Meno 7% sulla tariffa, ma se applicato saltano gli investimenti
Riduzione negata
Come e perché viene snobbato il referendum
Fonte: Latina Oggi
IN molti si sono chiesti in questi mesi
perché non è stato applicato l’esito del
referendum sull’acqua passato con un
consenso bulgaro. Tra le altre cose i
quesiti del referendum prevedevano
una riduzione del 7% nelle
bollette pari alla remunerazione
del capitale che è tra le
previsioni legislative precedentemente
in vigore e abrogate
col referendum. Acqualatina
nella relazione all’ultimo bilancio
spiega i motivi per
quali il risultato del voto non
avrà alcun seguito. La prima è
una motivazione tecnica fatta
risalire alla vacatio normativa
circa la «remunerazione del
capitale investito ed ai correlati
oneri finanziari e inflattivi previsti
nell’attuale struttura tariffaria». Secondo la società nel
caso in cui questo deficit normativo
non dovesse essere superato,
in base all’articolo 30
bis della convenzione di gestione
si potrebbe addirittura
arrivare a sospendere l’esecuzione di
tutti gli investimenti, compresi quelli
già in essere, «senza incorrere in alcuna
responsabilità per mancato adempimento
degli obblighi». A questa situazione
assurda si potrebbe arrivare grazie
alla «gentile» concessione che la
conferenza dei sindaci dell’Ato4 ha
fatto ad Acqualatina spa quando ha
approvato la clausola contrattuale in
base a cui qualunque scelta è consentita
pur di garantire l’equilibrio economico
e finanziario dell’azienda, anche se,
come in questo caso, è contrario a
quanto stabilito con referendum popolare.
Proprio la clausola sull’equilibrio
a tutti i costi spalmabile sulle bollette
c’è stata un lunghissima battaglia (per
ora persa) tra il comitato acqua pubblica
e la società, ma anche tra alcuni Comuni
e il presidente dell’Ato4, che è anche il
presidente della Provincia Armando
Cusani. La stessa Regione Lazio al
termine di una sua istruttoria
amministrativa aveva inserito
quella clausola tra gli aspetti
vessatori del contratto che lega
Acqualatina ai Comuni. Ciò
nonostante l’articolo della
convenzione è rimasto e ora è
l’appiglio ufficiale per dribblare
il referendum e con esso la
decurtazione della tariffa della
remunerazione del capitale
che è esattamente l’elemento
che contraddistingue una gestione
privatistica delle risorse
pubbliche da quella completamente
pubblica che si voleva
ottenere con il referendum.
Una svolta cui sembrano rassegnati
persino i promotori del
referendum che a giugno avevano
annunciato battaglia con
iniziative plateali. In realtà era
apparso sufficientemente chiaro da subito
che la remunerazione del capitale
non sarebbe stata toccata da nessuno. E
questa relazione lo dimostra. Potrebbe
succedere che i soci pubblici di Acqualatina
decidano di cambiare qualcosa
prima di approvare il bilancio ma è
difficile. Comunque bisogna aspettare
il 23 aprile.
CIFRE
Bollette reali
Gli incassi da consumi rilevati effettivamente sono pari a oltre 66 milioni di euro per l’anno 2011 come da relazione di bilancio.
2,9 Consumi stimati
Poco meno di tre milioni di euro è l’ammontare delle bollette emesse per i cosiddetti consumi stimati perché non è stato possibile fare le letture.
9 Dispersioni
IL credito vantato da Acqualatina verso l’Ato4 è superiore a 9 milioni di euro e viene chiesto ai soci di approvare un piano di recupero quinquennale.
12 Consorzi
Il nodo più grosso del bilancio è il contenzioso con i consorzi di bonifica che complessivamente supera i 12 milioni di euro.
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