Sono previsti spazi privati e comuni per condividere pasti, lavoro, divertimento e laboratori. Per progettare e consolidare il gruppo vogliamo, per ora, affittare un casolare in campagna. Accettiamo nuovi membri. Luogo da definire, tra Firenze e Pisa, tel 339 4454286 – vivikairos@gmail.com – www.progettokairos.org
Spazio Nomade
L’ecovillaggio, in cerca di una location più ampia, è ispirato dalla ricerca aperta verso ogni tipo di orientamento religioso, culturale e spirituale. Il valore di fondo è l’autonomia del viaggio: in Spazio Nomade sarà possibile sperimentare la vita in una Gher (o Yurta), averne una da montare, riscaldare, condividere… amare. Vi potrete fermare per tutto il tempo che desiderate. L’idea nasce da Marilena Gulletta, impegnata da anni nello scambio culturale Italia-Mongolia.
C/o Aps Corpi Nomadi, via C. da Montanaro 3, Cisternino (Br), tel 339 8629672 – marilenagulletta@libero.it – www.corpinomadi.it
Il Cerchio Sacro
Siamo Maddalena e Carlo, proponiamo percorsi olistici di riscoperta di sé, ecologia profonda, danza, ecosciamanesimo, comunicazione ecologica, armonia delle relazioni, attraverso il processo di ricongiungimento con noi stessi, gli altri e la Madre Terra. Ci troviamo in un luogo magico dove scoprire i sentieri dell’anima, immerso nella natura incontaminata. Il casolare, con i suoi 6 ettari di terreno, necessita di opere di restauro. Intorno vi sono dei ruderi in vendita o in affitto.
Serra San Quirico (An), tel 333 4558472 – schiasta@alice.it – www.ilcerchiosacro.it
Casa del sole
Il progetto riunisce un gruppo variegato di una quindicina di persone, tra operativi, sostenitori e simpatizzanti, attorno all’associazione Libertarea di Torino. Stiamo cercando casa da circa un anno e mezzo tra l’entroterra ligure e il Nord-Ovest della Toscana. La Casa del sole è pensata come libertaria, priva di crudeltà e sfruttamento degli animali, non violenta ma militante, aperta e ricettiva, ecologica e finalizzata all’autosussistenza, attiva socialmente e culturalmente nel territorio.
Luogo da definire, tel 335 8247992 – dio_mu@yahoo.it
Cerro Balestro
Siamo Francesca, attrice e artista di strada, Cosimo, suonatore di didjeridoo e meccanico di biciclette, e la piccola Clara, di pochi mesi. Due anni fa abbiamo comprato un podere, lo abbiamo ristrutturato e oggi il nostro sogno è costruire case di paglia per accogliere altre famiglie. Vorremmo coltivare l’orto, custodire i semi e l’ambiente a noi circostante, svolgere attività di teatro, danza, musica, meditazione. Venite a trovarci, siamo in Maremma vicino al mare.
Podere Ragnaia, Tatti (Gr), 339 1870011 – 0fireworks0@gmail.com
Casa dell’Abbondanza
L’associazione Tredicilune è composta da 3 persone e molti collaboratori. Vorremmo trasformare le vecchie credenze attraverso il riconoscimento della propria energia femminile. L’accoglienza, l’accettazione, l’istinto, la cura e la fiducia saranno alleati per la riconciliazione in ogni relazione. Ci relazioniamo attraverso il cerchio e la comunicazione nonviolenta. Stiamo raccogliendo fondi.
Luogo da definire, tel 339 1260175 – delsa13lune@gmail.com
Cai Mercati
Siamo 4 adulti e 3 bambini. Stiamo seguendo un percorso sulla comunicazione empatica al fine di garantire l’armonia di gruppo e la crescita individuale. Attualmente siamo in affitto ma disposti a spostarci per l’arrivo di qualche altra persona nel gruppo. Facciamo il pane, animazioni di strada, giochi in legno e agricoltura sinergica. Siamo interessati alla permacultura e alla scuola libertaria.
Località Cai Mercati, Cagli (Pu), tel 0721 785518 – loc.caimercati@yahoo.it
Che passo
Siamo una coppia con una figlia. Da più di un anno viviamo in una casa aperta a tutti coloro che desiderano conoscerci per poter creare una comunità. Ci chiamiamo Che passo! perché siamo in cammino e vorremmo rimanerci sempre, ma anche per chiederci: quale passo fare? Fermarsi, sentire, osservare, pensare: è sempre buona cosa prima di agire. Cammino di pace perché siamo sul cammino di Francesco, dove la pace è ideale e realtà di vita.
Località Candeggio 1/B, Città di Castello (Pg), tel 075 8526282 – info@chepasso.org – www.chepasso.org
Habitat
Siamo in 4, abbiamo acquistato un terreno, costruito in legno una struttura per la didattica e fondato un’associazione culturale. Ad oggi il nostro progetto è in stato avanzato e inizieremo ad autocostruire le nostre abitazioni nella forma di yurte e tepee. Viviamo di artigianato, agricoltura, didattica per famiglie e per scolaresche, ecoturismo, orto sinergico autoctono, piante officinali (siamo specializzati in lavandula officinalis angustifolie). Accettiamo nuovi membri.
Strada poderale Torricchi, Gambassi Terme (Fi), tel 338 2081548 – ecovillaggiohabitat@gmail.com – www.ecovillaggiohabitat.it
Tempo di vivere
Siamo in 4 adulti e un bambino, viviamo in un immobile in comodato d’uso. Il progetto è nato da una visione comune, finalizzata a creare una realtà autonoma e autogestita, in transizione, in cui ognuno possa apportare esperienze e competenze. Fondamentale è la centralità del singolo, nella condivisione e nella collaborazione con gli altri. Siamo aperti a nuovi membri.
Corvarola, Bagnone in Lunigiana (Ms), tel 0523 078378 – info@tempodivivere.it – www.tempodivivere.it
Podere Pratalino
Siamo una coppia senza figli e stiamo trattando l’acquisto di 60 ettari nel Parco del Casentino, lungo il cammino di S. Francesco. Disponiamo di due ruderi a terra per circa 1000 mq a corpo unico, da recuperare per creare una dimensione in armonia con la natura e gli altri individui. Un luogo dove entrare in punta di piedi e uscirvi volando.
Chiusi della Verna (Ar), tel 348 7917301 – info@sottovuotomanuale.com
Ciricea
Siamo un gruppo di 6 persone che dal luglio dello scorso anno sta lavorando per realizzare il sogno di vivere in comunità, autoprodurre generi alimentari finalizzati alla sussistenza, porre attenzione al risparmio energetico e allo sviluppo del potenziale umano. Prendiamo spunto dai principi della comunità di Findhorn e pratichiamo il cerchio della parola e la meditazione settimanale di gruppo. Siamo lieti di accettare nuovi membri.
Via Ciricei e Giuliani 7, loc. Piteccio (Pt), tel 366 3406213 – info@ecovillaggiociricea.it – www.ecovillaggiociricea.it

