sabato 31 marzo 2012

5 proposte per uscire dall'emergenza rifiuti

dal sito: Ecodallecitta.it
 
Il Wwf Lazio lancia cinque proposte per uscire dall'emergenza rifiuti. Prima di tutto, «si deve immediatamente attivare un programma di prevenzione con precisi obiettivi e relative scadenze». Secondo, bisogna «raggiungere il 65% di raccolta differenziata spinta utilizzando il sistema porta a porta» e, terzo, «sostenere l'attività di riciclaggio attraverso il finanziamento di impianti di compostaggio, ma soprattutto curarne l'effettiva loro realizzazione». Le ultime due proposte riguardano invece l’ecotassa, che deve essere aumentata «per disincentivare il trattamento termico e lo smaltimento» e vincolata «al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio». Un'ecotassa tra le più basse in Europa L'85% dei rifiuti prodotti nel Lazio, spiega il Wwf, finisce nelle discariche e negli inceneritori per un totale di 2,8 milioni di tonnellate all'anno, mentre l'ecotassa è tra le più basse d'Italia e d'Europa. «Questo non fa altro che incentivare gli investimenti su impiantistica da combustione e realizzazione di discariche, il contrario di quello che chiede l'Europa», spiega il presidente del Wwf Lazio Vanessa Ranieri. «Da un confronto con gli altri stati europei in Italia i disincentivi fiscali per lo smaltimento sono molto bassi e questo quadro è aggravato dal fatto che i cosiddetti impianti di termovalorizzazione beneficiano di appositi incentivi mentre per quelli di riciclaggio non vi è alcuna previsione di sostegni finanziari». Per questo motivo il Wwf ritiene che il costo dell'ecotassa dovrebbe essere aumentato: «A pochi mesi dalla approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti, pubblicato lo scorso 14 marzo, insomma, si ha già la convinzione che lo stesso non solo non possa portare quei benefici legati alla corretta pianificazione, prevista dalla gerarchia dei rifiuti comunitaria, ma addirittura ad una sicura condanna da parte della Comunità Europea avendo lo stesso di fatto puntato sulla realizzazione degli impianti per la produzione di CDR e sulla combustione dello stesso. Si aprano immediatamente i siti di compostaggio senza i quali è impensabile prevedere l'avvio di una serie puntuale raccolta differenziata porta a porta».

venerdì 30 marzo 2012

Il problema Amianto, come risolverlo

Dal sito: www.aerspa.it
Il cemento amianto, comunemente conosciuto con il nome di “ETERNIT”, è un materiale pericoloso, ormai fuori commercio, che si può trovare nelle nostre case sotto forma di:  LASTRE E PANNELLI utilizzati per coperture o pareti divisorie - SERBATOI per il deposito di acqua - TUBI e CANNE FUMARIE - PAVIMENTAZIONI in linoleum.

Qui di seguito abbiamo riportato delle modalità che vengono impiegate nella regione Toscana, nello specifico nella provincia di Firenze.
Si noti un'organizzazione a monte ben strutturata, che consente di smaltire il velenoso killer, tramite apposite regole.
Qui da noi si sono accorti dopo i processi di Torino, che l'Eternit è pericoloso e che ne esistono ingenti quantità sul territorio comunale e provinciale.
Spero possa questo post essere da suonto per chi ci amministra, per apprendere nuove informazioni.

