venerdì 26 febbraio 2010

GEOLOGIA, IDROGEOLOGIA E GEOCHIMICA NELLA PIANURA PONTINA

Inserisci linkDal sito Italian Web Sinkhole Database

Bellissima immagine della pianura pontina dal sito: http://www.rewetland.eu

GEOLOGIA:
Nella Pianura Pontina affiorano depositi quaternari che, dalle falde sud-occidentali del rilievo lepino-ausono, si estendono fino all’attuale linea di costa. Si tratta prevalentemente di sedimenti fluvio lacustri, eolici e piroclastici. L’assetto strutturale e stratigrafico è stato dedotto dai numerosi lavori di prospezione geofisica e dalle perforazioni profonde effettuate nella zona. I dati gravimetrici delineano un solco, a contorni sufficientemente ben definiti, che corre lungo l’allineamento Cisterna San Donato, interrotto da una culminazione relativa posta poco a sud di Latina. Questa depressione separa il rilievo lepino-ausono da una marcata anomalia gravimetrica positiva estesa nel Tirreno, che ha il suo margine nord occidentale lungo l’allineamento Tor Caldara- TorreAstura- Fogliano e Circeo. Lungo il margine nord-orientale della pianura si individua chiaramente un settore della struttura carbonatica lepino-ausona, debolmente ribassato e coperto da depositi quaternari recenti. Quest’area marginale della Pianura Pontina è stata oggetto di accurati studi condotti nei decenni passati e nel corso di questa ricerca, tra i quali si ricorda lo studio geoelettrico di Mouton, 77. L’articolato alto gravimetrico che corre lungo la costa corrisponde presumibilmente ad un complesso di strutture sepolte, culminanti lungo l’asse che unisce Tor Caldara, Fogliano ed il Circeo. Numerosi dati derivanti da perforazioni profonde contribuiscono a chiarire la situazione stratigrafica e strutturale (Pozzi Agip Latina 1 e Latina 2, Pozzo Fogliano, Pozzo La Guardia, Mazzocchio etc.). Dagli elementi (stratigrafici e geofisici) raccolti risulta che lungo la Pianura Pontina si individua un solco profondo. Pur mancando prove sicure, dagli studi effettuati si può pensare che il solco apertosi tra il margine della piattaforma lepina e le strutture sepolte più occidentali, sia stato parzialmente colmato da un flysch oligo-miocenico e da depositi caotici di tipo sicilide. Una fase tettonica contemporanea alla deposizione del flysch, costruisce le strutture oggi sepolte lungo la costa e che sembrano estendersi nel Tirreno. A partire dal Pliocene inferiore una fase tettonica distensiva conferisce alla regione un assetto ad Horst e Graben. Con il riattivarsi delle vecchie linee tettoniche, si riapre gradualmente il solco pontino; a tale attività tettonica segue la sedimentazione marina e l’inizio dell’intensa attività vulcanica in aree molto prossime alla zona direttamente esaminata. Nel Pliocene inferiore il mare ingredisce in gran parte della regione, dove deposita un potente pacco di argille marnose di schietto ambiente pelagico (affioramento di Tor Caldara e sondaggio Foce Verde) che d’altra parte non sono state raggiunte dalle perforazioni eseguite nel settore centrale della depressione pontina.

IDROGEOLOGIA E GEOCHIMICA:
L’assetto strutturale della Pianura Pontina, la presenza di prodotti riferibili ad attività vulcanica periferica affioranti ed incontrati in numerose perforazioni (piroclastiti e travertini disposti su numerosi orizzonti) inducono ad ipotizzare l’esistenza nella regione, di un vulcanismo più o meno sviluppato che può influenzare notevolmente i caratteri geochimici delle acque delle falde pontine. Si riconoscono alcune strutture idrogeologiche certamente sede di attiva circolazione, che vengono qui di sotto elencate:
  • La parte emersa della struttura lepina, traslata sul Miocene terrigeno della Valle Latina. Essa è interessata da un vistoso processo carsico ed ospita una falda imponente.
  • La parte ribassata della struttura lepina coperta da modesti spessori di sedimenti quaternari a bassa permeabilità. Ospita una ricca falda imprigionata alimentata lateralmente dall’acquifero della dorsale emersa.
  • Le strutture tirreniche sepolte, che sono presumibilmente delle anticlinali variamente deformate, a nucleo carbonatico mesozoico ricoperto da una potente serie di depositi terrigeni. Con tali caratteri le dorsali sepolte si configurano come delle trappole e sono sede di circolazione termale.
  • Come evidenziato dagli studi geofisici, il reticolo di faglie normali che ha dato origine al graben prosegue sotto le coperture dislocando in profondità i depositi carbonatici. Questo sistema di piani tettonici è sede preferenziale di circolazione di acque spesso mineralizzate e ricche in gas.
Nel settore centrale della Pianura Pontina i terreni quaternari più epidermici sono molto eterogenici: tufi vulcanici e travertini (soprattutto nel settore nord-occidentale), sabbie dunari, sabbie ed argille marine, depositi lagunari e lacustri, sedimenti alluvionali e detritici. Le falde idriche contenute in questi terreni hanno conseguentemente caratteristiche molto variabili. Negli orizzonti più permeabili si trovano acquiferi anche considerevoli, spesso ricaricati anche lateralmente dalla dorsale lepina. E’ necessario sottolineare che questi acquiferi, soprattutto nelle aree più prossime al margine del rilievo, hanno ricevuto e ricevono ancora apporti di acque termominerali risalienti lungo le discontinuità del basamento. Le acque erogate dalle sorgenti e dai pozzi che attingono la falda carsica hanno caratteristiche chimico-fisiche molto variabili. Le acque analizzate sono prevalentemente bicarbonato-calciche; quelle meno mineralizzate hanno salinità totale inferiore a 300 mg/l; la metà delle acque sorgive ha salinità inferiore a 1 g/l; le punte massime di mineralizzazione raggiungono 3-4 g/l. Tutte le acque ad elevata mineralizzazione hanno un forte contenuto gassoso, elevati tenori di cloruri e solfati con temperature all’emergenza superiori alla media locale.

