venerdì 26 febbraio 2010

GEOLOGIA, IDROGEOLOGIA E GEOCHIMICA NELLA PIANURA PONTINA

Inserisci linkDal sito Italian Web Sinkhole Database

Bellissima immagine della pianura pontina dal sito: http://www.rewetland.eu

GEOLOGIA:
Nella Pianura Pontina affiorano depositi quaternari che, dalle falde sud-occidentali del rilievo lepino-ausono, si estendono fino all’attuale linea di costa. Si tratta prevalentemente di sedimenti fluvio lacustri, eolici e piroclastici. L’assetto strutturale e stratigrafico è stato dedotto dai numerosi lavori di prospezione geofisica e dalle perforazioni profonde effettuate nella zona. I dati gravimetrici delineano un solco, a contorni sufficientemente ben definiti, che corre lungo l’allineamento Cisterna San Donato, interrotto da una culminazione relativa posta poco a sud di Latina. Questa depressione separa il rilievo lepino-ausono da una marcata anomalia gravimetrica positiva estesa nel Tirreno, che ha il suo margine nord occidentale lungo l’allineamento Tor Caldara- TorreAstura- Fogliano e Circeo. Lungo il margine nord-orientale della pianura si individua chiaramente un settore della struttura carbonatica lepino-ausona, debolmente ribassato e coperto da depositi quaternari recenti. Quest’area marginale della Pianura Pontina è stata oggetto di accurati studi condotti nei decenni passati e nel corso di questa ricerca, tra i quali si ricorda lo studio geoelettrico di Mouton, 77. L’articolato alto gravimetrico che corre lungo la costa corrisponde presumibilmente ad un complesso di strutture sepolte, culminanti lungo l’asse che unisce Tor Caldara, Fogliano ed il Circeo. Numerosi dati derivanti da perforazioni profonde contribuiscono a chiarire la situazione stratigrafica e strutturale (Pozzi Agip Latina 1 e Latina 2, Pozzo Fogliano, Pozzo La Guardia, Mazzocchio etc.). Dagli elementi (stratigrafici e geofisici) raccolti risulta che lungo la Pianura Pontina si individua un solco profondo. Pur mancando prove sicure, dagli studi effettuati si può pensare che il solco apertosi tra il margine della piattaforma lepina e le strutture sepolte più occidentali, sia stato parzialmente colmato da un flysch oligo-miocenico e da depositi caotici di tipo sicilide. Una fase tettonica contemporanea alla deposizione del flysch, costruisce le strutture oggi sepolte lungo la costa e che sembrano estendersi nel Tirreno. A partire dal Pliocene inferiore una fase tettonica distensiva conferisce alla regione un assetto ad Horst e Graben. Con il riattivarsi delle vecchie linee tettoniche, si riapre gradualmente il solco pontino; a tale attività tettonica segue la sedimentazione marina e l’inizio dell’intensa attività vulcanica in aree molto prossime alla zona direttamente esaminata. Nel Pliocene inferiore il mare ingredisce in gran parte della regione, dove deposita un potente pacco di argille marnose di schietto ambiente pelagico (affioramento di Tor Caldara e sondaggio Foce Verde) che d’altra parte non sono state raggiunte dalle perforazioni eseguite nel settore centrale della depressione pontina.

IDROGEOLOGIA E GEOCHIMICA:
L’assetto strutturale della Pianura Pontina, la presenza di prodotti riferibili ad attività vulcanica periferica affioranti ed incontrati in numerose perforazioni (piroclastiti e travertini disposti su numerosi orizzonti) inducono ad ipotizzare l’esistenza nella regione, di un vulcanismo più o meno sviluppato che può influenzare notevolmente i caratteri geochimici delle acque delle falde pontine. Si riconoscono alcune strutture idrogeologiche certamente sede di attiva circolazione, che vengono qui di sotto elencate:
  • La parte emersa della struttura lepina, traslata sul Miocene terrigeno della Valle Latina. Essa è interessata da un vistoso processo carsico ed ospita una falda imponente.
  • La parte ribassata della struttura lepina coperta da modesti spessori di sedimenti quaternari a bassa permeabilità. Ospita una ricca falda imprigionata alimentata lateralmente dall’acquifero della dorsale emersa.
  • Le strutture tirreniche sepolte, che sono presumibilmente delle anticlinali variamente deformate, a nucleo carbonatico mesozoico ricoperto da una potente serie di depositi terrigeni. Con tali caratteri le dorsali sepolte si configurano come delle trappole e sono sede di circolazione termale.
  • Come evidenziato dagli studi geofisici, il reticolo di faglie normali che ha dato origine al graben prosegue sotto le coperture dislocando in profondità i depositi carbonatici. Questo sistema di piani tettonici è sede preferenziale di circolazione di acque spesso mineralizzate e ricche in gas.
Nel settore centrale della Pianura Pontina i terreni quaternari più epidermici sono molto eterogenici: tufi vulcanici e travertini (soprattutto nel settore nord-occidentale), sabbie dunari, sabbie ed argille marine, depositi lagunari e lacustri, sedimenti alluvionali e detritici. Le falde idriche contenute in questi terreni hanno conseguentemente caratteristiche molto variabili. Negli orizzonti più permeabili si trovano acquiferi anche considerevoli, spesso ricaricati anche lateralmente dalla dorsale lepina. E’ necessario sottolineare che questi acquiferi, soprattutto nelle aree più prossime al margine del rilievo, hanno ricevuto e ricevono ancora apporti di acque termominerali risalienti lungo le discontinuità del basamento. Le acque erogate dalle sorgenti e dai pozzi che attingono la falda carsica hanno caratteristiche chimico-fisiche molto variabili. Le acque analizzate sono prevalentemente bicarbonato-calciche; quelle meno mineralizzate hanno salinità totale inferiore a 300 mg/l; la metà delle acque sorgive ha salinità inferiore a 1 g/l; le punte massime di mineralizzazione raggiungono 3-4 g/l. Tutte le acque ad elevata mineralizzazione hanno un forte contenuto gassoso, elevati tenori di cloruri e solfati con temperature all’emergenza superiori alla media locale.

AREE A RISCHIO:
  1. Doganella-via Ninfina (Comuni di Sermoneta e Cisterna): tale zona è impostata su un’area tettonica che per lungo tempo è stata sede di fenomeni sorgivi idrotermali che hanno dato luogo ad una serie di depositi travertinosi. Nel sondaggio realizzato nel 2001 presso il Centro Anziani di Doganella, sono stati intercettati livelli ritmici di travertino, spessi circa un metro intervallati a sabbie e argille molli (Capelli & Salvati, 2002). Dagli studi emergono diversi elementi di pericolosità geologica: le acque dei pozzi controllati risultano sottosature e aggressive (Tuccimei et al., in Capelli & Salvati, 2002) . Come risulta dalle stratigrafie disponibili, in alcuni casi i depositi sabbiosi poggiano direttamente sui depositi carsificati e tettonizzati, il cui tetto è posto a circa 140 m dal piano campagna. Verso la zona di Doganella convergono importanti linee di flusso idrico sotterraneo provenienti dal complesso travertinoso di Cisterna e dai Lepini (Boni C., 1988).
  2. Contrada Ciocco-Contrada Talci, San Michele: questa zona è posta sul proseguimento sepolto della conoide che da Valvisciolo scende verso Contrada Ciocco. La gravimetria indica la presenza di una paleovalle che dovrebbe essere in parte colmata da una conoide sepolta (Di Filippo & Toro, in Capelli & Salvati, 2002). La depressione valliva, durante il basso stazionamento del livello marino, doveva essere sede di sorgenti, richiamando i flussi che oggi alimentano le sorgenti di Ninfa e le Acque Puzze. I processi tettonici e carsici hanno probabilmente prodotto, unitamente ad una potente circolazione idrica di tipo termominerale, un’azione di trasporto e dissoluzione e trasporto non solo nei carbonati, ma anche nei depositi di conoide, determinando in un recente passato i noti sprofondi, le cui acque, analizzate dagli Autori (Capelli & Salvati, 2002) nel 2001, sono risultate sottosature
  3. Gricilli-Mezzaluna-Tenuta Isabella-Cotarda: quest’area, compresa tra il Canale della Selcella, il Fiume Sisto,e il borgo della Cotarda, costituisce una piccola depressione strutturale all’interno della quale si è depositato uno dei maggiori spessori di terre organiche e torbe della Piana Pontina. Sul lato pedemontano, a sud del Fiume Uffente, che accresce la propria portata di alcuni metri cubi, grazie alla presenza di un’enorme flusso idrico, è nota la presenza di manifestazioni sorgive blandamente termominerali con forti venute di gas. Le torbe si associano a livelli di travertino fitoermale e/o lacustre collegati alla deposizione chimica sia delle sorgenti carsiche che idrotermali ubicate nella zona. La presenza di quasi tutti gli indicatori che favoriscono fenomeni di sprofondamento, rende questa zona pericolosa per il cedimento di suoli.
Nella Piana sono state individuate altre zone a rischio minore, identificate con i toponimi di casa Affonnata e Laghi di Cotronia (comune di Cisterna).