Quando i manufatti di eternit sono vecchi e/o danneggiati, vanno rimossi utilizzando operatori specializzati. Per operare su piccole quantità puoi seguire le istruzioni del nostro manuale, con le INFORMAZIONI PER LA RIMOZIONE DI MANUFATTI IN CEMENTO AMIANTO DI PICCOLE DIMENSIONI ESEGUITA DAL SOLO PROPRIETARIO

L'ASBESTO, comunemente detto Amianto (deriva dal greco amiantos che vuol dire incorruttibile), è un minerale la cui caratteristica fondamentale è di essere costituito da fibre molto sottili. Esso è incombustibile, con bassa conducibilità termica ed elettrica, resistente all’abrasione ed all’usura, può essere filato o tessuto ed ha ottime capacità fonoassorbenti.
Per queste sue caratteristiche questo minerale è stato utilizzato per decenni nella produzione di molteplici prodotti di largo impiego, come ad esempio in edilizia: coperture in cemento amianto (Eternit), intonaci, pavimenti in vinil amianto (commercialmente Linoleum), isolanti termici e fonoassorbenti, controsoffittature, tubazioni per acqua e fumi, rivestimenti per tubature, cassoni per acqua, ecc..
I materiali contenenti amianto possono essere friabili (quando possono essere
facilmente sbriciolati o ridotti in polvere, come amianto spruzzato, cartone amianto, corde, tessuti, guarnizioni) oppure compatti (quando l'amianto è inglobato in matrici resistenti come cemento per lastre, onduline, cassoni e tubazioni in cemento amianto o resine plastiche e può rilasciare fibre solo se abraso, segato, perforato o spazzolato, oppure se deteriorato). Questi ultimi, molto utilizzati in edilizia, sono i meno pericolosi, in quanto se correttamente mantenuti le fibre di amianto non vengono disperse nell'aria.
nei trasporti: isolamenti termici ed acustici di treni navi, roulotte, camper, ecc.
nell'industria: coibentazioni forni e caldaie, protezioni antincendio, materiali di attrito, filtri, guarnizioni
I materiali contenenti amianto possono essere friabili (quando possono essere
facilmente sbriciolati o ridotti in polvere, come amianto spruzzato, cartone amianto, corde, tessuti, guarnizioni) oppure compatti (quando l'amianto è inglobato in matrici resistenti come cemento per lastre, onduline, cassoni e tubazioni in cemento amianto o resine plastiche – viniliche - per il vinil amianto e può rilasciare fibre solo se abraso, segato, perforato o spazzolato, oppure se deteriorato). Questi ultimi, molto utilizzati in edilizia, sono i meno pericolosi, in quanto se correttamente mantenuti le fibre di amianto non vengono disperse nell'aria.

COSA FARE PER RIMUOVERE I MANUFATTI CON AMIANTO?
Se il manufatto di cemento amianto da rimuovere appartiene ad una singola persona fisica privato cittadino ed è di piccole dimensioni (ad esempio cappe aspiranti di modeste dimensioni, tratti di canne fumarie, piccoli cassoni per il deposito dell'acqua, coperture di piccole dimensioni - indicativamente fino ad una superficie 30 mq per un peso di circa 500 kg -) e il contesto è favorevole (tale da non essere necessario lavorare ad altezza superiore ai 2 metri da terra, nel qual caso è assolutamente opportuno per la sicurezza della persona che esegue il lavoro affidarsi ad impresa specializzata) è possibile intervenire "in proprio" adottando le seguenti procedure ed istruzioni tecniche concordate con AER SpA, con le Unità Funzionali Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ed Igiene e Sanità Pubblica dell'Azienda Sanitaria di Firenze unitamente all’ ARPAT di Firenze.
A chi rivolgersi

