mercoledì 5 marzo 2014

Tavolo di Lavoro M5S: Centrale a Biomasse di Pontinia

MOVIMENTO 5 STELLE LATINA - GRILLI IN MOVIMENTO PER PONTINIA. 
TAVOLO DI LAVORO ENERGIA E RIFIUTI 

OGGETTO : CENTRALE A BIOMASSE DI PONTINIA LOC.MAZZOCCHIO 

INDICE: 

1) DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO; 
2) DESCRIZIONE DELLA LOCALITA’; 
3) PERCHE’ NO; 
4)  RESOCONTO STORICO 
5) DITTA COSTRUTTRICE; 

1) DESCRIZIONE DELL’ IMPIANTO; 
 Una centrale a Biomasse è costituita essenzialmente da un impianto che brucia combustibile per generare energia. Il combustibile è chiamato Biomassa. Il termine descrive diversi tipi di materiali principalmente di natura organica. La Biomassa è costituita principalmente da materiali che vengono definiti “rinnovabili” e per questo si dice che l’energia prodotta e derivata da fonti rinnovabili. Perché le Biomasse vengono definite rinnovabili? Le fonti rinnovabili sono costituite da materiali che possono essere prodotti e rinnovati velocemente contestualmente ai tempi di utilizzo. La Biomassa è costituita da materiale organico naturale, principalmente vegetale come: 
 • Legname da ardere; 
• Residui agricoli e forestali; 
• Scarti dell’industria agroalimentare; 
• Reflui degli allevamenti; • Rifiuti urbani; 
• Specie vegetali coltivate per lo scopo e quindi da culture facilmente rinnovabili. 

I combustibili fossili, come il petrolio, il carbone il gas, impiegano decine di milioni di anni a formarsi a “rinnovarsi” e noi l’abbiamo consumato in pochi decenni e quindi non possono essere considerati rinnovabili da un punto di vista sia pratico che ambientale. Anche le stesse biomasse vegetali, sono da considerarsi fonti rinnovabili se il consumo è legato ad piano di produzione compatibile all’ambiente e allo sfruttamento del territorio e questo porta a delle eccezioni sul loro stesso utilizzo. La centrale a biomasse che la Pontinia rinnovabili S.r.l. intende costruire a Pontinia, nella zona industriale di Mazzocchio, consumerebbe, secondo le stime della stessa società proponente, 275.000 tonnellate l'anno di legno vergine per una produzione di 20 Megawatt di energia elettrica. La centrale sarà composta da un bruciatore che scalderà l’acqua prelevata da pozzi e la trasformerà in vapore ad alta pressione. Il vapore farà ruotare una turbina collegata ad un alternatore per la produzione di energia elettrica. La distribuzione dell’energia avverrà attraverso una cabina di trasformazione e un elettrodotto da allacciare alla rete. L’approvvigionamento dei materiali avverrà attraverso l’uso di camion sulla rete stradale e navi per il legname dall’estero (Amazzonia). Il materiale dovrà essere necessariamente stoccato in magazzini. 

 Figura 1 – schema di una centrale a biomasse


2) DESCRIZIONE DELLA LOCALITA’ 
 Mazzocchio è una località del comune di Pontinia situata ai piedi dei monti Lepini in uno dei punti di maggior depressione dell’agro Pontino a qualche metro sotto il livello del mare. Mazzocchio confina con i comuni di Priverno, Sonnino, Terracina. Si trova in prossimità di una delle zone verdi più belle dei Lepini, il bosco di San Martino ed è vicino all’abbazia di Fossanova. Famosi sono poi i laghetti solfurei dei Gricilli che evidenziano la notevole predisposizione idrogeologica del territorio al fenomeno dei Sink Hole. I terreni circostanti sono fortemente agricoli e rinomata è la qualità dell’olio prodotto sulle colline di Sonnino. Sono presenti poi numerosi allevamenti di bovini e suini. Sulle colline è poi ancora praticata l’attività di pastorizia con allevamenti di capre e pecore. Forte è anche la presenza di bufali per la produzione della mozzarella che sta dando nuovo slancio economico a tante piccole aziende convertitesi in piccoli caseifici.

 Figura 2 – vista della località Mazzocchio e zone limitrofe.




