lunedì 7 settembre 2009

Entro ottobre il parere definitivo sulla turbogas

Parco nazionale e pericoli geologici,
gli assi nella manica contro la centrale


ENTRO una settimana il Comune di Pontinia dovrà formalizzare nero su bianco obiezioni
e pareri contro il progetto della centrale turbogas di Pontinia. È quanto emerso nel corso
della seduta della commissione ministeriale per la Valutazione ambientale durante la quale l’amministrazione comunale (rappresentata dal sindaco Eligio Tombolillo, dal geologo Alessandro Alessandro Carlomagno e da Giorgio Libralato) ha è espresso soltanto verbalmente le proprie posizione.
Anche la Provincia entro lo stesso termine dovrà formalizzare i propri pareri in merito ai progetti delle centrali a turbogas e a biomasse. Il tutto per arrivare entro 30 giorni al parere definitivo. Il Ministero dello sviluppo economico attende l'esito di tale valutazione per riprendere la conferenza unificata che, dopo la riunione del 9 aprile, non è più stata riconvocata, proprio per l'incertezza ambientale. Grande assente, ancora una volta la Regione Lazio. Dal canto suo invece la società che ha proposto il progetto ha ribadito la propria posizione e le approvazioni di Via
e Aia del progetto.
«La posizione del comune di Pontinia - scrive Giorgio Libralato nel suo blog Pontinia Ecologia e Territorio - è uscita notevolmente rafforzata dall'intervento opportuno e preciso del presidente del Parco nazionale del Circeo, dottor Gaetano Benedetto che ha evidenziato gli errori, le mancanze, le infrazioni alle procedure commesse nella redazione di Via a proposito dello stesso
parco nazionale del Circeo, a cominciare proprio dalla distanza del Parco dalla centrale ». Altrettanto decisiva potrebbero rivelarsi le relazioni, gli studi e le ricerche del geologo Alessandro Carlomagno.
Uno di questi studi, dell'università Roma 3, riporta le immagini fotografiche dell'apertura del
terreno di circa 50 centimetri di larghezza per una lunghezza di qualche centinaio di metri che
attraversa proprio il terreno circostante i Gricilli, cioè dove dovrebbero essere ubicati elettrodotto e metanodotto. «Lo stesso tipo di frattura terrestre - spiega Libralato - ha originato
il disastro di aprile con il terremoto de L'Aquila. Il relatore della commissione VIA, si è reso conto della probabilità che un'eventuale frattura in corrispondenza delle fondazioni potrebbe far inclinare e crollare fondazioni e pali dell'elettrodotto.
Del metanodotto nonostante le ripetute e richieste del comune di Pontinia circa le osservazioni nessuna risposta.
Come se il problema è stato sottovalutato o addirittura non studiato».
Fonte : Latina Oggi: autore dell'articolo: D. R.

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