FORSE il ritrovamento delle discariche lungo il fiume Ufente è solo l’ultimo tassello di una lunga storia di sfruttamento del territorio da parte di organizzazioni senza scrupolo che hanno trasformato larghe periferie della provincia di Latina in nascondigli buoni per rifiuti industriali risparmiando sullo smaltimento legale. Ma danneggiando seriamente le falde acquifere, come è provato nel caso di Montello, e come comincia ad emergere purtroppo anche per le aree limitrofe al fiume Ufente.
La Finanza sta indagando su una possibile rete organizzata per questo tipo di attività, ma ieri Legambiente ha parlato apertamente di ecomafia. Termine già emerso nell’ultimo rapporto di Legambiente sui reati ambientali e nel quale la provincia di Latina aveva il suo record. «E’ sconcertante in questa storia che ci fosse addirittura una società immobiliare per la ricerca dei terreni da adibire a discarica. - dice Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio - Questa volta gli ecomafiosi cercavano aree per piazzare rifiuti pericolosi con un’ap - posita società immobiliare, e individuavano anche terreni di proprietà pubblica. Grazie alla Guardia di Finanza l’im - broglio è bloccato ma sono troppi i casi che si moltiplicano specie nella provincia di Latina, dilaniata da episodi sempre più frequenti di ecomafie» «Questi atti sono ancor più gravi - aggiunge Marco Omizzolo, responsabile provinciale di Legambiente - vista la forte vocazione agricola e le tante attività di allevamento della provincia, una minaccia per l'economia del territorio, oltre che per la salute delle persone che ci abitano. Servono norme più incisive, i criminali devono pagare, anche sopportando le spese di bonifica delle zone inquinate, ma soprattutto deve finalmente entrare in funzione il sistema di tracciabilità Sistri, risolti i suoi problemi, per identificare i troppi rifiuti pericolosi che spariscono ancora nel nulla».
La Finanza sta indagando su una possibile rete organizzata per questo tipo di attività, ma ieri Legambiente ha parlato apertamente di ecomafia. Termine già emerso nell’ultimo rapporto di Legambiente sui reati ambientali e nel quale la provincia di Latina aveva il suo record. «E’ sconcertante in questa storia che ci fosse addirittura una società immobiliare per la ricerca dei terreni da adibire a discarica. - dice Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio - Questa volta gli ecomafiosi cercavano aree per piazzare rifiuti pericolosi con un’ap - posita società immobiliare, e individuavano anche terreni di proprietà pubblica. Grazie alla Guardia di Finanza l’im - broglio è bloccato ma sono troppi i casi che si moltiplicano specie nella provincia di Latina, dilaniata da episodi sempre più frequenti di ecomafie» «Questi atti sono ancor più gravi - aggiunge Marco Omizzolo, responsabile provinciale di Legambiente - vista la forte vocazione agricola e le tante attività di allevamento della provincia, una minaccia per l'economia del territorio, oltre che per la salute delle persone che ci abitano. Servono norme più incisive, i criminali devono pagare, anche sopportando le spese di bonifica delle zone inquinate, ma soprattutto deve finalmente entrare in funzione il sistema di tracciabilità Sistri, risolti i suoi problemi, per identificare i troppi rifiuti pericolosi che spariscono ancora nel nulla».
Latina Oggi 25 settembre 2011
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