Elenco fenomeni

Totale:15

ToponimoProvinciaComuneLocalità
Casa Affonnata Latina CISTERNA DI LATINA LT Cisterna di Latina
Contrada Casali Latina SERMONETA LT Sermoneta
Doganella di Ninfa Latina SERMONETA LT Ninfa
ex Stazione di Norma-Ninfa Latina NORMA LT Sermoneta
Laghi del Vescovo Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi del Vescovo - Lago bianco Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi del Vescovo - Lago nero Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi del Vescovo - Lago verde Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi di Cotrania Latina CISTERNA DI LATINA LT Cisterna di Latina
Lago Mazzocchio Latina PONTINIA LT Pontinia
Lago S. Carlo Latina PONTINIA LT Pontinia
Lo Sprofondo (1) Latina SERMONETA LT Sermoneta
Lo Sprofondo (2) Latina SERMONETA LT Sermoneta
Sprofondo-Lago Azzurro Latina SERMONETA LT Sermoneta
Stabilimento Pettinicchio Latina SERMONETA LT Latina Scalo (Tor Tre Ponti)


Scarica il pdf: UN ESEMPIO DI SINKHOLES
NELLA PIANURA PONTINA del geologo Picozza Roberto

martedì 23 febbraio 2010

COMITATI UNITI DEL LAZIO : Roma, Manifestazione 6 Marzo 2010

COMITATI UNITI DEL LAZIO PER LA DIFESA DELLA SALUTE, DELL´AMBIENTE E L´ AUTOGOVERNO DEI NOSTRI TERRITORI

Siamo donne e uomini che in questi anni hanno resistito all'aggressione dei loro territori da parte di chi vuole far profitto sulla salute e sull'ambiente. Siamo coloro che si sono opposti alla politica piegata agli interessi dei privati, quella politica che schiaccia i bisogni e le volontà delle popolazioni per favorire industriali e imprenditori che fanno profitto con lo sfruttamento della terra e dell´ambiente.

In questi ultimi anni le istituzioni comunali, regionali e nazionali hanno imposto con arroganza e autorità: centrali turbogas e a carbone, inceneritori e nuove discariche, la privatizzazione dell'acqua, mega aeroporti, mega autostrade, la TAV e come se non bastasse oggi si riparla di energia nucleare e a questo proposito il Lazio dovrebbe ospitare alcune centrali e siti per lo stoccaggio delle scorie.
Le popolazioni locali hanno risposto a tutto questo autorganizzandosi in Comitati e lottando in prima persona contro le multinazionali che si nascondono dietro ogni grande opera: ENEL, ENI, COLARI, CALTAGIRONE, AMA, ACEA, SORGENIA, IMPREGILO, ANSALDO...

Le nostre non sono solo battaglie in difesa della nostra salute e dell'ambiente, la nostra è una lotta per restituire il potere decisionale sui territori ai cittadini che vi abitano.

Non abbiamo bisogno di nuove centrali, inceneritori, autostrade, discariche, porti, aeroporti, centrali nucleari...
I nostri territori vanno risanati da mondezza e dai veleni, vogliamo una mobilità basata sul ferro, la nostra acqua deve essere pubblica,per questo scenderemo in piazza anche il prossimo 20 Marzo.

La volontà popolare deve essere rispettata, nulla deve essere deciso sulla nostra testa.

Per tutte queste ragioni chiamiamo le reti sociali, i coordinamenti territoriali, le assemblee permanenti, i comitati di quartiere i/le tanti/e cittadini/e che in questi anni si sono mobilitati contro le scelte sbagliate della Regione Lazio ad una

MANIFESTAZIONE UNITARIA DEI MOVIMENTI
CONTRO LE NOCIVITA´
E LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI DEL LAZIO
Sabato 6 Marzo ore 15:00 in Piazza Santi Apostoli a Roma


Assemblea permanente NO FLY Ciampino, Comitato Fiumicino Resiste NO AL PORTO, Comitato NO COKE Alto Lazio, Comitato NO CORRIDOIO ROMA-LATINA, Comitato RISANAMENTO AMBIENTALE Guidonia, Coordinamento CONTRO L'INCENERITORE d'Albano, Rete dei Cittadini NO TURBOGAS Aprilia, Rete per la TUTELA della VALLE DEL SACCO

Fonte: www.noinceneritorealbano.it
Altri post: noturbogaspontinia.blogspot.com

lunedì 22 febbraio 2010

Terracina Social Forum: 25 febbraio 2010 la decrescita felice con Maurizio Pallante

Dalle 17.30 alle 19.30 di giovedì 25 febbraio il gruppo del Terracina social forum ha organizzato presso la sala convegli Coop (all'entrata di Terracina venendo da Roma dall'Appia) nelle vicinanze del piazzale Coop, la presentazione- dibattito- incontro con l'autore Maurizio Pallante del libro : La decrescita felice .

Generalmente si crede che la crescita economica consista nella crescita dei beni materiali e immateriali che un sistema economico e produttivo mette a disposizione di una popolazione nel corso di un anno. In realtà l’indicatore che si utilizza per misurarla, il prodotto interno lordo, si limita a calcolare, e non potrebbe fare diversamente, il valore monetario delle merci, cioè dei prodotti e dei servizi scambiati con denaro. Il concetto di bene e il concetto di merce non sono equivalenti. Non tutti i beni sono merci e non tutte le merci sono beni.
La frutta e la verdura coltivate in un orto familiare per autoconsumo sono beni qualitativamente molto migliori della frutta e della verdura acquistate al supermercato. Ma non passano attraverso una intermediazione mercantile, per cui non sono merci. Soddisfano il bisogno di nutrirsi in modi più sani e più gustosi dei loro equivalenti prodotti per essere commercializzati, non sono stati prodotti con veleni e prodotti di sintesi chimica, non hanno impoverito l’humus, non hanno contribuito a inquinare le acque, ma fanno diminuire il prodotto interno lordo perché chi autoproduce la propria frutta e verdura non ha bisogno di andarla a comprare. In una società fondata sulla crescita, dove a ogni piè sospinto tutti la invocano come il fine delle attività economiche e produttive, il suo comportamento è asociale.
Se, dunque, il prodotto interno lordo misura il valore monetario delle merci e non prende in considerazione i beni, la decrescita indica soltanto una diminuzione della produzione di merci. Non dei beni. Anzi, la decrescita può anche essere indotta da una crescita di beni autoprodotti in sostituzione di merci equivalenti. Una decrescita guidata in questa direzione racchiude intrinsecamente un fattore di felicità. Vive felicemente chi si propone di avere sempre maggiori quantità di merci, anche se non sono beni, e spende tutta la vita per questo obiettivo? Non vive più felicemente chi rifiuta le merci che non sono beni e sceglie i beni di cui ha bisogno in base alla loro qualità e utilità effettiva, lavorando di meno per dedicare più tempo ai suoi affetti? Vive felicemente chi vive in una società che si propone di produrre sempre maggiori quantità di merci, anche se non sono beni, e sacrifica a questo obiettivo la qualità dell’aria, delle acque e dei suoli? Non vive più felicemente chi vive in una società che antepone il bene della qualità ambientale alla crescita della produzione di merci che non sono beni?
Maurizio Pallante da anni svolge una intensa attività di ricerca e divulgazione scientifica sui rapporti tra ecologia, tecnologia e economia, con particolare riferimento alle tecnologie ambientali. Su queste tematiche ha pubblicato diversi libri: “Le tecnologie di armonia” (1994); “Scienza e ambiente. Un dialogo” (con Tullio Regge,1996); “L'uso razionale dell'energia” (con Mario Palazzetti, 1997); “Ricchezza ecologica” (2003). Con Editori Riuniti ha pubblicato “Un futuro senza luce?” (2004). Ha collaborato con alcuni giornali e periodici, tra cui Carta, il supplemento settimanale de La Stampa, Tuttoscienze, Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Ponte, Rinascita, Equilibri.

giovedì 18 febbraio 2010

Zeitgeist Addendum, il Profitto


Zeitgeist Addendum
è il seguito del primo documentario dal nome Zeitgeist.
Il termine sta ad indicare lo spirito nel tempo,
è un'espressione che indica la tendenza culturale predominante in una determinata epoca. Questo film ha avuto un successo tra i navigatori della rete e tra le tante persone che si sono rese conto della realtà che può essere distorta - c'è chi perennemente continua a farlo solo esclusivamente per i propri interessi - un successo importante, che ha portato anche alla nascita di un movimento, Lo Zeitgeist Movement.
Dal sito web Zeitgeist Italia, l'introduzione:

Questo movimento si basa su una presa di coscienza, in supporto a un progresso evolutivo fluido, sia personale sia sociale, tecnologico e spirituale. Riconosce che la specie umana è su un cammino naturale per l’unificazione, derivante da un comune riconoscimento di dati fondamentali e quasi empirici su come la natura lavora e come noi in quanto umani siamo parte e interagiamo in questa apertura universale chiamata vita. Sebbene questo cammino esista, è tristemente nascosto e non riconosciuto dalla gran parte degli uomini, che continuano a perpetuare vecchie e quindi degenerative modalità di condotta e associazione. E’ questa inattualità intellettuale che lo Zeitgeist Movement spera di superare attraverso educazione e azione sociale.

Lo scopo è di correggere la società mondiale in accordo con le conoscenze odierne in tutti i settori, non solo portare alla conoscenza di possibilità sociali e tecnologiche che molti sono stati condizionati a pensare impossibili o contro la “natura umana”, ma anche per fornire un mezzo per superare questi elementi nella società che perpetuano questi sistemi superati.


