martedì 4 ottobre 2011

L’Earth Overshoot Day declama l’esaurimento delle risorse.



Di Gianpaolo Danieli

Dal Settimanale di Latina

Il 27 settembre è stato il giorno in cui abbiamo esaurito tutte le risorse del pianeta. Il “Day” dell'andare oltre, del sbagliare la mira, del tirare troppo lungo, se vogliamo utilizzare le possibili traduzioni. Il nostro comportamento suicida, predatorio mi fa pensare all’uomo come un essere alieno al pianeta. Vivremo quindi i prossimi mesi con la percezione di fare la spesa di giorno in giorno, ma una spesa diversa, dove sai che quel che stai per prendere non è sicuro che lo ritroverai anche il giorno dopo. Pensare questo non sarà difficile per noi figli del padre consumismo, ma pensare che le risorse di questo pianeta sono al rosso, sarà difficile, visto il nome "Overshoot Day", un'etichetta che ci farà sentire la sensazione di salvataggio.  Il Global Footprint Network tiene conto del fabbisogno umano di natura rispetto alla rigenerazione e all'assorbimento dei rifiuti. I calcoli dell’impronta ecologica del GFN (calcola la tua su: www.footprintnetwork.org) dimostrano che circa dopo nove mesi il fabbisogno di risorse dell'umanità ha sorpassato il livello che il pianeta può fornire in modo sostenibile in un anno. "E' come spendere il salario annuale in nove mesi e consumare i risparmi anno dopo anno, abbastanza in fretta finirebbe il vostro capitale” ha detto Mathis Wackernagel fondatore del GFN. Nel 1970, abbiamo superato la soglia critica. Rispetto a trenta anni fa, estraiamo e utilizziamo circa sessanta miliardi di tonnellate di materie prime l'anno, cioè il 50% in più, osserva Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf. "Ogni essere umano utilizza in media oltre 8 tonnellate di risorse naturali l'anno, 22 chili al giorno". "Se s’includono i materiali di estrazione inutilizzati, il conto sale a 40 chili pro capite al giorno". Secondo i calcoli più recenti l'impronta ecologica dell'umanità è di 2,2 ettari globali pro capite, mentre quella dell'Italia è di 4,2 ettari, con una biocapacità di 1 ettaro globale pro capite, dimostrando quindi un deficit ecologico di 3.1 ettari. E l’impronta ecologica della provincia di Latina? Quale risultato per questa provincia in crescita di costruzioni e di consumo di suolo? Alimentazione, mobilità, beni e abitazione sono le principali aree dove noi interveniamo con il nostro stile di vita, nelle scelte di ogni giorno. Come una delle tante fatte dall’amministrazione di Pontinia che ha deciso di tagliare circa una decina di altissimi Pini nelle aiuole del piazzale di B.go Pasubio. Per motivi di sicurezza saranno piantati 3 Carrubi di circa 90 cm, 6 Ulivi di circa 1,50mt, 2 Melograni di circa 60 cm e 400 cespugli tappezzanti perenni per un totale di € 30.860,00 da affidare alla ditta Azienda Agricola Vivaio Aumenta Antonio, la quale si aggiunge la spesa di € 1.248,00 per la direzione dei lavori. Non c’è danno forestale com’è avvenuto a Sabaudia - dove il circolo Larus Legambiente rinnova l’invito all’amministrazione d’acquistare quaranta Sughere e a piantumare un’area del Comune per compensare l’inutile sfregio forestale commesso per realizzare una rotonda sulla litoranea - ma un repentino cambiamento di vegetazione senza un incremento di alberi in un’altra area. Anche queste sono scelte che influenzano i calcoli dell’impronta oltre a quelli del bilancio, mentre tutto intorno a noi si esaurisce.

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