domenica 22 aprile 2012

Acqua: Riduzione negata


Meno 7% sulla tariffa, ma se applicato saltano gli investimenti
Riduzione negata
Come e perché viene snobbato il referendum

Fonte: Latina Oggi

IN molti si sono chiesti in questi mesi perché non è stato applicato l’esito del referendum sull’acqua passato con un consenso bulgaro. Tra le altre cose i quesiti del referendum prevedevano una riduzione del 7% nelle bollette pari alla remunerazione del capitale che è tra le previsioni legislative precedentemente in vigore e abrogate col referendum. Acqualatina nella relazione all’ultimo bilancio spiega i motivi per quali il risultato del voto non avrà alcun seguito. La prima è una motivazione tecnica fatta risalire alla vacatio normativa circa la «remunerazione del capitale investito ed ai correlati oneri finanziari e inflattivi previsti nell’attuale struttura tariffaria». Secondo la società nel caso in cui questo deficit normativo non dovesse essere superato, in base all’articolo 30 bis della convenzione di gestione si potrebbe addirittura arrivare a sospendere l’esecuzione di tutti gli investimenti, compresi quelli già in essere, «senza incorrere in alcuna responsabilità per mancato adempimento degli obblighi». A questa situazione assurda si potrebbe arrivare grazie alla «gentile» concessione che la conferenza dei sindaci dell’Ato4 ha fatto ad Acqualatina spa quando ha approvato la clausola contrattuale in base a cui qualunque scelta è consentita pur di garantire l’equilibrio economico e finanziario dell’azienda, anche se, come in questo caso, è contrario a quanto stabilito con referendum popolare. Proprio la clausola sull’equilibrio a tutti i costi spalmabile sulle bollette c’è stata un lunghissima battaglia (per ora persa) tra il comitato acqua pubblica e la società, ma anche tra alcuni Comuni e il presidente dell’Ato4, che è anche il presidente della Provincia Armando Cusani. La stessa Regione Lazio al termine di una sua istruttoria amministrativa aveva inserito quella clausola tra gli aspetti vessatori del contratto che lega Acqualatina ai Comuni. Ciò nonostante l’articolo della convenzione è rimasto e ora è l’appiglio ufficiale per dribblare il referendum e con esso la decurtazione della tariffa della remunerazione del capitale che è esattamente l’elemento che contraddistingue una gestione privatistica delle risorse pubbliche da quella completamente pubblica che si voleva ottenere con il referendum. Una svolta cui sembrano rassegnati persino i promotori del referendum che a giugno avevano annunciato battaglia con iniziative plateali. In realtà era apparso sufficientemente chiaro da subito che la remunerazione del capitale non sarebbe stata toccata da nessuno. E questa relazione lo dimostra. Potrebbe succedere che i soci pubblici di Acqualatina decidano di cambiare qualcosa prima di approvare il bilancio ma è difficile. Comunque bisogna aspettare il 23 aprile.

CIFRE


Bollette reali
Gli incassi da consumi rilevati effettivamente sono pari a oltre 66 milioni di euro per l’anno 2011 come da relazione di bilancio.
2,9 Consumi stimati
Poco meno di tre milioni di euro è l’ammontare delle bollette emesse per i cosiddetti consumi stimati perché non è stato possibile fare le letture.
9 Dispersioni
IL credito vantato da Acqualatina verso l’Ato4 è superiore a 9 milioni di euro e viene chiesto ai soci di approvare un piano di recupero quinquennale.
12 Consorzi
Il nodo più grosso del bilancio è il contenzioso con i consorzi di bonifica che complessivamente supera i 12 milioni di euro.

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