sabato 17 aprile 2010

Intervento dell'Incontro : Efficienza, sobrietà e autoproduzione energetica (Prima parte)

L'auto produzione del bene Energia elettrica/termica risiede nella logica della Decrescita Felice perché riduce la domanda, quindi di conseguenza riduce l'impatto ambientale e gli sprechi connessi alla produzione dell'energia con le fonti fossili.

Più della metà di tutta l'energia che si estrae, si trasporta, si trasforma, si trasporta nella nuova forma e finalmente si utilizza, SI SPRECA!
Solo un terzo del petrolio che entra nelle centrali termoelettriche diventa elettricità. Due terzi si disperdono nell'ambiente sotto forma di calore inutilizzato. E una parte dell'elettricità che esce dalle centrali si spreca lungo le linee di trasmissione, (Fonte: "La Decrescita Felice" di Maurizio Pallante).

Una delle dispersioni più frequenti avviene lungo le linee di distribuzione.
Arrivando finalmente nelle nostre case, i bassi e pessimi rendimenti degli elettrodomestici e delle lampade aumentano gli sprechi, nonché gli errati comportamenti di vita (per esempio: lasciare le luci accese e uscire dalla stanza, così come lasciare la televisione o il pc accesi senza realmente utilizzarli) aumentano gli sprechi e seguono la logica della Crescita economica, quindi aumentano il Prodotto Interno Lordo.

Secondo la logica della Decrescita Felice, ridurre sostanzialmente gli sprechi e aumentare le efficienze produttive, di trasporto dell'energia elettrica e auto producendola, si va ad influire sulla riduzione del PIL, (quindi si decresce), diminuisce l'impatto ambientale e aumenta la qualità della vita (quindi si è felici)!

Attraverso lo sfruttamento di più fonti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, geotermico), si deve arrivare ad auto produrre l'energia elettrica e condividere le eccedenze a delle piccole reti, le quali potrebbero essere: condominiali, di quartiere, di frazione o addirittura di Borgo o Paese ( a seconda delle utenze), si riduce la domanda, gli sprechi, si migliora l'efficienza, si abbassa l'impatto ambientale, si migliora la qualità della vita e si decresce felicemente.

Le piccole reti di distribuzione di energia elettrica potrebbero funzionare come delle piccole isole di scambio, dove la corrente a bassa tensione (in eccedenza) circola tramite le Smart Grid che sfruttano al massimo i vantaggi offerti dall’era digitale. Con questa tipo di rete si consente una generazione distribuita. Avere le Smart Grid, significa avere un accumulatore territoriale che da energia in AC, ma allo stesso tempo l’ energia prodotta dal fotovoltaico, va verso l’ accumulatore in DC, e sulla stessa linea-filo. In sostanza le Smart Grid dovranno applicare all’energia gli stessi principi che sono alla base della società dell’informazione (vedi internet).
Fonte: www.genitronsviluppo.com

Seguendo questo percorso potremmo avviarci di fatto alla Terza Rivoluzione industriale e una nuova era post-anidride carbonica. Questo è ciò che espone anche l’ economista di fama internazionale, il professor Jeremy Rifkin, il teorico della generazione diffusa, che continua a promuovere il suo progetto di piccoli produttori di energia che interagiscono in una rete distributiva non piramidale come l’attuale, ma simile a quella di internet (Fonte: Rinnovabili.it).

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