redatto da Francesca Guidotti (Terra Nuova)

giovedì 24 novembre 2011

IL PIANO CASA? SOLO NUOVE SPECULAZIONI E CONSUMO DEL TERRITORIO

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Il Piano Casa della Regione Lazio cancella qualsiasi regola per un ordinato sviluppo urbanistico della provincia di Latina, già mortificata da abusivismo edilizio, dalla contaminazione della criminalità organizzata e dalla speculazione edilizia, che apre ad un nuovo tsunami di cemento.
Non a caso, prima della bocciatura governativa, quel Piano Casa tentava di “legalizzare” anche i circa 3.500 abusi edilizi commessi all'interno del Parco Nazionale del Circeo.

Per questa provincia è invece indispensabile organizzare una seria lotta contro tutte le mafie, spezzando la spirale perversa che le lega ad ampi settori dell'economia e della politica pontina, contro la corruzione e la “cricca degli amici consulenti”. È necessario un piano di sviluppo economico ecosostenibile, elaborato in maniera partecipata; è indispensabile riconoscere ai beni comuni, ai diritti e al lavoro la dignità e centralità che è loro propria, per dare risposte efficaci e immediate alla crisi sociale, occupazionale ed ecologica che investe il territorio; bisogna investire nelle produzioni di qualità, nelle imprese efficienti, nell'agricoltura sostenibile e nei migranti, nuovi schiavi di questi territori alla mercé di sfruttatori senza scrupoli.

L'On. Ciocchetti, Assessore all'Urbanistica e Vicepresidente della Regione Lazio, è impegnato in un tour provinciale per presentare gli effetti miracolistici del suo Piano Casa e per parlare di tutela del territorio e del paesaggio. Un ossimoro, una contraddizione in termini di cui si è accorto anche il Governo nazionale, tanto da aver rinviato parti essenziali dello stesso Piano Casa all'esame della Corte Costituzionale: Le parti contestate sono relative alle deroghe sul Piano paesaggistico, alle zone archeologiche e ai condoni sulle aree vincolate. Un piano che ancora una volta punta sul cemento e sui condoni, premiando le grandi consorterie della speculazione, degli immobiliaristi, dei grandi abusi, imponendo al territorio e ai cittadini un'ulteriore servitù di cemento e di interessi, anche mafiosi, in fase di cristallizzazione anche dalle nostre parti.