II privato cittadino, che intende eseguire in proprio un intervento di rimozione di manufatti di cemento amianto di piccole dimensioni, ed è iscritto a TIA/TARSU in uno dei seguenti comuni (Dicomano, Figline V.no, Incisa V.no, Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano S/A, Rufina, San Godenzo) può rivolgersi ad AER per chiedere istruzioni e ritirare il kit per la rimozione.
AER Spa ricorda che il kit ed il servizio di smaltimento sono a pagamento.
Cosa fare
  • chiamare n. verde per avere informazioni ed essere ricontattati dal tecnico AER
  • recarsi in uno dei punti indicati da AER per ritirare il kit per la rimozione e compilare l'autocertificazione per il successivo inoltro alle U.F. di P.I.S.L.L. della ASL
    (al fine di facilitare il cittadino, il personale di AER provvederà, alla compilazione
    ed invio del modulo compilato)
  • prenotare il servizio di ritiro (il costo è a carico del cittadino)
  • eseguire l’intervento in applicazione della procedura prevista e di seguito specificata
Condizioni di sicurezza da osservare sempre
Le coperture realizzate con lastre in cemento amianto non possiedono caratteristiche di resistenza tali da sopportare alcun carico aggiuntivo. E' pertanto assolutamente da evitare il calpestio sulle coperture, che può comportare il rischio di caduta dall’alto per sfondamento.
Protezione personale fornita nel kit
Prima di procedere con la rimozione vera e propria è necessario procedere alla protezione individuale indossando nell’ordine:
1. la tuta integrale ad esclusione del cappuccio
2. la maschera (controllare l'adesione della stessa al volto coprendo il filtro con il palmo della mano ed inspirando leggermente trattenendo il respiro per qualche secondo in modo da verificare che non vi siano ingressi d'aria dai bordi della maschera semifacciale)
3. il cappuccio
4. le sovrascarpe da passare sopra la tuta.
Le vie respiratorie sono le più importanti da proteggere, usa bene la maschera di protezione!
Le fasi da eseguire con attenzione
Spruzzare a bassa pressione la superficie del manufatto o delle lastre con abbondante acqua avendo cura di trattare tutto il materiale.
Terminare tutte le operazioni prima della sua evaporazione;
rimuovere gli eventuali supporti di fissaggio, evitando la rottura del manufatto o delle lastre.
E' vietato l'utilizzo di strumenti da taglio anche a bassa velocità direttamente sul manufatto o sulle lastre di cemento amianto;
Depositare al suolo con cautela il materiale.
Le lastre in cemento amianto devono essere impilate integre e confezionate con telo in materiale plastico ad elevato spessore o negli appositi big bags forniti;
I pezzi acuminati o taglienti dovranno essere sistemati in modo tale da evitare lo sfondamento del supporto di confezionamento;
Al termine delle operazioni di rimozione togliere la tuta nella zona delimitata, dopo averla inumidita a spruzzo mentre ancora la si veste, continuando ad indossare la maschera che deve essere tolta per ultima.
La tuta monouso e tutti gli altri componenti il kit utilizzato dovranno essere inseriti in un sacco di plastica e smaltiti insieme agli altri rifiuti in cemento amianto.

Domande e risposte
In quali casi il privato cittadino può intervenire da solo?
In caso si manufatti o coperture di piccole dimensioni, indicativamente fino ad una superficie di 30 mq. per un peso di circa 500 Kg.
Può un cittadino ritirare il kit e poi far fare il lavoro ad un impresa?
No ciò non è consentito perché l’azienda deve, a tutela dei propri dipendenti, fare un piano di lavoro concordato con la ASL.
E’ consentito rimuovere da soli tettoie ad altezze superiori ai 2 metri da terra?
Non è consigliato per la sicurezza della persona che esegue il lavoro, il rischio di caduta dall’alto è molto alto.
Perché è importante ritirare il kit quando si vuole fare una rimozione in proprio?
Perché all’interno del kit ci sono anche indumenti di protezione individuale come tuta e mascherina. Le vie respiratorie sono le più importanti da proteggere, infatti ogni maschera ha un fattore di protezione a seconda dell’uso. Per l’amianto è necessario usare un fattore P3.
Se un manufatto è troppo grosso è consentito spezzarlo?
La riduzione volumetrica è sconsigliata, comunque se strettamente necessaria va eseguita senza l’utilizzo di strumenti da taglio (come seghe, trapani ecc…).


