Fonte dell'articolo : Latina Oggi
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NIENTE SCORIE NEL LAZIO. ALLA PISANA PASSA LA PROPOSTA DEI VERDI CHE VIETA IL NUCLEARE
di Valerio Sordilli
La Commissione Affari Comunitari e Internazionali della Regione Lazio ha dato ieri mattina il via libera alla proposta di legge sul nucleare che vieta la reintroduzione di sistemi di produzione di energia atomica sul territorio regionale. Con i voti favorevoli dell’opposizione e di una parte della maggioranza, l’organismo della Pisana ha quindi fatto propria l’iniziativa dei Verdi che «impedisce la localizzazione di nuove centrali, la riattivazione di quelle esistenti » come pure del «deposito di materiali radioattivi o di combustibile irraggiato» in ogni area del territorio regionale.
Nessuna nuova centrale quindi, e nessuna possibilità che entro i confini della Regione sia riattivata una vecchia centrale in dismissione né, tantomeno, che sia costruito alcun deposito – sia pure solo temporaneo – di scorie atomiche: questo è in soldoni quanto prevede il documento approvato dalla Commissione e che ora, dopo l’ok di ieri, arriverà presto in Commissione Ambiente, quindi in Consiglio regionale per il parere definitivo. Notizia questa che per la regione Lazio, e per la provincia di Latina in particolare, significa non poco. Visto che non più tardi di alcune settimane fa furono proprio i Verdi a dare conto della volontà del Governo di puntare sulle ex centrali (tra cui quella di Borgo Sabotino in terra pontina) per far ripartire la macchina atomica nazionale. Come pure avevano garantito la veridicità di alcune indiscrezioni secondo le quali dal Ministero dello Sviluppo Economico sarebbero intenzionati a realizzare il deposito nazionale delle scorie nella superficie dell’impianto ormai dismesso del Garigliano, costruito a cavallo tra le province di Latina e Caserta.
Soddisfazione per l’approvazione della proposta di legge anti-nucleare è stata espressa dal capogruppo dei Verdi alla Regione, Angelo Bonelli. Secondo il quale «l’approvazione della nostra proposta per impedire il ritorno del nucleare nel Lazio è solo un primo passo di una battaglia lunga», che gli esponenti del movimento ambientalista hanno annunciato di voler proseguire almeno «fino a che non si arriverà ad uno stop su tutto il territorio nazionale del ritorno al nucleare, così come deciso dai cittadini con un referendum». Chiaro però che il passaggio della proposta in Commissione Affari Comunitari, sostenuta non solo dagli esponenti dell’opposizione, abbia generato qualche mal di pancia negli ambienti della maggioranza della Pisana. Specie tra chi, come il consigliere pidiellino Francesco Pasquali, ha sempre considerato l’atomo come una risorsa indispensabile per il Lazio e, più in generale, per il Paese. Chiaro a questo punto come in molti, per far cessare le acque agitate in maggioranza, si aspettano adesso una presa di posizione netta da parte del presidente Renata Polverini. Che però sul nucleare, era già stata chiarissima in tempi di campagna elettorale: «si all’atomo – disse in un incontro in terra pontina – ma il Lazio è autosufficiente sotto il profilo energetico». Possibile, quindi, che l’ok di ieri in Commissione sia solo il primo passo di una proposta che stavolta sembra proprio essere destinata a diventare legge.
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