
pubblicato sul Il Settimanale di Latina in data 28 Maggio 2011
Gianpaolo Danieli
Dall'esigenza di costruire un punto d'incontro, questo blog è: Informazione, Ambiente, Notizie, Politica, gruppi locali e comitati di cittadini contrari alla costruzione dell'Inceneritore a Biomasse di Pontinia.
pubblicato sul Il Settimanale di Latina in data 28 Maggio 2011
Gianpaolo Danieli
Nonostante l'interesse suscitato dalle recenti elezioni comunali, i cittadini di Pontinia non dimenticano le questioni più importanti per la collettività che richiedono urgenti interventi amministrativi. Prima fra tutte la questione delle centrali a turbogas e biomasse nella zona di Mazzocchio.
Fra le varie voci si distingue, senza dubbio, quella di Giorgio Libralato, da sempre impegnato in prima linea su questo fronte. Libralato fa un breve excursus ricordando che "il TAR di Latina ha già riconosciuto le rimostranze avanzate dal Comune di Pontinia, considerando la centrale a turbogas tra quelle soggette alla Direttiva Seveso e, quindi, a rischio di incidente rilevante (come da D.Lgs. 334/99)". Ciò vuol dire che si tratta di una di quelle strutture che riportano un rischio di danni in grado di estendersi anche all'ambiente circostante, con conseguenze negative su aziende, abitazioni, coltivazioni ed infrastrutture limitrofe. Poi Libralato ricorda gli incidenti ed i danni da essi provocati negli ultimi anni da simili installazioni. Partendo dalle decine di morti di Viareggio, Middletown, Connecticut e Texas. Anche nella zona di Mazzocchio, anni fa ci fu un incendio che ha divorato un capannone industriale, centro di compostaggio di metallo, carta e plastica. Se la centrale ci fosse stata, si sarebbe trovata a meno di 100 metri dalle fiamme. Anche il 20 Aprile 2010 ha visto un incidente in zona: il ribaltamento di una pericolosissima autocisterna contenente circa 230 quintali di GPL. E poi, un anno dopo, lo scorso 21 Aprile c'è stato un nuovo incendio nel centro di compostaggio dell'umido, spento con qualche difficoltà. A dar vita all'episodio un'autocombustione dei materiali organici che si trovavano nel capannone di miscelamento che ha creato allarme e problemi alle residenze limitrofe. Il presidente del comitato cittadino, Luigi Cellini, denunciò alle autorità l'assenza di condizioni di sicurezza adeguate che possano permettere un intervento immediato e risolutivo in simili circostanze. A suo tempo Cellini scrisse: "Prima dell'arrivo dei pompieri alcuni operai hanno tentato di spegnere le fiamme con normali getti d'acqua, ma inutilmente. E se i vigili fossero giunti in ritardo? E se quel fumo conteneva sostanze tossiche? Chi doveva dircelo?". "Basteranno queste esperienze negative per usare la logica e il buon senso - si chiede oggi Libralato -, oppure dovremmo subire l'inquinamento e il degrado ambientale della centrale a turbogas o a biomasse?"
Fonte articolo: http://www.onirikaedizioni.it
“La Nestlè ha lanciato in Canada la proposta di creare una ‘borsa mondiale dell’acqua’, soggetta alle stesse regole della borsa per gli altri prodotti, che consentirebbe quindi a poche multinazionali di avere il controllo completo sull’acqua che finisce sulle nostre tavole, ma anche su quella che esce dal rubinetto, se l’acqua venisse privatizzata.
Nestlè è l’azienda numero uno per il mercato mondiale delle acque minerali, quindi la proposta non è per niente disinteressata (solo in Italia sono parte del gruppo Nestlè le seguenti marche: Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora Recoaro, Panna, Pejo, Terrier, Pracastello, San Bernardo, San Pellegrino, Sandali, Tione, Ulmeta, Vera).”