Adesso vorrei approfondire la terza parte di questo documentario, riportando la trascrizione del passaggio, quando spiega:

Il Profitto

Sono tutte diverse fasi del meccanismo di autodifesa del sistema, che mette sempre il benessere delle persone dopo il profitto monetario. Perciò, la corruzione non è soltanto un sottoprodotto del monetarismo, è il suo elemento fondante. E se la maggior parte delle persone riconosce questa tendenza in un modo o nell'altro, la maggioranza sembra essere inconsapevole dell'insieme delle conseguenze dell'avere un sistema così egoistico come mentalità dominante nella società.

Documentazione interna mostra che questa società anche dopo essere venuta a sapere per certo di avere medicinali infettati dal virus dell'AIDS, li ha ritirati dal mercato statunitense riversandoli sui mercati in Francia, Europa, Asia ed America latina. Il governo USA ha consentito questo. la FDA (Food and Drug Administration) e adesso il governo fa assolutamente finta di non vedere. Migliaia di emofiliaci innocenti sono morti per il virus dell'AIDS. Questa società sapeva per certo che questi erano infettati dal virus dell'AIDS, ma li hanno piazzati sul mercato perché volevano trasformare questo disastro in profitto. (Voce fuori campo reporter)

Quindi vedete, c'è una corruzione intrinseca. Continuiamo a rubarci le cose gli uni con gli altri, e non ci si può aspettare onestà in questa realtà. ... e poi non sapere chi eleggere. Loro ragionano in termini di democrazia, che è impossibile in un sistema basato sul denaro. Se voi avete più denaro potete pubblicizzarvi per ottenere una carica nel governo, questa non è democrazia. Serve a coloro che sono in una posizione di vantaggio rispetto agli altri. Quindi è sempre una dittatura delle èlite, ricche finanziariamente.

Possiamo avere in questo paese sia una democrazia che una grande ricchezza concentrata nelle mani di pochi, ma non possiamo avere entrambe. (Louis Brandeis, Corte suprema di Giustizia)

È interessante osservare come personalità apparentemente sconosciute appaiono magicamente sulla scena come candidati presidenziali. Dopodiché prima che ve ne rendiate conto, non vi rimane che scegliere in un piccolo gruppo di persone estremamente ricche i quali, c'è da sospettare, hanno in comune la stessa visione sociale di fondo. Ovviamente, è una farsa. Le persone indicate sulle schede elettorali si trovano lì perché sono state selezionate affinché risultassero accettabili ai poteri finanziari che attualmente tirano le redini. Tuttavia, molti di coloro che si rendono conto di questa illusione spesso pensano "Se soltanto potessimo mandare al potere i nostri politici onesti, con un'etica, allora le cose funzionerebbero.

Sebbene questa idea sembri giusta nella nostra visione del mondo tradizionale, si tratta sfortunatamente di un altro inganno. Quando si arriva a questioni davvero importanti, le istituzioni politiche delegano il potere agli stessi politici, i quali non hanno in verità alcuna competenza su ciò che fa funzionare il nostro mondo e la nostra società.

Non sono i politici che possono risolvere i problemi. Non hanno le capacità tecniche. Non sanno come risolvere i problemi. Anche se fossero onesti, non saprebbero come risolvere i problemi. Sono i tecnici che producono gli impianti di de-salinizzazione. Sono i tecnici che ti fanno avere l'elettricità, che ti danno i veicoli, che riscaldano le case e le rinfrescano d'estate. È la tecnologia che risolve i problemi, non i politici. La politica non può risolvere i problemi, perché loro non hanno le conoscenze per farlo. Davvero poche persone oggi si fermano a pensare cosa migliora davvero la loro vita.

È il denaro? Ovviamente no. Nessuno può mangiare il denaro, o introdurlo nella propria auto affinché funzioni. È la politica? Tutto quello che i politici sanno fare è creare leggi, stabilire finanziamenti e dichiarare guerre. È la religione? Naturalmente no, la religione non crea nient'altro che consolazioni emotive intangibili per coloro che ne hanno bisogno.

Il vero dono che noi, come esseri umani, possediamo è che la sola cosa responsabile che ha migliorato la nostra vita è la tecnologia.


Zeitgeist: Addendum è un web film non profit del 2008, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo di Zeitgeist, the Movie; è uscito in lingua inglese sottotitolato in diverse lingue, tra cui l'italiano. Il film discute riguardo il sistema della Federal Reserve negli Stati Uniti, della CIA, delle corporation americane e altro, concludendo con la presentazione del Progetto Venus, creato dall'ingegnere sociale Jacque Fresco. In accordo con Peter Joseph, il film ha come scopo di localizzare le radici della dilagante corruzione sociale, offrendo allo stesso tempo una soluzione. In conclusione Addendum sottolinea il bisogno di eliminare ogni barriera che divide gli uomini e individua i passi concreti da fare per indebolire il sistema monetario. Il film suggerisce azioni di "trasformazione sociale", come boicottare le grandi banche, i media, il sistema militare e le multinazionali dell'energia.

fonte: it.wikipedia.org

mercoledì 17 febbraio 2010

Terracina Social Forum: Marco Bersani 20 Febbraio 2010, "Nucleare, se lo conosci lo eviti"

Sabato 20 febbraio alle ore 17.30 presso la Sala convegni della Coop presso il Piazzale Coop a Terracina; il Terracina Social Forum ha il piacere di presentare il libro di Marco Bersani "Nucleare, se lo conosci lo eviti" (Edizioni Alegre).

A volte ritornano. Con gli stessi argomenti. Con la stessa potenza economica, politica e massmediatica. Il Governo Berlusconi si appresta a rilanciare la produzione in grande scala dell’energia nucleare, nonostante il popolo italiano si sia già pronunciato contro a larghissima maggioranza nel referendum del 1987.

More about Nucleare: se lo conosci lo eviti


Come questo libro dimostra dettagliatamente, oggi come allora, gli argomenti portati a favore sono inconsistenti: non è vero che il nucleare sarà l’energia del futuro, che è economicamente competitivo, che serva a ridurre le emissioni di gas serra, che non ci siano alternative.

Mentre sono drammaticamente veri i ripetuti incidenti e la produzione di scorie altamente radioattive che irresponsabilmente consegneremo alle prossime diecimila generazioni. Senza contare la proliferazione del nucleare militare, di cui l’uso "civile" è figlio riconosciuto.

Venti anni fa un forte movimento sconfisse la follia nucleare, ma non riuscì a costruire un altro modello energetico e di società. Oggi, un nuovo movimento antinucleare dovrà nascere nei territori e nelle piazze di questo Paese.

Marco Bersani, laureato in Filosofia, è Dirigente comunale dei servizi sociali. Socio fondatore di Attac Italia, è membro del Consiglio nazionale dell'associazione. Fra i portavoce del Genoa social forum nel luglio del 2001, sempre attivo nei movimenti di lotta per la difesa dei beni comuni, è fra i promotori del Forum italiano dei Movimenti per l'acqua.
Nel 2007 ha pubblicato "Acqua in movimento" (Edizioni Alegre).

Ingresso gratuito

Marco Bersani, socio fondatore e consigliere di Attac Italia, è stato tra i portavoce del Genoa Social Forum nel luglio 2001. Da sempre attivo nei movimenti di lotta per la difesa dei beni comuni, è fra i promotori del Forum Italiano dei Movimenti per l´Acqua. Nel 2007 ha pubblicato "Acqua in movimento" (edizioni Alegre).

Durante la presentazione si parlerà del ritorno all´energia nucleare, deciso dall´attuale governo, e di come questa scelta ci venga presentata in modo volutamente poco chiaro. I mezzi d´informazione, infatti, ci dicono che con il nucleare si coprirà il 20% del fabbisogno energetico nazionale. "Dimenticano" però di segnalare che le centrali nucleari producono solo ed esclusivamente energia elettrica e quest´ultima rappresenta meno del 20% dei consumi energetici nazionali. Di conseguenza, effettuando una banalissima operazione (20% per 20%), si ricava che dal nucleare si coprirà SOLO il 4% del fabbisogno energetico italiano. Sono giustificati gli ingenti costi per la realizzazione di centrali atomiche, a fronte di una percentuale di copertura così bassa?

Inoltre, l´utilizzo dell´uranio (che, si ricorda, è una fonte fossile come petrolio e gas naturale), non ridurrà assolutamente la nostra dipendenza energetica dall´estero, che è pesantissima a causa delle necessità di carburanti per mezzi di trasporto e combustibili per riscaldamento. Tutti processi, questi ultimi, che non richiedono l´utilizzo di energia elettrica.

I sostenitori del ritorno al nucleare, poi, affermano che la Francia esporta energia elettrica verso altri Paesi europei proprio grazie al nucleare. Già, ma approfondendo la questione si scoprono notizie interessanti.

Le centrali nucleari funzionano a ciclo continuo e la loro attività non può essere aumentata o ridotta in funzione della domanda, a differenza, ad esempio, dell´idroelettrico. La conseguenza è che la Francia nelle ore notturne vende l´energia prodotta dalle centrali nucleari, perché deve comunque tenerle funzionanti. Ma quell´energia viene acquistata dai Paesi confinanti, compresa l´Italia, a prezzi bassissimi. Invece nelle ore di punta, nonostante tutte le sue centrali nucleari, la Francia non ha sufficiente energia elettrica, per cui deve acquistarla dai Paesi vicini, che però gliela vendono a prezzi altissimi, per la ben nota legge della domanda e dell´offerta. Dov´è, pertanto, la convenienza economica?

