lunedì 11 aprile 2011

Centrali elettriche: caos e incoerenza


Pontinia, pianificazione caotica e incoerente

Il pericolo rappresentato dai progetti per gli impianti energetici a Pontinia ed il futuro della città pontina più fortemente legata all'agricoltura sono stati nei giorni scorsi oggetto di un'interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata dalla senatrice dell'Idv Patrizia Bugnano ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico. Ad aver sollevato l'interesse della senatrice dell'Idv nei confronti di Pontinia proprio un articolo apparso lo scorso 30 marzo sul quotidiano «Terra», a firma di Giorgio Libralato, dove si faceva riferimento allo sfruttamento dei terreni per attività diverse da quelle agricole. «Dal 2002 ad oggi sono 30 le proposte passate per enti pubblici, Regione, Provincia e Comune, - si legge nell'interrogazione parlamentare della Bugnano - finalizzate alla realizzazione di centrali. Nel 2002 è stato avanzato il progetto della centrale a turbogas da 400 MW. Nel 2004 è stato presentato il progetto della prima centrale a biomasse di 20 MW, nel 2010 altre due centrali a biomasse. Solo nel 2011, sono 3 i progetti per cui è stata chiesta la valutazione di impatto ambientale (VIA), come si evince dallo stesso sito della Regione Lazio. Si tratta di centrali fotovoltaiche per cui sono state individuate aree specifiche. I progetti, ovviamente, sono ancora in attesa di valutazione. L'amministrazione comunale ha inoltre destinato più di 200 ettari di terreni agricoli agli impianti fotovoltaici a terra (da 4 a 10 ettari). Secondo quanto si apprende dall'articolo citato, l'amministrazione comunale di Pontinia dal 2006 si oppone alle centrali elettriche a turbogas e a biomasse. Le motivazioni sono legate all'aumento di emissioni in atmosfera, all'immissione di diossina e al dato non trascurabile che il Lazio produce oggi il doppio dell'energia che consuma. La Regione Lazio, già nel 2008, decise, infatti, che il settore termoelettrico laziale disponeva di una potenza sufficiente a sostenere i consumi prevedibili al 2020, per cui non sembrava necessario aumentare la potenza attualmente installata. Il territorio pontino è già gravemente compromesso dalla realizzazione nel Comune di Aprilia di un'ulteriore centrale turbogas la cui entrata in funzione è prevista per il secondo semestre 2011, nonché dalla presenza delle scorie radioattive di Borgo Sabotino che continuano a stazionare in loco. Da tale quadro - prosegue la senatrice - emerge chiaramente che ci si trova dinanzi ad una pianificazione caotica e poco coerente di progetti concernenti impianti di produzione di energia elettrica. L'impianto turbogas di Pontinia, che interessa un'area di quattro ettari, comprende la realizzazione di un elettrodotto di 6,5 chilometri e di un metanodotto di 7,3 chilometri ed oltre all'emissione di gas combusti e sostanze chimiche comporterà anche il prelievo ed il consumo di ingenti quantitativi di acqua dagli acquedotti e dalle falde, incidendo quindi sull'equilibrio idrogeologico di una zona a vocazione agricola. Si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle questioni inerenti ai progetti per impianti energetici relativi al territorio di Pontinia e quali misure, nell'ambito delle proprie competenze, intendano adottare al fine di evitare che l'area continui ad essere sfruttata ai fini della realizzazione di impianti energetici di ogni tipologia».

Da "La Provincia" domenica 10 aprile 2011

immagine:http://2012ladistruzione.blogspot.com

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