Il Piano Casa, in maniera sistematica ed organizzata, violenta, come dimostriamo con il documento analitico allegato, i territori e l'ambiente, la possibilità di avere una green economy forte e diffusa e il rispetto della legalità, sventolando ogni volta retoricamente la bandiera dello sviluppo, del lavoro e della tutela del paesaggio. Una retorica diffusa artatamente per promuovere un piano “sfascia-territori”, in una provincia già gravata da livelli altissimi di abusivismo edilizio e speculazione, spesso imposti da organizzazioni criminali che contaminano da anni, nonostante le affermazioni di alcuni negazionisti, la Provincia pontina, vincolandone lo sviluppo, l'economia, l'evoluzione democratica.

Per rendersi conto della necessità di superare la logica della “cementificazione ad ogni costo” basterebbe osservare il dramma che stanno vivendo molte famiglie italiane in questi giorni, soprattutto in Liguria e in Piemonte. L’abusivismo, l'urbanizzazione selvaggia del territorio, l’eccessiva antropizzazione di alcune aree, la scarsa qualità del costruito, le speculazioni connesse alle superfici forestali percorse dal fuoco e la mancata manutenzione del nostro territorio, rappresentano elementi che hanno accresciuto la fragilità complessiva verso i rischi naturali. Il Piano Casa anziché trovare soluzioni serie a questi problemi li aggrava, aggiungendone altri che si sommano ai continui tagli praticati dal Governo agli enti locali, in particolare alle aree protette, così da rendere impossibile ogni serio programma di manutenzione territoriale e prevenzione a tutela dei cittadini.

Le opere di manutenzione territoriale insieme alla riqualificazione dei centro storici, delle periferie e la ricostruzione dell'equilibrio idrogeologico, compromesso da ben tre condoni edilizi, insieme alla centralità che si deve riconoscere alle aree protette, genererebbe nuove occasioni di lavoro e di profitto per lavoratori e imprenditori, senza aggravare il disequilibrio ecologico della Provincia di Latina.

Chiediamo da tempo condizioni irrinunciabili per affrontare le questioni su esposte: personale qualificato e motivato ai vertici del sistema amministrativo, impermeabile alle “lusinghe di speculatori e mafiosi”, capaci di rompere definitivamente il circuito perverso che ha portato alla costituzione, in Provincia di Latina e zone limitrofe della Quinta Mafia: pensiamo ai casi eclatanti dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Nettuno (primo nel Lazio), della richiesta andata a vuoto del Comune di Fondi e del caso del Comune di Sabaudia. Chiediamo controlli finanziari diffusi e puntuali e indagini patrimoniali qualificate, con riferimento in particolare ai capitali e ai loro referenti per opere spesso evidentemente inutili, per esempio porti e grandi centri commerciali. Occorre il costante sostegno alle aree protette per evitare i continui attentati cui sono esposte (Parco nazionale del Circeo, in primis). Sostegno a cui devono seguire investimenti economici importanti, a partire dalle attività imprenditoriali, agricole, artigiane che investono in qualità e ecosostenibilità.

In questa provincia, come nel mondo, è centrale inoltre il tema dei beni comuni; tematica che investe in pieno l'organizzazione democratica e il futuro civile del Paese. Con particolare riferimento al tema acqua e energia, pretendiamo il rispetto dei risultati referendari, la gestione pubblica delle risorse idriche e il rigetto di qualunque logica del profitto legata ad esse, un'amministrazione democratica dei beni comuni nelle loro diverse declinazioni, la promozione delle energie rinnovabili, evitando parallelamente consumo ulteriore di territorio e infiltrazioni malavitose, l'espulsione di AcquaLatina dalla provincia. Tutto questo è per noi la base imprescindibile di un modello migliore di società.


Da diversi anni, infatti, sono attive nei territori decine di vertenze aperte da cittadini, lavoratori ed anche Amministratori Locali che sono portatrici di un’esigenza comune e condivisa, cioè la necessità di una svolta radicale rispetto alle politiche liberiste che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione degli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia.

É importante inoltre affrontare il problema dello sfruttamento schiavistico dei migranti, in particolare in agricoltura. Le condizioni di vita e di lavoro in cui molti di loro si trovano è il sintomo di un imbarbarimento civile, culturale e sociale e strumento funzionale di arricchimento per pochi “padroni” sfruttatori. Non si tratta di imprenditori ma solo di sfruttatori che lucrano su nuove forme di schiavitù di cui essi sono i principali protagonisti e responsabili. Su questo punto invitiamo la Regione Lazio e l'On. Ciocchetti ad un impegno puntuale perché vengano riconosciuti ai lavoratori migranti e alle loro famiglie diritti, garanzie e condizioni degne di un paese civile e combattuta ogni tentazione autoritaria e razzista.

