La clamorosa sentenza del TAR del
Lazio, numero 664 del 2012, condanna i Ministeri della Salute e
dell'Ambiente a risarcire gli utenti dell’acqua di varie regioni (Lazio,
Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) con 100 euro a
cittadino. La sentenza apre una strada di incredibile valore, affermando
che fornire servizi
insufficienti o difettosi o inquinati determina la responsabilità della
pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress,
rischio di danno alla salute.
Il
TAR ha riaffermato che l’acqua fornita ai cittadini deve essere salubre
e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l’indicazione
di agire contro le ATO che non potevano non tenere conto di questo dato
nel determinare la tariffa.
Ma non solo.
Il TAR ha
statuito che il “fatto illecito costituito dall’esposizione degli utenti
del servizio idrico ad un fattore di rischio (l’arsenico disciolto in
acqua oltre i limiti consentiti in deroga dall’Unione Europea), almeno
in parte riconducibile, per entità e tempi di esposizione, alla
violazione delle regole di buona amministrazione, determina un danno
non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno
biologico, morale ed esistenziale, per l’aumento di probabilità di
contrarre gravi infermità in futuro e per lo stress psico-fisico e
l’alterazione delle abitudini di vita personali e familiari conseguenti
alla ritardata ed incompleta informazione del rischio sanitario’.
E il
TAR definisce come certa la “pericolosità per la salute umana derivante
da un’esposizione prolungata all’arsenico presente nell’acqua potabile,
anche in quantità piccolissime, come risultante dalla ricerca condotta
su oltre 11.700 persone in Bangladesh e pubblicato nell’edizione online
della rivista scientifica The Lancet, che ha dimostrato che la presenza
di arsenico in elevate concentrazioni nel sangue aumenta in modo
significativo il rischio di tumori. Secondo le stime effettuate
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, in Bangladesh a
partire dagli anni ‘70 almeno 35 milioni di persone hanno bevuto acqua
contaminata con piccolissime quantità di arsenico, e secondo lo studio
Heals (Health Effects of Arsenic Longitudinal Study) coordinato da
Habibul Ahsan dell’Università di Chicago, ciò è stato sufficiente a
provocare il 21%) delle morti per tutte le cause e il 24% di quelle
attribuite a malattie croniche (in prevalenza, tumori al fegato,
cistifellea e pelle e malattie cardiovascolari)’.
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