sabato 12 marzo 2011

Nasce a Latina il Comitato referendario per i SI

Il comitato ha la finalità di raccordare le sigle associative e le organizzazioni impegnate nelle campagne per l'acqua pubblica e contro il nucleare.

A seguito dell'incontro avvenuto venerdì 4 marzo presso la sede di Legambiente a Latina, cittadini e cittadine aderenti a diverse sigle associative e di comitati hanno costituito il Comitato referendario “Per i SI”.

Il Comitato nasce per aggregare il più possibile forze sociali ed individualità al fine di sostenere la posizione del “Si” nei referendum sulla gestione del servizio idrico integrato e sul ritorno del nucleare in Italia.

Questo appello ad aggregare le forze sociali scaturisce dalla peculiarità che ha il nostro territorio e la nostra comunità di confrontarsi tutti i giorni con la gestione privatistica del servizio idrico integrato da parte della società Acqualatina e con le annose problematiche legate ai siti delle due centrali nucleari di Borgo Sabotino e del Garigliano. Sembra molto probabile, infatti, la designazione da parte del Governo di queste due località quali luoghi ove riavviare la produzione energetica da nucleare mentre, nel frattempo, è in fase di completamento la realizzazione del primo deposito italiano di scorie nucleare presso la ex centrale nucleare di Latina.

I due percorsi referendari, è vero, hanno avuto vita autonomamente assumendo caratteri del tutto peculiari di cui i promotori di questo Comitato sono consapevoli e di cui si vuole tener conto.
Da una parte, infatti, i due quesiti sulla gestione dell'acqua sono il frutto di un decennale lavoro compiuto con coraggio e solerzia dalle organizzazioni della società civile riunite in comitati civici che qui in Provincia di Latina hanno avuto espressione nel Comitato provinciale difesa acqua pubblica e nei diversi comitati locali che hanno condotto le vertenze nei diversi comuni come i comitati di Aprilia e di Formia.
Nel corso di questa lunga campagna i Comitati per l'acqua, riuniti nel Forum nazionale dei movimenti per l'acqua, sono riusciti a mobilitare un tal numero di cittadini tanto da raccoglie fino a 1,4 milioni di firme per la presentazione dei quesiti referendari ottenendo un risultato di partecipazione unico in Europa. Dopo questo straordinario risultato il Comitato promotore ha lanciato la campagna “2 Si per l'acqua bene comune” a cui ci sentiamo di aderire proseguendo quel percorso che ci ha visto protagonisti con i nostri banchetti.

Diversamente, il quesito referendario che chiede l'abrogazione della legge 99/2009 nella parte in cui prevede che in Italia venga riavviata la produzione di energia elettrica attraverso la tecnologia nucleare ha avuto un percorso totalmente diverso, essendo stato presentato da una forza politica oggi presente in Parlamento. Nonostante ciò, già da tempo diverse associazioni ambientaliste stanno promuovendo una campagna di informazione e contrasto verso questa decisione governativa riunendosi nel coordinamento “Fermiamo il nucleare” che è stato promotore del corso dello scorso anno di una legge di iniziativa popolare per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Si è cercato, così, di declinare la contrarietà all'energia atomica in positivo individuando nelle fonti energetiche rinnovabili il settore strategico di maggior sviluppo tecnologico ed economico su cui puntare da qui ai prossimi anni. All'indomani del pronunciamento della Corte Costituzionale sull'ammissibilità dei quesiti referendari, che ha ammesso anche quello sul nucleare promosso dalla lista Italia dei Valori, queste stesse associazioni hanno dato vita al comitato referendario “Vota Si per fermare il nucleare” con l'obiettivo specifico di contribuire attraverso le loro organizzazioni a mobilitare quanti più cittadini possibili per favorire la buona riuscita della consultazione referendaria.

