Dalla parole di Fritjof Capra traspare tutto l’entusiasmo e il fascino che ha esercitato su di lui Leonardo Da Vinci. Il fisico austriaco, noto soprattutto per il bestseller “Il Tao della fisica”, si era già dedicato allo studio del grande maestro del Rinascimento. Questa volta la sua scelta va al Leonardo studioso dei fenomeni naturali.
“La botanica di Leonardo”, questo il titolo del saggio di Capra, è edito da Aboca ed è stato presentato nella bella cornice del Circolo della Stampa come parte del ciclo “International Lectures on Nature and Human Ecology“ ideato dalla casa editrice.
Se l’occasione dell’incontro è il libro di Capra, l’effetto è quello di immergersi nel Rinascimento e immaginare la modernità di un artista che grazie alla sua mano geniale e a una sensibilità fuori dal comune diventava anche scienziato. Quando ancora i microscopi non esistevano e la conoscenza dei fenomeni naturali era intrisa di imprecisione e pregiudizi.
Ecco perché Leonardo e la botanica: il disegno diventa scienza nel momento in cui osservare la natura non significa solo conoscerla ma anche cercare di comprenderne a fondo i meccanismi. Per questo è sorprendente rivedere gli studi di Leonardo su un ramo di quercia, un giglio, o una grotta scavata dalle rocce. Non per niente fu proprio un’intuizione di Leonardo a rivelare che i cerchi concentrici nel tronco di un albero ne stabilivano l’età.
Fritjof Capra ripercorre il percorso di Leonardo e ne riscopre il merito di aver instaurato con la natura un rapporto totalmente nuovo, non solo per allora, ma anche di estrema modernità per noi, oggi.
La natura non va dominata, anzi è un modello, un’ispirazione.
«Le virtù dell’erbe, pietre et piante (…) sono in sé nobili senza lo aiuto delle lingue o delle lettere umane»scriveva Leonardo nei suoi Taccuini. Primo tra i suoi contemporanei, precursore dei futuri scienziati, Leonardo può essere considerato a tutti gli effetti un ecologista ante litteram.
autore dell'articolo: Valentina Gerig
fonte : LifeGate
se solo avessimo la volontà potremmo veramente vivere in maniera del tutto consapevole rispettando l'ambiente nel nome dell'ecologia, imparando direttamente dalla storia..non servirebbe assecondare l'intera esistenza al solo unico scopo di industrializzare ogni settore, dimenticandoci di vivere!
RispondiEliminaquarantenne incaxxata