giovedì 16 aprile 2009

Bio-idiozia

I biocarburanti? Una bio-idiozia.
La ricerca dell'International Council for Science


Bio-idiozia
. Così titola l'Economist un lungo articolo in cui boccia senza mezzi termini il boom dei biocarburanti. L'Economist si rifà allo studio recentemente pubblicato dal team di scienziati dell'International Council for Science (Icsu), una federazione di associazioni scientifiche.
Il recente boom dei biocarburanti ha generato numerosi allarmi: l'espansione delle colture agricole con finalità energetica, rischia di essere concorrenziale verso la produzione di cibo (e quindi minacciare la sicurezza alimentare nei paesi più poveri).
Come se non bastasse, la nuova ondata di espansione agricola minaccia le ultime foreste di pianura, e in particolare le foreste tobiere del Sud-est asiatico, con gravi impatti sulle specie viventi, sulla sopravvivenza delle comunità indigene e sullo stesso clima, dato che il prosciugamento delle paludi e il drenaggio della torba comportano il rilascio in atmosfera di grandi quantità di carbonio (CO2).

Lo studio dell'ICSU punta il dito su un'ulteriore minaccia dell'espansione agricola. Infatti conferma le conclusioni emerse dalle ricerche di
Paul Crutzen
, del Max Planck Institute di Magonza, il quale già nel 2007 aveva sostenuto come gran parte delle analisi sui biocarburanti sottovalutasse di tre o perfino di cinque volte gli effetti delle emissioni di biossido di diazoto (N2O).
Lo studio era stato considerato allarmistico, ma le ricerche condotte dall'ICSU ne riconfermano la validità: il grande quantitativo di N2O rilasciato dalla coltivazione di colza e mais basterebbe a annullare la riduzione delle emissioni di CO2. Malgrado il N2O non sia comune nell'atmosfera terrestre, è un potente gas serra, ben più dannoso (circa 300 volte) della CO2, e più persistente. Il professor Robert Howarth, della Cornell University e coautore del rapporto ICSU, sostiene come le conclusioni di Crutzen fossero sostanzialmente corrette.
















Il N2O è rilasciato da batteri che prosperano nel suolo e nelle acque ricche di azoto, proveniente dall'impiego massiccio di fertilizzanti. A partire dagli anni sessanta, l'impiego di fertilizzanti chimici in agricoltura è cresciuto di sei volte, e una parte consistente di questi composti chimici
viene dilavata e finisce nei corsi d'acqua. Le colture di mais in particolare, tendono a rilasciare maggiori quantità di azoto in quanto le radici di questa pianta assorbono il concime solo in alcuni mesi dell'anno.
Il rapporto del ICSU suggerisce come le emissioni di N2O causate dall'agricoltura, e non solo per la produzione di biocarburanti, abbiano un impatto sul clima molto più forte di quanto si ritenesse. Gli studi precedenti infatti avrebbero sottovalutato il ruolo del biossido di diazoto.

Secondo gli studi condotti da Alan Townsend, della University of Colorado, il disturbo del ciclo dell'azoto indotto dalle attività umane agirebbe in modo più rapido di quello del ciclo del carbonio. Esemplare è il caso dei biocarburanti, impiegati per ridurre il rilascio di carbonio, mentre comportano un ulteriore rilascio di biossido di diazoto.

Fonte articolo : Salvaleforeste.it

4 commenti:

  1. dipende sempre e comunque da quanta se ne produce, partiamo da un concetto inconfutabile, qualunque attività dell'uomo produce inquinamento, il buon senso ci dice, scegliamo le attività meno inquinanti e più sostenibili per l'ambiente e la vita dell'uomo, al contrraio le aziende multinazionali quelle con l'unico fine il lucro il guadagno come unico obiettivo da raggiungere tendono a produrre la maggior quantità di quel prodotto, anche nel caso del bio carburante le famose sette sorelle hanno attivato la speculazione in questo settore, il buon senso ci dice ancora una volta che l'energia necessaria allo svolgimento delle attività dell'uomo dovrebbe provenire da molteplici fonti sia di sintesi chimica che da fonti totalmente e relamente rinnovabili, un giusto mix di queste ci permeterebbe un drastico abbassamento dell'inquinamento in tutti i settori.
    L'ultima cosa, quella delle coltivazioni bio sottratte all'alimentazione.... delle popolazioni povere ecc.... è la solita panzana che mettono in giro scientemente, pensata da mostruosi individui pagati dalle multinazionali speculatrici, il perchè? 1- la colza non è un vegetale commestibile per l'uomo, si produce olio per uso alimentare ma di scarsissisma qualità organolettica e nutritiva, se non trattato in processi industriali costosi ed inquinanti risulterbbe nocivo per l'uomo. 2- esistono in natura numerose piante idonee alla produzione di olii biocarburanti anch'esse non commestibili per l'uomo o per alimentazione animale, piante coltivabili in molte latitudini del pianeta e notevolmente più produttive del mais o comunque di altre piante per uso alimentare umano od animale. 3- come dicevo il giusto ed equilibarto mix di fonti energetiche riporterebbe giustizia sociale ed economica sul pianeta cioè in quelle regioni o aree depresse ma dai potenziali agricoli immensi per estensione e clima, senza abbattere un solo albero o distruggere l'ambiente ma con una giusta pianificazione territoriale e paesaggistica.
    Scusate, poi da quando esiste il mondo l'agricoltura è un bene primario quindi.... non discuto le ricerche scientifiche, discuto la loro lettura ed interpretazione, domandiamoci quanto inquinamento produciamo nel coltivare le materie prime per fare la BIRRA? andate a vedere le distese di luppolo grano mais ed altre coltivazioni che hanno soppiantato colture più importatnti per la nutrizione umana, senza contare la successiva produzione di gas inquinanti scaturiti da milioni di ettolitri di fermatazioni in caldaie ed apparati gastrointestinali di centinaia di milioni di bevitori!

