Pubblichiamo l'ultimo articolo dell'Espresso sull'inceneritore di Albano.Ci sono le agghiaccianti rivelazioni della ASL di Albano, che denuncia il fortissimo aumento delle mortalità per l'inquinamento ambientale.Di fronte al fallimento del suo scellerato e delinquenziale piano rifiuti, Marrazzo non trova niente di meglio che attaccare i cittadini di Pavona, di Cecchina, di Albano e dei Casteli Romani che stanno lottando da mesi per difendere il proprio territorio e il proprio futuro.
Con le ultime dichiarazioni sull'Espresso Marrazzo chiude in modo vergognoso la sua misera carriera politica di Presidente dei Cerroni Boys.
Roma sepolta da una montagna di spazzatura
da L'Espresso
di Emiliano Fittipaldi
Le discariche piene. L'inceneritore bloccato dalla Asl. Le sostanze tossiche smaltite illegalmente. Le malattie in aumento. E il piano Marrazzo per il Lazio che rischia di saltare. Con effetti disastrosi.
Quando alla Regione hanno letto il documento-choc inviato dalla Asl, in molti si sono messi le mani nei capelli. Due paginette, dal contenuto agghiacciante, rischiano infatti di far saltare il Piano rifiuti del Lazio e far scivolare la capitale e le provincie tutte in una crisi simile a quella della Campania.
Il rapporto sostiene che ad Albano Laziale, paesone di 40 mila anime alle porte di Roma, le morti e i ricoveri ospedalieri per alcune gravi patologie toccano livelli record. Proprio ad Albano dovrebbe sorgere il nuovo gassificatore (progettato per bruciare 160 mila tonnellate di rifiuti l'anno) previsto dal piano che ha permesso al Lazio, lo scorso giugno, di uscire dal commissariamento dopo dieci anni di emergenza.
Il programma punta anche a un allargamento della grande discarica ormai satura. Ma il parere conclusivo dell'Asl Roma H è negativo, su tutta la linea. "Si dà atto", spiega il direttore Agostino Messineo, "che l'impianto tratterà unicamente Cdr. Tuttavia la possibilità che accadano evenienze "diverse" non appare, evidentemente, pura utopia. E l'ipotesi probabilistica che accadano situazioni critiche va considerata comunque sotto un profilo delle cautele da adottare in tema di opportuna distanza dalle abitazioni".
Il professore, finito nelle indagini sulle cliniche degli Angelucci, snocciola le tabelle di un recentissimo studio sulla salute della popolazione residente in città, che "L'espresso" ha potuto consultare.
Senza fare riferimento a esposizioni specifiche (ma più che la discarica, è al traffico caotico dell'Appia che guardano gli esperti), gli epidemiologi hanno osservato un eccesso di mortalità negli uomini superiore al 50 per cento sia per le malattie respiratorie che per quelle polmonari croniche, e un aumento del 60 per cento per le malattie dell'apparato genito-urinario. "Tali eccessi", si legge nel rapporto, "sono statisticamente significativi ". Non solo. Nel paese ci sono troppi tumori alla vescica e al sistema linfatico, mentre le donne muoiono più che nel resto della regione. A causa "di malattie cardiovascolari, ischemiche, malattie respiratorie e malattie dell'apparato genito- urinario".
Da togliere il fiato anche le statistiche sulle persone ricoverate, con "eccessi significativi osservati per le malattie dell'apparato respiratorio, in particolare per la Bcpo (la bronco pneumopatia cronica ostruttiva, ndr) e le malattie dell'apparato genitourinario".
Il gassificatore non s'ha da fare, la conclusione.
Troppi veleni in circolazione per consentire nuove emissioni. Secondo la Asl deve vincere il principio di precauzione, poiché i dati scientifici possono essere anche insufficienti, inconcludenti o incerti, ma la "valutazione scientifica indica possibili effetti inaccettabili e incoerenti".
Piero Marrazzo, governatore con delega ai rifiuti, ammette di essere molto preoccupato.
"Massima priorità alla salute dei cittadini e alla difesa del territorio. Ma aggiungo che senza Albano il piano rischia di saltare. La regione può cadere in un'emergenza grave. Capisco le critiche e le rimostranze degli ambientalisti, ma non vorrei che ci fossero in campo altri interessi che mirano a far saltare tutto. Un nuovo caso Napoli? Non sarei così tranchant, però i timori sono tanti: senza il gassificatore di Albano bisognerà correre rapidamente ai ripari".
Intanto il presidente ha già chiesto all'Arpa e agli epidemiologi della Asl E una nuova valutazione che possa rendere "inoffensiva" quella di Messineo, considerata priva di motivazioni "congrue".
Per ottenere comunque l'autorizzazione integrata ambientale necessaria a realizzare l'impianto. Traffici criminali. La battaglia della monnezza è solo agli inizi. Nel Lazio si giocano due partite parallele. Una sanitaria, l'altra politica ed economica.
Lo scandalo di Colleferro, l'inceneritore dove, secondo i pm di Velletri e i carabinieri del Noe, si bruciavano anche rifiuti tossici per produrre più elettricità, è solo la punta di un iceberg dalle dimensioni gigantesche.
Nemmeno fossimo a Gomorra, le forze dell'ordine negli ultimi mesi hanno trovato migliaia di tonnellate di sostanze tossiche in discariche non autorizzate, mentre in quasi tutte le procure regionali sono aperte indagini su traffico illecito di rifiuti e contaminazione ambientale.
A Malagrotta, ad Amatrice, nel Frusinate, a Viterbo, a Rieti.
Sempre più spesso si registrano infiltrazioni della criminalità organizzata. Acqua, falde, aria e terra sono, in alcune zone, completamente compromesse.
Tanto che dopo le indagini sugli abitanti della Valle del Sacco e quelli di Albano il dipartimento di epidemiologia darà il via a un monitoraggio a tappeto nei luoghi vicino a discariche, termovalorizzatori e altri impianti di trasformazione della spazzatura.
Alla ricerca di eventuali malformazioni, malattie e andamenti strani della mortalità degli abitanti.
"Ma non facciamo allarmismi, è un progetto nato due anni fa improntato alla trasparenza", dice il direttore del dipartimento di epidemiologia Carlo Perucci, impegnato anche per la valutazione dell'impatto del discusso termovalorizzatore di Acerra: "A tutt'oggi non c'è nessuna evidenza tra rifiuti, inceneritori e patologie. Ci sono alcuni sospetti su rari sarcomi e alcuni linfomi. Nel Lazio il problema numero uno è il traffico e, in certi casi, la gestione criminale dei rifiuti: oltre ai controlli sulla salute, dobbiamo essere sicuri su quello che arriva in discarica e negli inceneritori".
(02 aprile 2009)
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