venerdì 19 agosto 2011

Aprilia: Acqua, si cambia lo statuto

Il comitato acqua bene comune di Aprilia ha formulato un nuovo statuto per l'acqua bene comune. Dopo i referendum il comitato ha lavorato alla bozza presentata in commissione. L'articolo qui di seguito descrive le varie fasi.

Il Comitato Cittadino preme sulla maggioranza sulle modifiche alla carta costituzionale
De Monaco: «La bozza presentata in Commissione va migliorata»
Uno: Riformulare la dizione Acqua bene comune pubblico, due: escludere dalla gestione del servizio idrico ogni possibilità di lucrare, tre: escludere la possibilità di gestire il servizio idrico attraverso società di capitale, pubbliche o private. A dieci giorni di distanza dai lavori della Commissione Affari generali che ha ha esaminato la bozza di modifica dello statuto comunale, il Comitato cittadino acqua pubblica Aprilia torna a far sentire la propria voce. La modifica della carta costituzionale della comunità locale era stata richiesta attraverso una petizione popolare promossa proprio dal Comitato il 14 settembre 2010. Il 12 ottobre dello stesso anno De Monaco e soci organizzarono un convegno pubblico sul tema, con la partecipazione del Professore Alberto Lucarelli e successivamente si era svolta anche l’audizione del Comitato in commissione. «Un percorso necessario - spiega oggi il coordinatore Alberto De Monaco - a chiarire ed approfondire le ragioni della modifica richiesta, affinché si arrivasse ad un testo condiviso e con la massima convergenza. Nonostante il tempo fin qui trascorso riteniamo che la bozza presentata in Commissione debba essere migliorata. E’ necessario che un atto così importante per la comunità sia fatto al meglio possibile e quindi auspichiamo che le nostre osservazioni, già depositate lo scorso 21 luglio, vengano recepite per arrivare ad un testo definitivo entro novembre e chiudere quindi l’anno con l’approvazione e la pubblicazione del nuovo statuto della Città». Nello specifico il Comitato chiede di riformulare la dizione Acqua bene comune pubblico, in quanto «essa assurge a categoria di beni superiore ai quelli sia pubblici che privato. I beni comuni sono a titolarità diffusa, appartengono a tutti e a nessuno, nel senso che tutti devono poter accedere ad essi e nessuno può vantare pretese esclusive». Escludere, inoltre, dalla gestione del servizio idrico, ogni possibilità di lucrare e non solo quella relativa alla remunerazione del capitale investito, oggi già esclusa a seguito di abrogazione referendaria del 12 e 13 giugno. Escludere, infine, la possibilità di gestire il servizio idrico attraverso società di capitale, pubbliche o private, poiché nel nostro ordinamento tali soggetti sono per loro stessa natura votati all’utile di bilancio. «Ciò è contrario al principio «servizio idrico privo di rilevanza economica» che si vuole introdurre nello statuto - spiefa De Monaco - le forme di gestione non sono neutre rispetto al principio, e quindi si chiede che il servizio idrico venga affidato esclusivamente enti di diritto pubblico».
articolo a firma di M. D. L. su Latina Oggi di Domenica 31 Luglio 2011

Quando ci mettiamo all'opera noi di Pontinia? Il referendum stà sfumando dalla memoria dei cittadini e gli Amministratori non hano ancora mosso un dito per uscire da AcquaLatina e trovare una soluzione diversa, semplice, onesta e pubblica!

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