Un altro sviluppo è possibile anche nella nostra zona. Ma è necessaria l'apertura di uffici della D.D.A e della D.I.A., l'allontanamento di personaggi compromessi, pericolosi e in odore di mafia da ruoli amministrativi e politici, il monitoraggio scrupoloso sugli appalti, sostenendo invece chi vuole e sa investire in opere infrastrutturali utili, la lotta severa contro le ecomafie (ciclo del cemento, ciclo dei rifiuti e agromafie in particolare), alle quali questa provincia, alla luce delle inchieste e denunce più recenti, risulta evidentemente esposta. Tutto ciò va accompagnato con la costituzione del Parco regionale dei Monti Lepini, la difesa del Parco regionale dei Monti Ausoni (la cui proposta di riperimetrazione desta sospetti legittimi e motivati, sui quali invitiamo tutti a riflettere) e di quello degli Aurunci, al rilancio del Parco nazionale del Circeo e più in generale di tutte le aree protette della provincia costituisce un progetto di provincia sul quale invitiamo tutti a confrontarsi e impegnarsi. Si tratta di priorità assolute e irrinunciabili.

La provincia di Latina necessita di impegni e progetti di questo tipo. Altro che Piano Casa e retoriche varie!


FIRMATO

Coordinamento provinciale di Legambiente
Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Associazione Caponnetto
Associazione A SUD – coordinamento pontino
RIGAS
Associazione Michele Mancino
Forum Pontino dei Diritti e dei Beni Comuni
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua – coordinamento pontino




DOCUMENTO DI ANALISI DEL PIANO CASA

Nel merito, la proposta di legge presentata dal vicepresidente della Regione Lazio e assessore all’urbanistica, On. Ciocchetti, come già denunciato da Legambiente Lazio con un documentato dossier, prevede interventi indiscriminati nelle zone Agricole (artt.54 e 55), consente interventi nelle aree naturali protette e nei parchi (artt.3, 4 e 5), nella città storica che fuori dalle antiche mura (art.2), consente gli incrementi di cubatura dei capannoni ma allo stesso tempo il loro cambio di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale. Provvedimenti improponibili in qualunque altro Paese Europeo ma che trovano invece enfatica applicazione proprio in questa Regione.

Vediamole nel merito:

A) INTERVENTI NELLE AREE NATURALI PROTETTE E NEI PARCHI (ARTT. 3, 4 E 5)
In assenza dei Piani di assetto, in fase di adozione per il Parco Nazionale del Circeo, ma non ancora approvato, prima del ricorso alla Corte Costituzionale, nelle zone B della sua legge istitutiva erano previsti “interventi di ampliamento, adeguamento sismico, ristrutturazione, sostituzione edilizia con demolizione e ricostruzione, cambiamento di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale, recupero degli edifici esistenti”.
Sotto questo profilo ricordiamo che la stessa Corte Costituzionale con le sentenze n. 12/2009 e n. 225/2009, tra le altre, ha ribadito che le tematiche ambientali sono prerogativa dello Stato e non delle Regioni. Ciò vuol dire che fino alla pronuncia della Suprema Corte il Piano Casa non può essere applicato nel Parco Nazionale del Circeo nemmeno per le azioni relative al condono edilizio.

B) INTERVENTI INDISCRIMINATI NELLE ZONE AGRICOLE (ARTT.54 E 55)
L'attuale testo del Piano Casa in astratto prescrive il divieto nelle zone agricole di “ogni attività comportanti trasformazioni del suolo per finalità diverse da quelle legate alla produzione vegetale, all’allevamento animale e alla valorizzazione dei relativi prodotti “. Ma poi all'articolo successivo si prevede che “in via prioritaria nelle Aree Agricole si deve procedere al recupero delle strutture esistenti”, e che “le nuove edificazioni in zone Agricole sono consentite soltanto se necessarie alla conduzione del fondo e all’esercizio dell’attività Agricola”. In particolare “gli edifici esistenti possono essere demoliti e ricostruiti per una volta sola, con incremento massimo della Superficie Utile Lorda fino al 10% in più, nelle sole parti ad uso residenziale e soltanto per motivi di adeguamento igienico sanitario”. Dunque anche nelle nostre campagne è previsto uno tsunami di cemento ad aggredire un territorio delicato e paesaggisticamente assai prezioso.

