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"Ognuno la chiami come vuole: deontologia, etica,
questione morale. Giustizia"
26-09-2011
Gianni Lannes e la sua famiglia minacciati dalle mafie,
computer rubati per scoprire cosa "nascondono", auto incendiata e
onorevole Angelo Cera (Udc) che nei comizi promette di "sistemarlo". Lui
intanto continua a scavare, ormai bersaglio facile di chi vuol farlo
tacere. Interrogazioni parlamentari, ma Maroni non risponde. Il dubbio
delle autorità e una realtà da chiarire.
“Dalla
seconda metà d’agosto le è stata revocata la scorta” disse pressappoco
la voce all’altro capo del filo a Gianni Lannes. Una comunicazione
semplice, fredda, formale, ufficiale, da parte della Prefettura di
Foggia. Una prassi sulla quale non c’è bisogno di esprimere giudizi. Con
una telefonata lo Stato italiano ha soppresso la scorta ad un cronista
che si trova in situazione di pericolo per il lavoro che fa. L’onestà e
la passione che ci mette.
La decisione è stata presa dal Ministero dell’Interno, ma, la
proposta è partita dal Prefetto di Foggia Antonio Nunziante. Qualcosa è
cambiato rispetto a, quando gli è stata data la protezione? Non esiste più lo stato di pericolo?
Andiamo con ordine. Gianni Lannes è un giornalista e fotografo investigativo. Spesso nella sua lunga attività di indagine giornalistica
ha affrontato tematiche che sono sfociate in procedimenti giudiziari
importanti. Fra le sue inchieste, le cosiddette «navi dei veleni»
affondate nel Mediterraneo, i traffici di rifiuti nucleari, le ecomafie
internazionali; la strage Nato del peschereccio Francesco Padre,
traffici illegali di armi ed esseri umani, la morte di Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin, la strage di Ustica.
Un lavoro minuzioso il suo, a trecentosessanta gradi, senza guardare
in faccia nessuno, facendo nomi e cognomi. Per “Casablanca” ha
pubblicato il bosco della Ficuzza, Ustica, Il Trattato di Prum… Insomma,
lavorando in Italia e all’estero si è preoccupato di informare. Ha
preferito non mettere una divisa, restare libero. Una decisione pesante
in una società che è totalmente schierata e per lo più subalterna. La risposta? Una serie di tentativi criminosi per lui, la sua
famiglia, i suoi collaboratori. Attentati, minacce di morte, telefonate
anonime, furti, danneggiamenti e intimidazioni di vario tipo. La notte
del sei aprile scorso, l’ultimo avvertimento di stampo mafioso. Dopo una
serie di telefonate anonime, l’auto della famiglia è stata trovata in
mezzo alla strada circondata da una bella chiazza di benzina, un vetro
rotto ed un paio d’occhiali probabilmente dimenticati dall’autore del
messaggio, dentro l’abitacolo.
Alcuni mesi fa, l’undici febbraio sempre di quest’anno, è stata
sabotata l’auto della moglie e manomesso il seggiolino di sicurezza del
figlio. Già il due luglio 2009, ignoti gli avevano fatto esplodere
l’auto che già, per ben due volte nell’arco di tre mesi del 2009 è
andata in fiamme. La notte del quindici maggio del 2010 (sempre),
ignoti, si sono introdotti, nel suo studio rubando un computer ed un
hard disk portatile. Ha pestato i piedi a qualcuno? Ha distratto il
conducente? Ha turbato qualche equilibrio? Probabilmente, dato che,
anche un deputato, l’On. Angelo Cera, UDC e sindaco di San Marco in
Lumis, durante la campagna elettorale, aveva promesso di “sistemare” il
giornalista.
Sui rischi corsi da Gianni e la sua famiglia un fiume di
Interrogazioni parlamentari al Ministro degli Interni, tutte senza
risposta fino a questo momento. Le indagini? Sembrerebbe siano ancora in
corso, sia Lannes, che il suo avvocato, non hanno ricevuto mai, ad
oggi, alcuna comunicazione di archiviazione. Ci si chiede: com’è
possibile che, con le indagini ancora aperte sugli attentati qualcuno
decida di togliere la scorta al “perseguitato” e alla sua famiglia? Dal
Parlamento, Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale, in Commissione
Ambiente della Camera, appresa la notizia, definisce la decisione del
Ministero “un fatto grave”, affermando di considerare “la revoca della
scorta, un atto intimidatorio analogo a quelli commessi da parte di chi è
stato infastidito dalle sue inchieste sul traffico dei rifiuti
nucleari, sulla “malasanità” pugliese, sul traffico di armi, sulla mafia
pugliese, dalla ripresa delle indagini sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, sulla strage di Ustica e sulle navi dei veleni”.
La stessa parlamentare assieme ad altri deputati cofirmatari, in
un’interrogazione parlamentare al ministro degli interni, datata due
agosto 2011, racconta di una audizione (26 gennaio 2011) della
Commissione Parlamentare ecomafie, a Bari, per una verifica della
situazione rifiuti e illeciti connessi al ciclo dei rifiuti sull’area
pugliese e di un inceneritore “la cui costruzione non appare conforme
alle normative di protezione sanitaria ed ambientale e alla legge n. 108 del 2001 di ratifica della Convenzione di Aarhus”. L’inceneritore
dovrebbe sorgere nella zona di Manfredonia e sarebbe di proprietà della
famiglia Marcegaglia.