Sebbene Jones smorzi un pò la portata della denuncia appesantendola con qualche perla di sciovinismo a stelle e strisce, resta indubbia la gravità di uno scenario che – se confermato - comporterebbe conseguenze nefaste, fissando nuovi pericolosi ‘standard’ in materia di mercificazione.
A tal proposito, tra pochi giorni i cittadini italiani avranno la preziosa opportunità di esprimere la loro posizione in merito alla privatizzazione della acqua. Quesito non meno cruciale di quello riguardante la energia atomica, che però probabilmente sarà cassato grazie a una delle ultime cialtronerie mascherate da decreti che hanno contraddistinto il governo in carica.
Se gli italiani si esprimessero positivamente sulla abrogazione della legge che legittima la mercificazione della acqua pubblica, il crack delle uova rotte nei panieri degli speculatori riecheggerebbe per tutta l’Europa e il mondo intero, anche perché in futuro il nostro esempio potrebbe ispirare molte altre popolazioni interpellate sugli stessi temi.
Chi ancora dubiti che l’acqua privatizzata sia una grossa fregatura nel breve termine, provi a chiedere ai cittadini delle località italiane dove il (dis)servizio è attivo da qualche tempo. Chi non abbia chiari i probabili risvolti a lungo termine, rifletta sui normali alimenti, solo fino a un secolo fa del tutto naturali ed oggi in larga parte inquinati da sostanze chimiche tanto più nocive alla salute umana, quanto più giovevoli alla salute finanziaria delle imprese produttrici. E’ una storia vecchia. Nella giungla del ‘libero mercato’ presto o tardi emergono pochi soggetti dominanti che dopo avere fagocitato ogni concorrente creano un cartello economico ed usano le loro risorse finanziarie per corrompere la politica e dettare le proprie condizioni-capestro ai consumatori e agli stessi stati (chi ha detto Monsanto?).
Mi rendo conto che per una politica colpevole di bancarotta fraudolenta e capace di governare solo accumulando debiti, mettere tutto nelle mani dei privati sarebbe oggi la via più comoda. Troppo facile. Si rimbocchino le maniche e facciano in modo di garantirci un servizio pubblico di prima qualità, perché è l’unica soluzione accettabile.
Ciò detto, mi sembra superfluo specificare la importanza del momento. I nostri singoli SI del 12 e 13 Giugno saranno necessari, ma non sufficienti. Affinché il referendum possa essere considerato valido dovranno esprimersi circa 25 milioni di aventi diritto al voto. 25 milioni vuol dire: tutti i cittadini informati, lungimiranti e responsabili d’Italia … più altri 15 milioni circa. Insomma, se la questione ci sta a cuore, dovremmo darci da fare per coinvolgere famigliari, amici, conoscenti che senza il nostro intervento diserterebbero le urne.
Si tratta di una presa di posizione sicura, trasparente, non strumentalizzabile. Invisa alla intera combriccola del potere, prova ne sia il compatto oscuramento con cui mass media e politica (salvo riluttanti eccezioni) stanno cercando di boicottare il referendum. Chi voterà SI avrà la ragionevole certezza di averlo fatto nel proprio esclusivo interesse e contro la logica del ricatto, del profitto, della anti-democrazia. Il che non è poco, in questi tempi di mistificazioni e trappole culturali.
- il 13 aprile 2011 hanno votato l'impunità per il loro capo facendoci credere di averlo fatto per il bene di noi cittadini. con 314 voti a favore
- hanno la pensione garantita di 3.100 euro al mese lavorando 5 anni.
- noi lavoreremo fino ai 65 anni per avere una pensione forse pari a metà dello stipendio.
- Questi qua beneficiano gratis di aereo, treno, autostrada, cinema, ristoranti, ecc.
- noi paghiamo anche la carta igienica dei figli a scuola.
- Questi qua hanno la casa in affitto in centro a Roma a 500 al mese.
- noi abbiamo un mutuo fino alla terza età
Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?
Fate girare questo messaggio!!!!
E' molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011. E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo stato.
