domenica 4 marzo 2012

Bonifica «impossibile»

I fanghi sequestrati lungo l’Ufente mai rimossi: si teme per le falde
 
FANGHI sequestrati sul lungo Ufente: «fatta rispettare la distanza di sicurezza dal fiume». Il Comune, attraverso l’assessore all’Ambiente, Valterino Battisti, prova a fare chiarezza su una situazione caduta ormai nel dimenticatoio. Era infatti la fine di maggio dello scorso anno quando l’Arpa ha scoperto 272 tonnellate di fanghi inquinanti in un campo agricolo adiacente il fiume Ufente. In quel caso era intervenuta anche la Polizia Provinciale, mentre Legambiente aveva presentato un esposto in Procura in cui si denunciava la gravità dell’accaduto e si invitavano gli organi competenti ad effettuare una bonifica immediata del sito per evitare che si inquinassero le acque del fiume e le falde. Tutto ciò non bastò per riportare alla normalità la situazione. Allora ci fu un’interrogazione parlamentare rivolta all’allora Ministro delle politiche agricole Francesco Saverio Romano, all’ex Ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, all’ex Ministro dell'interno, Roberto Maroni, e firmato da alcuni parlamentari del Partito Democratico, Elisabetta Beltrandi, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta, Farina Coscioni, Matteo Mecacci e Maurizio Turco. Nell’interrogazione si chiedeva «quali informazioni disponesse il Governo e quali iniziative di competenza intendano adottare a tutela della salute e dell'ambiente dei cittadini rispetto ad un'area che ha una forte vocazione agricola». L’interrogazione fu fatta ad agosto e proprio ieri, l’amministrazione comunale, ha iniziato a recuperare documenti da inviare al Governo per poter rispondere, con quasi sei mesi di ritardo, all’interrogazione. «Dai dati che abbiamo raccolto – afferma Battisti – ad oggi le distanze tra il fiume Ufente e i fanghi sono tornate ad essere a norma. Quello emerso quasi un anno fa era solamente un problema di distanze dall’ acqua. Nella documentazione che stiamo preparando ci sono i dati che attestano il ripristino delle distanze, come richiesto dalla Guardia di Finanaza e dalla Polizia Provinciale». Rimane comunque il dubbio dell’entità del danno ambientale rispetto ai tanti mesi in cui i fanghi, materiale degradabile, sono rimasti a pochi metri dal fiume.
Articolo di Riccardo A. Colabattista - Latina Oggi - 3 Marzo 2012

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