Inoltre, che cosa facciamo noi italiani con l´energia elettrica che acquistiamo a prezzi stracciati dalla Francia? La utilizziamo di notte per far risalire l´acqua nelle dighe delle centrali idroelettriche, per poi sfruttare queste ultime nelle ore di punta. L´Italia ha tutto da guadagnare dal nucleare francese.

Oltre a questi aspetti, per lo più economici, con Marco Bersani saranno approfonditi anche gli aspetti sanitari. In particolare, si discuterà dell´accordo stipulato il 28 maggio 1959 tra l´Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l´Agenzia Internazionale per l´Energia Atomica (AIEA), in base al quale ogni possibile intervento dell´OMS in materia di effetti sulla salute delle radiazioni ionizzanti, è sottoposto ad una sorta di "veto" da parte dell´AIEA, tra i cui scopi vi è la crescita del contributo dell´energia nucleare nel mondo.

Infine, il Terracina Social Forum coglie l´occasione per chiedere al Consiglio comunale di Terracina di approvare una mozione contro il ritorno all´energia nucleare, così come hanno fatto, in provincia di Latina, il Consiglio comunale di Sermoneta ed i sindaci dei Comuni del sud pontino.

lunedì 15 febbraio 2010

WWF : L'energia nucleare non è una soluzione

Dal sito del WWF ITALIA una serie di punti deboli del nucleare.

La favola della indipendenza energetica

L'energia nucleare non è la soluzione. L’Italia non possiede miniere di uranio, quindi siamo destinati comunque alla dipendenza da fonti di importazione, così come oggi lo siamo con il petrolio e il gas. Efficienza e fonti rinnovabili: queste sì che le abbiamo in casa nostra!

Limitatezza delle riserve di uranio

Tutte le stime relative ai costi non tengono in considerazione la questione della scarsità delle riserve di uranio. Un falso mito, infatti, è connesso alla presunta abbondanza dell’uranio in natura. E’ vero si che si tratta di un minerale piuttosto diffuso ma solo in concentrazioni infinitesime, tanto basse da non risultare praticamente sfruttabili. Oggi solo in pochi paesi sono presenti importanti giacimenti e oltre il 50% delle riserve accertate risultano concentrate in Australia, Kazakistan e Canada. Le riserve di uranio realmente sfruttabili sono sufficienti ad alimentare gli attuali 440 reattori per soli 40-50 anni. Va da sé che si pensasse di sostituire, per la produzione di elettricità, tutta l’energia fossile con quella nucleare occorrerebbe realizzare alcune migliaia di nuove centrali e a quel punto le riserve di uranio si esaurirebbero nel giro di pochissimi anni.

Il problema della localizzazione in Italia

In Italia esistono problemi enormi per individuare un sito adatto come il caso di Scanzano Jonico ha dimostrato qualche anno fa (l'area era stata individuata dal Governo Berlusconi come sito di stoccaggio per le scorie nucleari prodotte dall'Italia negli anni '70-'80). Problemi non solo di accettazione sociale: il nostro oltre ad essere un territorio densamente abitato, è fortemente sismico, pervaso dal dissesto idrogeologico e con spazi fluviali ancor più ridotti e prosciugati per buona parte dell’anno (fenomeno che aumenterà con l’acutizzarsi dei cambiamenti climatici).

Fondi per la ricerca sottratti a tecnologie e fotovoltaico

Le tecnologie legate a fotovoltaico stanno marciando a passi a gigante. Non si può dire altrettanto per l’energia nucleare che è ancora al palo. Nonostante questo i fondi destinati a rinnovabili sono assai inferiori a quelli destinati al nucleare. La ricerca per l'energia nucleare ha bruciato il 90% delle spese di ricerca destinate alle fonti energetiche alternative ai combustibili fossili. La stessa cifra orientata sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza energetica avrebbe permesso una maggiore emancipazione dalle fonti fossili. La stessa IEA non prevede alcuna crescita di tale contributo per i prossimi trent'anni, anche perché le riserve di uranio possono consentire ancora pochi decenni di alimentazione delle centrali esistenti. Inoltre le centrali nucleari producono solo elettricità, che rappresenta solo il 15% degli usi finali, mentre il restante 85% è costituito da calore per riscaldamento e processi industriali e da carburanti per i trasporti ai quali il nucleare non può dare nessun contributo.

I costi

Negli ultimi venti anni c'è stato un forte declino negli ordini di nuovi reattori a causa della discutibile economicità del nucleare. Nonostante l'industria del nucleare civile operi da mezzo secolo, va notato come, a differenza di altre tecnologie, gli sviluppi di questo settore non abbiano portato ad una maggiore efficienza economica nella realizzazione e gestione degli impianti. Ad esempio, negli Stati Uniti i 75 reattori costruiti sono costati 145 miliardi di dollari invece dei 45 previsti; gli ultimi 10 reattori costruiti in India hanno avuto un aumento dei costi del 300 per cento in media. Ciò è dovuto sostanzialmente all'aumento medio dei tempi di costruzione dei reattori, a sua volta legato alla necessità di aumentare la sicurezza delle centrali. Tale tempo medio di costruzione è passato da poco più di cinque anni negli anni '70 a circa 10 anni oggi. In tutte le stime dei costi, inoltre, non si tiene conto di quelli - enormi - necessari per la messa in sicurezza delle scorie per migliaia di anni.

Il caso di Olkiluoto in Finlandia

Questo caso sta diventando paradigmatico della dubbia sostenibilità economica degli investimenti nucleari, a causa di ritardi nella costruzione, aumento dei costi e utilizzo inefficace dei sussidi pubblici. Essendo il primo reattore costruito nel mercato liberalizzato europeo dell'energia, nel 2005 quando la costruzione iniziò fu descritto come una prova che l'industria nucleare può competere in questo nuovo mercato in seguito ai miglioramenti tecnologici avvenuti.
Già nel primo anno si sono verificati una serie di problemi tecnici e ritardi nella costruzione, resi poi pubblici dall'ente regolatore dell'energia della Finlandia. Dopo 16 mesi di lavori il progetto aveva accumulato un ritardo di ben 18 mesi, con un aumento dei costi stimato in circa 700 milioni di Euro. E' chiaro quindi che il progetto Olkiluoto emerge come un sonoro fallimento che mostra la palese incapacità dell'industria nucleare di competere in mercato liberalizzato dell'energia quale è quello europeo oggi, anche se si tratta di progetti in via di realizzazione in condizioni ottimali e in paesi molto avanzati sia dal punto di vista economico che in materia di regolamentazioni e sicurezza.

"Nucleare, un'illusione che ci costerà cara", intervista con Vincenzo Balzani (Università di Bologna), leggi >>>

domenica 14 febbraio 2010

ACEA: LA VERA POSTA IN GIOCO ALLE REGIONALI DEL LAZIO

Alla Polverini serve l'appoggio di Caltagirone, sullo sfondo l'Acea

Acea: la vera posta in gioco alle regionali del lazio.

Il gigantesco affare dell’Acea, l’azienda comunale romana della luce e dell’acqua, è come un missile a più stadi con tanti manovratori e un puntatore deciso e nascosto: Francesco Gaetano Caltagirone. Primo costruttore capitolino, azionista molto influente della società pubblica, anche se con appena il 7,5 per cento del capitale, editore del Messaggero, del Mattino di Napoli e di altri quotidiani in giro per l’Italia, e infine, faccenda per niente secondaria, suocero del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, Caltagirone da tempo ha messo nel mirino il business Acea. Il primo stadio del missile è partito dopo le elezioni dell’aprile 2008 che hanno decretato il cambio della guardia in Campidoglio con l’affermazione di Gianni Alemanno (Pdl). L’ultimo è in fase di sganciamento ed è collegato alle elezioni regionali e alla lotta nel Lazio tra la candidata di centrodestra, Renata Polverini, e quella di centrosinistra, Emma Bonino.

NUOVA STRATEGIA.
Uno dei primi atti pesanti di politica economica del nuovo sindaco fu proprio l’affare Acea e le decisioni prese a riguardo furono così radicali da assumere l’aspetto di un ribaltone. Non solo per i vertici, con l’allontanamento di Andrea Mangoni, l’amministratore delegato voluto dal sindaco precedente, Walter Veltroni, sostituito con Marco Staderini, ex amministratore Rai, ex numero uno di Lottomatica, e noto come esponente della cerchia più ristretta dei fedeli di Casini. Ma soprattutto per la sostanza delle cose. Fino a quel momento la strategia dell’Acea si basava su quella che in gergo chiamavano la “chiusura del ciclo” e cioè l’integrazione tra l’attività idrica, quella elettrica e quella auspicabile del gas. Con l’ingresso in quest’ultimo settore l’azienda romana controllata per il 51 per cento dal comune avrebbe acquisito “la massa critica necessaria per massimizzare efficienza e competitività a livello nazionale”, com’era scritto nel sito ufficiale, così da poter competere da pari a pari con i grandi del settore italiano dei servizi, dalla bolognese Hera alla lombarda A2A a Iride-Enia. A portata di mano di Acea c’era un’azienda acquistabile, la Romana Gas, controllata da Italgas e quindi dall’Eni, disposto a cedere l’asset capitolino dopo aver deciso di espandere per motivi di Antitrust la sua sfera di influenza in Belgio acquistando Distrigas. Il venditore di Distrigas non era uno qualsiasi, ma Gaz de France (Gdf)-Suez che con poco meno del 10 per cento è l’altro azionista di minoranza come Caltagirone proprio dell’azienda comunale.

