Partito il ripristino dei luoghi, restano i timori per la presenza di diossina vicino al fiume
E’ cominciata su ordine della Procura di Latina la bonifica delle arre contaminate dai rifiuti speciali e individuate tra Latina, Priverno e Pontinia. I primi interventi vengono effettuati dai proprietari dei terreni nel caso dei due soggetti pubblici, ossia la Regione Lazio (a Priverno) e il Consorzio di Bonifica (a Latina); per i terreni trasformati in discariche pericolose perché piene di materiali tossici, procedono i Comuni di competenza, in attesa che vengano identificate le persone fisiche responsabili del disastro ambientale causato dallo stoccaggio in superfice di rifiuti nei quali è stato ritrovato anche amianto e dalle analisi sono emerse altresì tracce di diossina. Parallelamente però continua la verifica sulla eventuale presenza di fusti interrati con rilievi dall’alto con l’ausilio degli elicotteri della guardia di finanza, che ha scoperto l’inquina - mento in seguito ad accertamenti su una società immobiliare, e la collaborazione di Arpa Lazio. La prima emergenza dovuta all ’abbandono dei rifiuti speciali sta rientrando ma i timori ora riguardano sia il fiume Ufente, che scorre a breve distanza che le falde acquifere, nonché le vicine aziende agricole che fino a poco tempo fa utilizzavano quell’acqua per irrigare. I controlli su tutta la zona dureranno ancora per settimane, quando sarà possibile ripetere le analisi da parte dell’Arpa e si potrà stabilire se la bonifica ha fermato i temuti fenomeni di inquinamento ambientale. Più difficile l’attività investigativa sul fronte delle responsabilità. I titolari privati dei terreni sono stati già denunciati ed è possibile un accertamento anche sull’inerzia dei due enti pubblici (Regione e Consorzio) proprietari di due dei siti su cui sono state sequestrate le sette discariche abusive. Non ci sono prove che alcuno sapesse cosa stava succedendo in quella zona, ma non è neppure ancora escluso che né il Consorzio né la Regione, attraverso i funzionari che operano sul posto, ignorassero il traffico dei rifiuti, quantomeno il via vai di mezzi pensanti che è stato certamente necessario ad accumulare quei quattromila quintali di sostanze tossiche al punto che alcune delle discariche sequestrate sono state definite «dannose per la salute». Sul ruolo e la possibile leggerezza con cui il Consorzio di Bonifica ha affrontato il problema sono state avanzate già molte critiche da parte dell’opposizione che chiede di affrontare il caso in consiglio regionale e lega questo rinvenimento al fenomeno dell’ecomafia che ha già pesantemente interessato la provincia di Latina. Due mesi fa ad un’area limitrofa a quelle sequestrate tre giorni fa sono stati apposti i sigilli da parte della polizia provinciale a seguito di un sopralluogo su segnalazione degli abitanti del posto. Con un successivo accertamento presso la Camera di Commercio è emerso che la società proprietaria del terreno aveva sede in provincia di Caserta ed aveva portato in quel sito a pochi metri dal fiume Ufente fanghi prodotti con lo scarto della lavorazione delle mozzarelle. Alla bonifica del sito disposta dalla Procura su conforme richiesta della polizia provinciale ha provveduto il Comune di Pontinia, salva la possibilità di rivalsa contro i responsabili dell’inquinamento nel corso del processo che, però, non è ancora iniziato.
Fonte: Latina Oggi
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