Il referendum avrà quattro quesiti, uno pi importante dell'altro. Ve li elenco in maniera molto molto stringata. Per ogni approfondimento andate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011_in_Italia
Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che d'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?
Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?
Terzo quesito (Centrali Nucleari) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?
Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?
Come per ogni referendum bisognerà raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido.
La vera unità di noi tutti per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una forte risposta a leggi che remano contro di noi.
RICORDA: Condividi questo post con tutti i tuoi contatti, perchè questa volta abbiamo la possibilità di salvare il paese, gira la mail a tutti i tuoi contatti.
Pubblicizziamo questi argomenti:
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè non saranno fatti passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E'
necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone
Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno.
QUINDI : I cittadini, non andranno a votare il referendum.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti. Passaparola!
La notizia è giunta in redazione ieri: il Governo aveva deciso di dismettere il programma nucleare. Fonti interne ci hanno chiarito lo scenario e le ragioni di questa scelta che vedono un accordo Parigi Roma che da una parte toglie la costruzione delle centrali ad AREVA e dall'altra affida la gestione dell'acqua pubblica a VEOLIA.
Nucleare in Italia: il Governo decide di soprassedere sul programma nucleare, lo fa inserendo una moratoria nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, che prevede l'abrogazione di tutto l'impianto normativo che attiene la realizzazione di impianti nucleari nel Paese.
L'emendamente recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".
Ad abbracciare la linea Berlusconi in persona, da sempre scettico nei confronti del programma atomico ma schiacciato dalla lobby nucleare. Sebbene alcune voci leghino questa scelta ad un sondaggio realizzato la scorsa settimana che avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno (quindi oltre il quorum) le ragioni sono più ampie.
Prima di prendere questa decisione il Governo ha intavolato accordi con la Francia per dare una "contropartita" alla perdita economica che ne sarebbe derivata. Raggiunta l'intesa, stamane, AREVA - il colosso mondiale francese del nucleare che si sarebbe dovuto occupare della costruzione delle nostri centrali - ha iniziato la dismissione dei suoi uffici romani.
Il Governo era ben cosciente che il raggiungimento del quorum avrebbe comportato la bocciatura non solo della legge sul Nucleare ma anche quelle sul Legittimo Impedimento e sulla Privatizzazione dell'acqua.
E' stato proprio su quest'ultimo punto che è nata la contropartita da offrire oltralpe, attraverso un patto che sposta gli interessi economici dal nucleare all'acqua e dovrebbe garantire a VEOLIA una consistente presenza nel suo processo di privatizzazione (l'azienda francese è uno dei leader mondiali nel settore della gestione urbana degli acquedotti, dei rifiuti e dei trasporti). I mediatori italiani hanno dovuto fare una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di giungere ad un accordo che soddisfacesse Parigi e che potesse essere ratificato già il 23 Aprile, giorno dell'incontro tra Berlusconi e Sarkozy.
Il Governo ha, così, trovato il modo di liberarsi di un referendum chiave che rappresentava, dopo Fukushima, il vero motore della votazione e l'elemento che avrebbe portato i cittadini alle urne.
In un colpo solo si è disinnescata una possibile bomba elettorale in mano alle opposizioni (il pericolo nucleare), si è portato a casa il Legittimo impedimento e si è continuato il processo di privatizzazione dell'acqua pubblica.
La controversia, poi, lascia ancora margini di manovra a futuri colpi di mano "nucleari" poiché l'emendamento di oggi in Senato elimina l'obbligo della stesura dei decreti legislativi di applicazione sul nucleare. Ma i decreti approvati finora non decadono, così come la legge numero 133/08 che dà il via alle centrali. E' uno stop, non una abrogazione mentre il referendum avrebbe abrogato la legge.
Berlusconi l'ha confessato. Dopo il vertice italo-francese a Villa Madama ha dichiarato: "Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo" e ha ammesso che "fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare […] Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria". (guarda il video)
Fonte dell'immagine: http://savageculture.blogspot.com/
Fonte dell'articolo: http://www.agoravox.it/