lunedì 22 febbraio 2010

Terracina Social Forum: 25 febbraio 2010 la decrescita felice con Maurizio Pallante

Dalle 17.30 alle 19.30 di giovedì 25 febbraio il gruppo del Terracina social forum ha organizzato presso la sala convegli Coop (all'entrata di Terracina venendo da Roma dall'Appia) nelle vicinanze del piazzale Coop, la presentazione- dibattito- incontro con l'autore Maurizio Pallante del libro : La decrescita felice .

Generalmente si crede che la crescita economica consista nella crescita dei beni materiali e immateriali che un sistema economico e produttivo mette a disposizione di una popolazione nel corso di un anno. In realtà l’indicatore che si utilizza per misurarla, il prodotto interno lordo, si limita a calcolare, e non potrebbe fare diversamente, il valore monetario delle merci, cioè dei prodotti e dei servizi scambiati con denaro. Il concetto di bene e il concetto di merce non sono equivalenti. Non tutti i beni sono merci e non tutte le merci sono beni.
La frutta e la verdura coltivate in un orto familiare per autoconsumo sono beni qualitativamente molto migliori della frutta e della verdura acquistate al supermercato. Ma non passano attraverso una intermediazione mercantile, per cui non sono merci. Soddisfano il bisogno di nutrirsi in modi più sani e più gustosi dei loro equivalenti prodotti per essere commercializzati, non sono stati prodotti con veleni e prodotti di sintesi chimica, non hanno impoverito l’humus, non hanno contribuito a inquinare le acque, ma fanno diminuire il prodotto interno lordo perché chi autoproduce la propria frutta e verdura non ha bisogno di andarla a comprare. In una società fondata sulla crescita, dove a ogni piè sospinto tutti la invocano come il fine delle attività economiche e produttive, il suo comportamento è asociale.
Se, dunque, il prodotto interno lordo misura il valore monetario delle merci e non prende in considerazione i beni, la decrescita indica soltanto una diminuzione della produzione di merci. Non dei beni. Anzi, la decrescita può anche essere indotta da una crescita di beni autoprodotti in sostituzione di merci equivalenti. Una decrescita guidata in questa direzione racchiude intrinsecamente un fattore di felicità. Vive felicemente chi si propone di avere sempre maggiori quantità di merci, anche se non sono beni, e spende tutta la vita per questo obiettivo? Non vive più felicemente chi rifiuta le merci che non sono beni e sceglie i beni di cui ha bisogno in base alla loro qualità e utilità effettiva, lavorando di meno per dedicare più tempo ai suoi affetti? Vive felicemente chi vive in una società che si propone di produrre sempre maggiori quantità di merci, anche se non sono beni, e sacrifica a questo obiettivo la qualità dell’aria, delle acque e dei suoli? Non vive più felicemente chi vive in una società che antepone il bene della qualità ambientale alla crescita della produzione di merci che non sono beni?
Maurizio Pallante da anni svolge una intensa attività di ricerca e divulgazione scientifica sui rapporti tra ecologia, tecnologia e economia, con particolare riferimento alle tecnologie ambientali. Su queste tematiche ha pubblicato diversi libri: “Le tecnologie di armonia” (1994); “Scienza e ambiente. Un dialogo” (con Tullio Regge,1996); “L'uso razionale dell'energia” (con Mario Palazzetti, 1997); “Ricchezza ecologica” (2003). Con Editori Riuniti ha pubblicato “Un futuro senza luce?” (2004). Ha collaborato con alcuni giornali e periodici, tra cui Carta, il supplemento settimanale de La Stampa, Tuttoscienze, Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Ponte, Rinascita, Equilibri.

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