Anche un uomo vicino a Besson in «Acqualiberatutti»
Comitato di amici
Hanno avversato il referendum e vogliono i rimborsi
di G. D. M.
UN po’ lo si era sospettato: il comitato per il no al referendum
sull’acqua era sponsorizzato,
diciamo pure un
po’ «foraggiato», dalle
grandi società private che si
sono prese le reti idriche
italiane. Ma adesso, quasi a
sorpresa, emergono le prove
del teorema formulato dai
soliti osservatori malpensanti.
Lo spunto arriva da una richiesta allo Stato di
rimborso delle spese sostenute
per la campagna referendaria
dal comitato per il
no, quindi favorevole al sistema
delle privatizzazioni.
Si chiama «Acqualiberatutti» e secondo la Camera dei
Deputati fa riferimento al
giornalista Oscar Giannino.
Ma dentro ci sono uomini
(soprattutto vicini al Pd e
all’Udc) che sono amici e
dipendenti dei colossi della
gestione privata dell’acqua
nel nostro Paese. Un nome
per tutti: Antonio Iannamorelli,
presidente del comitato
Acqualiberatutti, vicepresidente
del consiglio comunale
di Sulmona, esponente
del Partito Democratico. La
sua «battaglia» per mantenere
l’acqua sotto la gestione
dei privati non è andata
bene, infatti ha vinto la
«corrente» opposta quella
del sì, con oltre il 95% e
però il consigliere abruzzese
ha avuto comunque qualcosa.
Subito dopo il referendum
è stato assunto nella
società «Reti spa» di Claudio
Velardi e si è poi saputo
di una buona amicizia tra
Iannamorelli e l’ingegner Raimondo Besson, uomo
del Pd; è lui che ha scritto la
legge regionale in base alla
quale si sono privatizzate le
acque del Lazio in quanto
all’epoca era funzionario alla
Pisana nell’assessorato di
Michele Meta (infrastrutture).
Besson quando quella
legge è entrata in vigore l’ha
ampiamente applicata da vicepresidente
di Acqualatina,
qual è ancora oggi. Ed è
anche uno di quelli che in
una conferenza stampa di
poco precedente al voto referendario,
fatta nella sede
della spa, ha detto: «Per noi
non cambierà niente». Infatti
così è stato: ad oggi nessuno
degli esiti del referendum
è stato neppure preso in
considerazione dalla spa, né
dall’ampio arco di partiti
politici che la sostiene. Per
conto di Iannamorelli uno
studio legale ha diffidato il
Presidente della Camera ad
erogare il rimborso elettorale
per la consultazione referendaria
delle leggi sull’acqua pubblica. In base alla
legge vigente questo Comitato
non avrebbe diritto ai
rimborsi perché essi spettano
solo a chi ha raccolto le
firme. Ad ogni buon conto
questo signor Iannamorelli
non è il solo «amico» della
spa delle acque. Ce ne è
almeno un altro nel comitato:
Marino Fardelli, presidente
in carica del Consiglio
comunale di Cassino per
l’Udc, nonché dipendente di
Acea, la società che gestisce
le acque per Ato 5 nel territorio
della provincia di Frosinone,
in cui rientra appunto
Cassino.
Ovviamente la richiesta di
denaro di Iannamorelli, Fardelli
& C. non è stata accolta.
Ma loro hanno già detto
che faranno ricorso. Per la
cronaca il rimborso chiesto
è pari a 60mila euro e loro
dicono di aver diritto a quei
soldi perché li hanno spesi
non «avendo alcun partito
alle spalle». Partiti propriamente
detti no, se non si
vuole tenere conto delle loro
tessere di Udc e Pd. Ma in
compenso, secondo quanto
emerso, avevano grandi
amici nella potentissima e
straricca lobby dell’acqua
privata.
Il vicepresidente
che piace al Pd
RAIMONDO Besson è vicepresidente di Acqualatina
spa in quota alla parte privata della società mista, cioè
Veolia. Il presidente è stato fino a un anno e mezzo fa
il senatore Claudio Fazzone, garante politico ed economico
di tutte le azioni di Acqualatina, nonché
rappresentante del partito di maggioranza che fa
passare in conferenza dei sindaci tutte le scelte (anche
quelle più impopolari) della spa. A Fazzone è succeduto
l’avvocato Giuseppe Addessi, civilista, di Fondi, la
stessa città del senatore Fazzone e questo è bastato, a
torto o a ragione, a definirlo un uomo designato
proprio dal potente parlamentare. Anche se Addessi
ha, ovviamente, sempre smentito. Besson invece è
palesemente un tecnico vicinissimo al Partito Democratico
e questa sua collocazione ha fatto sì che la
società non fosse mai messa seriamente sotto scacco
dal Pd, bensì solo dal trasversale Comitato Acqua
Pubblica che continua a denunciare i «favori» che i
Comuni, i sindaci e soprattutto la Provincia di Latina
fanno alla spa.
Fonte: Latina Oggi
http://www.acquabenecomune.org/aprilia/Comitato-di-amici.html
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