Pontinia chiede contributi dalla Regione per eliminare l'Amianto

A.E.R Ambiente
Amianto, sindaco preoccupato
DOPO la segnalazione dell'assessore provinciale Enrico Tiero sui pericoli dell'amianto e sulla rimozione di questo materiale ancora presente nel territorio urbano ed extraurbano, è avvenuta negli scorsi giorni la replica del sindaco Eligio Tombolillo che, anche in qualità di medico, si è detto preoccupato per le gravi conseguenze che la presenza di manufatti di amianto potrebbe provocare alla salute dell'uomo. Tiero, sulla questione, ha ora chiamato in causa la Regione Lazio affinchè, nella preparazione del bilancio 2012, destini finanziamenti da utilizzare per lo smaltimento del materiale in conformità con le norme stabilite nel piano di sviluppo rurale 2007- 2013. Intanto le rappresentanze della Cisl locale hanno rivolto un appello al ministro della salute Renato Balduzzi perchè emetta una norma specifica che obblighi chiunque abbia un manufatto in amianto a rimuoverlo oppure a metterlo in sicurezza. Sempre la Cisl ha lanciato per il prossimo 28 aprile una campagna internazionale per il bando dell'amianto in tutti i paesi.

Dal sito LatinaOggi

Dossier di Legambiente sulla discarica di Borgo Montello

Potete leggere il Dossier di Legambiente sulla discarica di Borgo Montello seguendo le indicazioni in questo link: http://www.laruslegambiente.it/comunicati-stampa/un-fiore-per-cesare-boschin

Arsenico nell'acqua: Clamorosa Vittoria del Codacons


La clamorosa sentenza del TAR del Lazio, numero 664 del 2012, condanna i Ministeri della Salute e dell'Ambiente a risarcire gli utenti dell’acqua di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) con 100 euro a cittadino. La sentenza apre una strada di incredibile valore, affermando che fornire servizi insufficienti o difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress, rischio di danno alla salute.
Il TAR ha riaffermato che l’acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l’indicazione di agire contro le ATO che non potevano non tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa.
Ma non solo.
Il TAR ha statuito che il “fatto illecito costituito dall’esposizione degli utenti del servizio idrico ad un fattore di rischio (l’arsenico disciolto in acqua oltre i limiti consentiti in deroga dall’Unione Europea), almeno in parte riconducibile, per entità e tempi di esposizione, alla violazione delle regole di buona amministrazione, determina un danno non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale, per l’aumento di probabilità di contrarre gravi infermità in futuro e per lo stress psico-fisico e l’alterazione delle abitudini di vita personali e familiari conseguenti alla ritardata ed incompleta informazione del rischio sanitario’.
 
E il TAR definisce come certa la “pericolosità per la salute umana derivante da un’esposizione prolungata all’arsenico presente nell’acqua potabile, anche in quantità piccolissime, come risultante dalla ricerca condotta su oltre 11.700 persone in Bangladesh e pubblicato nell’edizione online della rivista scientifica The Lancet, che ha dimostrato che la presenza di arsenico in elevate concentrazioni nel sangue aumenta in modo significativo il rischio di tumori. Secondo le stime effettuate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, in Bangladesh a partire dagli anni ‘70 almeno 35 milioni di persone hanno bevuto acqua contaminata con piccolissime quantità di arsenico, e secondo lo studio Heals (Health Effects of Arsenic Longitudinal Study) coordinato da Habibul Ahsan dell’Università di Chicago, ciò è stato sufficiente a provocare il 21%) delle morti per tutte le cause e il 24% di quelle attribuite a malattie croniche (in prevalenza, tumori al fegato, cistifellea e pelle e malattie cardiovascolari)’.
 
IL CODACONS PROMUOVE ADESSO UN NUOVA AZIONE GIUDIZIARIA COLLETTIVA GRATUITA PER TUTTI I PROPRI ISCRITTI.

