lunedì 6 febbraio 2012

Liberalizzazioni Art.26: Anarchia per i Rifiuti da Imballaggio

Immagine: critical-food.blogspot.com
LIBERALIZZAZIONI

WWF
“SUI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO VIA LIBERA ALL’ANARCHIA.
GOVERNO DI TECNICI? FORSE, MA NON IN MATERIA D’AMBIENTE”

La presunta liberalizzazione della gestione dei rifiuti da imballaggio contenuta nell’art. 26 del decreto liberalizzazioni è a tutti gli effetti un via libera all’anarchia e un toccasana per le ecomafie. L’articolo consente infatti di gestire questi rifiuti senza alcun coordinamento, senza alcuna possibilità di poter verificare il raggiungimento degli obiettivi comunitari di riciclaggio e di recupero, e senza alcuna sanzione per i responsabili del mancato raggiungimento.

“Dopo il condono sulle bonifiche dei siti contaminati e le decisioni prese sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi, con la presunta liberalizzazione della gestione dei rifiuti da imballaggio il governo Monti segna un altro punto contro la tutela dell’ambiente - ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Stando così le cose, possiamo affermare già da ora che il decreto liberalizzazioni non salverà l’Italia sotto il profilo ambientale, anzi la porterà a condizioni ancora più critiche”.

Sul fronte degli imballaggi, il testo del decreto - che prevedeva originariamente la tanto attesa introduzione della cauzione sugli imballaggi poi cancellata – modifica l’attuale sistema che prevede la costituzione di un consorzio (il CONAI) composto da tutti gli operatori del settore che svolge, assieme ai consorzi di filiera, una funzione di coordinamento e di stimolo per incentivare le attività di riciclaggio e recupero dei rifiuti da imballaggio. Questo sistema ha finora consentito non solo di raggiungere, ma anche di superare gli obiettivi comunitari in materia di riciclaggio e di recupero dei rifiuti.

Il WWF sottolinea che la partecipazione paritaria di tutti gli operatori consente di non creare disparità di condizioni all’interno del mercato. La riforma, invece, consente la creazione di diversi operatori, che vengono riconosciuti attraverso il silenzio-assenso da un ente (l’Osservatorio nazionale dei rifiuti) che lo stesso Ministero dell’ambiente afferma di aver cancellato. Inoltre, si addossano al CONAI costi per servizi di cui beneficiano anche gli imprenditori a questo concorrenti, violando in tal modo le norme sulla concorrenza. Infine, questi nuovi operatori non hanno alcun controllo sulla definizione del piano di prevenzione e sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi comunitari.

Il quadro viene completato con la previsione che, se gli obiettivi comunitari non saranno raggiunti, a pagare saranno tutti gli operatori di quel settore e non solo quelli inadempienti. Insomma un pastrocchio degno del peggior azzeccagarbugli.

“Abbiamo il dovere di ricordare al Governo che questa disciplina riguarda primariamente la tutela dell’ambiente e non l’interesse dei furbi – conclude Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - Se il Governo intende intervenire su questa materia, sconsigliamo interventi con colpi di mano e lo invitiamo ad aprire un confronto trasparente. Al Parlamento, nel frattempo, chiediamo di abrogare questo articolo e il comma 5, dell’art. 40, del decreto “salvaitalia”, che introduce un condono sulle bonifiche dei siti contaminati.”

Roma, 25 gennaio 2012
Ufficio Stampa WWF Italia

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