Negli anni 70-80 il comune di Pontinia ha deciso di creare a Mazzocchio la propria zona industriale ma non vi è stata quella industrializzazione che ci si aspettava e quindi l’economia principale dell’area è quella agricola. Economia già fortemente danneggiata da una serie di problematiche territoriali e nazionali.

3) PERCHE’ NO?? 
Quali sono le osservazioni, alla costruzione di questo tipo di centrali? Sono le stesse che negli anni hanno permesso ai cittadini di Pontinia di vincere le diverse battaglie legali che ne hanno bloccato la realizzazione. Di seguito alcune delle motivazioni per il no:

A)USO DI MATERIALI DIVERSI DALLE BIOMASSE 
Con il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità, inserisce nell’elenco delle centrali anche le centrali ibride, vale a dire quegli impianti che “che producono energia elettrica utilizzando sia fonti non rinnovabili, sia fonti rinnovabili, compresi anche gli impianti di co-combustione, vale a dire gli impianti che producono energia elettrica mediante combustione di fonti non rinnovabili e di fonti rinnovabili”. In sostanza questo decreto permette alla società produttrice di alimentare la centrale con Combustibile Da Rifiuti (CDR) e quindi rifiuti non differenziati, non controllati, di provenienze anche ignote, senza contare che l’economia della grande malavita organizzata è passata dalla droga, ai rifiuti ed in particolare quelli speciali. Come è già avvenuto in passato e soprattutto a causa delle falle per quanto riguarda controlli e certificazioni, quello che più preoccupa è l’utilizzo come combustibile di CDR (Combustibile Da Rifiuti) che produce elevate quantità di diossina e polveri sottili. Da questo punto di vista si ricorda il caso della centrale a biomasse di Cutro (Kr) autorizzata dal Commissario per l'emergenza rifiuti in Calabria alla co-combustione del CDR. Un altro esempio è la grande centrale a biomasse di Acerra (NA) da 74 MW che brucia olio di palma.

L'impianto a biomassa della Fri-el di Acerra si trova proprio dietro al grande termovalorrizzatore inaugurato per mettere fine all'emergenza rifiuti di Napoli. Si tratta di una centrale che brucia olio di palma per ricavarne energia verde, ma secondo le analisi commissionate nel 2011 dalla polizia municipale di Acerra e quelle del 2012 effettuate sugli oli combustibili, ci sarebbero in essi tracce di PCB – Policlorobifenili, inquinanti di prima classe, sostanze tossiche e cancerogene. Questi inquinanti bruciano assieme all'olio di palma, ma paradossalmente l'impianto riceve contributi dallo stato attraverso i Certificati Verdi per la produzione di energia green. In pratica oltre all’olio di palma vengono combusti anche oli di derivazione sintetica o minerale e non si sa come questo possa accadere. Le particelle, che secondo le analisi non supererebbero i limiti di legge, nel tempo si stanno depositando sui terreni circostanti. Di fatto nella zona i casi di tumore di persone ed animali sono elevati ed in passato 88 operai della azienda Montefibre, vecchia proprietaria dello stabilimento che produceva filati sintetici ora convertito in centrale a Biomasse, sono morti per gravi forme di tumore. Si Potrebbe ipotizzare allora che la presenza di PCB sia dovuta alla combustione di quelle sostanze magari ancora presenti nello stabilimento e che potrebbero essere bruciate assieme all’olio di palma? E questo potrebbe accadere anche alla centrale di Pontinia? Utilizzare il CDR è per le società molto più vantaggioso economicamente perché oltre ad essere pagati per bruciare i rifiuti, produrrebbero energia a costo ZERO. Una centrale di queste dimensioni ha poi bisogno di una elevata quantità di combustibile che non potrebbe mai essere soddisfatta ne con le piantagioni locali di alberi e culture ne con la produzione solo locale di rifiuti. Inoltre a livello locale non si riscontrano benefici sulle bollette dei rifiuti o elettriche o agevolazioni di qualche tipo. Nulla vieta che questo potrebbe accadere anche nella centrale a biomasse di Pontinia. Questo consentirebbe alla società proponente di reperire facilmente materiale da bruciare e continuare a beneficiare degli incentivi statali. Possono poi essere bruciati i trucioli e altri scarti delle industrie del legno e del mobile che contengono colle e vernici e altre sostanze chimiche pericolose e possono produrre diossine; ancor peggio se a questi scarti viene aggiunto altro materiale (CDR, rifiuti).