IL CODACONS CON QUESTA AZIONE COLLETTIVA CHIEDE IL RISARCIMENTO DI 1.500 EURO, CALCOLATO IN VIA EQUITATIVA, PER CIASCUN ADERENTE E LA RIDUZIONE DELLA TARIFFA IDRICA APPLICATA DALLE RELATIVE ATO CHE DISTRIBUISCONO ACQUA AVVELENATA DALL'ARSENICO

TUTTI I RESIDENTI NEI COMUNI CON UNA PERCENTUALE DI ARSENICO SUPERIORE AI LIMITI DI LEGGE POSSONO FINALMENTE OTTENERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI SUBITI E LA RIDUZIONE DELLA TARIFFA DELL'ACQUA!
MA E' NECESSARIO AGIRE SUBITO, ENTRO IL 30 APRILE!

Insieme verso i Rifiuti Zero


giovedì 29 marzo 2012

Occhi aperti sulla centrale, linea dura per il sindaco Terra.

Aprilia: Ieri lo stato maggiore di Legambiente, per parlare della turbogas di Campo di Carne.
Gli amibientalisti spingono l'ente ad un atteggiamento più protagonista.

«NON CI SIAMO rassegnati, la battaglia contro la turbogas continua. Dobbiamo però renderci conto che le cose rispetto al passato sono cambiate. Con la centrale quasi ultimata l’attenzione va riportata su: mitigazioni, controlli e compensazioni». L’associazione Legambiente dalla sezione di via Meucci ieri mattina ha convocato una conferenza stampa per lanciare un appello alla città sul tema turbogas. Lo ha fatto chiamando in città lo stato maggiore al completo. Oltre al coordinatore locale, Monica Laurenzi, sono venuti ad Aprilia il vice presidente nazionale Stefano Ciafani, il presidente della Regione Lazio Lorenzo Parlati e quello provinciale Marco Omizzolo. «Vogliamo riaccendere i riflettori sulla centrale di Campo di Carne - hanno detto gli ambientalisti - siamo nella fase di conferma dell’Autorizzazione integrata ambientale e abbassare la guardia ora potrebbe produrre il risultato di ottenere un’Aia debole. La pressione sul progetto va tenuta alta, oggi più che ieri». In queste ore i vertici di Legambiente stanno scrivendo alla Commissione che dovrà rilasciare l’autorizzazione. «Confidiamo - hanno aggiunto - che anche gli altri soggetti che rappresentano il territorio facciano altrettanto». Il riferimento è andato chiaramente all’amministrazione comunale di Aprilia che sul tema turbogas negli ultimi periodi è sembrata troppo silenziosa. «Avere un’amministrazione dormiente proprio ora - è stato l’allarme lanciato da Legambiente - sarebbe pericoloso proprio ai fini dell’Aia». «Non abbiamo mai smesso di contrastare questo progetto - ha sottolineato Monica Laurenzi - ma ora dobbiamo fare i conti con una situazione diversa. Vogliamo parlare di controlli, prescrizioni e compensazioni senza essere accusati di aver tradito la causa. Vogliamo spingere l’ente e vogliamo fare il massimo per attenuare l’impatto ambientale del progetto di Campo di Carne sull’intero territorio comunale. In passato si diceva che la controparte per la città di Aprilia si aggirava intorno ai 13 milioni di euro, vogliamo sapere quale è il punto di incontro di oggi tra Sorgenia e amministrazione. Inoltre, vogliamo sapere che destino avranno eventuali compensazioni in denaro. Auspichiamo che non vengano inserite nel calderone del bilancio ma che vengano utilizzate per la diminuzione del carico ambientale». A molte delle domande lanciate ieri mattina da parte dello stato maggiore di Legambiente l’esecutivo al governo della città risponderà durante l’assemblea di venerdì presso la scuola media Menotti Garibaldi. C’è molta attesa da parte sia del mondo politico che della società civile per le parole del sindaco facente funzione Antonio Terra e dell’assessore all’Ambiente Alessandra Lombardi. Da mesi la maggioranza ha scelto di mantenere sulla vicenda un profilo basso, venerdì molto verrà chiarito.
M. D. L.