Chi di noi oggi esprime l'esigenza di riunire le forze in un unico Comitato aderendo contemporaneamente ad entrambe le campagne nazionali, lo fa perché vede focalizzarsi in un'unica scadenza due importanti battaglie e questioni sulle quali si gioca l'avvenire dei nostri territori e della nostra democrazia.
D'altronde, il concetto di acqua bene comune, e quindi di bene la cui fruizione è inscindibile dall'esercizio di un diritto fondamentale, ci invita a ragionare su un concetto di bene comune più generale che riunisce altri beni comuni come l'energia, la tutela della salute e della qualità del territorio e dell'ambiente e, quindi, ad inserire la campagna contro l'atomo in quello stesso percorso civile e politico di partecipazione democratica che ci ha coinvolti sul tema dell'acqua.

Invochiamo l'unitarietà delle componenti della società civile locale con la consapevolezza di quanto difficile sia oggi riuscire a coinvolgere i cittadini e spingerli ad esprimere la propria opinione nel merito delle due tematiche che saranno oggetto della consultazione.

Negli ultimi anni, infatti, nonostante il referendum rappresenti l'unica forma di democrazia diretta a disposizione dei cittadini, questo strumento è stato depotenziato e reso inefficace dai tranelli posti dai Governi.

Distinguere, infatti, come avviene purtroppo in questi giorni, le consultazione referendarie dalle altre occasioni di esercizio del voto di rappresentanza significa non attribuire alla partecipazione diretta dei cittadini la giusta dignità politica.

La politica, quella con la “p” minuscola, dei Governanti e rappresentanti del popolo, cercano depotenziare questo strumento delegittimando la politica con la “P” maiuscola esercitata direttamente con la partecipazione dai cittadini. Si cerca così di sfruttare meglio il consenso elettorale ed il voto di appartenenza sottraendo al proprio elettorato la capacità di fornire importanti indirizzi per la futura azione amministrativa e di governo.

Si manipola il risultato referendario facendo leva sullo scollamento e la sfiducia verso la partecipazione all'elettorato attivo prodotto dalla logorante mediocrità di certi dibattiti politici istituzionali e dalla mala gestione della cosa pubblica, salvo poi invocare il mandato elettorale concesso dai cittadini per legittimare anche provvedimenti di carattere personalistico.

La richiesta che viene avanzata in questi giorni dal “Comitato 29 maggio” affinché le consultazioni referendarie vengano accorpate al secondo turno delle elezioni amministrative, al cui appello ci sentiamo di aderire, è una richiesta di buon senso politico e di “buona amministrazione”.
Da una parte, infatti, i temi posti all'ordine del giorno dai referendum saranno inevitabilmente oggetto di confronto nel corso delle campagne elettorali locali, essendo la gestione del servizio idrico ed il nucleare temi che coinvolgono la gestione amministrativa degli enti ed il futuro dei singoli territori. Non ha senso, quindi, che il consenso elettorale, che si dovrà esprimere anche in ragione delle posizioni assunte dalle diverse liste su queste questioni, venga posticipato ad un ulteriore consultazione.
D'altra parte con tale decisione il Governo disattende al principio di economicità sprecando 350 mila euro di risorse pubbliche solo per mero calcolo politico, somme che in questa fase di crisi economica potrebbero essere meglio spese per sostenere la ripresa o beneficiare i lavoratori che in queste ore perdono il proprio posto di lavoro.

Per tutte queste ragioni chiediamo alle associazioni, ai comitati locali, alle organizzazioni sindacali e di categoria di tutta la Provincia di aderire al “Comitato per i SI” inviando una mail a : comitatopontinoperisi@gmail.com per creare così una vasta e diffusa mobilitazione civile in sostegno alle nostre ragioni.

Al Comitato potranno aderire solo e soltanto soggetti ed organizzazioni non impegnate nella campagna elettorale mentre le liste potranno se vorranno costituirsi in un gruppo d'appoggio, così come è stato fatto nella campagna nazionale per i due referendum sull'Acqua.

Firmato

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