B) USO DI COMBUSTIBILE A BIOMASSA, FABBISOGNO DEL’IMPIANTO;
La centrale a biomasse che la Pontinia rinnovabili S.r.l. intende costruire a Pontinia, nella zona industriale di Mazzocchio, consumerebbe, secondo le stime della stessa società proponente, 275.000 tonnellate l'anno di legno vergine. Ciò richiederebbe la disponibilità, a Pontinia e dintorni, di 16.000 ettari di terreni coltivati esclusivamente a biomasse. La relazione tecnica allegata al progetto descrive l’esempio di coltivazioni a base legnosa a breve ciclo (2-3 anni) e ad elevata produzione di biomassa. Nella relazione allegata al progetto c’è scritto che un ettaro di pioppeto produce circa 17 tonnellate all'anno di legno. Comune di Pontinia ha una superficie di circa 12.000 ettari e comprende le strade i canali, fiumi, fossi, edifici e quant'altro occupi il suolo. E' evidente quindi che per coprire il fabbisogno della centrale non sarebbero sufficienti tutti i terreni agricoli disponibili a Pontinia. Non risulta presentato alcun progetto di pianificazione colturale delle biomasse sul nostro territorio. La centrale per poter trattare, lavorare e bruciare la biomassa avrebbe bisogno di un quantitativo di combustibile fossile (gasolio) pari a 120 tonnellate annue; la stessa azienda per l’avviamento delle caldaie nei periodi invernali consumerebbe 630 Tonnellate annue sempre di gasolio. Tanto premesso, il conto energetico della centrale a biomasse di cui si discute non è conveniente in quanto non è possibile far funzionare la centrale esclusivamente con scarti agricoli ricavati in loco. L'impianto è troppo lontano rispetto al luogo di produzione della biomassa. Per alimentarlo occorrerebbe approvvigionarsi di materia prima, in primis pioppi, proveniente dall'estero. almeno 50/60 camion al giorno, che transiterebbero sulle principali strade di collegamento del nostro territorio incidendo negativamente su traffico e inquinamento;

C) SFRUTTAMENTO DEL SUOLO E DELLE RISORSE IDRICHE;
L’elevato quantitativo di acqua (oltre 104.000 mc in 8000 ore di esercizio) utilizzata per il processo produttivo prelevata mediante pozzo artesiano in loco verrebbe sottratta all’agricoltura locale che versa già in condizioni di emergenza idrica. La linea delle faglie si potrebbero abbassere notevolmente prosciugando in breve tempo tutti i pozzi della zona. Il rischio di un dissesto idrogeologico è palesato anche dal fatto che le caratteristiche geologiche del sottosuolo, portano alla formazione dei cosiddetti Sinkhole cioè voragini dovute all’erosione sotterranea dell’acqua oggetto di studio dell’Università di Roma Tre.

Figura 3 – Sinkhole a Mazzocchio



C) PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
Ogni combustione, anche piccola, altera un equilibrio energetico, consuma energia e non la ripristina. Per piccole quote di combustione non succede nulla. Differente è se bruciamo tonnellate e tonnellate di biomasse in continuazione. L’energia che così viene prodotta non è “pulita”, perchè vengono prodotte polveri sottili, monossido di carbonio e altri inquinanti in maniera significativa. Anche dopo la depurazione dei fumi prodotti, ci sarà l’immissione nell’ambiente di quantità non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti (polveri sottili [9] ed ultra sottili, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici [10], diossine..) con effetti potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione esposta.