I FRANCESI.
In pratica tra Eni e Gdf ci sarebbe stato uno scambio e il risultato finale avrebbe consentito ad Acea di “valorizzare il cliente e ridurre i costi di gestione”. Non era un’idea peregrina dal punto di vista della politica industriale, anzi, ma dal punto di vista della nuova maggioranza capitolina e soprattutto di Caltagirone, che quella maggioranza aveva contribuito a far vincere anche tramite l’impegno del genero Casini, l’operazione era viziata da un difetto grosso come una casa. Grazie allo scambio con Eni, Gaz de France presumibilmente avrebbe accresciuto la sua quota azionaria in Acea e di conseguenza sarebbe sceso il peso specifico dello stesso Caltagirone. Ovvio che l’operazione gas andasse fermata e infatti è stata uccisa in culla.

VENDITA FORZATA.
Nel frattempo è partito il secondo stadio del missile. Alla fine dell’anno il Parlamento ha approvato il decreto del governo su cui al Senato è stata posta addirittura la fiducia, finito sui giornali come la “privatizzazione dell’acqua”, un testo che impone alle società pubbliche di servizi come l’Acea di cedere la maggioranza scendendo sotto il 40 per cento entro giugno 2013 e addirittura sotto il 30 entro la fine del 2015. Per Caltagirone quel testo è una manna perché per un acquirente comprare da un venditore costretto a cedere addirittura per legge è come il gatto che gioca con il topo. Se poi quel venditore è ben disposto per via di aderenze politico-parentali, tanto meglio. Per il grande costruttore romano l’affare Acea diventa sempre più invitante non tanto per la gestione dell’acqua, settore che richiede investimenti massicci e assicura ritorni economici soddisfacenti in tempi generalmente lunghi. Ma per altri due aspetti: la vendita di elettricità, business che invece è ad alto rendimento immediato, e gli appalti per la manutenzione della rete elettrica e gli acquedotti dove, com’è facile capire , Caltagirone gioca in casa.

SOGNANDO RENATA.
L’ultimo stadio del missile Acea è in fase di sganciamento proprio in questi giorni di campagna elettorale. Per Emma Bonino la faccenda è semplice: sull’Acea non ha cambiali da pagare a nessuno e quindi le viene facile sostenere che l’azienda capitolina non va privatizzata. Per la Polverini e il sindaco Alemanno, invece, la questione sta diventando molto scivolosa. Come candidata che si autodefinisce sindacal-popolare, all’ex sindacalista dell’Ugl verrebbe spontaneo mettersi di traverso, ma non osa perché per vincere non può fare a meno di Casini. Che per proprietà transitiva vuol dire Caltagirone.


L'immobiliarista ed editore Francesco Gaetano Caltagirone (foto Ansa)
Di Daniele Martini
da Il Fatto Quotidiano del 9 febbraio 2010

sabato 13 febbraio 2010

SUD PONTINO UNITI CONTRO IL NUCLEARE

Contro l’eventuale localizzazione dei nuovi impianti nucleari presso l’ex centrale del Garigliano i sindaci del sud Pontino dimostrano la loro unione. E sull’argomento il ministro Claudio Scajola ha annunciato un Consiglio dei Ministri che approverà in via definitiva i criteri della localizzazione dei siti per le centrali nucleari in Italia. Il ministro ha anche sottolineato come «da quel momento si avvierà il percorso per le diverse imprese per individuare i siti che rispondano ai criteri di sicurezza. Tra due anni potremo iniziare i percorsi autorizzativi».

Sull’argomento interviene il sindaco di Gaeta Antonio Raimondi il quale precisa: «Il nostro territorio è stato ed è ancora nella morsa di due centrali nucleari (riferendosi anche a quella di Borgo Sabotino, ndr). Il sud pontino, in particolare, è una zona ricca di aree naturali protette, di monumenti di spiagge e quindi basa buona parte della sua economia sul turismo. Un impianto del genere infliggerebbe un colpo mortale ai nostri imprenditori e, soprattutto, per i nostri cittadini già colpiti dagli effetti della crisi». D’altro canto proprio sull’argomento i sindaci del comprensorio hanno sottoscritto un documento nel quale «si esprimono le preoccupazioni e si mettono in evidenza altri aspetti che riguardano il terreno sul quale sorge l’ex centrale del Garigliano, distante pochi chilometri dal confine con il Lazio meridionale, la sismicità e l’inquinamento del fiume Garigliano le cui acque si riversano nel golfo di Gaeta». Una posizione concorde quella assunta dai primi cittadini del basso Lazio e rappresenta secondo Raimondi: «La prima forma di lotta per la salvaguardia del nostro futuro e del nostro territorio che ha già subito gli effetti nefasti della centrale. Nonostante si trovi in territorio campano si tratta di un problema che deve coinvolgere anche la nostra Regione e la nostra Provincia perché questi enti non possono abbandonare al loro destino una parte vasta ed importante del territorio». E i sindaci del Golfo, nel documento, hanno anche annunciato «la possibilità di adottare tutte le forme di protesta che riterranno necessarie seppure si auguriamo che – continua Raimondi – la questione si risolva grazie ad un tavolo di concertazione con gli enti coinvolti». Alla luce di quanto evidenziato il primo cittadino di Gaeta facendosi portavoce anche dei suoi colleghi del comprensorio chiede: «Al Governo di tenere presenti questi aspetti e accelerare il processo di smantellamento della centrale di Sessa Aurunca».

Bavaglio alle Regioni per le centrali nucleari

Addio alle fonti rinnovabili: tutti i soldi andranno lì. Giro d’affari gigantesco al quale Comuni e Province con l’acqua alla gola non rinunceranno anche se “denuclearizzate”

Può aver compiuto un passo falso, il 10 febbraio, il governo di centrodestra che si riempie ogni giorno a parole di federalismo e di sovranità popolare e poi vara un decreto nucleare centralista, vago e contro la maggioranza del popolo italiano, incluso quel “popolo delle partite Iva” che è alla base del suo successo elettorale. Si tratta di un decreto che:

  1. mette un bavaglio alle regioni in cui saranno imposti i siti nucleari;
  2. tace sui nomi delle regioni destinate ad accogliere i siti e le scorie radioattive per secoli, per paura di vedere influenzati negativamente i risultati delle elezioni regionali. Paura legittima, visto che gli italiani, non solo con il referendum del 1987, ma anche dopo, si sono dichiarati contrari e visto che il nucleare al nostro Paese non conviene sotto nessun aspetto perché è una tecnologia vecchia, dannosa per l’ambiente e la salute e insostenibile dal punto di vista economico. Per questo Greenpeace ha aperto una petizione. In soli tre giorni, già 12mila cittadini hanno firmato per chiedere ai loro candidati alle regionali di schierarsi contro il nucleare sul sito www.nuclearlifestyle.it
  3. non dice nulla su quante centrali sono programmate con quanta energia c’è da aspettarsi e a quali costi. L’Italia, avverte una nota di Greenpeace, usa le cifre che Enel presenta alle conferenze stampa invece di informarsi su quelle che il costruttore francese presenta alle gare d’appalto: negli Emirati Arabi il gruppo guidato dalla francese Areva ha offerto 4 reattori EPR come al nostro orizzonte a un costo di 6,5 miliardi di euro l’uno mentre in Italia la propaganda parla di 4 miliardi;
  4. sorvola sui sistemi di sicurezza collegati alle centrali (su questa specifica voce le agenzie di sicurezza di tre Paesi, Francia inclusa, hanno pubblicamente dichiarato non sicuro il sistema di emergenza dell’EPR lo scorso ottobre).

Si tratta di un decreto che, in assenza di un piano con dati certi e non propagandisti, può far aumentare il senso di demotivazione della maggioranza degli italiani. Di quell’altra Italia che, invece, spesso in un totale silenzio mediatico (a differenza del clamore mediatico pro-atomo) ha detto sì al cambiamento nel settore energetico investendo, in linea con gli altri Paesi industrializzati come la Germania, risorse e intelligenze verso il risparmio e una maggiore efficienza energetica e verso le fonti rinnovabili di energia. La novità del 2009 è stato il salto impressionante della crescita degli impianti di fonti rinnovabili installati in Italia. Sono 5.991 i Comuni dove è in funzione almeno un impianto, erano 3.190 solo un anno prima, nel 2008; in pratica le fonti pulite che fin o al 1998 interessavano con l’idroelettrico e la geotermia una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nel 79% dei Comuni. Un’ottima notizia che arriva dalla quarta edizione del rapporto “Comuni rinnovabili 2009” di Legambiente, che elabora i dati ottenuti attraverso un questionario rivolto ai Comuni, incrociando le risposte con studi e rapporti di Gse, Enea, Fiper, Anev oltre che di Regioni, Enti locali e aziende.
La crescita interessa tutte le fonti: solare fotovoltaico, solare termico, mini idro-elettrico, geotermia, impianti da biomasse magari collegati a reti di teleriscaldamento.