Linea dura su acqua e turbogas. Più soldi al sociale.
Il nuovo Sindaco di Aprilia Antonio Terra rilancia gli obiettivi per l'ultimo anno.
Certezza nelle entrate finanziarie.


Libera e Legambiente per ricordare don Cesare Boschin e le indagini sui rifiuti di Montello

LATINA: UN FIORE PER DON CESARE BOSCHIN

I coordinamenti provinciali di Libera e Legambiente,in collaborazione con l'associazione I Cittadini, hanno organizzato per oggi 29 marzo, alle ore 21.00 a Borgo Montello, un ricordo pubblico della figura di don Cesare Boschin assassinato 17 anni fa per aver denunciato le mafie dei rifiuti e del traffico delle droghe sulla direttrice Roma Latina. All'iniziativa sono invitati i cittadini, le istituzioni e le associazioni. L’incontro si terrà nel piazzale della chiesa di Borgo Montello davanti la stele intitolata a Don Cesare. Il coordinamento di associazioni riprende le attività con una conferenza, la mattina seguente, venerdì  30 marzo dalle 9.30 alle 11.00 per la presentazione del dossier di Legambiente sulla situazione ambientale a Borgo Montello. La conferenza stampa promossa dalle associazioni Libera, Legambiente e I Cittadini, si terrà in via Monfalcone presso la tenda di protesta allestita dalla famiglia Piovesan, sede del presidio di Libera intitolato a don Cesare Boschin. Tra i temi che verranno affrontati ci saranno la questione del fusti tossici, dei lavori per il dissotterramento e la riapertura del caso della morte di don Cesare Boschin.

lunedì 19 marzo 2012

I misteri di Borgo Montello



Workshop giornalismo e comunicazione ambientale


Fonte: legambiente.it
Dieci giorni di laboratori sulle tecniche di scrittura giornalistica, fotografia ambientale, ripresa e montaggio video. Dal 23 marzo al 1 aprile nella splendida cornice del Parco nazionale del Gargano. Sono aperte le iscrizioni. 

Rignano Garganico (FG), nel Parco Nazionale del Gargano, dal 23 marzo al 1 aprile, ospita la seconda edizione del workshop “Giornalismo e Comunicazione Ambientale”. Il corso è organizzato e promosso dal giornalista ambientale Giorgio Ventricelli e prevedere dieci giorni di laboratori sulle tecniche di scrittura giornalistica, la fotografia ambientale, la ripresa e il montaggio video e cinque visite guidate sul Gargano e i Monti Dauni.

Il corso è rivolto a: giornalisti e addetti stampa, studenti universitari, liberi professionisti (avvocati, ingegneri, geologi, biologi, agronomi), geografi, fotografi, cineoperatori, forze di polizia, rappresentanti di associazioni non profit, dirigenti e impiegati pubblici, operatori di Laboratori e Centri di Educazione Ambientale, operatori delle aree protette e di siti storico-archeologici, insegnanti scuole di ogni ordine e grado, animatori culturali, guide ambientali e speleologiche.

Il percorso formativo prevede dieci moduli e un approccio didattico che favorirà la conoscenza, il dialogo e il confronto. Sarà dato ampio spazio alle attività pratiche di laboratorio, con il fine di realizzare reportage video e fotografici e uno speciale dedicato ai temi affrontati nel workshop. I moduli didattici sono: Comunicazione; Giornalismo; Leggi, regole e deontologia; Ufficio Stampa e Relazioni Pubbliche; La Comunicazione Ambientale Istituzionale; Geologia ambientale; Sistemi ambientali, Management e Comunicazione; ComunicAmbiente; Agricoltura biologica, Ecomafie.
Per informazioni e iscrizioni: workshopgiornalismoambientale@gmail.com