Le conseguenze per la salute degli abitanti sarebbe devastante. Per prima cosa le malattie dell’apparato respiratorio avrebbero un aumento esponenziale. I prodotti agricoli verrebbero inevitabilmente contaminati e assimileremo attraverso questi le particelle inquinanti. L’economia della zona basata, essenzialmente sull’agricoltura e la zootecnia, verrebbe stravolta. Chi comprerebbe più i prodotti dell’ agro pontino? Le ricadute occupazionali sul comparto agricolo non potranno mai essere rimpiazzate da quelle portate dalla realizzazione della centrale. Il materiale inerte risultato della combustione, è classificato rifiuto speciale e va smaltito come tale. Dove verrà smaltito questo materiale? Inoltre, come si evince dal documento “Linee Programmatiche” del Consiglio Provincia di Latina n° 77 del 1° ottobre del 2004, per le politiche e lo sviluppo economico sostenibile, si pone particolare attenzione al mondo dell’agricoltura, come fattore di grande importanza nel tessuto economico provinciale come volano della nostra economia, favorendo l’introduzione nel mondo agricolo delle produzioni biologiche, accompagnate da un percorso di tutela ambientale. Potranno mai essere coltivati dei prodotti biologici in queste zone con una centrale del genere?

4) RESOCONTO STORICO DEI TENTATIVI DI COSTRUZIONE DELLA CENTRALE
Il progetto della centrale di Mazzocchio a Pontinia è stato bocciato senza appello nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 presso l'amministrazione provinciale di Latina per diverse lacune e mancanze. Sopratutto perchè prevedeva di bruciare (l'impianto di produzione di energia elettrica a biomasse è un inceneritore) alcuni rifiuti e perchè prevedeva che 1/5 della legna avrebbe avuto provenienza extra regionale e addirittura straniera. Poi il piano proposto non era sufficientemente chiaro a dimostrare come e da dove poteva provenire una simile quantità di legna per alimentare la quale non era nemmeno sufficiente tutto il bosco del Circeo. Come si evince da quanto di seguito riportato, nel tempo si erano espressi contro i diversi enti interessati: il comune di Pontinia, la ASL di Latina, i vigili del fuoco di Latina, la provincia di latina, la regione Lazio, il TAR di Latina. 27 gennaio 2009 conferenza servizi Il sindaco del comune di Pontinia, come richiesto, il parere negativo al progetto della centrale a biomasse in base agli articoli 216 e 217 del R.D. 1265/1934. I rappresentanti della ASL, in particolare il dottor Amilcare Ruta confortava il parere del sindaco di Pontinia che, una evidente situazione di malattie dell’apparato respiratorio era più che giustificabile un discorso dubitativo dove deve prevalere il principio di cautela. Anche il rappresentante del comando provinciale dei vigili del fuoco di Latina ha ricordato che il parere espresso sul progetto, in data 31/8/6 non teneva certo conto degli effetti domino e dell’irraggiamento termico e degli incendi che potrebbero svilupparsi da e per le centrali elettriche alle 2 centrali a incidenti rilevanti. - nella riunione conclusiva della commissione AIA – IPPC del 27 gennaio 2009 il Sindaco del comune di Pontinia con riferimento agli artt. 216 e 217 TULS del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 esprime parere negativo al progetto della centrale a biomasse; - la provincia di Latina con nota prot. n. 7843 del 5 febbraio 2009 di trasmissione, alla Segreteria della Conferenza permanente per i Rapporti Stato - Regione per le determinazioni di competenza, - il 7 maggio conferenza unificata presso la segreteria della presidenza del consiglio dei ministri dove il comune di Pontinia conferma il parere negativo espresso il 27 gennaio 2009, la Provincia di Latina conferma la validità della procedura e così il presidente della commissione che informa di aver chiesto e ricevuto 2 pareri del Consiglio di Stato che confermano la validità del parere del Comune di Pontinia e della procedura della Provincia di Latina. Assenti Regione Lazio e Ministero per la salute la decisione viene rinviata alla conferenza unificata che viene convocata senza esito il 21 maggio, l’11 giugno, il 29 luglio, 29 ottobre; - sentenza del TAR di Latina del 14 settembre 2009 n. 200900819 che respinge il ricorso della ditta proponente. (http://www.giustizia-amministrativa.it); - a metà novembre la società proponente notifica il ricorso contro la sentenza del TAR di Latina del 14 settembre 2009 n. 200900819, al Consiglio di Stato.


MA LE POSIZIONI SONO CAMBIATE!!!!!! 