C) CONDONO EDILIZIO: TANA LIBERA TUTTI?
Invece che aspettare l’esito della pratica inoltrata ai rispettivi Comuni, per i richiedenti della licenza in sanatoria sarebbe bastata una perizia giurata che dimostrasse la regolarità della propria richiesta rispetto alle leggi sui condoni del 1985, del 1994 e del 2003. Poi interveniva automaticamente il cosiddetto silenzio-assenso: bastava aspettare 60 giorni in caso di destinazione residenziale dell’abuso o 90 giorni negli altri casi (commerciale, artigianale, industriale, ecc.) e se in Comune non rispondeva entro quei termini, la licenza in sanatoria si intendeva automaticamente concessa. E come ciliegina sulla torta, anche a queste costruzioni abusive potevano essere concessi i premi di cubatura previsti dallo stesso Piano. E’ evidente che aree di particolare pregio ambientale, zone di alto valore paesaggistico e i siti di interesse archeologico, rischiavano di essere ulteriormente degradate con una procedura del genere.
L'illegalità dovrebbe essere sempre combattuta con la necessaria fermezza da una classe politica seria, esattamente come viene fatto da decenni in Europa, e non difesa e sistematizzata come invece avviene con il Piano Casa della Regione Lazio.

D) INTERVENTI NELLE AREE PER LA PICCOLA E MEDIA IMPRESA: LA DISMISSIONE DELLE AREE PRODUTTIVE, IMPRENDITORI? NO, MEGLIO PALAZZINARI...
Gravissime le modifiche apportate dal nuovo testo del Piano/Casa in relazione alla possibilità di effettuare interventi finalizzati al cambiamento di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale. Quest’articolo può suscitare una nuova ondata di dismissione di quel micro tessuto di piccole e medie imprese, che costituisce il nerbo portante dell’economia pontina. L'attuale testo prevede “la possibilità di effettuare cambi di destinazione da non residenziale a residenziale, con il 30% di incremento rispetto alla superficie utile iniziale, per edifici di superficie utile massima pari a 20.000 mq, aventi destinazione non residenziale”. In altre parole, mentre le piccole imprese domandano nuovi spazi, il Piano/Casa incentiva la dismissione da quegli stessi spazi, offrendo la possibilità di effettuare cambi di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale.

- IL PESSIMO EMENDAMENTO DELL'ASSESSORE CIOCCHETTI: l'Assessore Ciocchetti dovrebbe spiegare ai cittadini accorsi ad ascoltarlo la ragione vera della norma che sancisce, in deroga agli strumenti urbanisti, la possibilità di effettuare interventi di ristrutturazione\sostituzione\demolizione\ricostruzione e completamento con ampliamento di volumetrie, attraverso un cambio di destinazione d'uso di un manufatto a destinazione produttiva, tramutandolo quindi in residenziale. L'intervento di cambio di destinazione d'uso comporterebbe automaticamente anche la modifica della destinazione di zone dell'area di sedime e delle aree pertinenziali. Il Piano Casa prevede interventi su dei temi che con la casa c’entrano come i cavoli a merenda: stazioni sciistiche, 60 porti turistici previsti in zone demaniali, impianti sportivi e loro pertinenze previsti ovunque. Guarda caso è la stessa impostazione della legge regionale sui campeggi che a sua volta è stata bocciata dal governo nazionale. A pensar male è peccato diceva qualcuno, ma risulta fin troppo chiaro che a determinati poteri quei vincoli proprio non vanno giù.

E) ELIMINATI I PROGRAMMI INTEGRATI (PRINT) PER LE PERIFERIE
Il nuovo Piano Casa peggiora anche la norma sulle periferie: il premio di cubatura diventa del 60% e non è più riferito a quartieri ma a singoli edifici, che, a quel punto potranno vedere raddoppiare i propri residenti con un aggravio rispetto al carico urbanistico e alla qualità della vita piuttosto che un sollievo.

F) TRA LE ALTRE QUESTIONI...
  1. C'è la possibilità di applicazione dei premi di cubatura nelle aree a rischio sismico elevato, se tali interventi sono a fini antisismici;
  2. C'è una sostanziale monetizzazione degli oneri per la realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria (parchi urbani, parcheggi, strade, ecc.) , anche in caso di impossibilità di realizzazione delle stesse;
  3. La esagerata premialità (fino al 100% nei comuni costieri, 60% per condomini...) per la realizzazione di alcuni interventi, oltre all'estensione delle iniziative anche alle attività sportive (ma non era un “piano casa”?).

G) STANDARD PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE SOCIALE
Nel precedente testo del Piano Casa (quello approvato dalla Giunta Marrazzo) si stabiliva che “nell’ambito delle percentuali di area fondiaria edificabile destinate all’edilizia residenziale sociale, i Comuni riservano almeno la metà delle stesse alla realizzazione di interventi di edilizia residenziale sovvenzionata”. Nel nuovo testo si stabilisce invece che “i Comuni devono riservare una quota”, e non più la metà obbligatoria. La nuova quota sarà superiore o inferiore al 50%? Una modifica pericolosa che rischia di dimenticare ancora una volta le case per le fasce povere e deboli.