    Luigi
    Rete Cittadina Pontinia

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  2. Non sono d'accordo, per me non è una panzana quella : " delle coltivazioni dei biocarburanti sottratte all'alimentazione....delle popolazioni povere ecc...."

    Perché produrre piantagioni che poi vengono trasformate in oli combustibili è detrarre veramente lo spazio per prodotti per l'alimentazione umana. Sai in realtà bisognerebbe stare attenti anche sull'eccessiva produzione di carne, quindi di allevamento di bestiame, perché è risaputo che per poter far crescere un animale da allevamento ci vuole più area coltivabile e quindi anche questa è una sottrazione per la produzione di prodotti alimentari vegetali, che sfamerebbero molte più persone. Sai la natura è un equilibrio, e noi umani lo abbiamo dimenticato. Rimane il fatto che anche noi ne facciamo parte di questo equilibrio!

    Poi bisognerebbe pensare anche di boicottare l'uso di questi oli per esempio quello di palma(quello che vorrebbero incendiare nella centrale a Biomasse)perché stanno deforestando l'Indonesia!
    Dal libro "Guida al consumo critico" :
    << un rapporto pubblicato nel 2007 dall'associazione olandese FRIENDS OF THE EARTH indica Unilever come un'impresa che si rifornisce da Wilmar, un produttore di olio di palma che in Indonesia viola la normativa ambientale e calpesta i diritti delle comunità locali. Secondo le autorità Indonesiane ha l'abitudine di appiccare incendi "in modo sistematico e intenzionale" a tratti di foreste per procurarsi nuovi appezzamenti >>.

    << In Ghana le comunità locali delle regioni del Benso accusano le piantagioni di olio di palma gestite da Unilever di inquinare gravemente i corsi d'acqua >>.

    << Nel 2005 un'inchiesta pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian rivelava che alcune imprese alimentari, tra cui Unilever, stavano acquistando soia da fornitori Brasiliani che coltivavano su terreni ottenuti attraverso l'abbattimento illegale della foresta Mazzonica >>.

    Vi ricordo solo questo: la Unilever produce in uno stabilimento a Cisterna di Latina.
    Ci preoccupiamo delle centrali turbogas e inceneritori, ma di questi non abbiamo nessun sospetto???

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  3. mai detto o scritto produciamo il 100% di biocarburanti sottraendo terreno agricolo per uso alimentare, mai pensato di sostituire le foreste equatoriali con palmeti da olio combustibile, il GIUSTO EQUILIBRIO ed il GIUSTO MIX di fonti energetiche questa è la soluzione, ci consentirebbe gradualmente nel tempo di sostituire le vecchie ed obsolete tecnologie per la produzione di energie con fonti al 100% rinnovabili come eolico fotovoltaico geotermico ecc.., questo passaggio intermedio tra l'antico ed il futuro con utilizzo degli olii vegetali è necessario per dare tempo alla scienza di migliorare definitivamente le tecnologie a servizio delle vere energie rinnovabili, nel mentre si abbasserebbe l'inquinamento in tutti i settori.
    Oggi non è possibile PURTROPPO spegnere in breve tempo tutte le centrali nucleari, turbogas, biomasse, carbone perchè più di metà della popolazione europea rimarrebbe senza energia elettrica.
    Spesso si confondono le cause con gli effetti!
    Luigi
    Rete Cittadina Pontinia

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  4. Ma come possiamo fare questo passaggio se abbiamo un popolo di creduloni e mai attivi al 100 % ?
    Il rischio è mooolto alto, sempre da considerare le multinazionali e le lobby. Ecco perché il piede di guerra è in difensiva e limitato all'accettare solo le fonti 100 % rinnovabili!
    Se solo ci fosse più onesta ed equilibrio, sarebbe molto più facile.

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