Nell'indifferenza più totale una minoranza sostiene che per ridurre al massimo e nei tempi più brevi il consumo di fonti fossili la scelta strategica non è la loro sostituzione con altre fonti, ma la diminuzione dei consumi energetici mediante la riduzione degli sprechi e il miglioramento dell'efficienza energetica.
Più della metà di tutta l'energia che si estrae, si trasporta, si trasforma, si trasporta nella nuova forma e finalmente, si utilizza, si spreca!!!
Solo un terzo del petrolio che entra nelle centrali termoelettriche diventa elettricità. Due terzi si disperdono nell'ambiente sotto forma di calore inutilizzato. E una parte dell'elettricità che esce dalle centrali si spreca lungo le linee di trasmissione. Quando finalmente arriva nelle case, se ne spreca ancora a causa dei pessimi rendimenti delle lampade e degli elettrodomestici, o la poca accortezza di chi ne fa uso, lasciando luci e interruttori accesi anche quando non c'è né bisogno.
Per questo ribadiamo che la Centrale termoelettrica alimentata a gas naturale, denominata Turbogas a Pontinia non c'è né bisogno. Non c'è bisogno di costruire nuove centrali ovunque!
Viviamo in un sistema dove pensiamo che le risorse siano illimitate, che bisogna produrre fino all'estremo, altrimenti ne rimaniamo senza. Tutto ciò non è affatto vero. E' una finzione.
Se riusciamo ad abbassare i nostri consumi ( e molti sono veramente inutili) non abbiamo bisogno di produrre nuova energia, ma di rendere più efficienti possibili gli impianti esistenti, di rendere più efficienti le linee di connessione della rete elettrica, evitare così le dispersioni e gli sprechi. Poi se vogliamo veramente fare un passo avanti di trent'anni allora bisogna rendersi indipendenti, autoproducendoci l'elettricità da soli, sui tetti delle case o partecipare a delle mini reti di produzione, per esempio per quartiere o zona. In questo modo ci si crea da soli l'energia (attenzione in realtà è un bene, e non una merce come vogliono farci credere con i loro monopoli), si riducono gli sprechi e si abbassa la domanda verso le aziende capitalistiche (che hanno fatto della privatizzazione e del libero mercato un affare d'oro) produttrici di energia, automaticamente non ci sarebbe nemmeno più il bisogno di costruire monumentali centrali termoelettriche che impattano il nostro ambiente e rendono improduttivi i nostri terreni con le loro enormi colate di cemento. Questa è la Decrescita Felice. Questo è il modo unico e veloce per risolvere tanti problemi. E' Decrescita perché non segue la logica della crescita, è Felice perché se attuiamo questo modello possiamo riportare la nostra quotidianità e la qualità della nostra vita ad un attenzione verso il benessere e la felicità.
Spunti letterari dal libro di Maurizio Pallante: La Decrescita Felice
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