ECCO GLI ULTERIORI EMENDAMENTI DELL'ASSESSORE CIOCCHETTI:

  • per gli ospedali privati dismessi sarebbe consentito il cambio di destinazione d'uso a residenziale, con l'aumento delle volumetrie sopra visto anche per queste strutture.
  • si interviene anche sulle pertinenze degli immobili. Se con la vecchia proposta di legge 79/2010, oggetto di questi interventi erano non solo gli immobili legittimamente realizzati, ma anche quelli illegittimamente realizzati, sanati e sanabili in itinere grazie al procedimento di cui all'art 21 della stessa, poiché al peggio non c'è mai fine, ora tale testo estende gli interventi anche alle pertinenze ed agli accessori dei relativi immobili, purché siano destinati per il 75% a residenziale e con un aumento di volumetria pari al 20% fino ad un massimo di 70 mq.
  • il trionfo dell’edilizia creativa prosegue con l'art 20 bis dell'attuale legge che deregolamenta le norme sancite dalla L.R. 12 agosto 1996 n. 34 che detta norme sulla disciplina urbanistica delle serre, stabilendo che le serre mobili stagionali costituiscono attività edilizia libera e non necessitano di titolo edilizio abilitativo. Cosa c’entrano le serre con l’emergenza abitativa non è dato sapere... E poi va avanti con l' art 20 ter... stabilendo che è possibile realizzare impianti ed attrezzature sportive e ciò che agli stessi è collegato nelle zone classificate come di tutela A, dalla L. R. 6 ottobre 1997 n. 29 che detta norme in materia di aree naturali protette. Cosa c’entrano gli impianti sportivi con l’emergenza abitativa?
  • per le aree vincolate la deregolamentazione significa decretarne la loro fine, ancora di più.
  • nuove cave, alberghi, porti, impianti sportivi. Nelle aree sottoposte a vincolo ai sensi della l.R. 6 luglio 1998 n. 24, specificamente in quelle individuate come Paesaggio Naturale e Paesaggio Naturale Agrario nel PTPR, è possibile ampliare le attività di cave in esercizio. Cosa c’entrano le cave con l’emergenza abitativa?
  • sulle aree con vincoli PTPR è previsto, infatti che, se classificate come insediamenti urbani, siano consentiti gli interventi, pure se prima gli stessi in realtà sarebbero incompatibili con quelli previsti dalle norme di tutela, purché autorizzati, come sopra,dal passaggio Giunta/Consiglio. Il che significa l’assalto finale ai Centri Storici.
  • e poi addio zone a protezione speciale e ai siti di importanza comunitaria. L'ultimo emendamento riguarda una “interpretazione autentica” di quello che è l'istituto di derivazione comunitaria delle ZPS, concepito proprio al fine di tutelare maggiormente zone di particolare pregio ambientale e naturalistico del nostro territorio. In realtà, non si tratta di interpretazione autentica e quindi di normativa che stabilisce quali fra le diverse interpretazioni valgano, ma di una “scucitura” dal regime di tutela delle ZPS, di zone che, alla entrata in vigore della legge nazionale sulle ZPS, già erano provviste di una perimetrazione provvisoria e delimitate con atto regionale pubblicato in BURL e inclusione, quindi, di tutte queste aree nella deregulation del Piano Casa.

Ed infine..... è noto come la gran parte delle zone ZPS ricadano all’interno delle aree protette/parchi regionali. Come è noto la legge regionale per il contrasto dell’abusivismo edilizio ha definito l’impossibilità di applicare il III° Condono edilizio all’interno delle aree protette. Sorge, quindi, alla luce del testo voluto dall’Assessore Ciocchetti una domanda: cosa succede in riferimento ad un eventuale immobile abusivo edificato all’interno di un Sic o Zps, ma ricadente in un parco regionale?
La risposta arriverà dalla Corte Costituzionale a meno ché, rimangiandosi quanto va affermando in giro, l'Assessore Ciocchetti e tutta la Giunta Polverini, tornino sui loro passi per metter mano a questo autentico disastro denominato Piano Casa.

Fonte tratta dal dossier Legambiente Lazio.

Nasce il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio


Comunicaton° 8/2011 del 2 Novembre 2011 - Movimento nazionale Stop al Consumodi Territorio

CareAmiche e cari Amici,
comeben sapete, lo scorso Sabato 29 Ottobre abbiamo dato vita formalmente ad un nuovo importante soggetto nazionale: il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e al contemporaneo avvio della nuova campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio,Difendiamo i Territori".
Luogodi questo "lieto evento" è stato, naturalmente, Cassinetta di Lugagnano - primo Comune italiano ad avere decretato la crescita zero urbanistica - che già aveva ospitato nel gennaio 2009 la nascita del nostro Movimento Stop al Consumo di Territorio. Si è trattato di un'assemblea appassionata e appassionante, con la partecipazione di oltre 500 persone provenienti da ben 18 Regioni. A questo link  potete leggere un breve resoconto della giornata.
Mentrea questo link:http://www.ilcambiamento.it/territorio/salviamo_paesaggio_resoconto_video.html potete seguire la registrazione filmata degli interventi della plenaria della mattina. Altri Video: http://www.ilcambiamento.it/keyword.php?k=salviamo%20il%20paesaggio

