Un estratto dalla manifestazione di Lanciano di Marzo 2011. Essenzialmente il professore Federico Valerio si occupa di ricerca sulla prevenzione dei tumori e gli effetti dell'incenerimento dei rifiuti e delle biomasse, ma oggi vorrrei farvi conoscere la sua posizione sul Nucleare.
Risposta di Prof. Federico Valerio pubblicato sulla Rete No Inc
direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell'Istituto Tumori di Genova
il blog: http://soccorsambiente.blog.tiscali.it/
D: Perché rinunciare al nucleare se siamo circondati da centrali nucleari in Svizzera, Francia, Paesi dell'Est?
R: In un incidente nucleare di tipo 5, ( la situazione iniziale a Fukushima) l'area di evacuazione della popolazione è di 20 chilometri. In un incidente grave come quello attuale di Fukushima e di Chernobyl, di grado 7, il raggio di evacuazione è di 30 km. I nostri confini sono a distanza di sicurezza dalle centrali dei nostri vicini. Le dosi di radiazioni assorbite diminuiscono in modo esponenziale con la distanza dalla centrale in avaria. Pertanto fa una enorme differenza stare a 20 chilometri, a 200 e a 2000 chilometri da una centrale soggetta a grave avaria. Inoltre è la stessa proliferazione nucleare ad aumentare il rischio: maggiore è il numero di centrali in funzione e maggiore è la loro età media, maggiore è la probabilità di accadimento di incidente. Al momento la storia insegna che in 57 anni di utilizzo civile della energia nucleare e con 443 centrali in funzione nel mondo, ci sono stati tre gravi incidenti, con parziale fusione del nocciolo ( Three Mile Island, 1979, Chernobil, 1986, Fukushima, 2011), in media uno ogni 10 anni. E' un rischio d'impresa che nessuna assicurazione è disponibile a coprire!
Comunque, Germania e Svizzera sembra che abbiano definitivamente rinunciato a costruire nuove centrali e a non prolungare oltre al programmato la vita delle centrali già costruite.
Visti i costi in crescita per assicurazione, per la costruzione ( aumento dei costi delle materie prime e della maggiore sicurezza) e per lo stoccaggio delle scorie e i costi in calo per i risparmi energetici e le fonti rinnovabili, non si esclude che altri paesi seguano questo esempio.
direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell'Istituto Tumori di Genova
il blog: http://soccorsambiente.blog.tiscali.it/
D: Perché rinunciare al nucleare se siamo circondati da centrali nucleari in Svizzera, Francia, Paesi dell'Est?
R: In un incidente nucleare di tipo 5, ( la situazione iniziale a Fukushima) l'area di evacuazione della popolazione è di 20 chilometri. In un incidente grave come quello attuale di Fukushima e di Chernobyl, di grado 7, il raggio di evacuazione è di 30 km. I nostri confini sono a distanza di sicurezza dalle centrali dei nostri vicini. Le dosi di radiazioni assorbite diminuiscono in modo esponenziale con la distanza dalla centrale in avaria. Pertanto fa una enorme differenza stare a 20 chilometri, a 200 e a 2000 chilometri da una centrale soggetta a grave avaria. Inoltre è la stessa proliferazione nucleare ad aumentare il rischio: maggiore è il numero di centrali in funzione e maggiore è la loro età media, maggiore è la probabilità di accadimento di incidente. Al momento la storia insegna che in 57 anni di utilizzo civile della energia nucleare e con 443 centrali in funzione nel mondo, ci sono stati tre gravi incidenti, con parziale fusione del nocciolo ( Three Mile Island, 1979, Chernobil, 1986, Fukushima, 2011), in media uno ogni 10 anni. E' un rischio d'impresa che nessuna assicurazione è disponibile a coprire!
Comunque, Germania e Svizzera sembra che abbiano definitivamente rinunciato a costruire nuove centrali e a non prolungare oltre al programmato la vita delle centrali già costruite.
Visti i costi in crescita per assicurazione, per la costruzione ( aumento dei costi delle materie prime e della maggiore sicurezza) e per lo stoccaggio delle scorie e i costi in calo per i risparmi energetici e le fonti rinnovabili, non si esclude che altri paesi seguano questo esempio.
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