In quella riunione a Bari il Prefetto di Foggia Antonio Nunziante, ai
membri la commissione bicamerale ha detto: «Per quanto riguarda la
Marcegaglia, dopo tutte le autorizzazioni – tra cui la regione e così
via – i lavori sono iniziati 6-7 mesi fa. Io ho ricevuto
l’amministratore unico della Marcegaglia Energy, di cui – mi perdoni –
non ricordo il nome. Con lui abbiamo fatto anche un piano della
sicurezza. I lavori stanno andando avanti, però dai primi accertamenti
dei carabinieri e delle forze dell’ordine in generale, non sembra ci sia
un interesse acché i lavori non procedano. Il tutto presidente, viene
fuori da un giornalista, Gianni Larmes, che un po’ fomenta queste
situazioni e quindi fa presa sulle preoccupazioni intorno a questo
termovalorizzatore».
Nella stessa interrogazione datata due agosto 2011, si legge ancora:
“In merito alle procedure per l’inceneritore dell’Eta, il comune di
Cerignola ha presentato, all’inizio dell’anno 2011, un ricorso
straordinario al Capo dello Stato, mentre un altro inceneritore targato
Marcegaglia è stato sequestrato per gravi irregolarità a Modugno dalla
procura della Repubblica di Bari; per l’inceneritore di Massafra
(proprietà Marcegaglia) l’Italia è stata condannata dalla Corte di
giustizia europea”. La cosa che emerge con forza nell’interrogazione parlamentare è che
secondo i sottoscrittori, il Prefetto di Foggia, Nunziante, non sia
nelle condizioni di “indipendenza di giudizio” nei confronti di Lannes, e
quindi, per poter chiedere la revoca della scorta. Considerazioni. La
tutela, dello Stato arriva solo in caso di reale pericolo d’incolumità della persona. Vale a dire che tutto
ciò che è denunciato dalle ” vittime” è regolarmente verificato ed
accertato dalle autorità competenti. La sorveglianza si toglie, quando,
si accerta che lo stato di pericolo non sussiste più. È stato accertato.
Chi ha verificato? Quale ufficio? Perché nessuno si è preoccupato di
comunicarglielo per iscritto all’interessato? Oppure al suo legale.
Vero, il Prefetto ha avanzato la proposta, ma sulla base di quali
informazioni – se è lecito sapere – l’UCIS ha eseguito? Come mai non ha
provveduto autonomamente? – si chiedono gli interroganti alla camera.
Un giornalista può sbagliare? Certamente. Può anche accadere che in
buona fede prenda per vera una notizia costruita ad arte, da chi ha
interessi particolari. Giustamente ne deve rispondere. Ci sono le
ammende, le multe i risarcimenti. Questo si può fare. Ciò che non si
deve assolutamente fare è trasformare un giornalista serio in un
bersaglio per i malavitosi, emarginarlo, screditarlo, sapendo
perfettamente ciò che si sta facendo e non tenendo conto delle
conseguenze eventuali e del fatto che di quel giornalista la società ha
bisogno. Qualora, sia un rappresentante istituzionale a fare tutto ciò,
chi di dovere, dovrebbe intervenire e portarlo via di peso dal posto
occupato. Dopo di che, ognuno la chiami come vuole: deontologia, etica,
questione morale. Giustizia.
Ma virendete conto di quello che scrivete?Lo fate forse sotto dettatura? Le verificate le notizie prima di pubblicarle o prendete tutto per oro colato l'importante è che vi vengano suggerite da qualche nome noto? Volontariamente o involontariamente siete fautori di disinformazione.
RispondiEliminaCi rendiamo conto della grave situazione politica, giudiziaria, sociale, ambientale, informativa che oggi annichilisce tutto il paese. Per questo pubblichiamo queste informazioni che sono di pubblico dominio, verificabili su molti blog e siti di informazione.
RispondiEliminaDato il fatto che nel post sono citate le fonti sia del giornalista che del sito web dove è situato l'articolo, riporto altri siti dove è presente l'articolo o gli approfondimenti:
http://www.retesalvaguardiaterritorio.it/?p=1991
http://www.lindro.it/Tolta-la-scorta-a-Gianni-Lannes,2116#.TqvnyLJFt5o
http://www.megachipdue.info/component/content/article/42-in-evidenza/1179-lannes-la-pericolosa-solitudine-di-chi-riporta-i-fatti-osceni.html
http://antonella.beccaria.org/2009/11/13/nel-paese-dellinformazione-anestetizzata-la-solitudine-di-chi-racconta-i-fatti/
Per verificare ancora:
http://www.perilbenecomune.org/ajax.php?p=24:9:2:418&url=%2Findex.php%3Fp%3D24%3A6%3A2%3A119%3A418
http://www.youtube.com/watch?v=elaDu7nZN9w
http://www.youtube.com/watch?v=GWUhdmA_iIA
Firmato: fautori d'informazione!