“Il giornalismo è la professione di chi opera nel settore dell'informazione e svolge attività di raccolta, selezione ed elaborazione delle notizie. L’ambiente è la cosa più democratica che abbiamo: appartiene a tutti ed ognuno di noi è parte integrante di essa – dice Giorgio Ventricelli, direttore del workshop, che continua – il giornalismo ambientale racconta l’ambiente attraverso i fatti di cronaca, in modo trasversale, con immagini, parole e video. Il workshop si rivolge a coloro che per passione o lavoro vogliono intraprendere il mestiere del comunicatore ambientale, nuova professione sempre più richiesta da aziende pubbliche e private”.

Il workshop vede il patrocinio e la preziosa collaborazione di: Provincia di Foggia, Comune di Rignano Garganico, Ente Parco Nazionale del Gargano, Ordine dei Giornalisti della Puglia, Legambiente Puglia, SIGEA Puglia, FAI delegazione di Foggia, Circolo Legambiente “Andrea Pazienza” San Severo, Pro Loco “Antonio Aniceto” Rignano Garganico, Pro Loco Deliceto, Pro Loco San Giovanni Rotondo, Centro Studi Paglicci, Amici della Laguna di Lesina-Centro Visite, Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo-Protezione Civile Rignano Garganico.

Media partner La Nuova Ecologia e Culttime. Partner tecnico JRSTUDIO di Roberto Moretto.

Fanghi rimossi dall’Ufente, gli interrogativi restano

Il Fiume Ufente nei pressi dei Gricilli
«I fanghi lungo l’Ufente sono stati rimossi già a fine settembre». Così l’assessore all’Ambiente del Comune di Pontinia pone la parola fine ad un argomento importante e delicato come l’abbandono di diverse tonnellate di fanghi nocivi per le falde acquifere. Il ritrovamento è stato effettuato a fine maggio grazie all’operato dell’Arpa e all’intervento della Polizia Provinciale che denunciò la situazione di pericolo. A confermare le parole dell’Assessore Battisti ci sono le carte che, proprio in questi giorni, stanno passando sulle scrivanie degli uffici tecnici comunali. Infatti, il 9 settembre scorso la Provincia di Latina aveva diffidato l’azienda proprietaria del terreno e l’aveva invitata a farsi carico della rimozione dei fanghi entro trenta giorni. «Dallo studio dei documenti dei privati e dell’ente provinciale – afferma l’assessore Battisti – possiamo dire che è stata ripristinata una situazione di legalità. Ripeto, il problema era solamente di rilevanza metrica. Quella tipologia di rifiuto, infatti, non può stare troppo vicino alle sponde del canale Ufente. È da fine settembre, comunque, che tutto è tornato alla normalità». Il comune di Pontinia sta lavorando per reperire tutte le informazioni utili da poter girare al Governo che potrà così rispondere finalmente all’interrogazione parlamentare avvenuto alla fine di agosto. A questa bella notizia, però, l’associazione Ecologia e Territorio di Giorgio Libralato pone degli importanti punti interrogativi: «Come mai da Caserta questi fanghi sono arrivati fino a Pontinia? Adesso che sono stati tolti dove sono stati portati? Infine, è normale che un ente pubblico ci metta nove mesi per rispondere ad un suo ente superiore su una questione così delicata come l’inquinamento del territorio?».

