In provincia cittadini contro la gestione partecipata “Tariffe esose e pochi investimenti, paghiamo solo il giusto” di Caterina Perniconi
“La mattina, approfittando del fatto che nonsiamo a casa, vengono delle persone di Acqualatina, con i vigilantes armati al seguito, aprono i contatori e mettono i riduttori di flusso idrico”. L’ultimo caso, ad Aprilia, è avvenuto ieri. Lo racconta il Comitato per l’acqua pubblica comunale, che dal 2005 non paga l’erogazione del bene primario alla società partecipata, ma solo una cifra che ritiene “giusta” al Comune . Poichè nella provincia dell’Agro Pontino c’è un lungo contenzioso aperto tra l’azienda a cui è stata affidata la gestione dell’acqua e una serie di comuni del territorio. Tutto comincia nell’agosto del 2002, quando viene sottoscritto il contratto di servizio tra i comuni e i gestori, coordinato dalla provincia. Il 49% di Acqualatina va alla società Idrolatina srl, il cui socio di maggioranza è la multinazionale Veolia. Il restante 51% è in mano alla conferenza dei sindaci dei 35 comuni coinvolti. La Provincia di Latina dovrebbe essere il controllore di tutta l’operazione. Ma è anche capitato che il primo presidente di Acqualatina, Paride Martella, fosse in quel momento presidente della Provincia in quota Udc. Quindi controllore e controllato. Nel 2004 gli succede Claudio Fazzone, nel Consiglio d’amministrazione dal 2002, in quel momento anche senatore in quota Pdl e coordinatore provinciale del partito. E nel Cda c’è stato anche Armando Cusani, attuale presidente della Provincia. É chiaro che tutti questi movimenti politici hanno contribuito a creare sospetto nei cittadini sulla gestione dell’azienda partecipata. Quindi quando è arrivato il turno di Aprilia, a luglio del 2004, gli utenti avevano già le antenne dritte. E quasi un anno dopo, a maggio del 2005, quando sono state ricevute le prime bollette, “stentammo a credere ai nostri occhi”, racconta Alberto De Monaco, animatore del Comitato per l’acqua pubblica. “Gli aumenti andavano dal 50 al 300% a fattura, non ci potevamo credere. Per questo abbiamo chiesto di vedere il contratto e abbiamo scoperto che non era stato ratificato dal Consiglio comunale”. Da quel momento è cominciata una lunga battaglia legale, che non è ancora terminata, in cui la Provincia si è schierata a fianco della società e contro Aprilia. Tra il 2006 e il 2007 il Comune fa una serie di delibere per non ratificare il contratto, ma il Tar le annulla. Solo nel 2009 il Consiglio di Stato dirà che la protesta dei cittadini è legittima perché liberi di difendere gli interessi comunali. Controllando gli indici di comparazione tariffaria diffusi dalla Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche, si scopre che quello del Lazio Meridionale è pari all’1,20 contro altre province in cui risulta anche molto più alto (Marche nord 1,77, Toscana Costa 1,84, ecc.). “Noi non stiamo dicendo che paghiamo più che nel resto Italia – spiega De Monaco – ma che rispetto alle nostre tariffe precedenti è un aumento insostenibile per molti cittadini di Aprilia già vessati dalla crisi. Le nostre tabelle dimostrano che l’aumento per una famiglia di tre persone è stato inizialmente del 136% e negli anni successivi di un altro 40%. Noi voteremo sì ai referendum perché l’acqua resti pubblica e i privati smettano di fare affari sulla nostra pelle”. La società Acqualatina risponde che in alcuni comuni ci può essere stato un aumento “a causa dell’adeguamento delle tariffe ad una unica per tutti i comuni coinvolti ”. A Latina, spiega una nota, “la tariffa risulta inferiore sia per l’uso domestico per prima abitazione (con un risparmio di 30 euro annui) che, ancor più, per l’uso domestico nella fascia tariffaria agevolata (con un risparmio di ben 105 euro annui )”. Ma quello che i cittadini contestano è che ad Aprilia, per esempio, i costi fissi per l’erogazione sono passati da 3 euro l’anno a 55. “Un confronto con la tariffa applicata dai precedenti gestori è difficile e fuorviante – spiega l’azienda – poiché la tariffa precedente non veniva applicata secondo un’articolazione tariffaria paragonabile a quella attuale, il che rende il confronto quanto mai inapplicabile”. Per quanto riguarda gli investimenti “dal 2003 ad oggi – continua la nota – Acqualatina ha investito oltre 100 milioni di euro per la manutenzione, l’efficientamento e l’ammodernamento delle reti e degli impianti in gestione, seppure la Conferenza dei sindaci abbia più volte dovuto ridimensionare l’ammonta - re di euro che il gestore è tenuto ad investire negli anni a causa dell’alto tasso di morosità, gran parte del quale relativo alle utenze del Comune di Aprilia”. Gli investimenti che Acqualatina avrebbe dovuto fare per contratto erano infatti pari a 146 milioni entro il 2008. Ma la cifra è ancora lontana, nonostante siano passati ormai 3 anni.
