IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI ACQUALATINA È COSTATO 5,1 MILIONI DI EURO TRA IL 2003 E OGGI
Ora che Acqualatina S.p.A. ha preso
la buona decisione di tagliare i costi del suo consiglio di
amministrazione si può dire quanto ci è costato fino ad oggi. E tirare
un sospiro di sollievo perché poteva andare peggio. Volendo essere
precisi si può fare il conto: tra il 2003 (primo anno vero di esercizio)
e il 2011 il cda ha gravato sui costi aziendali (e quindi sulle
bollette dell’acqua) per 5 milioni e 11mila euro. Il calcolo è stato
fatto dal Comitato Provinciale Acqua Pubblica in una nota diffusa in
questi giorni, ossia alla vigilia dell’approvazione del bilancio della
società relativo all’anno 2011. In dettaglio per i compensi dei
consiglieri espressione della componente privata sono stati spesi 2,7
milioni di euro mentre per i consiglieri di parte pubblica 2,3 milioni
di euro. I compensi maggiori sono andati al senatore Claudio Fazzone,
462.000 euro, che ha svolto il ruolo di presidente del cda tra il 2003 e
il 2010 e dal consigliere Giuseppe Simeone, 345.000 euro, membro dal
2003 al 2012. Quest’ultimo ha lasciato l’esecutivo di Acqualatina pochi
giorni fa in considerazione della riduzione del numero dei componenti
che ha comportato anche un taglio dei costi. In fondo era inevitabile e
non solo per via della crisi economica internazionale e della stessa
azienda di gestione dell’acqua, ma anche perché l’incompatibilità di
Simeone era diventata ormai insuperabile viste le ultime disposizioni in
materia di concorrenza nei servizi pubblici. Modifiche che vietano la
partecipazione all’amministrazione di società che operano nei servizi
pubblici da parte di soggetti che possano avere il doppio ruolo di
controllore e controllato. Nel caso di specie Simeone è consigliere in
un Comune che controlla Acqualatina, quello di Formia; in più è
dirigente di un ente, la Provincia, a sua volta controllore della
società che ha amministrato fino a ieri e la nuova legge estende le
incompatibilità ai dirigenti oltre che ad ex amministratori pubblici e
consiglieri (fino a tre anni precedenti). Per quanto Acqualatina sia
stata abituata fin dalla nascita alla sovrapposizione tra i due ruoli
(da Paride Martella a Claudio Fazzone) questa volta ha probabilmente
dovuto cedere oltre che al prezzo della crisi anche alla legge che
impone indipendenza alle società che operano nei settori pubblici. E
così è andata.
INCOMPATIBILITÀ
Martella
L’ex presidente della Provincia è stato
nei primi anni di vita della S.p.A. presidente del cda incarnando un
tipico caso di incompatibilità. Si dimise alla vigilia della pronuncia
dei giudici.
Fazzone
Il senatore Claudio Fazzone è stato il
successore di Martella alla presidenza del cda e si è dimesso alla
vigilia della pronuncia della Commissione parlamentare sul suo doppio
ruolo.
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