Riccardo A.Colabattista su Latina Oggi

lunedì 5 marzo 2012

12 Marzo manifestazione No Turbogas Benevento

Centrale Turbogas: Il 12 marzo l'udienza al TAR. Il comitato No Luminosa promuove la mobilitazione


“Il 12 Marzo è fissata l'udienza di merito per il ricorso presentato dalla Provincia e Comune contro la Luminosa”. A renderlo noto è il comitato No Luminosa che si oppone alla costruzione della centrale turbogas prevista nei pressi di Ponte Valentino a Benevento. “Come già avevamo annunciato negli scorsi mesi – scrive il comitato - è necessaria la costruzione di una mobilitazione popolare per quella data. In questi mesi di attività informativa e di sensibilizzazione fatta nelle scuole, nei quartieri, all'Università, nelle strade della città abbiamo incontrato la solidarietà ma soprattutto la contrarietà dei cittadini di Benevento contro la costruzione della Centrale Turbogas. Contrarietà manifestata in più di un occasione dalle istituzioni, dai rappresentanti politici e da molti partiti nonché dai sindacati confederali”. “Molti – prosegue la nota stampa del comitato -, in questi mesi ci hanno chiesto cosa potevano fare per contribuire alla lotta contro la costruzione della Centrale Turbogas, la risposta è rappresentata dalla data del 12 Marzo. Il Comitato No Luminosa propone la costruzione di una mobilitazione popolare insieme alle altre associazioni, ai sindacati, ai partiti in occasione del 12 Marzo a Roma sotto il Tar”. “La nostra proposta – conclude il comitato - è che le istituzioni locali insieme ai partiti e ai sindacati mettano a disposizione già da adesso il maggior numero possibile di pullman ed inoltre comincino a mobilitare i propri iscritti in vista del 12 Marzo. Dimostriamo la contrarietà alla Luminosa nei fatti,attraverso una mobilitazione di massa del territorio sannita”.

domenica 4 marzo 2012

Bonifica «impossibile»

I fanghi sequestrati lungo l’Ufente mai rimossi: si teme per le falde
 
FANGHI sequestrati sul lungo Ufente: «fatta rispettare la distanza di sicurezza dal fiume». Il Comune, attraverso l’assessore all’Ambiente, Valterino Battisti, prova a fare chiarezza su una situazione caduta ormai nel dimenticatoio. Era infatti la fine di maggio dello scorso anno quando l’Arpa ha scoperto 272 tonnellate di fanghi inquinanti in un campo agricolo adiacente il fiume Ufente. In quel caso era intervenuta anche la Polizia Provinciale, mentre Legambiente aveva presentato un esposto in Procura in cui si denunciava la gravità dell’accaduto e si invitavano gli organi competenti ad effettuare una bonifica immediata del sito per evitare che si inquinassero le acque del fiume e le falde. Tutto ciò non bastò per riportare alla normalità la situazione. Allora ci fu un’interrogazione parlamentare rivolta all’allora Ministro delle politiche agricole Francesco Saverio Romano, all’ex Ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, all’ex Ministro dell'interno, Roberto Maroni, e firmato da alcuni parlamentari del Partito Democratico, Elisabetta Beltrandi, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta, Farina Coscioni, Matteo Mecacci e Maurizio Turco. Nell’interrogazione si chiedeva «quali informazioni disponesse il Governo e quali iniziative di competenza intendano adottare a tutela della salute e dell'ambiente dei cittadini rispetto ad un'area che ha una forte vocazione agricola». L’interrogazione fu fatta ad agosto e proprio ieri, l’amministrazione comunale, ha iniziato a recuperare documenti da inviare al Governo per poter rispondere, con quasi sei mesi di ritardo, all’interrogazione. «Dai dati che abbiamo raccolto – afferma Battisti – ad oggi le distanze tra il fiume Ufente e i fanghi sono tornate ad essere a norma. Quello emerso quasi un anno fa era solamente un problema di distanze dall’ acqua. Nella documentazione che stiamo preparando ci sono i dati che attestano il ripristino delle distanze, come richiesto dalla Guardia di Finanaza e dalla Polizia Provinciale». Rimane comunque il dubbio dell’entità del danno ambientale rispetto ai tanti mesi in cui i fanghi, materiale degradabile, sono rimasti a pochi metri dal fiume.
Articolo di Riccardo A. Colabattista - Latina Oggi - 3 Marzo 2012