“La mattina, approfittando del fatto che nonsiamo a casa, vengono delle persone di Acqualatina, con i vigilantes armati al seguito, aprono i contatori e mettono i riduttori di flusso idrico”. L’ultimo caso, ad Aprilia, è avvenuto ieri. Lo racconta il Comitato per l’acqua pubblica comunale, che dal 2005 non paga l’erogazione del bene primario alla società partecipata, ma solo una cifra che ritiene “giusta” al Comune . Poichè nella provincia dell’Agro Pontino c’è un lungo contenzioso aperto tra l’azienda a cui è stata affidata la gestione dell’acqua e una serie di comuni del territorio. Tutto comincia nell’agosto del 2002, quando viene sottoscritto il contratto di servizio tra i comuni e i gestori, coordinato dalla provincia. Il 49% di Acqualatina va alla società Idrolatina srl, il cui socio di maggioranza è la multinazionale Veolia. Il restante 51% è in mano alla conferenza dei sindaci dei 35 comuni coinvolti. La Provincia di Latina dovrebbe essere il controllore di tutta l’operazione. Ma è anche capitato che il primo presidente di Acqualatina, Paride Martella, fosse in quel momento presidente della Provincia in quota Udc. Quindi controllore e controllato. Nel 2004 gli succede Claudio Fazzone, nel Consiglio d’amministrazione dal 2002, in quel momento anche senatore in quota Pdl e coordinatore provinciale del partito. E nel Cda c’è stato anche Armando Cusani, attuale presidente della Provincia. É chiaro che tutti questi movimenti politici hanno contribuito a creare sospetto nei cittadini sulla gestione dell’azienda partecipata. Quindi quando è arrivato il turno di Aprilia, a luglio del 2004, gli utenti avevano già le antenne dritte. E quasi un anno dopo, a maggio del 2005, quando sono state ricevute le prime bollette, “stentammo a credere ai nostri occhi”, racconta Alberto De Monaco, animatore del Comitato per l’acqua pubblica. “Gli aumenti andavano dal 50 al 300% a fattura, non ci potevamo credere. Per questo abbiamo chiesto di vedere il contratto e abbiamo scoperto che non era stato ratificato dal Consiglio comunale”. Da quel momento è cominciata una lunga battaglia legale, che non è ancora terminata, in cui la Provincia si è schierata a fianco della società e contro Aprilia. Tra il 2006 e il 2007 il Comune fa una serie di delibere per non ratificare il contratto, ma il Tar le annulla. Solo nel 2009 il Consiglio di Stato dirà che la protesta dei cittadini è legittima perché liberi di difendere gli interessi comunali. Controllando gli indici di comparazione tariffaria diffusi dalla Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche, si scopre che quello del Lazio Meridionale è pari all’1,20 contro altre province in cui risulta anche molto più alto (Marche nord 1,77, Toscana Costa 1,84, ecc.). “Noi non stiamo dicendo che paghiamo più che nel resto Italia – spiega De Monaco – ma che rispetto alle nostre tariffe precedenti è un aumento insostenibile per molti cittadini di Aprilia già vessati dalla crisi. Le nostre tabelle dimostrano che l’aumento per una famiglia di tre persone è stato inizialmente del 136% e negli anni successivi di un altro 40%. Noi voteremo sì ai referendum perché l’acqua resti pubblica e i privati smettano di fare affari sulla nostra pelle”. La società Acqualatina risponde che in alcuni comuni ci può essere stato un aumento “a causa dell’adeguamento delle tariffe ad una unica per tutti i comuni coinvolti ”. A Latina, spiega una nota, “la tariffa risulta inferiore sia per l’uso domestico per prima abitazione (con un risparmio di 30 euro annui) che, ancor più, per l’uso domestico nella fascia tariffaria agevolata (con un risparmio di ben 105 euro annui )”. Ma quello che i cittadini contestano è che ad Aprilia, per esempio, i costi fissi per l’erogazione sono passati da 3 euro l’anno a 55. “Un confronto con la tariffa applicata dai precedenti gestori è difficile e fuorviante – spiega l’azienda – poiché la tariffa precedente non veniva applicata secondo un’articolazione tariffaria paragonabile a quella attuale, il che rende il confronto quanto mai inapplicabile”. Per quanto riguarda gli investimenti “dal 2003 ad oggi – continua la nota – Acqualatina ha investito oltre 100 milioni di euro per la manutenzione, l’efficientamento e l’ammodernamento delle reti e degli impianti in gestione, seppure la Conferenza dei sindaci abbia più volte dovuto ridimensionare l’ammonta - re di euro che il gestore è tenuto ad investire negli anni a causa dell’alto tasso di morosità, gran parte del quale relativo alle utenze del Comune di Aprilia”. Gli investimenti che Acqualatina avrebbe dovuto fare per contratto erano infatti pari a 146 milioni entro il 2008. Ma la cifra è ancora lontana, nonostante siano passati ormai 3 anni.
Il Fatto Quotidiano 7 giugno 2011
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