mercoledì 26 gennaio 2011

Adesso il Monitoraggio dei rifiuti



In un articolo del 21 Gennaio 2011 su Latina Oggi con la firma della giornalista Graziella Di Mambro, si parla di rifiuti, di un'emergenza che non vuole essere risolta con le dovute capacità umane a sostegno dell'ambiente. L'emergenza indotta, spiega che La Provincia di Latina vuole capire dove vanno a finire i rifiuti urbani. Con una nota la dirigente del Settore Ambiente, Nicoletta Valle, ha avviato un monitoraggio su tutti i Comuni al fine di registrare «le eventuali variazioni dei flussi dei rifiuti urbani e il loro destino».
Siamo nel 2011, la legge sulla raccolta differenziata è del 1997, e ancora parlano di monitoraggio? Il monitoraggio deve essere una fase indispensabile e costante per poter applicare la legge!

L'articolo mette in risalto alcuni dati:

L'ampliamento della Discarica
Nella discarica di Montello convergono ogni anno 590mila tonnellate nel sito Indeco e 293mila in quello di Ecoambient prossima alla saturazione e quindi assai vicina ad ulteriore ampliamento.

La produzione di CDR
Nessuno dei Comuni pontini invia i propri rifiuti in impianti per la produzione di Cdr. Se lo facesse si potrebbe recuperare il 90% dei rifiuti conferiti che già dovrebbe essere il 60-70% del totale visto che viene denunciata una media vicina al 25, talvolta il 30% di differenziata. Invece l’unico impianto di trattamento per la produzione di Cdr (quello della società Rida, che si trova ad Aprilia) lavora al di sotto delle proprie potenzialità e non riceve rifiuti per la produzione di cdr da alcun Comune pontino (eccezion fatta per Monte San Biagio). Questo impianto nel 2010 ha lavorato 45mila tonnellate di rifiuti a fronte di una capacità di 116mila.

Il termovalorizzatore indispensabile
Se i Comuni (tutti o in parte) utilizzassero l’impianto di trattamento di Cdr il conferimento a Montello scenderebbe a 330mila tonnellate e quindi non solo non ci sarebbe bisogno di nuovi invasi ma diventerebbe inutile il termovalorizzatore che oggi è dato per indispensabile.

Il ciclo dei rifiuti artefatto
gli impianti già esistenti, tipo quello di Colleferro, lavorano al di sotto delle loro possibilità e devono «importare» cdr da altre regioni per evitare di bloccare le linee. In pratica i Comuni continuano a pagare di più per conferire nelle discariche e intanto le strutture di produzione del cdr non hanno rifiuti e i termovalorizzatori non hanno cdr. E tutto questo costa molto e blocca il riciclo dei rifiuti e l’approvvigionamento energetico alternativo.

In sintesi si vogliono conferire i rifiuti ai centri di produzione Cdr, per alimentare i termovalorizzatori. Ma se invece facessero come succede al centro di Riciclo Vedelago?
Il Centro di Riciclo di Vedelago si occupa di separazione e riciclaggio di rifiuti. Non sembrerebbe nulla di straordinario, ma la peculiarità di questo impianto è data dalla percentuale di rifiuti che riesce a riciclare. Circa il 99%. Fonte Terranauta

La politica e le imprese del Lazio intendono per ciclo dei rifiuti - sbagliando - un ciclo chiuso, invece bisogna iniziare a pensare che il ciclo è aperto, che il rifiuto è un materiale che si può riutilizzare, che la grande strategia (anche la legge lo indica) è produrre un numero sempre più basso. Meno rifiuti. Meno discariche. Niente Inceneritori. I rifiuti non devono essere bruciati perchè i pericoli sono molteplici. Dalla salute, all'economia, all'ambiente, all'acqua, passando per la criminalità organizzata. Il caso dei rifiuti sarà il perno centrale del nostro futuro.
Uno di questi pericoli si legge nell'articolo: Diossina e salute: riflessioni di un medico – Dott.ssa Patrizia Gentilini, sul sito: http://differenziati.wordpress.com .

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