mercoledì 5 marzo 2014

Interrogazione alla Camera di Cristian Iannuzzi del M5S


Interrogazione a risposta scritta 4-02211
presentato da IANNUZZI Cristian
testo di Giovedì 17 ottobre 2013, seduta n. 99 
CRISTIAN IANNUZZI, CATALANO, SPESSOTTO, D'UVA, DE LORENZIS, VIGNAROLI, LOREFICE, PAOLO NICOLÒ ROMANO, DE ROSA, NICOLA BIANCHI e PARENTELA

— Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: la ditta Pontinia Rinnovabili srl, in data 27 aprile 2007, ha presentato domanda di autorizzazione integrata ambientale, acquisita agli atti della provincia di Latina con prot. n. 27553 del 3 maggio 2007, ai sensi del decreto legislativo n. 59 del 2005 per la realizzazione di una centrale elettrica alimentata a biomasse della potenza di 20 megawatt elettrici, da realizzarsi a Mazzocchio, località del comune di Pontinia in provincia di Latina; durante il procedimento per ottenere l'autorizzazione integrata ambientale, il comune di Pontinia ha più volte espresso il suo parere contrario al progetto, affermando la necessità di «ridurre ad un limite accettabile il rischio per la salute, un tale tipo impianto a combustione diretta a biomassa non può avere una potenzialità superiore a 1 megawatt per il grave nocumento alla salute pubblica che la realizzazione di una centrale di questa grandezza e tipologia comporta», come riporta il verbale della Conferenza servizi del 13 dicembre del 2012 tenutasi presso la regione Lazio; dato il diniego del comune di Pontinia, la provincia di Latina appellandosi all'articolo 14-quater della legge n. 241 del 1990 ha chiuso i lavori rimandando la decisione alla Conferenza permanente tra Stato e Regioni. A seguito dell'intervenuta modifica del comma 3 dell'articolo 14-quater della legge n. 241 del 1990, la relativa competenza è stata trasferita e quindi trasmessa dalla regione Lazio, con una nota pervenuta il 29 maggio 2012, al coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei ministri, chiedendo la rimessione al Consiglio dei ministri della decisione per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale. La Presidenza del Consiglio con deliberazione del 5 luglio 2013 approva l'autorizzazione integrata ambientale per la centrale elettrica alimentata a biomasse della potenza di 20 megawatt elettrici; il dipartimento di prevenzione U.o.c. igiene e sanità di Latina fa presente che «le emissioni generate, dirette e indirette, anche all'interno dei limiti di legge, da tali tipologie d'impianto comporteranno una modificazione della qualità dell'aria e dell'esposizione della popolazione della zona», come riportato nel parere trasmesso al dipartimento istituzionale territorio della regione Lazio, protocollo n. 525328/02/10 del 3 dicembre 2012; la società Pontinia Rinnovabili srl non risulterebbe aver effettuato studi sull'impatto ambientale che la centrale comporterà sulle due aree Sic e Zps presenti nelle vicinanze della centrale, i laghi dei Gricilli e Fontana di Muro, non avrebbe compiuto analisi sulla qualità dell'aria e non risulta all'interrogante sia stato emesso il parere di compatibilità territoriale previsto per le zone interessate da rischio di incidente rilevante; nella nota del 1o febbraio 2013 della direzione regionale ambiente con prot. n. 043305 si scrive: «l'assetto impiantistico prevede sia emissioni diffuse, prodotte dall'erosione eolica del materiale stoccato, transito camion e operazioni di carico e scarico del materiale combustibile, sia emissioni convogliate dalle lavorazioni effettuate in capannoni e quelle prodotte dalle caldaie»; l'area dove sorgerà la centrale è indisponibile in quanto la facoltà di utilizzazione del sito industriale dell'agglomerato di Mazzocchio per la società Pontinia Rinnovabili srl, di cui alla delibera n. 82/07 del consiglio di amministrazione del Consorzio per lo sviluppo industriale Roma Latina, è decaduta il 31 dicembre 2008; non sono stati stipulati accordi di filiera per la produzione di biomasse nell'area di 70 chilometri dall'ubicazione dell'impianto ed inoltre, nelle note tecniche di costruzione della centrale, depositate presso il registro elenco progetti della regione Lazio con il numero 221/2007, si prevede che il 70-75 per cento del combustibile sarà formato da cippato disposto per essere bruciato, la cui provenienza risulta all'interrogante ignota, noti essendoci, nell'area, alcuna industria del legno che potrebbe fornire il cippato già pronto; le centrali a biomasse con una potenza così alta non riescono ad alimentarsi grazie alla sola disponibilità dei combustibili nel territorio e la prassi italiana negli anni ha voluto che si importasse il combustibile dalle altre regioni se non addirittura dall'estero a basso costo; l'avvio della centrale a biomassa di Mazzocchio determinerebbe una insostenibile e sproporzionata concentrazione di centrali elettriche nella regione considerando inoltre che ad Aprilia, nella medesima provincia, è attiva una centrale turbogas –: se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti; se risulti quali siano le ragioni per le quali sia stata concessa l'AIA nonostante rilevate le ambiguità e carenze progettuali; se nel concedere l'AIA sia stato valutato che la centrale elettrica da bruciatore di biomasse si possa trasformare in un inceneritore di rifiuti considerando che l'impianto ha un fabbisogno annuo di 275.000 tonnellate di combustibile, che l'energia è prodotta dalla combustione diretta delle biomasse, che c’è la perenne emergenza rifiuti riguardante sia il Lazio che la Campania e che è stabile la presenza della malavita organizzata in tutto il basso Lazio nel ciclo dei rifiuti; se disponga di elementi in merito agli effetti sulla salute dei cittadini con riferimento a questo ulteriore impianto fortemente impattante sull'ambiente che si aggiunge peraltro alla vicina centrale elettrica a turbogas di Aprilia. (4-02211).

Articolo Correlato:
Centrale a biomasse a Mazzocchio: il deputato Cristian Iannuzzi(M5S) deposita interrogazione


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti verranno moderati per motivi legati al comma 49 del DDL Intercettazioni.