Ora il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua non è più da solo nel difendere i beni comuni, su cui siamo certi sia necessario rifondare i principi di una nuova società e di un nuovo orizzonte civico; e, dopo l'unitarietà d'intenti raggiunta per la salvaguardia dell'elemento "acqua", ecco ora il secondo gradino volto alla difesa del suolo, della terra, dei territori, dei paesaggi. Il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio nasce con spalle forti: già oggi sono oltre 4.000 le persone che vi aderiscono e oltre 400 le organizzazioni che ne fanno parte, tra cui tutte le associazioni ambientaliste nazionali e decine di comitati locali. Ma occorre ora qualche informazione per inquadrare al meglio il significato di questa nuova situazione e, soprattutto, ragionare su ciò che ci aspetta.

Come si è arrivati alla costituzione del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio ?
Stop al Consumo di Territorio, nel Gennaio 2009, si era un data un "tempo" di azione: tre anni di lavoro per capire se il suo messaggio (chiaro e forte) potesse essere di stimolo ad un vero cambiamento nella pianificazione urbanistica comunale e nazionale. Già all'inizio di questo ultimo anno, ci siamo resi conto da molteplici piccoli segnali che non solo il messaggio era giunto a destinazione (chiaro e forte) ma che nuovi fermenti si stavano agitando: altri Comuni ad imitare Cassinetta, grandi città e grandi Province ad approvare delibere o nuove leggi davvero vicine allo "stop al consumo di territorio", una diffusa sensibilità maggiore daparte di cittadini, tecnici del settore, media, amministratori, addirittura imprenditori del comparto edile. Per cui ci siamo detti: questo è il momento per rendere possibile ilnostro primo obiettivo di partenza. Ovvero: far sì che il nostro Movimento nazionale (24.000 aderenti individuali più le migliaia diiscritti alle oltre 300 organizzazioni aderenti a titolo collettivo) si trasformasse in un Forum nazionale sulla falsariga di quello dell'Acqua. SlowFood per primo ha colto immediatamente il nostro intento e insieme abbiamo voluto provare a diffondere un invito/appello a tutti. Quell'invito/appello è stato compreso e raccolto e Sabato 29 Ottobre l'agognato forum è nato!

Che cosa si propone di fare il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio ?
Innanzitutto un capillare lavoro di comunicazione, informazione e formazione (o più semplicemente di «cultura del territorio», come a più riprese si è detto nei vari interventi a Cassinetta) che si accompagni alla nascita di Comitati locali pronti a sostenere banchetti di ascolto e di raccolte firme. E la costruzione di una serie di "strumenti operativi":
- una campagna di richiesta perentoria a tutti i Comuni italiani affinchè venga sviluppato un censimento capillare delle strutture edilizie esistenti e sfitte, vuote, non utilizzate e che rapidamente questi dati vengano messi a disposizione del Forum nazionale e dei cittadini del territorio;
-la stesura di una Proposta di Legge d'iniziativa popolare scritta collettivamente da tutti gli aderenti al nascente Forum nazionale, da sottoporre alla necessaria raccolta firme (ne occorreranno 50.000 mal'obiettivo è di raccoglierne otto/dieci volte di più) e, quindi, da suggerire alle commissioni parlamentari per una discussione analitica.
La Proposta di Legge popolare ha già le sue "linee guida" ed entrerà ora nella fase di autentica redazione; si pone l’obiettivo di arrestare il consumo di suolo e prevede che nuove occupazioni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali saranno consentite esclusivamente qualora non sussistano alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti.
Sarà una proposta di legge popolare sin dal suo metodo realizzativo; si è infatti deciso di non affidarla a giuristi o legali fino a che tutti gli aderenti al Forum non avranno completato la loro individuale valutazione delle "linee guida", limato, corretto, integrato: sarà quindi un testo scritto a mille mani ! E da subito,ci si è preoccupati anche di far sì che la proposta di legge siabreve, di facile comprensione anche per i "non addetti ai lavori", prive di possibili ambiguità o interpretabilità. Non sarà facile, ma il percorso individuato, per quanto certamente faticoso, appare decisamente appassionante.
Con questa legge si vorrebbe rendere obbligatoria - per tutti i Comuni italiani - la moratoria/sospensione temporanea di tutte le nuove edificazioni previste dai Piani Regolatori/Piani di Gestione delTerritorio e relative varianti, finchè non sarà stato completato un censimento del patrimonio edilizio esistente che evidenzi:
-l’ammontare delle superfici occupate dalle strutture (residenziali, industriali, artigianali, commerciali, direzionali, terziarie, pubbliche, agricole ecc.) già presenti all’interno dell’ambito comunale non utilizzate o in costruzione;
-il dato numerico “censito” degli edifici non utilizzati/non abitati nonchè il patrimonio dismesso, riconvertibile e recuperabile;
-il computo delle superfici delle aree edificabili di qualsivoglia destinazione, già previste dai vigenti strumenti urbanistici, ma non ancora attuate;
-il computo del consumo di suolo, esteso ai 5 anni precedenti.
Al termine del censimento, ciascun Comune italiano dovrà mettere a disposizione della collettività i dati raccolti e istituire obbligatoriamente un tavolo di lavoro partecipato che veda presente ogni cittadino residente del Comune che ne desideri far parte, oltre agli amministratori comunali, ai tecnici comunali, a professionisti e tecnici del settore. Questa nuova forma di partecipazione collettivara ppresenterà una assemblea decisionale e verrà istituita con unpreciso obiettivo: permettere la migliore utilizzazione-ottimizzazione del patrimonio edilizio esistente e a questo rivolgere il soddisfacimento delle esigenze abitative, commerciali e produttive della comunità di riferimento.