Il Belpaese, insomma, è pieno di buone pratiche replicabili che mostrano la ricetta per un futuro più pulito, sostenibile, «capace di far risparmiare soldi alle famiglie e alle amministrazioni che sappiano investire in innovazione”, spiega il rapporto di Legambiente curato dal responsabile del settore Energie Edoardo Zanchini, “aumentando significativamente i livelli di comfort abitativi e qualità della vita».

Questi Comuni stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita che cambia profondamente il modo di guardare all’energia e al rapporto con il territorio.

È un’Italia dove operano, giorno dopo giorno tanti amministratori e professionisti, tanti artigiani e tecnici, tante piccole e medie imprese come quelle che ho incontrato nell’ultimo anno e che si vede sfilare nelle fiere come le recenti Made di Milano e CasaClima di Bolzano: tanti italiani che si occupano di progettare, dirigere, costruire, collaudare in quella nascente “economia verde” (uno dei pochi settori che sta vedendo crescere fatturati e lavoratori, quasi tutti di quel “popolo a partita Iva” che generalmente vota centrodestra). Essi hanno avuto e avranno un ruolo di straordinaria importanza nell’evoluzione del risparmio energetico e delle fonti di energia rinnovabile.

Senza una consapevolezza dell’opinione pubblica, da una parte l’inerzia, la disinformazione e i soliti affari continueranno a dominare le scelte e le decisioni nei palazzi del potere che punteranno sulla vaghezza del piano nucleare per imporlo a un Paese che in maggioranza non lo vuole.

Dall’altra parte, però, senza un incoraggiamento che premi l’esperienza dei Comuni virtuosi, i risultati dell’operato di questi amministratori ed esperti, scienziati e professionisti che hanno puntato sulle energie giuste, sarebbero inferiori alle potenzialità. Per questo è da auspicare che ognuno di noi possa trovare il tempo per mandare un “bravo” a chi è impegnato, grazie all’energia più pulita, a far respirare aria più buona ai cittadini e a farli risparmiare sulla bolletta. Sarebbe bello che ci si segni sull’agenda di andare a trovare questi Comuni virtuosi, dal paese pioniere di Varese Ligure all’aostana La Thuile, dal blocco dei Comuni altoatesini (Dobbiaco e Vipiteno, Brunico e Prato allo Stelvio in testa) fino al borgo toscano di Scansano e giù in Salento e al suo capoluogo Lecce, sempre più caratterizzato da un ricamo di pietre e di energie. I nomi di tutti questi Comuni virtuosi sono sui siti www.fonti-rinnovabili.it oppure www.legambiente.it. Vale la pena di andare a ricaricare le energie in città che all’energia sostenibile dedicano intelligenza e risorse. Buon viaggio!

Articolo di Salvatore Giannella da fonte Arcoiris

venerdì 12 febbraio 2010

Sosteniamo le detrazioni del 55% in Senato

Stavolta, dopo aver fatto appelli e catene, proviamo a rivolgerci direttamente ai senatori.

Mi rivolgo a lei, Senatore della Repubblica,

catena blog energia

in questi giorni avrà la possibilità di votare l'estensione delle detrazioni del 55% per chi effettua lavori per migliorare l'efficienza energetica degli edifici. La prima forma possibile di produzione energetica, con risorse italiane, è il risparmio. Nel corso degli anni le detrazioni hanno permesso la riduzione dei consumi energetici, dell'inquinamento, lo sviluppo di un importante settore lavorativo e l'emersione del lavoro sommerso. Le detrazioni scadono il 31 dicembre del 2010, a voi viene dato il potere di prolungarle per due anni. A fine anno avremo già un nuovo taglio agli incentivi per l'energia rinnovabile: il conto energia subirà una sforbiciata del 20% e poi del 6% (fonte Sole 24 ore); nel gennaio scorso il Ministero per lo Sviluppo Economico ha ulteriormente indebolito le detrazioni dichiarando che non sono cumulabili con eventuali incentivi riconosciuti, per i medesimi interventi, dalle Regioni o dagli enti locali (fonte Sole 24 ore). Queste strategie sono molto strane soprattutto in presenza di una crisi economica e contrastano con gli obiettivi dell'assemblea di Copenhagen.
Ora avete la possibilità di invertire la rotta e dare un segno all'economia e all'ambiente.
Spero che il suo voto segua l'indicazione del sottosegretario Casero
(fonte Edilportale) e approvi l'emendamento presentato dai senatori Bugnano, Pardi, De Toni e Belisario.
Sentitamente,

ilKuda (e tutti i blogger e singoli che vorranno aggiungersi, segnalatelo nei commenti e linkate il post: http://blog.libero.it/KudaBlog/8405315.html), FioreBlog, Letizia Palmisano, Verdi Ferrara, Franco Corleone, Sciura Pina, Sursum Corda, Pippo Civati, Letizia, La sinistra in Sesto, Minimo Impatto, Verdi Lombardi, Base Verde, PD Vedano, Sosteniblitalia, Fabio Corgiolu, Marcella Zappaterra, Yblog, Fuoriluogo, Estense, No Turbogas Pontinia, Alessandro Ronchi, Envi.

Qui la causa su Facebook

Turbogas, slitta la decisione del Tar

È STATA rinviata l’udienza per discutere nel merito il ricorso presentato dal Comune di Pontinia contro il rilascio dell'AIA, l'Autorizzazione Integrata Ambientale, per la costruzione di una centrale Turbogas nell'area industriale di Mazzocchio.

Il Tribunale ha rimandato il dibattimento sulle ragioni che hanno portato il Ministero dell'Ambiente ad approvare quel documento. È probabile che entro un paio di settimane le parti verranno riconvocate. Il comune punta essenzialmente su due argomenti: la delibera del Rir, il Rischio di incidente rilevante sulle industrie che si devono installare a Mazzocchio, (ce ne sono già due che trattano materiali pericolosi). L’Ente ha portato tutta la documentazione alla base dei vari pronunciamenti negativi espressi dal comune di Pontinia durante l'iter di autorizzazione dell’Aia, approvata lo scorso maggio. Giallo anche su un documento riguardante il Via, la Valutazione d'Impatto Ambientale che il Ministero, dopo aver sentito i pareri di Comune, Provincia, Regione e Parco nazionale del Circeo, aveva deciso di rivedere. Invece la chiusura dell'istruttoria che dichiarava che non erano emersi particolari motivi per dover rivedere quella autorizzazione è stata licenziata dal Ministero lo scorso ottobre. Ma il Comune non lo sapeva. «Vogliamo andare fino in fondo e entrare nel merito dell'Aia» spiega Giorgio Libralato, uno dei tecnici del Comune.


Articolo di Andrea Zuccaro (LATINA OGGI 12 febbraio 2010)

vedi anche: Turbogas nuova udienza al Tar

incontri con il terracina social furum

Sabato 13 febbraio alle ore 17.00 presso la Sala convegni della Coop presso il Piazzale Coop a Terracina si terrà un incontro-dibattito con il consigliere provinciale Domenico Guidi durante il quale si analizzerà il ciclo dei rifiuti nella Provincia di Latina e nell'ambito della Regione Lazio, approfondendo le questioni relative alla raccolta differenziata e alla realizzazione di nuovi inceneritori, nonché alla chiusura di quelli esistenti.
Gli inceneritori o termovalorizzatori che dir si voglia, sono nocivi per la salute, per cui va abbandonato quel tipo di logica e favorito il più possibile il riciclaggio, il riuso e la riduzione dei rifiuti. Occorre, in altre parole, un piano dei rifiuti eco-compatibile.

Ingresso gratuito

m'illumino di meno


Oggi si celebra - in veste completamente rinnovata - la sesta edizione di “M’illumino di meno”: la Giornata del Risparmio Energetico lanciata dalla popolare trasmissione radiofonica Caterpillar, in onda su RAI Radio 2. Dopo il successo delle scorse edizioni, con l’adesione di migliaia di ascoltatori e di intere città sia in Italia che all’estero, quest’anno l’invito a rispettare un simbolico “silenzio energetico” si trasforma in un invito a partecipare a una festa dell’energia pulita.

In questi anni, grazie al supporto di istituzioni, scuole, associazioni, aziende e privati cittadini, abbiamo contribuito alla diffusione di una maggior consapevolezza sulle conseguenze del consumo indiscriminato di energia: la riduzione degli sprechi e l’attenzione alle fonti alternative sono diventate parole d’ordine familiari per i nostri ascoltatori. Sulla scia di questa nuova sensibilità, è giunto il momento di fare un passo avanti rispetto allo spegnimento simbolico in nome del risparmio e di proporre un’accensione virtuosa all’insegna dello sviluppo delle energie rinnovabili. In questi anni abbiamo imparato a risparmiare, ora impariamo a produrre meglio e a pretendere energia pulita.

Allo stadio attuale della ricerca tecnologica è già possibile produrre energia con il sole, il vento, il mare, il calore della terreno o con le biomasse. Facendo appello all’inesauribile ingegno italico invitiamo tutti, dagli studenti ai precari, dalle aziende in crisi alle amministrazioni comunali, a misurarsi con la green economy adottando un sistema pulito per accendere tutti insieme le luci il 12 febbraio 2010. L’intento è duplice: da un lato verificare in prima persona che le tecnologie attualmente disponibili sono efficaci e rappresentano alternative realistiche, dall’altro dare un segnale simbolico di fiducia nelle energie rinnovabili e nello sviluppo di un modello di economia sostenibile.