AREE A RISCHIO:
  1. Doganella-via Ninfina (Comuni di Sermoneta e Cisterna): tale zona è impostata su un’area tettonica che per lungo tempo è stata sede di fenomeni sorgivi idrotermali che hanno dato luogo ad una serie di depositi travertinosi. Nel sondaggio realizzato nel 2001 presso il Centro Anziani di Doganella, sono stati intercettati livelli ritmici di travertino, spessi circa un metro intervallati a sabbie e argille molli (Capelli & Salvati, 2002). Dagli studi emergono diversi elementi di pericolosità geologica: le acque dei pozzi controllati risultano sottosature e aggressive (Tuccimei et al., in Capelli & Salvati, 2002) . Come risulta dalle stratigrafie disponibili, in alcuni casi i depositi sabbiosi poggiano direttamente sui depositi carsificati e tettonizzati, il cui tetto è posto a circa 140 m dal piano campagna. Verso la zona di Doganella convergono importanti linee di flusso idrico sotterraneo provenienti dal complesso travertinoso di Cisterna e dai Lepini (Boni C., 1988).
  2. Contrada Ciocco-Contrada Talci, San Michele: questa zona è posta sul proseguimento sepolto della conoide che da Valvisciolo scende verso Contrada Ciocco. La gravimetria indica la presenza di una paleovalle che dovrebbe essere in parte colmata da una conoide sepolta (Di Filippo & Toro, in Capelli & Salvati, 2002). La depressione valliva, durante il basso stazionamento del livello marino, doveva essere sede di sorgenti, richiamando i flussi che oggi alimentano le sorgenti di Ninfa e le Acque Puzze. I processi tettonici e carsici hanno probabilmente prodotto, unitamente ad una potente circolazione idrica di tipo termominerale, un’azione di trasporto e dissoluzione e trasporto non solo nei carbonati, ma anche nei depositi di conoide, determinando in un recente passato i noti sprofondi, le cui acque, analizzate dagli Autori (Capelli & Salvati, 2002) nel 2001, sono risultate sottosature
  3. Gricilli-Mezzaluna-Tenuta Isabella-Cotarda: quest’area, compresa tra il Canale della Selcella, il Fiume Sisto,e il borgo della Cotarda, costituisce una piccola depressione strutturale all’interno della quale si è depositato uno dei maggiori spessori di terre organiche e torbe della Piana Pontina. Sul lato pedemontano, a sud del Fiume Uffente, che accresce la propria portata di alcuni metri cubi, grazie alla presenza di un’enorme flusso idrico, è nota la presenza di manifestazioni sorgive blandamente termominerali con forti venute di gas. Le torbe si associano a livelli di travertino fitoermale e/o lacustre collegati alla deposizione chimica sia delle sorgenti carsiche che idrotermali ubicate nella zona. La presenza di quasi tutti gli indicatori che favoriscono fenomeni di sprofondamento, rende questa zona pericolosa per il cedimento di suoli.
Nella Piana sono state individuate altre zone a rischio minore, identificate con i toponimi di casa Affonnata e Laghi di Cotronia (comune di Cisterna).

Elenco fenomeni

Totale:15

ToponimoProvinciaComuneLocalità
Casa Affonnata Latina CISTERNA DI LATINA LT Cisterna di Latina
Contrada Casali Latina SERMONETA LT Sermoneta
Doganella di Ninfa Latina SERMONETA LT Ninfa
ex Stazione di Norma-Ninfa Latina NORMA LT Sermoneta
Laghi del Vescovo Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi del Vescovo - Lago bianco Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi del Vescovo - Lago nero Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi del Vescovo - Lago verde Latina PONTINIA LT Pontinia
Laghi di Cotrania Latina CISTERNA DI LATINA LT Cisterna di Latina
Lago Mazzocchio Latina PONTINIA LT Pontinia
Lago S. Carlo Latina PONTINIA LT Pontinia
Lo Sprofondo (1) Latina SERMONETA LT Sermoneta
Lo Sprofondo (2) Latina SERMONETA LT Sermoneta
Sprofondo-Lago Azzurro Latina SERMONETA LT Sermoneta
Stabilimento Pettinicchio Latina SERMONETA LT Latina Scalo (Tor Tre Ponti)


Scarica il pdf: UN ESEMPIO DI SINKHOLES
NELLA PIANURA PONTINA del geologo Picozza Roberto

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti verranno moderati per motivi legati al comma 49 del DDL Intercettazioni.