ANCORA poche settimane di attesa e si saprà quale sarà il destino del progetto della centrale a biomasse da 20 megawatt che la Pontinia Rinnovabili vuole costruire nell'area industriale di Mazzocchio a Pontinia.
Il 26 febbraio è arrivata la richiesta da parte della segretaria della
Conferenza Stato-Regione di fornire una relazione sulle cause che hanno spinto l'amministrazione Tombolillo a bocciare il progetto.
La centrale non è compatibile con territorio e con la salute dei suoi abitanti. Altri documenti sono stati chiesti anche alla Provincia di Latina, essendo l'organo a cui spetta rilasciare l'autorizzazione a costruire. «Abbiamo tempo fino al 26 marzo - spiega Giorgio Libralato, presidente dell'Associazione Ecologia e Territorio e consulente del sindaco -. Probabilmente integreremo le osservazioni con altre motivazioni perché l'iter seguito finora non è stato chiarissimo». Ricevuta la documentazione, si riunirà il gruppo che dovrà decidere. «A questi livelli è più difficile tenere acceso un faro rispetto alle riunioni tenutesi in Provincia - conclude Libralato -. Così come non si capisce bene se il parere deve essere dato a maggioranza o all'unanimità. Va da sé comunque , che se la Conferenza dovesse dare un parere positivo senza l'unanimità, il provvedimento può essere facilmente contestato davanti ad un Tribunale amministrativo» .
Solo per ricordarvi ancora una volta che la chiamiamo centrale a biomassa ma è un Inceneritore a tutti gli effetti!
Ricordiamo ai Cittadini quale sia la legislazione vigente sulle biomasse in Italia.
E' bene, una volta per tutte, che si sappia che i Rifiuti Solidi Urbani (RSU) sono considerati per legge biomassa e che la plastica (derivata da petrolio) è considerata combustibile "assimilabile" alle fonti rinnovabili, quindi inceneribile nelle centrali a biomasse.
Nei paesi nordici, dove esiste un concetto più ecologico di biomassa, vi troviamo sparse qua e là piccole centrali da soli 1 o 2 MW al massimo, cioè auto-sufficienti per bruciare esclusivamente la legna e gli scarti non trattati dell'agricoltura locale.
Una centrale da 20 MW come quella proposta, per viaggiare a pieno regime, 24 ore su 24, avrà bisogno di una quantità immane di legna e oli: le nostre estensioni agricole non riusciranno assolutamente a soddisfarla.
Quindi, o importeranno materie da altre regioni o dall'estero (e sarebbe assurdo, visti i costi di trasporto), oppure dovranno integrarle con i più a "buon mercato" Rifiuti Solidi Urbani.
Ricordiamocelo sempre: i RSU sono considerati biomassa A NORMA DI LEGGE, quando mancheranno legna e oli da bruciare non rallenteranno di certo la centrale.
Pensate davvero che alla Pontinia Rinnovabili interessi davvero la nostra salute e non bruceranno i RSU ne ora ne mai?
Studi autorevoli di importanti riviste scientifiche e gruppi di ricerca come la Environmental Health Perspectives o il britannico BSEM, oppure quelli dello statunitense Paul Connett, ci informano che le centrali-inceneritori che bruciano Rifiuti Solidi Urbani, da decenni sono considerate tra le maggiori cause della diffusione di vari tipi di tumore a polmoni, sangue, ed altri organi interni.
Allarmanti sono quelli fatti in Europa con dati tratti da statistiche ufficiali nei luoghi dove operano queste centrali-inceneritori che bruciano Rifiuti Solidi Urbani con aumenti esponenziali di patologie mortali.
Oncologi come la Dottoressa Patrizia Gentilini, il Dottor Mazza e tantissimi altri, ci avvisano DATI ALLA MANO, che in Italia le malattie gravissime come tumori, linfomi, patologie respiratorie e cardiocircolatorie, alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche, aumentano in modo impressionante nei dintorni di questi, e colpiscono maggiormente donne e bambini.
Le centrali a biomasse o inceneritori, dotati di qualsivoglia filtro o tecnologia, producono in ogni caso con sistematica e continua immissione nell'atmosfera, milioni di metri cubi di: fumi, polveri grossolane (PM10) e fini (PM2.5), ovvero con diametri inferiori a 2.5 micron, costituite da nanoparticelle di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani).
Tutte queste sono estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi e geneticamente trasmissibili.
Infine, ogni centrale-inceneritore produce ceneri pericolose risultanti dalla combustione (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali).
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