Nelle piazze spente di tutt’Italia si accenderanno luci “virtuose” alimentate a energia rinnovabile o dimostrazioni creative di consumo efficiente, per testimoniare il passaggio da un sistema ormai al collasso ad una gestione più “illuminata” del nostro futuro. Per raccontare questa festa dell’energia pulita, il 12 febbraio Caterpillar andrà in onda eccezionalmente dai Mercati Traianei in Roma, coinvolgendo cittadini, scuole, istituzioni e associazioni in una rassegna di luci belle, creative e pulite, escogitate ad hoc, con un concerto finale rigorosamente a impatto zero.

Una torcia a energia pulita viaggerà per l’Italia, sul modello del tragitto della fiaccola olimpica, alla ricerca di punti di rifornimento a fonti rinnovabili, per giungere fino a Roma e “accendere” la festa del 12 febbraio. Su www.caterpillar.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione e trovare tutti i materiali per diffondere l’iniziativa nei posti di lavoro, a scuola o nella propria città.

SCARICA IL NUOVO INNO DELLA BANDA OSIRIS >

È ARRIVATA LA FIACCOLA ECOLOGICA DI CATERPILLAR. L’INIZIATIVA «M’ILLUMINO DI MENO»

Anche a Latina è arrivata la torcia che rappresenta l’iniziativa «M’illumino di meno», organizzata dalla trasmissione radiofonica della RAI “Caterpillar”, partita da Milano il 4 gennaio. Ad attenderla, le delegazioni di alcune associazioni tra le quali LatinaSostenibile. La torcia, infatti, ad ogni tappa si è ricaricata da fonti rinnovabili e anche qui a Latina ha fatto il pieno di energia tramite un veicolo elettrico fornito da LatinaSostenibile, per poi ripartire alla volta di Roma, dove è previsto il gran finale il 12 febbraio. All’iniziativa hanno aderito anche l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Latina e il Consiglio dei Giovani. Con l’occasione LatinaSostenibile ha presentato il progetto ZET (Zero Emition Tour), ovvero l’uso delle fonti rinnovabili applicate alla mobilità sostenibile, che consiste nella creazione di una rete di punti di ricarica per automobili elettriche da impianti fotovoltaici su strutture alberghiere e di ristorazione, consentendo ai clienti possessori di auto elettriche, di ricaricarsi durante la sosta presso queste strutture presenti nella nostra provincia.

mercoledì 10 febbraio 2010

Roma e la privatizzazione dell'acqua

Un presidio contro la privatizzazione di Acea
Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno indice un Consiglio comunale straordinario per dare inizio al percorso di privatizzazione di Acea, l'azienda fornitrice dell'acqua a Roma. In risposta, i membri del Coordinamento Romano Acqua Pubblica organizzano un presidio in piazza San Marco.




Sull'arena di Roma si gioca una partita decisiva nella battaglia per l'acqua pubblica, che vede in questi giorni le sue fasi più concitate. Da una parte stanno i fautori della privatizzazione, primo fra tutti il Sindaco Gianni Alemanno. Dall'altra una nutrita rete di associazioni e cittadini riuniti nel CRAP (Coordinamento Romano Acqua Pubblica) che non si vogliono rassegnare a vedere la gloriosa ex-municipalizzata Acea trasformata in una s.p.a. votata al profitto.

Ricostruiamo brevemente gli eventi. Il 19 gennaio il XVI Municipio di Roma approva a maggioranza assoluta una delibera che impegna il Comune ad esprimersi sulla modifica del proprio Statuto, al fine di “dichiarare l'acqua un bene pubblico inalienabile”.

La risposta di Alemanno è immediata. Il giorno seguente dichiara in un'intervista al Sole 24 Ore di voler anticipare di ben cinque anni i tempi di attuazione del Decreto Ronchi, facendo scendere la partecipazione del Comune – che attualmente si attesta al 51 per cento - al 30 per cento entro il 2010. Alcune inchieste svelano come dietro questa improvvisa “fretta” - che peraltro contraddice alcune dichiarazioni precedenti dello stesso Alemanno, che all'assemblea FAO dello scorso novembre si era schierato “contro la mercificazione dell'acqua” - si celino i lunghi tentacoli dell'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, già in possesso del 7 per cento di Acea ed interessato ad ottenerne una quota di maggioranza.

Logo
Il presidio è aperto a tutti. Maggiore sarà l'affluenza di persone, più chiaro sarà il messaggio.

Dunque il Sindaco non perde tempo e convoca per l'11 febbraio un Consiglio comunale straordinario per discutere del futuro di Acea. Pochi dubbi sul fatto che sia l'inizio del percorso di privatizzazione.

Le associazioni comprendono che il momento è cruciale e non c'è tempo da perdere. Non si può più attendere la manifestazione nazionale per l'acqua pubblica prevista a Roma per il 20 marzo, bisogna agire prima. Ecco che il Crap organizza quindi un presidio in Piazza San Marco che dovrebbe tenersi sempre l'11 febbraio alle ore 17 (l'orario potrebbe subire variazioni. Per aggiornamenti consultare il sito www.acquabenecomune.org).

Il presidio è aperto a tutti. Maggiore sarà l'affluenza di persone, più chiaro sarà il messaggio. Parallelamente il Crap organizza un'azione dal basso nelle sedi dei singoli Municipi, cercando di far approvare delibere simili a quella del XVI.

Nel video inserito qui di seguito Paolo Carsetti, uno degli organizzatori della manifestazione nazionale del 20 marzo, si rivolge a tutti i Consiglieri Municipali chiedendo loro di schierarsi apertamente contro la privatizzazione.

Certo, può apparire una lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, la battaglia dei cittadini contro i potenti ingranaggi dell'economia di mercato. Ma se il folle cavaliere errante era solo, questi al contrario sono in tanti, a gridare a gran voce che l'acqua che sgorga dalla terra appartiene a tutti e che nessuno gliela può sottrarre. Chissà che per una volta non siano i mulini ad avere la peggio.

Unisciti ai partecipanti al presidio per L'acqua pubblica.

Articolo di : Andrea Degl'Innocenti

Fonte: http://www.terranauta.it/a1798/pianeta_gaia/un_presidio_contro_la_privatizzazione_di_acea.html

martedì 9 febbraio 2010

Turbogas Pontinia: Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR)

L’obiettivo è prevenire incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose o a limitarne le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente, mantenendo opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le aree vulnerabili nel caso di insediamenti di stabilimenti nuovi o per i nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti. Il decreto prevede l’introduzione di un Elaborato Tecnico "Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR)" che individua e disciplina le aree da sottoporre a specifica regolamentazione e che deve diventare parte integrante e sostanziale del Piano regolatore Comunale. Sono tenuti alla stesura del RIR tutti i Comuni il cui territorio possa essere interessato dagli effetti di eventi incidentali presso impianti a rischio di incidenti rilevanti.

Nella zona Industriale di Mazzocchio (comune Pontinia) dove vogliono costruire la Turbogas della AceaElectrabel da 400 Megawatt ci sono stabilimenti a rischio d'incidente rilevante. La nuova Oter per esempio.
Ma la stesura di questo elaborato è stato fatto? Da tutti i comuni che si trovano nelle vicinanze dell'area industriale? Ovvero, Priverno, Sonnino, Terracina sono interessati dagli effetti di eventi incidentali.

Ultima News risale al 29 Dicembre 2009 sul blog Pontinia ecologia
La sentenza del Tar di Latina sul ricorso della AceaElectrabel per la Turbogas di Pontinia

Altre Notizie:

ACEA ELECTRABEL, TAR ACCOGLIE RICORSO SULLA CENTRALE DI MAZZOCCHIO

Il Tar del Lazio dà ragione all’Acea Electrabel e accoglie parzialmente il ricorso presentato dalla società progettista della centrale turbogas di Mazzocchio. I giudici amministrativi della sezione di Latina hanno depositato nei giorni scorsi la sentenza con cui dispongono l’annullamento della delibera 32 approvata l’8 luglio scorso dal Consiglio comunale di Pontinia - con la quale veniva adottato l’elaborato Rir, che disciplina l’installazione degli impianti industriali a rischio di incidente rilevante - e della successiva nota del sindaco Eligio Tombolillo, con la quale veniva ribadita l’incompatibilità territoriale della centrale.
La sentenza è un altro passo in avanti per l’Acea Electrabel dopo l’ottenimento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciatale dal ministero dell’Ambiente il 30 maggio scorso. Per il Comune, che dal tribunale amministrativo aveva invece incassato a settembre la vittoria nella disputa con la Pontinia Rinnovabili sul progetto della centrale a biomasse, è una battuta d’arresto. I giudici si sono pronunciati sul ricorso avanzato dalla multinazionale energetica italobelga contro tutti i pareri avversi al progetto della turbogas emessi dal Consiglio e dalla Giunta di Pontinia. Nello specifico l’Acea contestava l’assoggettamento della costruzione dell’impianto al rilascio del parere di compatibilità ambientale relativo alla normativa sul rischio di incidente rilevante. Il Tar ha rigettato l’interpretazione della società progettista rispetto a questo punto, ma ha riconosciuto l’interesse dell’Acea a chiedere l’annullamento degli atti adottati dal Comune.
E scendendo nel merito i giudici amministrativi hanno giudicato incompleto l’elaborato Rir approvato dal Consiglio comunale a luglio «costituito per la quasi sua totale consistenza dalla riproduzione del testo normativo» della relativa legge 334/1999. «Non ho ancora letto il dispositivo - afferma a caldo il sindaco Tombolillo - leggeremo e poi vedremo il da farsi. E’ solo una battaglia persa: la guerra è ancora lunga».
Fonte: www.federutility.it/