La Regione Lazio in una nota del 16 Luglio 2012 (giunta Polverini), esprime parere favorevole alla costruzione dell’ impianto, condizionatamente alle prescrizioni e alle limitazioni espresse dai soggetti partecipanti alla conferenza dei servizi. Il 13 Dicembre del 2012 dalla conferenza dei servizi emergono i pareri favorevoli di: Regione Lazio, ASL Latina, vigili del fuoco, consorzio per lo sviluppo industriale Roma - Latina (???), Soc. TERNA s.p.a., mentre il comune di Pontinia dissente e ribadisce il proprio parere negativo. Il 5 Marzo 2013 (poco dopo le elezioni), la regione trasmette alla presidenza del consiglio dei ministri - dipartimento per il coordinamento amministrativo, l’esito della conferenza dei servizi con quanto sopra emerso. Il dipartimento per il coordinamento amministrativo, in una riunione del 22/04/2013, chiede alla regione e alla provincia le prescrizioni relative al superamento delle criticità progettuali. Chiede poi al comune di Pontinia di fornire le sue indicazioni integrative, relativamente alla posizione assunta precedentemente in conferenza dei servizi, in considerazione della necessità di adeguamento del progetto della centrale a biomasse da parte della società Pontinia Rinnovabili A.R.L. In sostanza l’ufficio della presidenza del consiglio preposto (il dipartimento per il coordinamento amministrativo) dice:


"QUESTA CENTRALE DEVE ESSERE FATTA, SE CI SONO PRESCRIZIONI INDICATELE CHE LA SOCIETA’ COSTRUTTRICE LE RISPETTERA’".


Il comune di Pontinia il 3/5/2013 trasmette una nota che ribadisce la contrarietà al progetto per ragioni di salute pubblica supportato dal parere della ASL nelle precedenti comunicazioni. Come prescrizione chiede che la centrale non debba superare 1 Mw. Il problema è che la ASL questa volta ha dato parere positivo. Nella conferenza dei servizi del 27 Gennaio 2009 segnalava che in presenza di indicazioni epidemiologiche con margini di incertezza non potrà che condividere le prescrizioni finalizzate alla riduzione e/o eliminazione di ogni potenziale rischio per la popolazione esposta.

VORREBBE DIRE: SE LA CENTRALE NON INQUINA NON CI SONO RISCHI.

Che è come dire SE ti fermi al semaforo non fai incidenti, SE non vai a rubare non rischi l’arresto, SE usi il casco in motorino non rischi di farti male ecc….ecc…. cioè vorrebbe dire SE rispetti le regole non ti succederà niente di male. SE…… SE…. ma purtroppo di incidenti ne succedono, i ladri vengono arrestati e non tutti usano il casco, quindi purtroppo non tutti rispettano le regole e spesso non è facile farle rispettare e cito l’esempio dell’ILVA di Taranto o delle decine di aziende che vengono denunciate per reati ambientali.

Figura 4 – l’ILVA di Taranto



Il 7 Maggio 2013 la Regione Lazio (giunta Zingaretti), trasmette le “prescrizioni” che la società costruttrice della centrale dovrà rispettare (sempre dopo che verrà costruita). Le prescrizioni riguardano quanto sopra esposto, polveri, sfruttamento delle falde, sicurezza del suolo impatto ambientale ecc… quindi una serie di interventi tecnici che la società dovrà fare per tutelare salute e territorio. L’8 Maggio 2013, anche la provincia si esprime sulla falsa riga della regione con prescrizioni analoghe. Sempre l’otto Maggio 2013 (….che coordinamento e quanta celerità!) anche la ASL di Latina viste le note di Regione e provincia, non può che esprimere parere positivo al progetto. Il 5 Luglio del 2013, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, delibera la realizzazione della centrale a Biomasse di Pontinia secondo le prescrizioni espresse dalla Regione Lazio, la Provincia, la ASL di Latina e che le predette amministrazioni vigileranno sul puntuale rispetto delle stesse. 

5) DITTA COSTRUTTRICE 
La società che vuole realizzare la centrale a Biomasse di Pontinia è la Pontinia Rinnovabili s.r.l. di Milano del sig. Fabio Ferretti. La società a fronte di un investimento CALCOLATO di 80 mln di Euro, godrà di un contributo statale di 8,8 mln di Euro.

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