Checosa cambia per il Movimento Stop al Consumo di Territorio ?
Nulla in termini di obiettivi: il nuovo Forum nazionale ha adottato esattamente i nostri principi e i nostri orizzonti.
Ma rappresenta una nuova “casa comune” in cui troviamo ora grandi realtà che non avevano aderito al nostro Movimento e piccoli comitati che ancora non eravamo riusciti a raggiungere. E, naturalmente, chissà quanti “normali” cittadini.
Il tam tam che in queste settimane la stampa nazionale ci ha dedicato ci ha permesso di amplificare il nostro messaggio (che ci piaccia oppure no, nomi celebri attirano il mondo informazione più dei “puri e sani” nostri progetti propositivi).
L’ingresso in questa nuova “casa comune”, invece, ci spinge a mettere in pratica in primis ciò che propugniamo da sempre, ovvero lo “svestire casacche”. Il Movimento Stop al Consumo di Territorio confluisce nel Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e inquesta veste agirà per raggiungere i suoi obiettivi. La nostra rete nazionale diventa una rete nella rete …

Dunque il Movimento Stop al Consumo di Territorio cessa di esistere ?
Assolutamente no. Rimarremo attivi e vigili con le nostre mailing list, il nostro sito, la nostra esperienza, le nostre facce e in tutte quelle iniziative di base nei territori qualora non fosse possibile coinvolgere il Forum …
Ma, così come si è detto a Cassinetta, anche noi (come Legambiente, Fai, Italia Nostra Slow Food ecc. ecc.) da qui in avanti agiremo come Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio, senza perdere le nostre specifiche identità. Per questo è importante che in questa fase “fondativa” tutti gli aspetti riguardanti le attività di comunicazione e l’assetto organizzativo del Forum ci vedano in primo piano nella costruzione di questo grande soggetto politico nel senso buono del termine …) e sociale.
L’esperienza del Forum dei Movimenti per l’Acqua è un perfetto metro di riferimento per capire cosa dobbiamo fare.

Non rischiamo che qualche grande organizzazione nazionale possa diventare “egemone” in questo nuovo Forum nazionale ?
E’ sempre bene essere vigili, certamente. Ma in questo momento i “patti” paiono chiarissimi: obiettivi definiti ( e sono i “nostri”), organizzazione non verticistica ma a “Rete” (come per il ForumAcqua), in cui ognuno porta le sue competenze e capacità, assemblee decisionali collettive e non ristrette (vedi i due gruppi di lavoro di Cassinetta).
All’assemblea plenaria costitutiva di Cassinetta si è dato la parola a chiunque l’abbia chiesta (secondo il metodo da sempre adottato nelle assemblee di Stop al Consumo di Territorio) lasciando i primi 3 interventi “macro” ai promotori/big (Finiguerra, Petrini, Crespi) presenti perché, al di là del loro ruolo conquistato sul campo, “rendono” a livello di media e affidando la conduzione della giornata al “garante” Mortarino.
Certamente qualcuno ha storto il naso nel vedere Slow Food e Petrini molto in vista fino ad oggi. Ma di sicuro altri avranno storto il naso nel vedere Finiguerra, Mortarino e Scarsi altrettanto in vetrina.
Quindi: concentriamoci sugli obiettivi, diamoci regole ed organizzazione e continuiamo così: il momento è propizio e le sensibilità si stanno moltiplicando. Forse la nostra utopia del 2009 (stop al consumo diterritorio) sta diventando un nuovo metro di costruzione sociale ! E sono passati solo tre anni …

Un abbraccio.
Domenico Finiguerra, Alessandro Mortarino, Gino Scarsi