L'11 Febbraio 2010 ci sarà un nuovo ricorso al Tar, ma questo, sull'approvazione dell'AIA, e quello sul RIR, come è andato a finire?

lunedì 8 febbraio 2010

INCIDENTE MIDDLETOWN : Esplode una Turbogas di 620 Megawatt


parti dell'articolo di Riccardo Chioni

Una violenta esplosione ha demolito una centrale elettrica alimentata a gas in fase di collaudo ieri mattina uccidendo almeno 5 persone e ferendone 14 in una deflagrazione avvertita ad alcune miglia di distanza

MIDDLETOWN (CT). Alle 11 e 17 (le 17,27 in Italia) gli abitanti della cittadina hanno temuto una forte scossa di terremoto quando le case hanno tremato e le finestre del Conn Hospital sono andate in frantumi.Nella cittadina di Middletown, ad oltre venti miglia dalla capitale Hartford, risiede una folta comunità di origine italiana, in maggioranza provenienti dal paese di Melilli nelle vicinanze di Siracusa.

L'impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a gas, in costruzione da anni e caratterizzato da numerose controversie, avrebbe dovuto entrare in funzione a maggio, forse a giugno e nella giornata di ieri era stato fissato il primo collaudo con l'immissione di gas nelle turbine. Secondo quanto si è appreso, l'esplosione si è verificata proprio quando gli operatori hanno aperto la valvola. Alla deflagrazione è seguito un incendio che un centinaio di vigili del fuoco sono riusciti a domare a distanza di un'ora. L'impianto, che occupa una superficie di 137 acri, avrebbe dovuto produrre 620-megawatt ed era completato al 96 per cento. La struttura, del costo di circa un miliardo di dollari, avrebbe dovuto essere la più grande del New England per servire una utenza di 364 mila residenti.

La centrale dell'azienda Kleen Energy System era sorta trascinandosi dietro una moltitudine di controversie a causa anche di un'enorme quantità d'acqua, centinaia di migliaia di galloni, che veniva utilizzata per raffreddare le turbine, prelevata dal vicino Connecticut River sulle cui sponde era nato l'impianto. Alcuni feriti sono stati trasportati in elicottero, altri in ambulanza ai pronto soccorso dell'area statale che avevano attivato il sistema di disastro. Il portavoce del Middlesex Hospital, Brian Albert ha riferito che al pronto soccorso sono arrivati 6 feriti con fratture multiple le cui condizioni non destano preoccupazione, altri - ha precisato - 2 o 3 sono stati medicati per abrasioni e contusioni e dimessi, mentre alcuni feriti più gravi sono stati eli-trasportati all'ospedale di Hartford. Il governatore del Connecticut Jodi Rell nel primo pomeriggio si è recata sul luogo del disastro dove ha fatto il punto della situazione con il sindaco Sebastian Giuliano e i responsabili delle squadre d'emergenza impegnate nelle ricerche di vittime che hanno continuato a scavare per tutta la serata di ieri.

Fonte: www.americaoggi.info

LAZIO: ZARATTI, DOPO INCIDENTE USA TAVOLO PER SICUREZZA TURBOGAS
Roma, 8 feb - ''Alla luce di quanto accaduto serve una immediata verifica sulla sicurezza della tecnologia di questi impianti. E per questo ho scritto al ministero dell'Ambiente, dello sviluppo Economico e dell'Interno affinche' venga immediatamente convocato un tavolo istituzionale, anche per verificare l'osservanza di tutte le prescrizioni a cui l'Intesa regionale sulla turbogas di Aprilia del settembre 2006, resta evidentemente vincolata''.

Lo dichiara Filiberto Zaratti, Assessore all'Ambiente della Regione Lazio, che fa notare come ''il terribile incidente che si e' verificato negli Stati uniti alla centrale elettrica di Middletown nel Connecticut, ponga legittimi interrogativi sulla sicurezza di questa tipologia di centrali turbogas anche in Italia''.

''Ad Aprilia - ricorda Zaratti - e' stata autorizzata una centrale di 750megawatt a ciclo combinato, un impianto che l'attuale normativa nazionale, la Seveso 2, esclude tra quelli a rischio di incidente rilevante. Peraltro lo stesso parere di compatibilità territoriale negativo rilasciato dal Sindaco di Aprilia è tuttora oggetto di un contenzioso amministrativo con la Sorgenia Spa. C'e' poi il tema della verifica di ottemperanza delle prescrizioni previste dal decreto autorizzativo della centrale - conclude Zaratti - che deve essere espletata dal Ministero dell'Ambiente, anche in considerazione della probabile scadenza di validità della Via (Valutazione impatto ambientale) essendo trascorsi ormai cinque anni dal decreto di compatibilita' ambientale''.

Fonte: res/sam/alf (Asca) http://www.asca.it

Vento in Poppa



















Le ultime cifre mondiali lo confermano, l'eolico ha il vento in poppa.


Le turbine installate nel 2009 rappresentano un potere elettrico di 37 500 megawatt (MW), l'equivalente di più di 23 reattori nucleari EPR, un salto del 31% su un anno. Due organizzazioni professionali, l'associazione europea dell'energia eolica ed il Consiglio globale dell'energia eolica, Ewea e Gwec secondo le loro sigle inglesi, presentavano mercoledì il bilancio 2009 da Bruxelles. (foto: http://stop-war.20minutes-blogs.fr/tag/climat)

Il mercato mondiale dell'installazione di turbine pesa, secondo il Gwec, 45 miliardi di euro e 500 000 posti di lavoro.

"Questa energia pulita evita il rigetto di 204 milioni di tonnellate di CO2 per anno", stima Steve Sawyer, il segretario generale del Gwec.

La Cina, malgrado la sua reputazione giustificata di orco divoratore di carbone, ottiene la parte del leone con un terzo delle capacità mondiali installate l'anno passato. Il potere eolico cinese ha semplicemente raddoppiato .


"Vista la tendenza, prevediamo che l'obiettivo ufficioso di 150 000 MW sarà superato molto prima del 2020", ha commentato Li Junfeng, segretario generale dell'associazione cinese delle industrie dell'energia rinnovabile.

L'India non è in resto, con 1 270 MW installati nel 2009, l'equivalente di un reattore nucleare standard di EDF.

Buona sorpresa americana
La sorpresa è venuta di oltre Atlantico: mentre dei periti avevano previsto un arresto dello sviluppo dei "mulini a vento" negli Stati Uniti, il loro potere ha volato via al contrario del 39%. Il piano di rilancio di Barack Obama ed i suoi milioni di dollari di sovvenzioni nel «économie verde" hanno dato una frustata al settore.

In Europa, l'eolico ha progredito del 23%. Circa 13 miliardi di euro sono stati investiti nelle nuove "fattorie a vento" di cui 1,5 miliardo nelle installazioni offshore. Per il secondo anno consecutivo, il vento è la prima sorgente di energia in termini di nuove capacità installate, davanti al gas ed al solare. Fine 2009, il 4,8% dell'elettricità prodotta nell'unione europea provenivano da Éole. La Germania ospita sempre il più grande parco, davanti alla Spagna, l'Italia e la Francia.

Il Regno Unito, al quinta posto, ha annunciato un progetto molto ambizioso di "fattorie eoliche" in mare del Nord che rappresenta un investimento di 115 miliardi di euro nei dieci anni. Affinché queste migliaia di turbine piantate sul fondo marino non girano in vano, i paesi rivieraschi del mare del Nord dovrebbero intendersi, di qui alla fine 2010, su un progetto di rete di raccordo di 30 miliardi di euro.

L'eolico non è la panacea, ricordano gli industriali del petrolio e del gas.
"Per quattro megawatt installati, sottolineava ultimamente Alexandre Medvedev, il padrone di Gazprom Export, occorre almeno 1 megawatt di energia fossile in sostegno, per i periodi di picchi della domanda."

In Francia, il parco ha progredito del 31%. Ma ai professionisti del settore dispiace che, davanti alla levata di scudo frequenta dei difensori del paesaggio, a partire dal 2011, la procedura di autorizzazione per impiantare una pala eolica di medio e grande potere (superiora a 12 metri di altezza) sarà appesantita perché rileverà del regime delle installazioni classificate (ICPE).

Fonte: Lefigaro.fr

domenica 7 febbraio 2010

Lazio: Comitati locali in difesa del territorio


Manifestazione,

Le realtà locali del Lazio lanciano una mobilitazione unitaria per il 6 Marzo 2010

Un articolo dal Quotidiano "Terra"
di Rossella Anitori

leggi l'articolo in pdf

FONTE : www.noinceneritorealbano.it